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venerdì 23 luglio 2010

Poesie di guerra appese agli alberi

Piacevole mattinata di mezza estate con un lieve venticello. Passeggiamo nel viale di lecci e pini di Città della Pieve.
Vedo un cartello appeso ad un albero, mi avvicino per leggere: è una poesia!
Forte, sulla guerra a firma di un tedesco (Sigfrid!). Immagini qualche anziano pensionato che  ha avuto l’idea di attaccare un vecchia poesia ad un albero per farla leggere.
Vai avanti e dopo qualche passo vedi un’altra poesia con la stessa firma. Guardi avanti e ne intravvedi altre.
Sono sulla guerra a firma di grandi poeti.
Pensi: bello! Anche se triste, ma non dobbiamo mai dimenticare l’orrore della guerra per costruire una pace giusta e duratura per tutti. Cosa fare? Trascriverle e poi pubblicarle sul blog?! Ci vorrebbe troppo tempo e un grosso quaderno. Mi dispiace e a malincuore proseguo… Dopo altre due poesie,  Paola (a cui non avevo detto niente di ciò che avevo pensato) dice: si potrebbero fotografare e pubblicare sul blog queste poesie! Detto fatto. Ringrazio per l’idea e per il telefonino che permette di fare delle foto. La tecnologia aiuta.
Alla fine del viale troviamo una grande locandina che spiega tutto…
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Poiché le guerre nascono nel cuore degli uomini, è nel cuore degli uomini che bisogna costruire le difese della pace.
Dal Preambolo dell’Atto Costitutivo dell’UNESCO, 1945

7 commenti:

  1. Passano le bare dei soldati morti ammazzati.Operatori pronti a filmare e giornalisti con iloro retorici e inutili comunicati.Col telefonino qualcuno fotografa e applaude...la sua stupidita' sociale.E domani ricco menu'...funerali di stato con inuovi presidenti di Camera e senato.Militari in alta uniforme accanto ai parenti,consolati da un'omelia pretesca e ingannati da una politica furbesca.

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  2. Passano le bare dei soldati morti ammazzati...
    Sono d'accordo. Ma non credi che bisogna cambiare questo stato di cose? Non credi che è meglio che facciamo qualcosa anche noi oltre all'osservazione e alla denuncia? Parliamone, discutiamone. Saranno anche solo parole scritte, ma contribuiamo anche noi a creare un movimento di pensiero, un movimento d'opinione che possa diventare consapevolezza, movimento di coscienze, cambiamento. Come la storia ha dimostrato, la società cambia (in tempi lunghi per la breve vita di un singolo essere umano) ma cambia. Certo ci vuole la spinta di un numero sufficiente di persone (massa critica) ma cambia, progressivamente o bruscamente (vedi rivoluzioni). Per questo è importante il contributo di ognuno di noi: anche se solo di parole scritte.
    Grazie per il commento e mi auguro che se ne parli anche fuori di qui. Molti si danno da fare per la pace ma bisogna arrivare al punto che l'umanità consideri tutte le guerre una barbarie, una soluzione dei problemi non più degna di una umanità che vuole evolvere in civiltà, in cultura e nella crescita e lo sviluppo di tutte le coscienze.
    Grazie ancora...

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  3. A A Anonimo Anarchico03/08/10, 14:56

    Dar barcone de piazza Venezzia/
    ar sagrato de San Giovanni/
    n'avemo visti passà de ciartroni in quest'anni./
    Er popolo incollonnato co' e bandiere e li colori a chiazze/
    riempie le strade e le piazze./
    Dar parco l'affabulatore de turno,/
    da consumato attore, aizza 'sta folla/
    e contro la guera arza 'a voce./
    Poi pe'sarvà i popoli de la tera/
    allarga 'e braccia a croce./
    De le sue rimesse è difensor pugnace/
    a far promesse è pronto e capace/
    pe' mantenelle fallace/
    dal popolo che chiede giustizzia è fugace/
    pe' tassallo è audace,
    poi quanno er ricco ordina, pronto e sagace./
    Amnesia sociale./
    Anestesia cerebrale./
    Amnistia politica./
    Che c'è rimasto de 'sta nazzione/
    che de Dante, Michelangelo e antri annava fiera?
    forse 'na marcetta come inno/
    e 'no straccetto colorato pe' bandiera./
    Pensavamo de' volà in alto come l'aquile/
    e 'nvece semo solo falene e puro ubbriache/
    che volano verso 'na luce incerta/
    'a strade per il nulla ormai è aperta./

