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giovedì 2 febbraio 2012

Il perduto modo di pregare (di Gregg Braden)

 

I moderni ricercatori della preghiera identificano attualmente 4 modi di pregare usati oggi in Occidente. Esiste un modo ulteriore?
C’è anche un quinto modo di pregare che ci consente di partecipare all’esito degli eventi dentro i nostri corpi come pure del mondo attorno a noi?
Scoperte recenti in remoti siti di culto dove oggi rimangono queste tradizioni, combinate con una nuova ricerca entro alcune delle più sacre ed esoteriche tradizioni del nostro passato, mi condussero a ritenere che la risposta è Sì.
Molto del nostro condizionamento nelle tradizioni occidentali dell’ultimo millennio e mezzo ci ha invitato a "chiedere" che specifiche circostanze del nostro mondo cambino a seguito di un intervento divino; che le nostre preghiere vengano esaudite. Nel nostro richiedere benintenzionato, comunque, è possibile che noi senza saperlo diamo proprio potere alle condizioni che noi preghiamo cambino.
Per esempio, quando noi chiediamo: "Caro Dio, ti prego fai in modo che ci sia pace nel mondo", noi stiamo in effetti affermando che la pace al momento presente non esiste. Ora antiche tradizioni ci ricordano che le preghiere che chiedono sono una forma di preghiera, tra altre forme, che ci dà il potere di trovare pace nel nostro mondo attraverso la qualità del pensiero, del sentimento e dell’emozione che noi creiamo nel nostro corpo.
Una volta che noi consentiamo alle qualità della pace di entrare nella nostra mente e diamo energia alla nostra preghiera attraverso i sentimenti di pace che sono nel nostro corpo, il quinto modo di pregare asserisce che il risultato richiesto è già avvenuto.
La scienza dei quanti fa fare ora a questa idea un passo avanti, affermando che è precisamente a queste condizioni di sentimento che la Creazione risponde coll’armonizzare il sentimento (preghiera) del nostro mondo interiore con condizioni similari nel nostro mondo esteriore. Sebbene il risultato della nostra preghiera possa non essere apparente nel nostro mondo esteriore, noi veniamo invitati a riconoscere la nostra comunione con la Creazione e a vivere come se la nostra preghiera fosse già stata corrisposta.
Con parole di un altro tempo gli antichi ci invitarono ad abbracciare la nostra preghiera perduta come una coscienza che noi diventiamo, piuttosto che una forma prescritta di azione che noi compiamo all’occorrenza. Con parole che sono tanto semplici quanto eleganti ci viene ricordato di essere "circondati" dalla risposta alle nostre preghiere e "avviluppati" dalle condizioni che noi scegliamo di sperimentare.
Nell’idioma moderno questa descrizione ci suggerisce che, per effettuare un cambiamento nel nostro mondo, noi veniamo invitati ad avere prima le sensazioni del cambiamento già avvenuto. Dato che la scienza moderna continua a convalidare una relazione tra i nostri pensieri, sentimenti e sogni e il mondo che ci circonda, diventa più probabile che un ponte dimenticato colleghi le nostre preghiere con il mondo della nostra esperienza. La bellezza di questa tecnologia interiore è il fatto che essa è basata su qualità umane che noi già possediamo.
Dai profeti che ci videro nei loro sogni ci viene ricordato che, nell’onorare tutta la vita, noi realizziamo niente di meno che la sopravvivenza della nostra specie e il futuro della sola casa che conosciamo. 

Comparazione dei modi di pregare tramite l’esempio della pace globale

Preghiera basata sulla logica: richiesta di intervento.
1 - Ci focalizziamo sulle condizione presenti dove riteniamo che la pace non esiste.
2 - Noi possiamo sentirci privi di aiuto, di potere o adirati per gli eventi e condizioni che stiamo osservando.
3 - Noi impieghiamo la nostra preghiera/richiesta per invitare un intervento divino di un Potere più elevato ad apportare la pace in relazione a individui, condizioni e luoghi dove riteniamo  essa sia assente.
4 - Tramite la nostra richiesta noi possiamo senza saperlo confermare proprio le condizioni che noi desideriamo di meno. Quando diciamo per es.: “Per favore fai che là ci sia pace”, noi stiamo dichiarando che la pace non è presente in una particolare situazione. Facendo ciò noi possiamo effettivamente dare energia proprio alla condizione che abbiamo scelto di cambiare.
5 - Noi continuiamo a richiedere l’intervento finché vediamo che il cambiamento davvero avviene nel nostro mondo.

La nostra preghiera è già esaudita se:
1 - Noi vediamo tutti gli eventi, quelli di pace e quelli che riteniamo di assenza di pace, come possibilità senza giudizio di giusto, sbagliato, cattivo o buono osservando.
2 - Ci liberiamo del nostro giudizio della situazione benedicendo quelle condizioni che ci hanno causato dolore. La benedizione non perdona l’evento o condizione, o acconsente a esso. Piuttosto riconosce che l’evento è parte dell’unica Fonte di tutto ciò che è (Ved. il libro “Walking between the Worlds: The science of Compassion” per i dettagli) [1].
3 -  Sentendo i sentimenti della nostra preghiera già corrisposti, noi dimostriamo l’antico principio quantico che asserisce che le condizioni di pace dentro i nostri corpi sono rispecchiate nel mondo al di là dei nostri corpi.

La nostra preghiera ora consiste nel:
a) riconoscere che la pace già è presente nel nostro mondo vivendo consapevoli che questi cambiamenti già si sono avuti;
b) dare potere alla nostra preghiera col ringraziare per l’opportunità di scegliere la pace al posto della sofferenza.

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Link:
- [1] il-dono-della-benedizione-gregg-braden
- http://www.lorecalle.it/?p=910 La compassione
- braden/camminare_tra_i_mondi.
- http://www.fiumesilente.com/forums/pensiero-del-giorno-di-viramo/compassione  

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(Riceviamo da Tomoe e volentieri pubblichiamo)

 


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