Schede-Pagine

mercoledì 6 aprile 2011

Futurama § Economia Lavoro

ECONOMIA E LAVORO DEL FUTURO GIA' NEL PRESENTE
Dopo il fallimento del comunismo totalitario e assoluto e i sempre più evidenti segni della crisi del capitalismo consumistico e speculativo si potrebbe cominciare a pensare al mondo delle fabbriche e dell'industria gestito in modalità cooperativa: tutti proprietari, tutti lavoratori, tutti pagati in percentuali dell'utile. Certo è un'idea di massima che bisognerebbe affinare nel dettaglio, ma credo, come qualcuno sta già sperimentando, che sia giunto il momento di provare su larga scala il modello della co-gestione, dell'unione di capitale e lavoro, di responsabilizzare tutti e di superare la sottile forma di schiavismo e proporre nuovi modelli più equi e umani...

Riportiamo un esempio citato da Jacopo Fo:

Il gruppo Semco in Brasile ha fatto i miliardi ascoltando gli operai. Lo sapevi?
Questa strana azienda sta riscuotendo grandi successi economici. Si tratta di uno dei maggiori gruppi industriali del paese, inizialmente era una ditta del settore acciaio, un’industria vera, insomma, non quelle imprese creative sul web. Era un’azienda di successo ma gli utili si sono verticalizzati quando Ricardo Semler ha preso la direzione della società.
Quello che ha fatto è una rivoluzione strutturale del sistema azienda. Una rivoluzione che parte dall’idea che i lavoratori hanno una grande capacità di responsabilità, che dimostrano nella vita privata, ad esempio dedicandosi ai loro figli. In azienda questi adulti vengono trattati come bambini, sottoposti a controlli asfissianti (e costosi per l’azienda) e a regole costrittive, non vengono interpellati sulle scelte strategiche.
La rivoluzione di Ricardo Semler è cominciata cambiando radicalmente l’immagine che i dipendenti avevano della società, con un’unica mossa: rompere la suddivisione rigida del tempo. Ha permesso ai reparti di gestire in modo flessibile il tempo lavoro: non ci sono più obblighi di orario. Basta mettersi d’accordo con i colleghi: puoi entrare in fabbrica a qualunque ora. I dipendenti decidono persino se il prossimo mese vogliono lavorare di meno e guadagnare di meno, oppure se vogliono più lavoro e più soldi.
Poi Semler ha demolito i simboli del potere aziendale. Ad esempio ha deciso che i manager non avrebbero più avuto una segretaria: le fotocopie se le fanno da soli (e si è scoperto che così si risparmia molta carta perché i manager non hanno voglia di fare fotocopie…).L’azienda funziona lo stesso anche senza segretarie, anzi meglio, soprattutto dopo che hanno snellito tutta la burocrazia interna e i sistemi di controllo.
E i nuovi assunti vengono vagliati dalle assemblee, e questo vale per gli operai come per i dirigenti. I candidati vengono intervistati e poi si vota se assumerli o no.
Infine si è rovesciato come un calzino il sistema delle carriere e delle decisioni strategiche.
Ogni anno una quota degli utili viene reinvestita in nuovi settori produttivi sulla base delle proposte dei lavoratori, e questi nuovi rami di impresa vengono poi gestiti con la collaborazione di coloro che li hanno proposti. In questo modo un operaio può diventare improvvisamente il manager che lavora alla realizzazione di una sua idea.
Questa mobilità verso l’alto, basata sulla capacità di avere idee e concretizzarle, ha cambiato il rapporto tra dipendenti e azienda. E ha anche fatto nascere iniziative di successo in parecchi settori, dall’informatica all’agricoltura, alla ristorazione. L’azienda aiuta i dipendenti a realizzare dentro la società i loro sogni imprenditoriali. E questo si è rivelato un grossissimo affare per l’azienda che ormai non ha più il suo centro nell’acciaio ma in una galassia di attività estremamente diversificate.
E, ripeto, non sto parlando di sogni anarchici ma di scelte di successo, la Semco, con i suoi 5.000 dipendenti, ha raggiunto livelli di crescita annuali da far impallidire i cinesi, fin oltre il 30% annuo.
E non è neppure un metodo che funziona da poco. No! Sono 20 anni che Ricardo Semler gestisce l’azienda in questo modo!!! E gli azionisti sono entusiasti: centomila dollari investiti nella Semco 20 anni fa oggi sono diventati più di 5 milioni di dollari.
Non è stato semplice, negli anni ’90 il Brasile ha affrontato una dura recessione e i lavoratori Semco hanno accettato tagli salariali, ma sono stati ripagati con il 39% dei profitti, mentre gli stipendi dei manager sono stati abbassati del 40% e i dipendenti hanno avuto il diritto di approvare ogni voce di spesa.
Semler dice che ha vinto la sua scommessa perché gli piace il rock and roll e ha messo nell’azienda un 30% in più di fiducia nell’essere umano.
Uno dei suoi slogan preferiti è: “Tutte le persone desiderano raggiungere l’eccellenza”.
La Semco ha fatto scuola e oggi esistono centinaia di aziende che seguono la via della responsabilizzazione e Semler insegna in alcune delle maggiori università Usa.
Fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/01/24/caro-marchionne-

