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mercoledì 5 gennaio 2011

Saggezza e conoscenza

Tratto da "Cosmologia occulta" di BRUCE LYON

All'inizio di questa dissertazione voglio quindi rendere molto chiaro un punto: La Saggezza Eterna che rappresento non è una tradizione di conoscenza.
La conoscenza appartiene ai tre mondi e quindi all'Umanità e non alla Gerarchia. Questa può sembrare un'affermazione strana da fare proprio mentre si sta cercando di fondere Gerarchia e Umanità, ma l'anima e la personalità non possono essere completamente fuse fin quando non sono state completamente separate.
La tradizione di Saggezza Eterna cui generalmente si riferiscono gli studiosi è una tradizione di informazione esoterica prodotta dall'Umanità su ispirazione della Gerarchia.
La conoscenza è umana, la saggezza è gerarchica.
L'Umanità è essa stessa un centro divino e questo sarà sempre più compreso man mano che il processo di Esteriorizzazione procederà. Quale centro divino essa ha un ruolo autonomo e una responsabilità all'interno della triplice operatività di Shamballa, della Gerarchia e dell'Umanità. La realizzazione e l'accettazione di questa responsabilità è parte critica dell'iniziazione del genere umano quale un tutto.
Ora, è vero che i membri della Gerarchia una volta erano parte dell'Umanità, ma bisogna ricordare che l'Umanità di cui essi facevano parte - nel tempo e nello spazio - aveva una conoscenza di base molto meno evoluta dell'Umanità del giorno d'oggi – base che si sta espandendo in misura esponenziale.
I membri della Gerarchia possono essere Maestri di Saggezza (solo dalla prospettiva dell'umanità - infatti essi non si considerano tali) ma questo non significa affatto che sono Maestri d'Ogni Conoscenza – essi hanno solo la chiave a ogni conoscenza.
Lasciate che spieghi quest'affermazione.
La saggezza è un'emanazione dai mondi dell'Essere.
Ha le sue radici in ciò che è immutabile.

La conoscenza è un'accumulazione dai mondi del Divenire.
Ha le sue radici in ciò che è sempre in mutamento.

La saggezza è archetipica.
La conoscenza è particolare.

La saggezza si sviluppa nell'anima.
La conoscenza viene accumulata dalla personalità in incarnazione.
La confusione tra le due è alla radice di alcuni persistenti problemi nella relazione tra Gerarchia e Umanità.
L'umanità ha tendenza a confondere la conoscenza divinamente ispirata con la saggezza e quindi la considera immutabile e inattaccabile.
Questa è la causa del fondamentalismo di tutte le religioni e tradizioni spirituali nei riguardi dei rispettivi testi sacri fondamentali.
Un altro risultato di questa confusione è che l'Umanità si aspetta che la Gerarchia le fornisca la conoscenza, mentre l‟accumulazione di conoscenza è esattamente il lavoro di quelle anime che attualmente fanno parte del Centro umano.
La conoscenza è l'impasto, la saggezza è il lievito.
La ragione per cui gli insegnamenti di Saggezza continuano ad avere la loro espressione nel corso del tempo nell'esperienza umana è che l‟aspetto della conoscenza dell'umanità sta diventando sempre più raffinato ed è quindi in grado di formare un veicolo sempre migliore per la rivelazione spirituale. Indubbiamente in nessun tempo della storia la conoscenza a disposizione dell'umanità è stata tanto accessibile, tanto vasta e in crescita con un ritmo tanto rapido. Questo pone particolari problemi ed opportunità al Centro umano nel suo insieme e significa che il requisito per sviluppare discernimento, intuizione e saggezza per utilizzare le informazioni non ha precedenti e ormai fa parte dell'appello di massa alla Gerarchia.

