L’altro giorno, mettendo
apposto un cassetto della mia scrivania, ho trovato un vecchio libretto di
canzoni.
La pagina si è aperta su questa canzone… Chi di voi non la conosce?
La pagina si è aperta su questa canzone… Chi di voi non la conosce?
…Ci son due coccodrilli
ed un orangotango
due piccoli serpenti, un'aquila reale
il gatto, il topo, l'elefante
non manca più nessuno:
solo non si vedono i due liocorni…
ed un orangotango
due piccoli serpenti, un'aquila reale
il gatto, il topo, l'elefante
non manca più nessuno:
solo non si vedono i due liocorni…
Questa è il ritornello
famosissimo di una canzone per bambini, riferita al mito di Noè.
Noè raccoglie
sull’Arca tutti gli animali, prima che inizi la tempesta e l’inondazione d’
acqua che spazzerà via tutto e attende i due liocorni invano, perché essi non
si presenteranno all’appuntamento..
Così Noè, che non può più
aspettare perché riconosce i terribili nuvoloni carichi di pioggia sopra alla
sua testa, che indicano l’inizio a breve della tempesta d’acqua , chiude le
porte dell’Arca…
Ed è per questo che nessuno
vedrà mai più la specie animale dei leocorni…
Mi fa sorridere l’associazione
di idee che ora mi viene in mente: il comportamento dei leocorni che restano fuori dall' Arca, come splendida metafora di quel che accade quando
non si arriva in orario agli appuntamenti: o ci si complica di molto la
giornata, facendo le corse in modo trafelato o le persone non ci aspettano e
talvolta così facendo si perde anche qualche amicizia…o la propria serietà in qualche
relazione professionale.
Quanto è importante la
puntualità!
Beh, vi dicevo...
Questa graziosa canzoncina l’avevo sentito per la prima volta cantata da un bambino e la sua mamma in un film degli anni ‘90, splendidamente orchestrato nei particolari e apprezzato dalla critica internazionale, vincitore di molti premi internazionali ma che in
Italia uscì all’epoca solo nelle sale di 7 città nel 1994 ed è ai più sconosciuto…
Questo film è per me oggi anche
un omaggio a Lucio Dalla, scomparso da poco, che ne ha scritto la colonna
sonora, il cui testo completa il profilo del protagonista, con lo
splendido “Latin Lover”, tratto
dall’Album Henna, il ventunesimo del cantautore, uscito nel 1993.
Apre le braccia come le ali…
Mi guarda.
Io e te siamo uguali…
Fratello dobbiamo volare nei cieli più limpidi .
Bisogna imparare a sognare
Fratello dobbiamo volare nei cieli più limpidi .
Bisogna imparare a sognare
per essere liberi !
…Così non serve nemmeno volare per essere liberi…
La libertà di cui si parla è la libertà dal rancore... e dal dolore del passato.
Gabriele,
un italiano che lavora come esperto presso un’importante casa d’aste
parigina, vive da solo in un elegante appartamento della capitale francese.
Ha una storia d’amore con una collega ma il suo coinvolgimento non è completo.
Ha una storia d’amore con una collega ma il suo coinvolgimento non è completo.
Un
giorno Gabriele vede in un catalogo di un’asta che sta per tenersi in Italia, sul lago di Como, a Varenna, un oggetto che attira la sua attenzione: si tratta di un antico
vaso romano che gli ricorda il suo passato.
Gabriele
parte per Varenna e mette in movimento il meccanismo che potrebbe
portare alla rovina i suoi due fratellastri che, tra l’altro, hanno promosso l’asta
perché si trovano in ristrettezze economiche, hanno fatto fallire l'azienda di famiglia ed hanno la casa ipotecata.
La vendetta si serve fredda.
Il protagonista escogita un piano brillante, di sicuro successo ma all'ultimo momento rinuncerà.
Il rancore del passato, che lo ha avvelenato rendendogli la vita impossibile ( “Io vivo da anni chiuso in una scatola e voi invece siete qui, con le vostre famiglie ad andare avanti con le vostre vite… A godervi la vita sul lago, il mercato, la vita di provincia…”) lascia il posto al perdono e al riconoscimento del valore dei buoni sentimenti.
“È
una storia che parla di rapporti d’amore tra uomini e donne, a volte felici ma
più spesso complicati, fatti anche di passioni, tradimenti, incapacità di prendere
delle decisioni definitive.
È
una storia che parla di rapporti tra genitori e figli, delle difficoltà di
instaurare da parte dei primi un rapporto educativo veramente di crescita.
