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martedì 12 luglio 2011

Racconto - Il Segreto della Grotta

Vi proponiamo questo racconto invernale per rinfrescarci un po',
ascoltando la musica e guadando le immagini...


[1] Vivaldi, Quattro stagioni, Inverno, Primo movimento; Allegro non molto

 

Rielaborazione di un'antica leggenda orientale
a cura di Resalvato

IL SEGRETO DELLA GROTTA

Finalmente smise di nevicare. Il vento si calmò e la nebbia, così com'era scesa, fluente e rapida, si dileguò svelando un paesaggio immacolato e silente.
La natura esibì poi uno dei suoi repentini contrasti facendo spuntare un tiepido raggio di sole.
La neve ricopriva ogni possibile accenno di sentiero e il bosco si stendeva solenne, immoto e uguale in ogni direzione.
Per un attimo ebbe la sensazione di essersi smarrito. Si fermò incerto su cosa fare.
Chiuse gli occhi e rientrò in se stesso. Cercò di entrare in contatto con la natura, di acuire le sue percezioni.
Si ritrovò a respirare profondamente e ad annusare l'aria. Sentiva l'odore del bosco e il fresco pungente della neve.
Poi, avvertì un odore particolare: non capiva bene cosa fosse. Socchiuse gli occhi per concentrarsi meglio: sembrava odore di legna bruciata.
Inspirò a pieni polmoni girando il naso a destra e a sinistra per individuare meglio da dove provenisse l'odore. La traccia era molto tenue e a tratti svaniva.
Quasi automaticamente riprese il cammino seguendo l'unico indizio di una direzione precisa.
L'odore, dopo un po' si fece più chiaro e più forte.
Accelerò il passo, ma la strada più breve non sempre è la più facile: dovette scavalcare grossi tronchi caduti, scendere e risalire forre e greppi. Qualche volta gli sembrava di perdere la traccia...
Infine giunse al limitare di una radura, al centro della quale c'era una fornace di carbonari, spenta e ricoperta di neve. Intorno, nessuno. 
Rimase deluso e nell'incertezza su cosa fare si mise a dondolare la testa guardandosi attorno.
Volgendosi verso il pendio vicino un'apertura attrasse la sua attenzione: sembrava l'ingresso di una grotta. Si diresse verso di essa, si avvicinò all'apertura e vide che si trattava proprio di una grotta.
Vicino all'ingresso c'era un fuoco spento e in fondo della legna accatastata e della paglia.
Era stanco e si stava facendo sera. Decise di fermarsi lì.
Chiuse l'accesso della grotta con dei sassi e dei rami. Poi si ritirò nel fondo, si sedette sulla paglia e si appoggiò alla parete per riposare e, pian piano, si addormentò... e sognò.

[2] Vivaldi. Inverno. Secondo movimento: Largo

Sognò che i Reggitori dell'Universo si erano riuniti per nascondere "Il Segreto della Vita" affinché non fosse trovato prima del tempo.
Uno disse: "Nascondiamolo sulla montagna più alta".
Un altro: "Mettiamolo nel più profondo del mare".
Altri suggerirono: "Nascondiamolo nella foresta più impenetrabile", "Nascondiamolo nel deserto più remoto".
I Reggitori restarono a riflettere in profondo silenzio.
Poi conclusero: "Nascondiamolo nel cuore dell'uomo, così egli lo cercherà per tutta la terra, per tutto l'universo, nei luoghi più lontani e inaccessibili e non guarderà proprio nel posto più vicino e non si renderà conto di averlo portato sempre in se stesso se non quando sarà pronto per viverlo".

L'inverno ormai stava per finire. La neve cominciava a sciogliersi.
I carbonari tornarono alla fornace della radura e videro l'ingresso della grotta chiuso con sassi e rami. 
Si avvicinarono, scostarono qualche ramo e guardarono dentro la grotta. 
Seduto, in fondo, appoggiato alla parete, stava, come in posizione di profonda meditazione ... stava... un bambino!
I carbonari prima furono sorpresi, poi, sorridendo stupiti, si guardarono l'un l'altro con espressione interrogativa. Mai avevano visto qualcosa del genere: un bambino che sembrava meditasse... Poi una piccola luce si accese nei loro cuori a svelare un barlume del mistero della vita e, in preda ad una strana euforia, accesero un fuoco nel centro della radura e si misero a danzare in cerchio.

Gli animali del bosco si avvicinarono, prima guardinghi e curiosi, poi sempre più sicuri e fiduciosi e, nascosti tra gli alberi, osservarono la scena con i cuori che palpitavano in modo inconsueto e tutta la natura, tutto l'universo sembrava cantare e danzare e pulsare d'amore e di gioia.

[3] Vivaldi. Inverno. Terzo movimento: Allegro


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