In qualche modo l'ashram scientifico ha l‟approccio più sano alla conoscenza. Viene visto come un modello in continuo cambiamento ed evoluzione attraverso il quale viene visto il mondo – in modo tale da rendere più comprensibile e malleabile la volontà umana.
In sé, la conoscenza rappresenta il risultato del potere dell'intelligenza – il terzo aspetto dell'anima.
La conoscenza scientifica si evolve tramite forze sia di cooperazione che di competizione nell'ambito della comunità scientifica – una fratellanza che ha come proprio scopo comune perseguire delle verità dimostrabili.
Storicamente, quando le forze della scienza e della religione si sono scontrate, è stata più spesso la scienza a dimostrarsi meno dogmatica. Negando o divinizzando le fonti interiori di ispirazione, tuttavia, entrambe le discipline ricadono sotto l‟incantesimo del materialismo.
Coloro che propongono la scienza divina devono quindi sapere cosa mantenere quale saggezza immutabile e cosa invece lasciare andare quale conoscenza sorpassata.
Forse il miglior consiglio a questo proposito è quello di essere disposti a offrire continuamente tutta la conoscenza/saggezza al fuoco della trasformazione evolutiva, nella sicura consapevolezza che lo spirito non potrà mai essere danneggiato dalle fiamme.
Un aumento di Saggezza non è risultato di maggior conoscenza, ma di una realizzazione graduale dell'inconoscibile.
Il neofita della tradizione di Saggezza cerca, come cercavano i primi scienziati, di trovare un mondo divino ordinato in cui tutti i pianeti girino in cerchi perfetti intorno al sole. Cerca di trovare le risposte definitive alle inquietanti domande dell'esistenza e di riuscire ad appropriarsi di una visione del mondo coerente e inattaccabile dai dubbi. Cerca in tal modo di diventare un conoscitore di "risposte‟ piuttosto che di riconciliarsi con la parte viva della "domanda‟. Questo naturale desiderio viene rapidamente cancellato nello scopo ampio delle tradizione di Saggezza che investono la mente con paradossi e cercano di espandere la coscienza finché non ci sia più niente di alcuna sostanza cui aggrapparsi.
Helena Blavatsky ebbe a dire questo su un approccio alla sua opera ispirata, la Dottrina Segreta:
Leggete la Dottrina Segreta senza alcuna speranza di trovare in essa la Verità finale dell'esistenza, o qualsiasi altra idea diversa da quella di vedere quanto essa possa portarvi verso la Verità.
Similmente nella tradizione della Bailey i nuovi studenti tentano di ridurre la cosmologia ampia e globale in un universo ordinato i cui raggi e pianeti e chakra possano tutti essere accuratamente assegnati. Quel che non si comprende è che è proprio questa tendenza della mente umana a "ridurre‟ la saggezza vivente in conoscenza concreta che si cerca di vincere nella tradizione di Saggezza. È come un cavallo di Troia che offre sicurezza di conoscenza e finisce per smontare tutto quello che si cercava. Un Maestro di Saggezza è uno che ha lasciato dietro di sé ogni identificazione con la conoscenza. Egli non coltiva il campo della conoscenza perché sa che egli stesso è uno con il campo, col coltivatore e col seme.
La verità che è evidente nei regni superiori non può mai essere completamente "conosciuta‟ poiché nella conoscenza l'apparato che percepisce la verità viene sperimentato separato da essa.

Ogni tentativo di formulare con parole quello che deve essere sentito e vissuto per essere veramente compreso, si dimostrerà necessariamente inadeguato in modo desolante. Tutto quel che si potrà dire non sarà dopo tutto che una parziale esposizione della grande Verità velata, e deve essere offerto al lettore ed allo studioso semplicemente come ipotesi di lavoro da elaborare, e come suggerimento. Allo studioso di mente aperta, e a colui che tiene presente che la verità viene rivelata per gradi apparirà chiaro che l‟espressione più alta possibile della verità in qualsiasi tempo, verrà riconosciuta più tardi non esser altro che un frammento di un tutto; più tardi ancora si troverà che è soltanto parte di un fatto e quindi, in sé stessa, una distorsione del reale.  (dalla Prefazione al Trattato sul Fuoco Cosmico.)


 

Personalità Anima Monade
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Tratto da:
- Cosmologia occulta, pag. 4-5
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