Un re ereditò un diamante dai suoi avi, un diamante grande e molto prezioso; lo mise in una cripta per far si che tutti potessero vederlo e vi mise degli uomini di guardia.
Un giorno, una delle guardie si accorse che il diamante aveva una crepa e corse a dirlo al re. Il re convocò tutti i gioiellieri del regno per chiedere consiglio, ma gli dissero che quella crepa era troppo profonda e che se avessero cercato di toglierla, il diamante avrebbe perso dimensione e quindi valore.
Un solo gioielliere gli disse: "Forse posso riparare questa crepa." Il re decise di affidargli il diamante.
Quando il gioielliere terminò il lavoro, tutti vollero vedere il diamante; aveva inciso una rosa sul diamante, così la crepa era diventata una parte della rosa che aggiungeva valore al già prezioso diamante."
Questa storia nasce per simboleggiare la capacità di Dio di lavorare sui nostri difetti trasformandoli in qualcosa di bello, il che è senz'altro vero; spesso le azioni migliori nascono proprio dalle persone che ci sembrano più "imperfette".
Io, però, ci vedo anche un'altra interpretazione.
Quella crepa nel diamante può simboleggiare anche il dolore che a volte la vita ci infligge; non dovremmo cercare di cancellarlo, né di lasciare che questo ci "imbruttisca" ma, piuttosto, dovremmo lavorarci sopra affinché il nostro dolore possa renderci ancora più preziosi.
Non sempre ce ne rendiamo conto ma il più delle volte è proprio quello che non ci piace a darci la possibilità di diventare persone migliori. Dovremmo imparare a valutare meglio il valore dei nostri difetti, dei nostri limiti e, certamente, anche delle nostre sofferenze, proprio come la crepa nel diamante.
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