lunedì 26 settembre 2011

Il Progresso nella vita dell'umanità

[Fonte]

COMMENTARIO DELLA BUONA VOLONTÀ MONDIALE
N° 27 IL PROGRESSO NELLA VITA DELL’UMANITÀ
IL PROGRESSO PASSATO
Uno sguardo all’indietro, sulle relativamente poche migliaia di anni di storia scritta, restituisce un'immagine doppia dell’intensità della lotta umana verso qualche forma di miglioramento o libertà, a cui si aggiunge l'inevitabile marcia verso la caduta e l'oblio.
Questo è meravigliosamente espresso nella poesia di ShelleyOzymandias”, con la sua raffigurazione della statua spaccata nel deserto - tutto quello che rimane di un fiero regnante e del suo risplendente impero.
Nel suo affascinante libro A Short History of Progress, Ronald Wright fa un’ampia disamina di molte delle civiltà e culture che sono nate, esistite e infine scomparse nell’oblio. Sebbene tutte le civiltà siano uniche, egli evidenzia schemi ricorrenti nel loro emergere e svilupparsi e nelle circostanze che portarono alla loro definitiva scomparsa. Una delle interessanti idee che esplora è quella della “trappola del progresso”.
Ogni civiltà inizia con una “dote di capitale” dall’ambiente. Fino a quando la civiltà vive dei suoi mezzi – in altre parole, sull’investimento prodotto dal capitale e non sul capitale in sé, essa può - ed è quello che avviene in qualche caso - continuare indefinitivamente, poiché vive in armonia con il mondo naturale. Ma non appena comincia a vivere al di là dei suoi mezzi e comincia a erodere il suo capitale, secondo uno schema comune, la sua fine è inevitabile.
Un esempio perfetto di questo è la civiltà sull’Isola di Pasqua nel Pacifico, dove le persone, in qualche punto tra il XV e il XVI secolo divennero vittime del proprio stesso successo. Una popolazione in espansione pose sotto sforzo crescente l’ambiente naturale dell’isola. Sempre più si tagliarono gli alberi originariamente copiosi, per trarne legno per le case, le canoe e soprattutto per il trasporto e l'erezione delle statue, o Moai, per le quali l’isola va famosa.
L’analisi delle stratificazioni annuali dei laghi nei crateri dell'isola mostra come non ci siano stati più depositi di polline degli alberi dopo l'inizio del XV secolo. In altre parole, a un certo momento di quel periodo gli isolani tagliarono l’ultimo albero. Quando le risorse cominciarono a scarseggiare, i vari clan sull’isola iniziarono a combattersi per quel che restava; e quando arrivarono gli esploratori europei alla metà del XVIII secolo la popolazione dalle originali 10.000 unità si era ridotta a 2.000.
Un altro esempio citato da Wright è l'Atene del VI secolo a.C. in cui, in contrasto con la mancata previdenza degli isolani di Pasqua, ci fu una consapevolezza di un simile problema futuro causato dall’insensato taglio delle foreste. Almeno due governanti – Solone prima e più tardi Pisistrato – provarono a risolvere i potenziali problemi: prima vietando le coltivazioni sui fianchi delle colline; e poi offrendo sovvenzioni per creare uliveti che avrebbero stabilizzato il suolo. Ronald Wright nota con ironia che “come con simili sforzi al giorno d’oggi i fondi e la volontà politica non furono all’altezza dell’obiettivo”.
Per chi guarda dal di fuori, questi esempi sembrano come uno schema di vita da cui l’umanità non può sfuggire.
Inevitabilmente ci spingono a chiederci se collettivamente siamo su un tracciato a precipizio che finirà in disastro per la nostra attuale umanità che sta dilapidando il proprio capitale ad allarmante velocità.
Ma per chi guarda dall’interno questi e molti altri esempi sono meglio visibili come esperimenti, nei quali i motivi che portarono al successo o furono la causa del fallimento sono riconosciuti e compresi, e le lezioni apprese contribuiscono gradualmente allo sviluppo di un carattere più responsabile e amorevole, sul livello individuale come su quello comunitario.
Forse sarebbe utile se ci focalizzassimo sul progresso umano come processo duplice.
1. C’è in primo luogo una componente materiale.
Questa ci è molto familiare, particolarmente in Occidente, dove il progresso materiale è stato una delle sue straordinarie realizzazioni. Infatti, a partire dal Rinascimento europeo, l’ingegno e la volontà di sapere dell'uomo hanno insieme precipitato tra le molte altre cose una impressionante espansione della scoperta, dell’invenzione e della realizzazione scientifiche e tecnologiche. Non lo si può mettere in dubbio. L’umanità ha un enorme debito con i servitori in questo campo, che hanno elevato l’aspettativa di vita umana e gli standard di vita, ed hanno enormemente sviluppato la conoscenza e le capacità scientifiche. Ai tempi nostri, per esempio, abbiamo la capacità di nutrire e occuparci in modo opportuno di ogni altra persona del mondo. Il fatto che non lo facciamo non è assolutamente un problema di risorse o capacità tecnica, in questo momento; è un problema di mancanza di visione e insufficiente volontà politica – entrambi qualità del cuore.
2. Questo ci porta a prendere in esame la seconda dimensione parallela del progresso umano, che abbraccia il lato spirituale della vita e copre il perfezionamento emotivo, lo sviluppo del pensiero inclusivo piuttosto che separativo, il risveglio etico e un crescente senso di responsabilità universale, tutte cose che possono essere descritte come espansione di coscienza. È questa seconda dimensione che è cruciale. Quale progresso possiamo identificare qui? Perché è evidente che se non progrediamo spiritualmente tanto quanto materialmente, ogni altro progresso è una lama a doppio taglio. Per tutti i suoi enormi benefici, il progresso materiale spesso ha significato, e continua a significare che siamo stati solo capaci di sviluppare più modi manipolativi per costruire imperi, per sfruttare distruttivamente l’ambiente e per inventare molto modi terribili per ucciderci tra di noi. Specialmente ai tempi nostri, il progresso materiale sta creando la nemesi dell’umanità nella forma della nostra crescente minaccia all’integrità dell’intera biosfera del pianeta. Nell’opinione di alcuni questo mette in questione il progresso futuro e anche la continuazione della razza umana.
terra fragile
Per approfondire:
- http://www.lucistrust.org/it/service_activities/world_goodwill/newsletter


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