giovedì 29 settembre 2016

L'Ego dice ...

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L’Ego dice : ”Quando ogni cosa andrà a posto, troverò Pace“.
Lo Spirito dice : ”Trova la Pace e ogni cosa andrà a posto”
(Proverbio Zen)

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Fonte: L'Ego dice...


mercoledì 21 settembre 2016

Alla faccia di Mammona, sia pure soltanto un giorno all'anno!

Alla faccia di Mammona, sia pure soltanto un giorno all'anno! http://www.huffingtonpost.it/grazia-francescato-/alla-faccia-di-mammona-sia-pure-soltanto-un-giorno-allanno_b_12097264.html?utm_hp_ref=italy&ir=Italy

lunedì 19 settembre 2016

Giornata internazionale della Pace 2016 -

Meditazione


Il prossimo 21 Settembre si svolgerà la giornata internazionale della Pace 2016, che anche quest’anno sarà celebrata con un serie di eventi e di attività sul tema della Pace, che sta coinvolgendo un gran numero di gruppi in tutto il mondo: visitate a titolo esemplificativo i siti Peace Day, Be the Peace, Unify e Global Feasts for Peace.
Come ormai sapete, ogni anno le Nazioni Unite rivolgono un appello agli individui e ai gruppi di buona volontà per celebrare questa importante giornata a livello internazionale attraverso attività dedicate alla creazione di una cultura della pace.
Anche quest’anno l’organizzazione Intuition in Service (Intuizione in Servizio) coordina una veglia internazionale di meditazione e di preghiera di 24 ore, con l’obiettivo d’unire le persone di buona volontà di tutto il mondo e contribuire a generare un’atmosfera mentale e di cuore che conduca a una cultura di pace e di buona volontà.
La modalità di partecipazione proposta prevede la scelta di un tempo specifico per la meditazione (per un minimo di 15 minuti), durante il quale sarà utilizzata la Grande Invocazione (o un’altra preghiera riconosciuta in tutto il mondo) all’inizio e alla fine, con la possibilità ovviamente di registrarsi e sintonizzarsi più volte durante le 24 ore di veglia.
Come Comunità di Etica Vivente abbiamo confermato la nostra partecipazione nell’orario dalle 7.30 alle 8.00 del 21 Settembre.
Sete invitate/i a registrarvi anche individualmente, collegandovi al seguente indirizzo web
dove potete reperire ulteriori informazioni e precisazioni in varie lingue, incluso l’italiano.
In ogni parte del globo vi sarà un ritmo pulsante d’energia invocativa proveniente dai meditatori, un appello ritmico alla divinità per la luce, l’amore e la volontà spirituale necessarie per permettere all’umanità di creare una cultura di pace.

FONTE: 
http://www.comunitadieticavivente.org/?p=8803


Il Gatto del Dalai Lama | Meditare.info

Testi e immagini per la meditazione - yoga - meditation - mindfulness - zen - buddhismo






Leggi l’inizio del libro di David Michie “Il gatto del Dalai Lama”
La prima volta che mi è venuta in testa l’idea di questo libro era un’assolata mattina himalayana. Me ne stavo sdraiata al mio solito posto sul davanzale della finestra del primo piano – un punto di osservazione perfetto, che mi garantiva il massimo del controllo con il minimo dello sforzo – intanto che Sua Santità dava udienza privata a un discepolo.


