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giovedì 21 aprile 2011

Guerriero della Luce § Rivolgi l'attenzione a questo minuto

Rivolgi l'attenzione a questo minuto, e non alle ore, ed ai giorni.

Il guerriero della luce conosce il valore della perseveranza e del coraggio.
Molte volte, durante il combattimento, egli riceve dei colpi che non si aspettava. E capisce che, nel corso della guerra, il nemico vincerà qualche battaglia.
Quando ciò accade, piange le proprie pene e riposa per recuperare le forze. Ma ritorna immediatamente a lottare per i suoi sogni.
Perché, quanto più tempo se ne manterrà lontano, tanto maggiori saranno le probabilità di sentirsi debole, spaventato, timoroso.
Quando un cavaliere cade da cavallo e non risale in groppa nel volgere di un minuto, non avrà mai più il coraggio di montare.

Un guerriero conosce le cose che hanno valore.

Egli decide le proprie azioni basandosi sull'ispirazione e la fede.
Tuttavia gli capita di incontrare uomini che lo incitano a intervenire in lotte che non gli appartengono, su campi di battaglia che non conosce o che non gli interessano. Questi vogliono coinvolgere il guerriero della luce in sfide che sono importanti solo per loro. Molte volte sono persone vicine, che amano il guerriero e confidano nella sua forza, ma vivono in preda all'ansia, e quindi vogliono in qualche modo il suo aiuto.
In quei momenti egli sorride, dimostrando il suo amore, ma non accetta la provocazione.
Un vero guerriero della luce sceglie sempre il proprio campo di battaglia.

Il guerriero della luce sa perdere.
Egli non tratta la sconfitta con indifferenza, pronunciando frasi come: "Be', non era poi tanto importante", o: "Per la verità, non lo
desideravo neppure'. Accetta la sconfitta come tale, e non tenta di trasformarla in vittoria.
Patisce il dolore delle ferite, l'indifferenza degli amici, la solitudine della perdita. In quei momenti, dice a se stesso:
"Ho lottato per qualcosa, e non ce l'ho fatta. Ho perduto la prima battaglia."
Questa frase gli infonde nuove forze. Egli sa che nessuno vince sempre, ed è in grado di distinguere le proprie azioni corrette dagli errori.

Quando si vuole una cosa, l'Universo intero trama a favore.
Il guerriero della luce lo sa. Per questa ragione, presta grande attenzione ai propri pensieri.
Nascosti sotto tante buone intenzioni ci sono sentimenti che nessuno osa confessare a se stesso: la vendetta, l'autodistruzione, la colpa, la paura della vittoria, la gioia macabra dinanzi alla tragedia altrui.
L'Universo non giudica: cospira a favore di ciò che desideriamo.
Perciò il guerriero ha il coraggio di guardare le ombre della propria anima, e si domanda se non stia chiedendo qualcosa di sbagliato per se stesso.
E presta sempre grande attenzione a ciò che pensa.

Diceva Gesù: "Che il tuo si sia si e che il tuo no sia no".
Quando il guerriero si assume un impegno, mantiene la parola.
Coloro che promettono e poi non mantengono, perdono il rispetto di se stessi, si vergognano delle proprie azioni. La loro vita consiste nella fuga. Essi sprecano molta più energia tradendo la parola data di quanta ne usi il guerriero della luce per mantenere le sue promesse.
Talvolta capita che anch'egli si assuma qualche sciocca responsabilità, da cui deriverà un danno. Tuttavia non ripeterà mai questo comportamento.
Egli onora comunque la parola data e paga il prezzo della propria impulsività.

Quando vince una battaglia, il guerriero festeggia.
La vittoria gli è costata momenti difficili, notti piene di dubbi, interminabili giorni di attesa.
Fin dai tempi remoti, celebrare un trionfo fa parte del rituale della vita: la celebrazione è un rito di passaggio.
I compagni assistono alla gioia del guerriero della luce e pensano: "Perché si comporta così?". Potrebbe risultare deluso dal prossimo combattimento. Potrebbe attirare la furia del nemico.
Ma il guerriero conosce il motivo di questo suo gesto. Egli gode del miglior dono che la vittoria possa portare: la fiducia.
Celebra oggi la sua vittoria di ieri, per avere più forze nella battaglia di domani.

Un giorno, all'improvviso, il guerriero scopre di lottare senza lo stesso entusiasmo di prima.
Continua a fare ciò che faceva, ma sembra che ogni gesto abbia perduto il suo significato. In quel momento, egli ha una sola scelta: continuare a praticare il Buon Combattimento. Recita le sue preghiere per dovere, o per paura, o per qualsiasi altro motivo, ma non interrompe il suo cammino.
Sa che l'angelo di Colui che lo ispira sta facendo un altro giro. Il guerriero si mantiene concentrato sulla lotta, e persevera: anche quando tutto sembra inutile. Dopo un po', l'angelo torna, e il semplice fruscio delle sue ali farà ritornare la gioia.

