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domenica 5 dicembre 2010

Alimenta il Sorriso

Cibi, Alimenti che favoriscono il buonumore:
  • agrumi
  • banane
  • cioccolato
  • latte e latticini
  • latte caldo prima di andare a letto
  • mandorle a colazione
  • pesce
  • salmone a cena
  • semi di sesamo
  • semi di girasole
Sostanze, neurotrasmettitori del buonumore:
  • serotonina (triptofano)
  • endorfine
Aromi:
  • vaniglia
  • cannella
Tratto da: - www3.lastampa.it/cucina/ che si consiglia vivamente di leggere per approfondire.

 
Che influisse sulla salute dell'organismo, si sapeva da tempo. Ma che il cibo fosse importante anche per la psiche e il sistema nervoso si è capito solo da poco.



Dietologi e neurologi hanno scoperto che la dieta, in particolare alcuni cibi, influiscono sull'umore e sul comportamento. Di più: hanno verificato che il cervello regola quantità e qualità dell'alimentazione. E che, a seconda della propria costituzione biologica, si desiderano e si cercano cibi diversi. In questo nuovo filone di ricerca, che punta sulla neurochimica del comportamento alimentare, è nata la Pap, programmazione alimentare personalizzata: diete su misura messe a punto non solo in base allo stile di vita e alla professione del paziente, ma anche al suo carattere e alle sue preferenze. «Ciascuno è ciò che mangia, e ciascuno mangia secondo ciò che è» sintetizza Jean-Claude Darras, medico chirurgo di Parigi, autore di diversi studi sull'alimentazione personalizzata. «Nel prescrivere una dieta occorre, sì, considerare l'apporto calorico, ma anche ricordare che ogni individuo presenta un terreno particolare, che condiziona il funzionamento globale del suo organismo. C'è chi deve mangiare poco e spesso e chi deve fare un solo pasto al giorno; chi ha più bisogno di cibi cotti a vapore o bolliti e chi trae più giovamento dalla cottura al forno. E chi deve imparare a non consumare troppo spesso pietanze pronte e piene di additivi». Anche l'orario è fondamentale per l'assorbimento dei cibi. La carne rossa non andrebbe mangiata la sera perché è eccitante e può impedire il sonno. La spiegazione è biochimica: l'assunzione di carne, soprattutto se di bovino o di maiale, favorisce la produzione di adrenalina, noradrenalina e dopamina, neurotrasmettitori che possono dare iperattività. «Gli alimenti di origine animale danno una sorta di doping: aumentano senso di forza, energia e aggressività, anche sessuale». A ognuno la propria dieta. Per una buona programmazione occorre una profonda conoscenza dei meccanismi biologici e chimici che regolano l'organismo. L'alfabeto del dialogo tra intestino e mente avviene tramite neurotrasmettitori e ormoni, ed è questo dialogo che ci porta a scegliere i cibi in base allo stato d'animo e che ci fa cambiare umore a seconda di ciò che mangiamo. Il legame tra cervello e intestino avviene in due modi: attraverso le vie nervose e gli ormoni. La parete intestinale è così ricca di fibre nervose da essere chiamata dagli esperti «cervello enterico» ed è in collegamento diretto con il cervello vero e proprio. Inoltre, le stesse sostanze (come serotonina e acetilcolina) vengono prodotte sia nell'intestino sia nel cervello.
La serotonina, l'ormone della calma e della serenità, è sintetizzata nell'organismo a partire da un aminoacido diffuso negli alimenti: il triptofano. Ma per renderla disponibile a livello cerebrale occorre dissociare i carboidrati dalle proteine. Vale a dire che la sua azione sul tono dell'umore è più efficace se mangiamo solo un piatto di spaghetti, piuttosto che dopo un pasto completo di pasta più carne, o pesce o formaggio. Il neurobiologo americano R. J. Wurtman, del dipartimento di scienze cognitive e del cervello del Mit, studia la serotonina da trent'anni. E ha scoperto che, alimentando animali da laboratorio solo con carboidrati, in poco tempo aumentano i livelli di triptofano e serotonina; se invece nella dieta ci sono anche proteine, i livelli di triptofano crescono nel sangue, ma rimangono inalterati nel cervello. Wurtman ha concluso che, nel caso del pasto misto, oltre al triptofano si sviluppano altri aminoacidi che ne impediscono il passaggio nel cervello.

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