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giovedì 28 luglio 2011

Comunicazione non-violenta

di Tomoe Tsunetomo
Come gestire la rabbia e scoprirne il dono.

Un breve scambio di battute ieri sera, tra conoscenti che osservavano la stessa immagine di una rivista, secondo punti di vista differenti e proiezioni soggettive, è diventato il movente di uno scontro verbale acceso tra amici, finito in un litigio verace. La situazione è stata per me assai illuminante perché mi ha offerto uno spunto per comprendere ancora una volta con quanti occhi diversi, colori emozionali e visioni prospettiche molteplici, tutti noi costruiamo soggettivamente ed interpretiamo ciò che consideriamo "realtà".

Non c’è da sorprendersi. Lo viviamo ogni giorno. Riconoscere come è sempre complesso intendersi e con-dividere un linguaggio comune efficace ed una stessa visione della realtà, è un punto di partenza per una comunicazione più sana e positiva.
Per questo la cooperazione, parola-chiave di questo blog, non può che essere inclusiva, perché la diversità è arricchente, quando la si sa gestire. Permette una visione che coglie molte più facce della complessità. Possiamo condividere le emozioni, le idee, le parole e le azioni. Possiamo costruire significati comuni condivisi, attraverso la regola dell’inclusione e una comunicazione autentica, empatica ed assertiva in modo da creare sintesi sempre più ampie e armoniche tra le persone. Questo è il percorso di crescita e l’evoluzione naturale e progressiva della coscienza umana: lo sviluppo di un pensiero che promuove le risorse umane e la dimensione etico-ecologica fin dalla infanzia in modo forte, collettivo e non ideologico, nutrito del calore spirituale del rispetto, del dono di sé agli altri e della gratitudine, atti a creare infine un sistema che pensa e agisce, nella sua massima fioritura, all’unisono con le leggi universali della Coscienza Cosmica.

Questo episodio, a cui accennavo, di complesso confronto e scontro tra visioni diverse a partire da un’immagine qualsiasi del giornale, mi riporta a vagare con le mie associazioni libere di pensiero, fino alla buia polverosa biblioteca con vetrina, che ho in taverna, dove regnano disordine e confusione creativa e dove la mia gatta, intelligentissima, studia le sue tattiche di caccia al ragno. Lei stessa che mi ha aiutato a cercare un libriccino di appena 80 pagine, che si legge in un’ora e che ricordavo di avere. Le sorprendenti funzioni della rabbia. Come gestirla e scoprirne il dono
Libretto dal valore immenso: ”Le sorprendenti funzioni della rabbia. Come gestirla e scoprirne il dono”.
Testo-cardine insieme a “Le parole sono finestre [oppure muri]” e “Parlare pace” di Marshall B. Rosenberg, noto psicologo americano ad orientamento rogersiano, cresciuto in un quartiere violento di Detroit ed esperto di mediazione e comunicazione con alternative pacifiche alla violenza.
Il dott. Rosenberg è un appassionato viaggiatore e ha lavorato in particolare nelle zone di guerra e di conflitto armato: Ruanda, Burundi, Nigeria, Malesia, Indonesia, Sri Lanka, Sierra Leone, Medio Oriente, Colombia, Croazia, Irlanda del Nord e Jugoslavia con finanziamenti da parte dell’Unesco. Ha creato con la sua organizzazione internazionale educatori e corsi in 30 paesi del mondo, per insegnare la gestione della rabbia e la comunicazione Non-Violenta a insegnanti, psicologi, genitori, mediatori,  manager, detenuti e guardie carcerarie, polizia, personale militare, clero e personale della pubblica amministrazione, affinché la violenza non scateni altre violenza ma sia energia propulsiva per creare Vita e costruire Pace, in un modo pragmatico e concreto, che ci guida passo dopo passo a riconoscere e soddisfare i bisogni e valori (insoddisfatti) sottesi alla rabbia, sviluppando strategie che arricchiscono noi e gli altri e individuano soluzioni utili a tutti.
Consiglio vivamente di leggere questo libro che spiega in modo semplicissimo come utilizzare la comunicazione non-violenta con chi ci ha procurato dolore e rabbia, per esprimerla in modo costruttivo e richiedere con chiarezza ciò che riteniamo possa migliorare il rapporto.