Sono troppo discreta per farvi il nome della persona in questione, perciò mi limiterò a dire che è una famosissima attrice hollywoodiana. Sapete, quella bionda naturale che si dà un gran daffare con le opere di beneficenza a sostegno dell’infanzia ed è nota a molti per la sua passione per gli asini? Si, proprio lei!
E’ stato mentre si voltava per abbandonare la stanza, con un ultimo sguardo alla finestra e alla splendida vista delle montagne con le loro cime innevate, che si è accorta di me per la prima volta.
«Oh, che tenero!» Si è avvicinata per farmi una carezza sul collo, che ho accolto con un ampio sbadiglio, stiracchiando le zampe anteriori in segno di riconoscenza. «Non sapevo che avesse un gatto!», ha esclamato.
Mi stupisco sempre di quante persone facciano la stessa osservazione, anche se non tutti dimostrano la propria sorpresa sfacciatamente come gli americani. Perché mai Sua Santità non dovrebbe avere un gatto? Sempre che l’espressione avere un gatto sia adatta a descrivere la nostra relazione.
Oltretutto, chiunque sia dotato di una buona capacità di osservazione saprebbe riconoscere la presenza felina nella vita di Sua Santità, se non altro per i peli vaganti e qualche baffo occasionale che è mia cura lasciare sulla sua persona. Se aveste il privilegio di avvicinarvi così tanto al Dalai Lama da riuscire a osservare con attenzione i suoi abiti, quasi sicuramente scoprireste qualche bel ciuffetto di peli bianchi, a conferma del fatto che, ben lungi dal vivere da solo, egli condivide il suo spazio privato con una gatta dal lignaggio impeccabile, anche se non documentato.
È stato proprio per via di questa scoperta che il corgi della regina Elisabetta ha reagito in modo tanto intemperante, durante la visita di Sua Santità a Buckingham Palace. Evento che, stranamente, è passato inosservato ai media di tutto il mondo.
Ma sto divagando.
Dopo avermi accarezzata sul collo, l’attrice americana ha chiesto: «Ha un nome?»
«Oh, sì, ne ha molti» ha riposto Sua Santità con un sorriso enigmatico.
E’ vero. Come accade a molti gatti domestici, mi sono guadagnata diversi nomi, alcuni più usati, altri meno. Ce n’è uno in particolare che non mi va per niente a genio. Conosciuto dai membri dello staff di Sua Santità come il mio nome di ordinazione, è un nome che il Dalai Lama non ha mai usato, almeno non nella sua versione completa. Ed è un nome che non ho intenzione di rivelare finché campo. O, insomma, non in questo libro. Be’, sicuramente non in questo capitolo.
«Se solo potesse parlare!» ha continuato l’attrice. «Di certo ha una grande saggezza da condividere».
E’ così è stato piantato il seme.
Nei mesi successivi ho guardato Sua Santità lavorare a un nuovo libro: le ore trascorse a sincerarsi dell’interpretazione corretta dei testi; il tempo e la cura spesi per accertarsi che ogni parola scritta fosse il più possibile carica di significato e di utilità. E sempre più ho cominciato a pensare che fosse arrivato anche per me il momento di scrivere un libro tutto mio, che contenesse tutta la saggezza che ho avuto modo di apprendere sedendo non semplicemente ai piedi, ma ancora più vicino, in grembo al Dalai Lama. Un libro che raccontasse la mia storia. La storia di come sono passata dalle stalle alle stelle, o meglio, dal cassonetto al tempio. Di come sono stata salvata da un destino troppo orribile anche solo da immaginare, per diventare la compagna di vita di un uomo che non è semplicemente uno dei maggiori leader spirituali del mondo nonché premio Nobel per la Pace, ma anche un mago nell’aprire le scatolette.
A pomeriggio inoltrato, quando mi accorgo che ormai sono troppe le ore che Sua Santità ha trascorso alla scrivania, spesso salto giù dal davanzale, trotterello fino al posto in cui sta lavorando e struscio il mio corpo impellicciato contro le sue gambe. E se questo non basta ad attirare la sua attenzione, affondo i denti, educatamente ma con precisione, nella tenera carne delle sue caviglie. Funziona sempre. Il Dalai Lama allontana con un sospiro la sedia, mi solleva tra le sue braccia e si avvia alla finestra. E quando guarda nei miei grandi occhi blu posso leggere nei suoi un amore così immenso che non riesco a smettere di sentirmi piena di gioia.
A volte mi chiama “la mia piccola bodhigatta”, un gioco di parole con il termine sanscrito bodhisattva, che i buddhisti riferiscono agli esseri illuminati.
Insieme guardiamo fuori lo splendido paesaggio che si snoda lungo la valle del Kangra.
Una brezza leggera trasporta attraverso la finestra aperta il profumo dei pini, delle querce himalayane e dei rododendri, e dona all’aria un’aura di purezza, quasi di magia. Nel caldo abbraccio del Dalai Lama tutte le distinzioni scompaiono: tra osservatore e oggetto dell’osservazione, tra gatta e lama, tra l’immobilità del crepuscolo e le mie fusa profonde.
E sono questi i momenti nei quali mi sento profondamente grata di essere la gatta del Dalai Lama.


venerdì 16 settembre 2016

Padre Puglisi e la nuova Chiesa di Francesco

Padre Puglisi e la nuova Chiesa di Francesco

http://www.articolo21.org/2016/09/padre-puglisi-e-la-nuova-chiesa-di-francesco/

domenica 11 settembre 2016

Così Tiziano Terzani smontò le accuse contro Madre Teresa


Madre Teresa di Calcutta raccontata da Tiziano Terzani.
Lo scrittore e giornalista la descrive sul Corriere della Sera (1996), evidenziandone le doti umane straordinarie e smentendo alcune dicerie negative sul...
http://www.informarexresistere.fr/2016/09/09/cosi-tiziano-terzani-smonto-le-accuse-contro-madre-teresa/

La bellezza che potrebbe salvare il mondo

La bellezza che potrebbe salvare il mondo:

Credo che noi, oggi, sottovalutiamo la bellezza. La bellezza dei posti dove viviamo o dove capitiamo per caso. Quella meraviglia che sono i luoghi belli, le campagne verdeggianti, il mare che luccica, i centri delle nostre città con le loro case semplici ed eleganti, le piazze, le fontane, i palazzi, le chiese.

