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venerdì 17 dicembre 2010

Uomini di Dio. Umanità e Divinità (film 2010)

ATTENZIONE (per chi non l'ha ancora visto) qui si parla della trama del film!

DES HOMMES ET DES DIEUX locandina di Uomini di Dio

Il gioco di parole del titolo francese è molto più espressivo. Evidenzia la co-presenza della natura umana e della natura divina e la co-presenza di due Dei  (in italiano dovremmo dire Dii per esprimere lo stesso concetto) o religioni: Gesù e Allah, cristianesimo e islam.

Non c’è bisogno d’essere credenti per apprezzare il film di Beauvois anche se è prevedibile la corsa all’appropriazione del martirio che purtroppo pare sia già iniziata con la scelta infelice del titolo italiano. Uomini di Dio significa infatti esattamente il contrario di "Des hommes et des dieux". Non solo l’originale francese antepone gli uomini alle divinità, ma nella scelta del plurale accoglie anche il resto dell’umanità. Invece il subdolo Uomini di Dio ribadisce l’idea di un dio unico eliminando la dialettica di una possibilità alterità. Ed è proprio quando gli uomini di Dio affrontano altri uomini di Dio che sorgono le guerre e gli uomini iniziano di nuovo a pensare di poter imporre ad altri uomini il presunto volere del loro Dio. [MicroMega]

Possiamo dividere il film in quattro parti:

  1. Vita normale del convento
  2. Arrivo dei terroristi
  3. Cosa fare?
  4. La decisione finale

Dopo la decisione di restare tutti i volti dei frati si illuminano (espresso bene anche dalla fotografia) e subentra una serena accettazione della situazione che la Bailey definirebbe "La Via del Sacrificio".

La vicenda, ispirata da una storia vera, è coinvolgente e il film si segue con interesse. La trama, pur toccando temi impegnativi e universali (la violenza religiosa, la morte, la fraternità, la carità, la paura umana e la capacità di trascenderla, l'arroganza del potere, la delicatezza dell'amore fraterno e universale) si svolge fluidamente.

C'è un paragone che incombe su "Gli Uomini di Dio", ed è quello con il celebre documentario "Il grande silenzio" di Philip Groning. Un paragone letale al box-office, perché non sono poi molti gli spettatori disposti ad entrare metaforicamente in convento per tutta la durata di un film. Ebbene, Uomini di Dio non è un documentario, e non è un film punitivo. È un apologo civile e religioso in forma di film, girato con un pudore degno di Robert Bresson, ma anche con una tensione emotiva e narrativa degna, qua e là, di un thriller. [Alberto Crespi, L'Unità

Più che un film è una testimonianza per tutti, credenti o no, che mostra come chi ha accolto il cristianesimo nel profondo del proprio cuore può affrontare ogni aspetto della vita con una serenità e un amore inspiegabile; il lavoro, i rapporti con gli altri uomini, la malattia, la morte, tutto è vissuto a partire dall'amore a Cristo. Questo film non mostra uomini religiosi, non mostra eroi né invasati, mostra uomini veri con i loro limiti e paure, ma innamorati di Cristo nel senso letterale del verbo (commovente la scena dove Padre Luc bacia l'immagine di Gesù), senza sentimentalismi, ideologie, retoriche. Tutto il resto (lentezza del film, rapporto con l'islam, polemica sul titolo originale francese) è dettaglio. [vincenzo: trovacinema.repubblica.it-Commenti]

Frasi dal film:

- "Non ho nemmeno paura della morte: sono un uomo libero!"

- Il n'y a pas d'Amour plus grand que de donner sa vie pour ceux que l'on aime.

- Un monaco: "Siamo come uccelli sul ramo, non sappiamo se dovremmo andarcene". Una donna del villaggio: "Gli uccelli siamo noi. Il ramo, siete voi!"

- "Tutto quello che ci restava da fare era vivere".

- "... si muore per amore..."

- "Questa è la notte in cui niente esiste salvo l'amore."

- "Voi siete Dei. Tutti figli dell'Altissimo. Eppure morirete come ogni uomo..."

Non è un film da capire con il cervello e con la logica razionalistica, a volte dura, cruda e cinica (a cui spesso non interessa nemmeno che si tratta di una storia vera!) ma con il cuore, con l'empatia, con la compassione (buddhista), con la commozione sottile e spirituale...

DA VEDERE, RIFLETTERE E COMMENTARE

Schede, recensioni, commenti:
- Il Sole 24ore
- MicroMega
- My Movies
- Coming Soon
- Film Scoop-Commenti
- Un film per imparare ad essere più forti dell'odio


1 commento:

  1. paolacostanza17/12/10, 14:41

    E che dire di come affrontano il pensiero della morte?:"non aver paura della morte ci rende liberi, LIBERI!"

    RispondiElimina

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