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lunedì 6 settembre 2010

Fare, creare ciò in cui si crede, non lamentarsi

Non so se vi siete accorti che negli ultimi mesi sembra stia succedendo qualcosa. Prima chi non condivideva la visione politica, la visione del mondo e della vita del berlusconismo, si lamentava (quasi in silenzio) ma non faceva molto altro. Ultimamente, a me sembra, molti stanno passando all'azione. E come se dicessero a se stessi: se non sono d'accordo con quella visione è bene che faccia qualcosa, qualcosa che corrisponda ad un'altra visione, ad una visione che condivido. Così mi sembra che stiano nascendo, si stiano avviando programmi, siti, blog, film, iniziative culturali e politiche che esprimono una visione del mondo più ispirata a valori globali, universali, condivisibili e non a quelli locali, aziendali, personalistici, campanilistici, miopi, mirati solo all'utilità immediata e circoscritta, all'apparenza immediata del successo mediatico, basati sulla sfacciataggine, sulla cultura dell'apparire da spot pubblicitario. La vita vista come spot pubblicitario: basta ribadire sempre la stessa cosa finché non diventa verità. Questa tipo di visione è sempre stata condannata fin dall'antichità, basti ricordare l'analogia dei sepolcri imbiancati!
Far si che la società diventi sempre più giusta, solidale e globale. Pensate a cosa diranno di questa epoca, di noi, fra mille anni! La prevaricazione del potere economico, l'affarismo aggressivo e senza scrupoli, le nostre dispute utilitaristiche, saranno viste come cose barbare, come noi vediamo adesso le dispute del passato, le guerre fra clan, fra tribù, fra signorotti medievali che si preoccupavano solo del proprio castello, senza pensare ad un bene più ampio, più universale.
Il futuro dell'umanità sta nell'inquadrare ogni problema nell'ambito di tutta l'umanità. Ci vorrà tempo, ma ci si arriverà: è inevitabile. Anche le nazioni, nel futuro, saranno viste come residuo di un passato in cui non ci fidava di chi non parlava la stessa lingua, non professava la stessa religione. Siamo già nella fase della federazione di nazioni a livello continentale. Passeremo per una fase di nazioni-stato-continente per passare alla Federazione Mondiale. In passato ci sono stati gli imperi, ma erano basati sulla forza, sull'oppressione. Nel futuro saranno basati sulla conoscenza reciproca, sulla comprensione, sulla cooperazione. Perché siamo tutti nella stessa barca, siamo tutti nella stessa astronave, tutti nello stesso pianeta, tutti nello stesso sistemo solare, nella stessa galassia, nello stesso universo. Ma il rinnovamento deve partire da noi. Creare qualcosa in cui crediamo deve partire da noi. Interessante, a tal proposito, l'affermazione avanzata in questo articolo: Berlusconi siamo noi...
Cominciamo noi, facciamo qualcosa noi e cerchiamo di collegarci con quelli che la pensano come noi, che hanno gli stessi ideali (da realizzare). Non lavorare contro qualcosa, ma lavorare per qualcosa, che valga la pena di vivere, che dia un significato più ampio ed elevato alla nostra esistenza e all'esistenza di tutta l'umanità.

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