martedì 4 dicembre 2012

Risonanza morfica o campi morfogenetici





Risonanza morfica:

Probabilmente molti di voi non avranno mai sentito parlare di risonanza morfica.
Vi siete mai chiesti come facciano gli uccelli di uno stormo o i pesci di un banco a cambiare direzione simultaneamente senza scontrarsi tra loro?
Oppure come sia possibile che le termiti riescano, lavorando contemporaneamente su diversi fronti, a costruire dimore con un'architettura interna complicatissima?
Se i nostri tratti somatici e le caratteristiche della nostra specie dipendono esclusivamente dal dna che trasmette le informazioni generazione dopo generazione, cosa determina la forma dei minerali, come i cristalli, che non possiedono un dna ma si formano in natura sempre simili a qualunque latitudine?
La risposta a questa domanda va ricercata nella risonanza morfica.

Il biologo inglese Rupert Sheldrake ha sempre sostenuto che non tutto può essere spiegato con la teoria meccanicistica che la scienza usa di solito; può essere utile usare la fisica o la biologia per descrivere gli impulsi nervosi o il funzionamento del nostro cuore ma la vita e la natura sono regolate anche da principi invisibili che vanno ben oltre il mondo materiale che può darci invece soltanto una visione parziale del tutto. La risonanza morfica ne è la prova.
Fu partendo da questo presupposto che R.Sheldrake propose per la prima volta nel 1981 la "teoria dei campi morfici" secondo la quale sia la struttura che i comportamenti tipici di ogni organismo esistente in natura sono formati ed in qualche modo guidati da dei campi organizzativi, i campi morfici appunto, che ordinano tutte le cose nello spazio e nel tempo. Questo spiegherebbe come fanno i cristalli a formarsi del tutto simili in luoghi anche distanti tra loro, ma anche come ogni pesce si muove all'interno del banco al quale appartiene. I campi morfici lavorano anche nel tempo perché sembrano avere memoria; molte specie di animali nascono avendo già in se delle nozioni che la loro specie ha acquisito soltanto nella generazione precedente, quando una mutazione genetica del dna è improbabile per una chiara mancanza di tempo.
La memoria dei campi morfici è detta "risonanza morfica" e con essa ogni essere si sintonizza sulla memoria collettiva, la risonanza morfica della propria specie, contribuendo però allo sviluppo della stessa con la propria esperienza.
Trovo affascinante pensare che ci siano dei campi invisibili che danno origine alla risonanza morfica e che ci uniscono a chi ci ha preceduto e che, allo stesso tempo, permettano a chi viene dopo di noi di usufruire delle nostre esperienze e conoscenze; questo darebbe un forte senso di continuità ed unione alle nostre vite.

Fonte: http://www.mr-loto.it/
(Grazie Mr. Loto!)

Immagine: http://4.bp.blogspot.com/

Se volete approfondire:
https://sites.google.com/site/gruppomizar/scienza-e-coscienza/i-campi-morfici-e-morfogenetici

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