Molto interessante leggere anche i commenti che, ovviamente, sono di natura molto diversa...

@ Luigi 6:
Penso di poter dire che capisco il tuo sfogo. Però ho visto il video di Fusaro che suggerisci, di cui condivido la critica del capitalismo, ma non mi pare che avanzi proposte concrete. Cioè tu potresti dirmi cosa pensi bisognerebbe fare, oltre alla sacrosanta critica al capitalismo consumistico, speculativo e senza scrupoli? Pensi a qualche forma già sperimentata nel passato ma da aggiornare o a qualcosa di nuovo e ancora non provato? pensi a delle forme politiche economiche o a un lavoro culturale sulle coscienze?
Mi piacerebbe sapere qualcosa di più? Grazie dell'attenzione.

___________________________________________________________

[...] Inoltre se è finito il tempo dei “Figli dei fiori”, oggi sul Web stanno sorgendo e si sviluppano notevolmente modalità di economia alternativa: un’idea che circola nella Rete fin dai suoi primi vagiti (anni ’90) e che è ad essa connaturata: cambiare la società tornando a forme di business “C2C” (“citizen-to-citizen”: da cittadino a cittadino, o anche da impresa a impresa), saltando cioè gli intermediari, con scambi diretti di beni e servizi. Il “barrirne” invece consiste in una specie di baratto. Con il “couchsurfing” si indicano – sempre via Internet – atti di generosità ricambiati. Il frequentatissimo sito www.Etsy.com  offre alle persone la possibilità di guadagnarsi da vivere producendo manufatti di ogni genere immaginabile e vendendole. Il sito http://www.fiverr.com/ vi chiede: cosa sareste disposti ad acquistare con 5 dollari? Incredibile quanta roba la gente sia disposta a fare: colorare le vostre foto in stile pop art, suonare imitando i Beatles, creare inviti per le vostre nozze, segnalarvi i 5 ristoranti più raccomandabili di Londra, e così via.
Su http://www.cinkue.com/ potete invece acquistare o vendere merci o servizi da 5 fino a 200 euro; il sito trattiene una ragionevole commissione, e vi si trova veramente di tutto. Gocce nell’oceano, ovviamente. Ma se l’attuale capitalismo ha fallito, il problema andrebbe affrontato alla base, prima che sia troppo tardi. Per mettere in crisi ciò che ancora Gallino definisce - con riferimento al miliardo di persone nei paesi avanzati - “la totale interiorizzazione della razionalità neoliberale nella struttura della personalità”.
Fonte:  http://www.fantascienza.com/blog/vikkor/2011/04/06/la-crisi-e-infinita-ii/
Consiglio di andare a leggere tutto l'articolo sulla "Crisi infinita della finanza e del capitalismo", anche se è un po' lungo, ma ne vale la pena.

.:.

Nessun commento:

Posta un commento

...per arricchire e migliorare il post.
Vi prego di scrivere un Nick-name o una sigla, nella casella "Commenta come - Seleziona Profilo / Nome/URL", per facilitare la Comunicazione.
I Commenti generali sul blog lasciateli, prego, nella Scheda Contatti.
Grazie.