La rabbia è un’emozione secondaria. Occorre interpretarne il vero nucleo (bisogno sotteso) e distinguerlo dalla causa scatenante, che è solamente un innesco!  Il modo in cui decidiamo di interpretare un evento scatenante è alla base del nostro potere di gestire la rabbia. Sono i giudizi che diamo sulle situazioni e sulle persone che ci fanno arrabbiare. Nessuno può farci arrabbiare, se non la nostra visione delle cose. Siamo noi che abbiamo l’interruttore delle nostre emozioni!

Il verbo “dovere” crea violenza. I verbi: “potere” e “volere” creano respiro.
Quando siamo connessi ai nostri bisogni, proviamo sentimenti intensi ma non rabbia! 
La rabbia è secondaria ad un blocco o assenza di contatto con i nostri bisogni.
Quale bisogno sottende la tua rabbia?
Cioè, mi chiedo di riportare all’interno ciò che provo e lo osservo per capire cosa sta sotto l’emozione.
La rabbia è creata dai miei bisogni frustrati.
Nessun evento può esserne causa ma semmai scatena un’emozione che è già dentro di me.
Distinguo perciò tra causa interna (vero motivo) e movente, cioè, per così dire, la miccia che innesca l’emozione.
La rabbia è un sentimento molto prezioso di allarme: ci dice che stiamo usando le nostre energie per scopi che non ci porteranno a soddisfare i nostri bisogni.
Perciò quello che stiamo realmente facendo è allontanarci dalla felicità.

Nella Piramide di Maslow i livelli di bisogno concepiti sono:
1. Bisogni fisiologici (fame, sete, ecc.) 
2. Bisogni di salvezza, sicurezza e protezione
3. Bisogni di appartenenza (affetto, identificazione)
4. Bisogni di stima, di prestigio, di successo 
5. Bisogni di realizzazione di sé (realizzando la propria identità e le proprie aspettative e occupando una posizione soddisfacente nel gruppo sociale).

I comportamenti distruttivi creano un circuito violento.
Riuscire ad operare la conversione dell’energia per creare una comunicazione empatica ed assertiva è la chiave di volta per costruire Pace.
Se gestiamo la rabbia reprimendola e negandola, finiremo per esprimerla in modi che potranno anche rivelarsi pericolosi e distruttivi per noi e/o per gli altri, creando reazioni a catena di rabbia e violenza.
Occorre osservare e analizzare la rabbia in termini energetici, come una forza propulsiva che racchiude dei bisogni frustrati cui bisogna trovare spazio, in modi funzionali a creare un futuro di Ben-essere insieme.

Come?
Questo testo illuminante nella sua semplicità e per la chiarezza operativa, con numerosi esempi, descrive in 3 passi la risoluzione del conflitto, attraverso l’analisi della rabbia e del modo di comunicarla, per ottenere ascolto e risposta in termini concreti di soluzione:

  1. Esprimo autenticamente e onestamente come sono io, quali sono le mie principali caratteristiche, senza accusare né criticare nessuno?
  2. Evidenzio le azioni concrete e i comportamenti, miei e altrui, che mi fanno stare bene? "Quando io vedo/sento..."
  3. Spiego come mi sento ora? "Vedi, ora mi sento..."
  4. Spiego, quindi, quali sono i miei bisogni, aspettative, desideri feriti o frustrati? "... perché ho bisogno di..."
  5. A questo punto richiedo con chiarezza ciò che concretamente, a fatti, mi farebbe felice? (ma non posso pretenderlo).
  6. Evidenzio la azioni concrete che vorrei fossero intraprese? "... e vorrei che tu..."

Allora da questo momento, sta a noi creare Vita, costruire Pace!
Con affetto, Tomoe

Link:
-
 http://www.youtube.com/watch?v=-dpk5Z7GIFs
-  http://www.youtube.com/watch?v=XbgxFgAN7_w&feature=related
- http://en.wikipedia.org/wiki/Marshall_Rosenberg
- http://www.amazon.it/libri M. B. Rosenberg 
- http://www.ilgiardinodeilibri.it/autori/_marshall-b--rosenberg
- www.centroesserci.it 
- www.cnvc.org


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