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venerdì 4 gennaio 2013

L’inconscio in azione

Scrive Groddeck:

FREUD tile JUNG 300x282 L’inconscio in azione
Non è sorprendente che non ci ricordiamo più niente dei nostri primi tre anni di vita?… Non ho ancora incontrato nessuno che si ricordi i suoi primi passi, il modo in cui ha imparato a parlare, a mangiare, a vedere, a capire. Eppure sono degli eventi importanti. [...] Perché dimentichiamo tutto questo? In realtà noi non scordiamo per nulla quei primi tre anni; il loro ricordo non fa che lasciare il nostro conscio per continuare a vivere nell’inconscio dove resta tanto tenacemente che tutto quello che facciamo deriva da questo tesoro di reminiscenze inconsce: camminiamo come abbiamo imparato a fare a quell’epoca, mangiamo, parliamo, proviamo le stesse sensazioni di allora. Esistono dunque dei ricordi che sono scacciati dal conscio, pur essendo di vitale importanza e che, proprio perché indispensabili, sono conservati nelle regioni del nostro essere che abbiamo battezzato col nome d’inconscio.

Che cosa s’intende dunque per “inconscio”?

Per Freud è quell’insieme di processi che non pervengono alla coscienza e perciò sono impossibili da controllare.
In seguito Jung introdusse il concetto di “inconscio collettivo”, il serbatoio del patrimonio dell’umanità, degli archetipi.
Wilfred Bion, psicanalista britannico, affermava che «i fenomeni che hanno origine dall’inconscio, dipendono da come si sono sedimentate le tracce di esperienze precoci che risalgono fino alla primissima infanzia e dal ruolo che in tali circostanze ha svolto la madre (o il sostituto eventuale)».
Per il maestro zen vietnamita Thich Nhat Hanh, l’inconscio farebbe parte della “coscienza profonda” dell’essere umano, la cui funzione è quella di conservare i “semi” positivi e negativi seminati da noi stessi, dai nostri genitori, dall’educazione ricevuta, dai nostri antenati e dalla società.
Per il medico e psicanalista tedesco Georg Groddeck, il corpo intero parla attraverso tutti i suoi organi, tutte le sue funzioni e le malattie segnalano delle ferite! Esse sono un autentico relais verso le profondità del nostro essere.
Tutti questi signori e molti altri ancora non sono degli illustri sconosciuti: hanno speso la loro vita a indagare nelle profondità dell’essere umano e, se sono arrivati all’incirca alle stesse conclusioni, bisognerebbe forse accordar loro un qualche credito e non ignorarne le intuizioni e le implicazioni che ne derivano.
Anche se non si tratta di un’entità misurabile oggettivamente, l’inconscio non solo esiste, ma sembra avere una sua funzione ben precisa.
Finché il microscopio non fu inventato, i microbi non erano visibili ma non per questo non esistevano e non agivano su di noi!

Tratto da “La Medicina del Futuro” di Giorgio Mambretti, Uno Editori, clicca qui

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Nota di Resalvato:
Roberto Assagioli,
con la sua Psicosintesi ha introdotto i concetti di inconscio inferiore, inconscio medio e inconscio superiore...

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