È una storia che parla dell’amore tra i fratelli, ma anche dei conflitti, delle gelosie, dell’odio che si può scatenare tra di loro.
È una storia che parla dell’amore tra i fratelli, ma anche dei conflitti, delle gelosie, dell’odio che si può scatenare tra di loro.
È
una storia che parla di ingiustizie subite, di come queste si possano radicare
nei nostri pensieri e tornare a galla dopo anni sotto forma di desiderio di
vendetta.
È
una storia che parla del tempo che passa e che trasforma ogni cosa.
È
una storia che parla della possibilità per ognuno di noi di prendere coscienza
della realtà oltre noi stessi e, forse, della possibilità di cambiare”.
Così
la dichiarazione di Giacomo Campiotti, regista del film.
Campiotti afferma
inoltre di avere utilizzato come fonte di ispirazione per il suo soggetto il
lungo racconto di “Giuseppe venduto dai fratelli” che si trova, senza
sostanziali differenze, sia nella Bibbia che nel Corano.
“A
questo racconto gli autori” aggiunge il regista” si sono accostati con grande
umiltà ma anche con totale libertà, tanto che è estremamente difficile
riconoscere nella storia di "Come due coccodrilli" l’illustre origine.
La
storia di Giuseppe è stata solamente uno stimolo per la ricchezza e la qualità
con cui tratta la molteplicità dei sentimenti e delle pulsioni presenti nell'uomo e per l’originalità delle situazioni descritte.”
Il
senso del film sembra riecheggiare in una frase pronunciata dalla madre e udita
dal piccolo Gabriele: ”Non si può costruire la propria felicità sull'infelicità altrui”.
Da
un lato c’è quello a un passato rimosso che risale a livello cosciente e dall'altro quello a un presente in cui il futuro (proprio e altrui) dipende dalle
scelte che si andranno a operare.
E la canzone di Lucio Dalla (nei titoli di coda) ne completa il senso.
E la canzone di Lucio Dalla (nei titoli di coda) ne completa il senso.
Questa
premessa può essere utile per inquadrare la storia di un film che ha
ottenuto riconoscimenti in molti paesi esteri.
La pellicola, uscita in sordina
nelle sale italiane, diventa presto un caso di critica e pubblico, vince numerosi
premi in giro per il mondo e ottiene la nomination come miglior film straniero
ai Golden Globes del 1996 (compreso un premio dei giovani
al Festival Internazionale di Locarno 1994 e la vittoria a un’importante
rassegna di film tenutasi nel novembre dello stesso anno a New York),
una decina di premi, anche internazionali e 1 Nastro
d'argento per il soggetto.
Ma in Italia la distribuzione del film è stata molto scarna.
Giacomo Campiotti nasce a Varese nel 1957, ed è laureato in
pedagogia all'Università di Bologna.
Ha lavorato per diversi anni nel teatro di piazza, realizzando spettacoli in giro per l´Italia e all'estero.
È stato assistente ed aiuto regista di Mario Monicelli ne Il marchese del Grillo, Speriamo che sia femmina e I Picari.
Frequenta il gruppo "Ipotesi Cinema" ideato da Ermanno Olmi a Bassano del Grappa e realizza per RaiUno i suoi primi apprezzati cortometraggi: Tre donne del 1983, La bomba del 1985 e Ritorno al cinema del 1986. Il suo esordio nel lungometraggio risale al 1989 con il film Corsa di primavera, che racconta la vita di provincia vista attraverso gli occhi dei bambini.
Il film viene presentato con successo alla Settimana della Critica alla Mostra del cinema di Venezia dove sarà selezionato a numerosi festival internazionali. Inoltre vince il Festival di Giffoni come miglior film.
Ha lavorato per diversi anni nel teatro di piazza, realizzando spettacoli in giro per l´Italia e all'estero.
È stato assistente ed aiuto regista di Mario Monicelli ne Il marchese del Grillo, Speriamo che sia femmina e I Picari.
Frequenta il gruppo "Ipotesi Cinema" ideato da Ermanno Olmi a Bassano del Grappa e realizza per RaiUno i suoi primi apprezzati cortometraggi: Tre donne del 1983, La bomba del 1985 e Ritorno al cinema del 1986. Il suo esordio nel lungometraggio risale al 1989 con il film Corsa di primavera, che racconta la vita di provincia vista attraverso gli occhi dei bambini.
Il film viene presentato con successo alla Settimana della Critica alla Mostra del cinema di Venezia dove sarà selezionato a numerosi festival internazionali. Inoltre vince il Festival di Giffoni come miglior film.