Un guerriero della luce condivide con gli altri tutto ciò che conosce del cammino.
Chi aiuta, viene sempre aiutato e ha bisogno di insegnare ciò che ha appreso. Perciò egli si siede intorno al fuoco e racconta com'è andata la giornata di lotta.
Un amico gli sussurra: "Perché parlare tanto apertamente della tua strategia? Non vedi che, comportandoti così, corri il rischio di dover dividere le conquiste con altri?"
Il guerriero si limita a sorridere, e non risponde. Sa che, se giungerà alla fine del viaggio in un paradiso vuoto, la sua lotta non avrà avuto alcun valore.

Il guerriero della luce ha appreso che
Dio si serve della solitudine per insegnare la convivenza.
Si serve della rabbia per mostrare l'infinito valore della pace.
Si serve del tedio per sottolineare l'importanza dell'avventura e dell'abbandono.
Dio si serve del silenzio per fornire un insegnamento sulla responsabilità delle parole.
Si serve della stanchezza perché si possa comprendere il valore del risveglio.
Si serve della malattia per sottolineare la benedizione della salute.
Dio si serve del fuoco per impartire una lezione sull'acqua.
Si serve della terra perché si comprenda il valore dell'aria.
Si serve della morte per mostrare l'importanza della vita.

Il guerriero della luce dà prima che gli sia richiesto.
Vedendo questo, alcuni compagni commentano: 'Chi ha bisogno, chiede.'
Ma il guerriero sa che c'è molta gente che non riesce - semplicemente non riesce - a chiedere aiuto.
Accanto a lui ci sono molti uomini dal cuore talmente fragile che si impegnano in amori malsani; sono affamati di affetto, e si vergognano di mostrarlo.
Il guerriero li riunisce intorno al fuoco, racconta delle storie, spartisce il suo cibo, si ubriaca insieme a loro. Il giorno dopo, tutti si sentono meglio.

Coloro che guardano alla miseria con indifferenza sono i più miserabili.

Le corde che sono sempre in tensione finiscono per logorarsi.

I guerrieri che si addestrano senza tregua perdono la spontaneità nella lotta.

I cavalli che saltano di continuo gli ostacoli finiscono per spezzarsi una zampa.

Gli archi che sono costantemente tesi non scagliano più le frecce con la stessa forza.
Perciò, anche se potrebbe non essere dell'umore giusto, il guerriero della luce cerca di divertirsi con le piccole cose quotidiane.
Il guerriero della luce presta ascolto a Lao Tzu, quando dice che dobbiamo distaccarci dall'idea dei giorni e delle ore, per rivolgere sempre più attenzione al minuto. Solo così riesce a fronteggiare taluni problemi prima che si verifichino: prestando attenzione alle piccole cose, egli riesce a evitare le grandi catastrofi. Ma pensare alle piccole cose non significa pensare in tono minore. Una preoccupazione esagerata finisce per eliminare ogni traccia di gioia dalla vita.

Il guerriero sa che un grande sogno è costituito da tante cose diverse, così come la luce del sole è l'insieme di milioni di raggi.

Ci sono momenti in cui il cammino del guerriero attraversa periodi di routine.
Allora egli adotta l'insegnamento di Nachman de Bratzlav:
"Se non riesci a meditare, devi soltanto ripetere una semplice parola, perché questo fa bene all'anima. Non dire altro, limitati a ripetere la stessa parola senza fermarti, innumerevoli volte. Essa finirà per perdere il suo significato, acquistandone uno nuovo. Dio aprirà le sue porte, e tu arriverai a usare questa semplice parola per esprimere tutto ciò che vorresti."
Quando è obbligato a ripetere il medesimo compito, il guerriero adotta questa tattica, e trasforma il proprio lavoro in preghiera.

Un guerriero della luce non ha 'certezze', ma un cammino da seguire, al quale cerca di adattarsi in base al tempo. In estate, lotta con equipaggiamenti e tecniche diversi da quelli impiegati in Inverno.

Essendo tollerante, egli non giudica mai il mondo utilizzando il concetto di 'giusto' o "sbagliato", bensì sulla base dell'atteggiamento più adatto a quel determinato momento.
Sa che anche i suoi compagni devono adattarsi, e quindi non si sorprende quando essi cambiano atteggiamento. A ciascuno dà il tempo necessario per giustificare le proprie azioni.

.:.

Tratto da:
IL MANUALE DEL GUERRIERO DELLA LUCE
di PAULO COELHO

Fonte:
- http://blog.libero.it/SoleAdOriente/10032852.html


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