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  4. certo che bisogna fare di più,molto di più...ma siamo consapevoli che dovremmo consumare con consapevolezza,produrre di meno evitando,come abbiamo fatto e continuiamo a fare da 500 anni,di saccheggiare i paesi cosidetti terzi.paesi di cui dovremmo solo imitare il loiro sacro rapporto con la natura,il rispetto che ad essa.MADDECHEAHO;MACHECAZZOSTAIADI.Ti riderebbero dietro liquidando il tuo sforzo con una pernacchia.SE SOLO FOSSIMO CAPACI DI FAR CAPIRE QUANTE GUERRE,DISTRUZIONI,MORTE...SOLO PER AVERE L,ULTIMO MODELLO DI CELLULARE.QUI ANDIAMO AL CINEMA,TEATRO,A MANIFESTAZIONI DOVE POTERCI INCONTRARE,DISCUTERE,CONFONTARCI.NEI PAESI TRZI NON HANNO TUTTO CIò,EPPURE VEDI PERSONE FELICI DI ESSERCI!Serge Latuche con i suoi scritti ci racconta di africa quella vera dei villaggi,dove ancora si tramandano i saperi parlandone intorno ad un fuoco.Non voglio dire di tornare alla pietra,voglio dire che dovremmo recuperare la consapevolezza e rinunciare ad un sistema che dicono economico,come il capitalismo che non esita a foraggiar guerre pur di avere ciò di cui ha bisogno per produrre ciò che non ci abbisogna!Potremmo poi parlare degli allevamenti intensivi di polli,vacche maiali....

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  5. X AnonimoAnarchico: Dar barcone...
    Mi piace il tono satirico, il tuo linguaggio sarcastico e provocatorio che rientra nella migliore tradizione romanesca (Rugantino, Belli, Trilussa, Petrolini, e, in particolare Pasquino).
    Mi auguro che come, alla lunga, la vinse Pasquino sul papato corrotto e materialista, anche le tue mordaci parole possano contribuire a far rinascere una coscienza civile che migliori la situazione in Italia e, perché no, nel mondo.
    La satira è l'arma più efficace contro il potere arrogante e mistificatore.
    Ho il piacere di accoglierla nei miei commenti e, se acconsenti, la pubblicherei tra gli articoli per darle più risalto. Fammi sapere se sei d'accordo.
    Grazie!

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  6. X Anonimo: Certo che bisogna fare di più...,
    mi piace il tuo tono rabbioso per i destini del mondo. L'indignazione è la molla che
    spinge a fare qualcosa. La consapevolezza porta alla rabbia perché ci si sente
    quasi impotenti, inutili, di fronte alla prospettiva che offre il presente modo di vivere. Ma è da questo che può e deve partire l'idea, l'azione coordinata fra tutti quelli che vogliono cambiare l'impostazione capitalistico-consumistica,
    mercantilistico-affaristico-furbesca-senza scrupoli delle società opulente. Qualcuno
    propone un capitalismo-solidale. Si, credo che occorre operare una sintesi fra
    quanto di meglio oggi può realmente offrire la società e ognuno di noi.
    Cerchiamo, sosteniamo e diffondiamo tutte quelle iniziative che vanno in questa
    direzione (e se ne abbiamo la capacità e la voglia, creiamone qualcuna anche noi).
    Oggi come oggi, non mi sembra che abbiamo molte altre alternative. I tempi delle
    rivoluzioni violente e sanguinose sono passati. Oggi le rivoluzioni partono dalla
    coscienza. Contribuiamo a cambiare (partendo da noi) le coscienze, le credenze, i
    valori e, inevitalbilmente, col tempo necessario, si produrrà il cambiamento sperato.
    Ci vuole pazienza, studio e conoscenza dei problemi, accettazione del lungo lavoro
    da fare e fiducia nella capacità delle coscienze migliori di orientare l'animo umano.
    Lavorare per creare un futuro migliore. Parliamone, qui, almeno, parliamone.
    Grazie!

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  7. pubblica tutto,ne sarò fiero.

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