Questo film mi serve per introdurre un tema a me caro:
L’arte
del PERDONARE
Trattarò brevemente questa tema interessante dello sviluppo
personale:
accettare
il passato è un modo per lasciare andare il passato.
Benedire
le situazioni che ci hanno arrecato sofferenza, benedire le persone che ci
hanno fatto del male è liberarsi dal rancore.
E’
un atto di rottura delle catene che ancora ci ancorano al passato e non ci fanno decollare verso la gioia del presente (l' unico tempo possibile ).
Il perdono non rimedia un torto subito ma serve a lasciare nuovamente fluire l’energia per convogliarla su dimensioni più costruttive dell’ Essere.
Per noi, per la nostra vita!
Il perdono non rimedia un torto subito ma serve a lasciare nuovamente fluire l’energia per convogliarla su dimensioni più costruttive dell’ Essere.
Per noi, per la nostra vita!
Lo
troverete incredibile ma accade proprio così: ci si sente più leggeri. Si recupera vitalità.
E’
un modo per chiudere la porta sul passato e ripartire nuovamente.
Perdonare combatte la cristallizzazione stagnante del dolore, che ad un certo punto diviene fine a se stesso.
Perdonare combatte la cristallizzazione stagnante del dolore, che ad un certo punto diviene fine a se stesso.
Si perdona, perchè si decide di scegliere il presente, senza più vincoli che ci trattengono al passato.
Il
passato ci offre delle lezioni di vita, a volte dolorose ma sempre utili!
Qualcuno
riconosce di averci fatto del male, qualcuno no. Non possiamo imporre agli altri il nostro punto di vista.
Noi
non possiamo obbligare nessuno a chiederci scusa ma possiamo perdonare in cuor
nostro senza
giustificare il torto subito.
E’ solamente un gesto interiore di liberazione, che facciamo dentro di noi.Per noi stessi! Non occorre parlarne.
Da un punto di vista cognitivo è anche riconoscere con compassione la comune fragilità umana. L’imperfezione che tutti accomuna.
E’ solamente un gesto interiore di liberazione, che facciamo dentro di noi.Per noi stessi! Non occorre parlarne.
Da un punto di vista cognitivo è anche riconoscere con compassione la comune fragilità umana. L’imperfezione che tutti accomuna.
E
poi, dopo aver perdonato, quel dolore lo si lascia andare senza trattenerlo…
Risulta più facile ora trasformarlo in un nuovo vigore per ricominciare metaforicamente a camminare nella nostra vita...
Risulta più facile ora trasformarlo in un nuovo vigore per ricominciare metaforicamente a camminare nella nostra vita...
Il
passato è polvere.
Focalizzarsi
su un evento o su una persona che ci ha creato sofferenza, è dargli ancora
potere nel presente di farci ancora STARE male. E così si rimane con l’attenzione al passato.
Vittima
è colui che si radica nel dolore di un evento passato e lo fa crescere nel
presente, attraverso la ruminazione.
Vittima
è colui che continua a richiamare ciò che è passato e si auto-flagella nel
ricordo.
Il
punto non è ciò che ti accade ma come tu elabori ciò che ti accade.
Come
“vedi” e “interpreti” l’esperienza.
Se
sei ingrado di distaccartene anche solo un po’, di "guardare la cosa dall'alto", potrai coglierne anche altre sfumature e il dono che vi è nascosto, l'insegnamento... per proseguire il cammino più consapevole!
“Malattia
è la rinuncia al piacere erotico della vita, essendo la rinuncia una forma di
inibizione. Sovrano è il soggetto della potenza” affema Guido
Savio - psicoanalista - cioè colui che può essere e trasformare la sua vita
secondo il suo esserci attraverso azioni e
soluzioni.
In
questa ottica, non importa più perché una cosa è accaduta ma come risolverla.
Non
importa più se la persona si scusa ma semmai ha importanza come alleggerire noi
stessi, per riprenderci la nostra vita! :)
Le
difficoltà e le ferite dell’ esistenza divengono allora una possibilità di
crescita.
http://www.psicoanalisi-pratica.com/
http://www.youtube.com/watch?v=C474UImh59o
Con affetto,
Tomoe.
Nessun commento:
Posta un commento
...per arricchire e migliorare il post.
Vi prego di scrivere un Nick-name o una sigla, nella casella "Commenta come - Seleziona Profilo / Nome/URL", per facilitare la Comunicazione.
I Commenti generali sul blog lasciateli, prego, nella Scheda Contatti.
Grazie.