di Maria Bettetini
Alla fine avremo una vera liturgia cosmica e il cosmo diventerà ostia vivente.
Quale mistico, forse di dubbia ortodossia, avrà mai pronunciato queste parole nel recente 2009? Niente paura, sono le parole affascinanti, e per qualcuno anche un poco inquietanti, con cui Benedetto XVI ha voluto definire la "grande visione" dell'universo proposta da Marie-Joseph Pierre Teilhard de Chardin, il gesuita morto a New York nel 1955, teologo e paleontologo, prete e scienziato, filosofo e geologo, in anticipo su tutti i tempi che la storia impone alle istituzioni.
Pierre nacque nel cuore dell'Alvernia, a Orcines, nel 1881, quarto degli undici figli di uno scienziato e di una nipote di Voltaire. Da bambino credeva di trovare Dio nel ferro, l'elemento che sembrava più forte, ma poi scoprì la ruggine e decise che se Dio era nelle cose, altra doveva essere la sua presenza nella materia. Mai dubitò della valenza soprannaturale di tutto ciò che è materiale, scrisse anche un inno:
«Benedetta sii tu universale Materia, durata senza fine, etere senza sponde, triplice abisso delle stelle, degli atomi e delle generazioni, tu che eccedendo e dissolvendo le nostre anguste misure ci riveli le dimensioni di Dio».
Pierre divenne gesuita, fu espulso dalla Francia con l'ordine nel 1901, studiò al Cairo, poi in Gran Bretagna. Tornò prete, in tempo per partecipare alla Prima guerra mondiale come cappellano e barelliere, e poi laurearsi in scienze naturali alla Sorbona.
Le accuse di panteismo lo portarono a lasciare l'Europa, visse in Cina per vent'anni e lì fu sacerdote e paleoantropologo (partecipò al ritrovamento dell'«uomo di Pechino»).
Il contatto con le mistiche orientali gli permise un confronto con il cristianesimo, che dichiarò migliore, ma non in maniera abbastanza chiara per i suoi superiori che lo allontanano ancora dalla Francia.
Morì a New York nel 1955, lasciando una visione del mondo in linea con l'evoluzionismo, dove cosmo e uomo procedono verso un oltre grazie a una tensione per l'alto che è anche tensione alla piena realizzazione.
Senza annullare le differenze – e questa è la "differenza" dalle mistiche indiane e cinesi – gli elementi del cosmo evolvono da bios a noos, da vita a vita intelligente, grazie allo slancio impresso all'inizio e per sempre dal Principio intelligente e creatore.
I molti tendono all'Uno, come ha affermato ogni platonismo, ma non si fondono nell'Uno, piuttosto in questa tensione raggiungono livelli sempre più alti e coscienti e complessi: dalla geosfera alla biosfera alla noosfera, verso il punto Omega, omega come l'ultima lettera dell'alfabeto greco, il fine. Il punto Omega, per Teilhard de Chardin, è il Logos, attraverso il quale «tutte le cose furono create», secondo la lezione del Vangelo di Giovanni. Quel Cristo che fa parlare di un "pancristismo", piuttosto che un panteismo (l'accusa degli anni Venti). Sono termini nuovi, difficili?
Qui è il senso di un Lessico, scritto da un autorevole studioso, Gérard-Henry Baudry, e ora tradotto in italiano.
Da noosfera a omega, da diafania a unanimizazione, i neologismi del prete antropologo evoluzionista sono chiariti con definizioni e citazioni, e impreziositi da un dizionario che elenca nomi di persone conosciute o nominate da Teilhard de Chardin nei suoi scritti e nelle molte lettere di una vita tenacemente volta alla presenza di Dio in tutte le cose, anche nel ferro.
LIBRI AFFINI A «Lessico Teilhard de Chardin»_______________
di Teilhard de Chardin Pierre 
di Arnould Jacques 
di Teilhard de Chardin Pierre 
di Martelet Gustave 
di Teilhard de Chardin Pierre
Fonte:
- http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2011-01-16/dalle-parole-scopre-dove
Immagine:
- http://icone1.altervista.org/wp-content/uploads/2009/07/icone1-apocalisse1.jpg
Link:
- http://it.wikipedia.org/wiki/Pierre_Teilhard_de_Chardin
- http://www.libreriadelsanto.it/libri/9788816304840/lessico-teilhard-de-chardin.html
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