La nostra Costituzione – scritta da gente che ne sapeva più di noi, è evidente – è una delle poche che tutela il paesaggio. I più pensano che sia, chissà, per una questione storica, o culturale, o magari perché avevano considerato che il turismo avrebbe dato pane al nostro paese. Io credo che invece sia perché i Padri Costituenti avevano capito qualcosa dell’anima che a noi sfugge. L’anima, per funzionare bene, ha bisogno della bellezza.

I Greci lo sapevano, come al solito. Per loro la bellezza e la bontà erano una cosa sola. Noi, che veniamo dalla cultura cristiana e cattolica, quando ce lo spiegano al liceo storciamo la bocca con aria di sufficienza, perché nella nostra testa la bellezza è qualcosa di effimero da disprezzare, di superficiale, non la sostanza delle cose, ma l’apparenza che va tralasciata per beni più sostanziali ed importanti.

E invece no, la bellezza non è estetica, non è apparenza, non è superficiale. È qualcosa che scende nel profondo e tocca l’anima, dona pace, riflette l’ordine innato del cosmo, apre le porte alle riflessioni più profonde, svela le leggi dell’armonia.

Chi è circondato dalla bellezza vive meglio, ragiona meglio, capisce di più. Guardate i nostri brutti condomini, le anonime villette a schiera, le squallide strade in cui passiamo i nostri giorni grigi. Guardate le valanghe di ninnoli orrendi con cui arrediamo le stanze delle nostre case, i mobili senza personalità. Ci circondiamo di oggetti sciatti, le nostre città sono fatte di edifici magari comodi ed utili, ma spesso brutti, o, peggio che brutti, senza forma e senza gusto. E non parlo di quella bruttura particolare dei quartieri popolari, dove infilate di casermoni spogli e sgarrupati hanno almeno una loro poesia proletaria: parlo del nulla estetico di certi paesi cresciuti con il boom economico, dove il benessere non ha saputo partorire nulla di esteticamente valido e spesso nemmeno di lontanamente accettabile, solo scatole di cemento che si appoggiano ad altre scatole, ingombrano e non definiscono.

Progettare una cosa brutta, in fondo, non costa di più che costruirne una bella. Ma abbiamo spesso perso il senso delle cose belle, degli edifici integrati con quello che sta attorno, per costruire cose che riflettono solo gli ego dei progettisti o le bizzarre richieste dei committenti, e risultano fuori luogo con il resto e fuori sincrono con noi. Ed è per questo che poi dobbiamo fare viaggi infiniti per cercare di raggiungere posti dove la bellezza c’è ancora, perché quella sotto casa ce la siamo giocata, e non sappiamo nemmeno perché.

Andiamo in vacanza in posti belli perché il nostro cervello, per funzionare bene, ha bisogno di avere attorno la bellezza. Quando la vede si ricarica, si appaga, ricomincia a ragionare, crea. Lo tenessimo presente, la smetteremmo di costruire posti brutti in cui imprigionarlo tutto il tempo, facendolo stressare e lavorare così così.

La bellezza, si dice, salverà il mondo. È vero. O meglio, potrebbe salvarlo. Se glielo lasciassimo fare.

sabato 10 settembre 2016

giovedì 8 settembre 2016

mercoledì 7 settembre 2016

Prima che il sole tramonti… (Omraam Mikhaël Aïvanhov)



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“La voce umana è lo strumento più potente.”
(Paramhansa Yogananda)


“Si racconta che un uomo andò, un giorno, da Maometto e gli disse: «Sono molto infelice, ho accusato ingiustamente un amico, l’ho calunniato, ed ora non so come riparare.» Maometto lo ascoltò attentamente e poi rispose: «Ecco quello che devi fare: va a mettere una piuma davanti alla porta di ogni casa della città e domani ritorna da me.»

L’uomo se ne va e fa quello che Maometto gli ha detto: mette una piuma davanti a ogni casa della città e l’indomani ritorna. «Bene - dice Maometto - ora va a riprendere tutte le piume e portale qui.» Dopo qualche ora l’uomo ritorna tutto triste; non aveva ritrovato una sola piuma. Allora Maometto disse: «È lo stesso per le parole: una volta pronunciate, non è più possibile ritirarle, ormai hanno preso il volo.» E l’uomo se ne andò molto triste.

Ora voglio commentare questo aneddoto. Supponiamo che qualcuno venga a chiedermi come riparare ad accuse, maldicenze e insulti. Io gli risponderei la stessa storia, ma aggiungerei qualcosa di molto importante. Gli direi: «Bisogna che tu parli di nuovo di quella persona, ma dicendo il contrario; parlerai cioè delle sue qualità, delle sue virtù e delle sue buone intenzioni. Poiché c’è sempre qualcosa di buono in ogni creatura, cerca di scoprirlo e lo troverai.»

«Ma in questo modo riparerò il male che ho fatto?» Gli risponderei: «No, questo non è possibile, perché le parole pronunciate hanno già provocato guai nelle regioni invisibili, ed anche in quelle visibili, ma creerai qualcosa di diverso, che rimedierà in parte alle tue parole precedenti. E quando verrà il momento in cui il karma ti obbligherà a pagare per le tue cattive parole, poco dopo verranno anche le conseguenze delle parole buone che hai pronunciato, e avrai delle consolazioni.»

Che cos’è una parola? È un razzo che attraversa dei mondi nei quali scatena forze, coinvolge entità e provoca conseguenze irreparabili. Sì, le conseguenze sono immediatamente irreparabili. Certo, se si potesse rimediare subito alle cattive parole, non vi sarebbero conseguenze dannose, ma più tempo passa, più queste parole producono danni.

«Sì, ma ho rimediato, perché subito dopo ho detto tutto il contrario!» Io gli direi: «Infatti, per le tue buone parole sarai ricompensato, ma per le tue cattive dovrai pagare cioè sarai punito.» Ecco quello che non sapete. Credete che si possa riparare ogni cosa? No, non è così, perché il bene ed il male che si fanno, vanno in due regioni diverse, in due strati diversi.

Queste regioni si sovrappongono e non si possono riprendere le parole dette, perché si trovano già in altre regioni terrestri o sovra-terrestri. Il tempo è quindi un fattore di primaria importanza. Supponete di aver dato l’ordine di tagliare la testa a qualcuno e che coloro che devono eseguire il vostro ordine siano già partiti…

Cosa potete riparare, una volta che la testa è stata tagliata? Potete rincollarla? Quando un ordine è stato dato, che si può fare? Dare un contrordine, cioè inviare altri messaggeri che impediscano l’esecuzione. Ma se è trascorso troppo tempo, non c’è più niente da fare. Ecco perché è stato detto: «Prima che il sole tramonti, va a riconciliarti con tuo fratello.»

Questo significa che si deve riparare immediatamente al male che si è fatto agli altri. ma il sole che tramonta simboleggia anche la fine della vita: la morte. Quindi non bisogna aspettare di essere dall’altra parte per pensare a riparare i crimini o i guai provocati, poiché la giustizia cioè il karma entra in azione e bisogna pagare fino all’ultimo centesimo.

Tuttavia dovete sapere che esiste una forza ancora più efficace e rapida della parola: il pensiero. Se vi mettete immediatamente al lavoro col pensiero, potrete riafferrare le vostre parole. Certo, questo è difficile, perché il pensiero e la parola appartengono a due regioni diverse. La parola appartiene al piano fisico, è una vibrazione, uno spostamento d’aria; mentre il pensiero appartiene già al piano più sottile, superiore al piano eterico. Se volete rimediare alle conseguenze delle vostre parole, potrete concentrarvi e chiedere a certi servitori del mondo invisibile di impedire che il male si produca.

In questo modo, non potrete naturalmente annullare del tutto l’effetto delle vostre parole, ma eviterete peggiori conseguenze. Dovete però essere molto rapidi ed il vostro pensiero deve essere molto intenso. Altrimenti l’ordine di esecuzione sarà dato e la vittima sarà decapitata -simbolicamente parlando- e un giorno sarete costretti a pagare per tutto il male che avete fatto.”


(Omraam Mikhaël Aïvanhov)

lunedì 5 settembre 2016

Un Milione di Bambini Si Sono Riuniti Per Fare QUESTO per la PACE nel Mondo

Un Milione di Bambini Si Sono Riuniti Per Fare QUESTO per la PACE nel Mondo, Impressionante.

http://www.ilpinguinoinnamorato.it/wordpress/un-milione-di-bambini-si-sono-riuniti-per-fare-questo-per-la-pace-nel-mondo-impressionante/

giovedì 1 settembre 2016

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