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giovedì 7 aprile 2011

Karma-Yoga, Râja-Yoga, Jñâna-Yoga, Bhakti-Yoga (Vivekânanda)

«La parola Dio è stata applicata, da tempo immemorabile, all'espressione del concetto dell'Intelligenza cosmica e di tutto quanto vi è connesso di grande e di santo... Milioni di anime umane l'hanno identificata con tutto ciò che esiste di più alto e di migliore, con tutto ciò che è razionale, con tutto ciò che è degno di essere amato, con tutto ciò che è eroico e sublime nella natura umana».

C'è
la strada del lavoro (Karma-Yoga),
la strada della concentrazione (Râja-Yoga),
la strada della conoscenza (Jñâna-Yoga),
la strada dell'adorazione (Bhakti-Yoga).

Karma-Yoga

La parola karma non è presa nella sua concezione metafisica, per la quale indica gli effetti di cui le azioni da noi compiute in precedenti esistenze sono le cause. Viene applicata qui all'azione stessa, a tutte le forme di lavoro.

«Se proprio volete farvi un'idea del carattere di un uomo, non considerate le sue opere grandi. Il primo sciocco che passa può, in un istante della sua vita, comportarsi da eroe. Guardate piuttosto come un uomo compie le azioni più comuni: esse vi riveleranno il vero carattere di un grande uomo... Gli uomini di grande volontà che il mondo ha generati furono grandi lavoratori, anime di giganti, con volontà così potenti da sollevare dei mondi».

Senza disprezzare gli aspetti più umili della fatica umana, abbiamo il diritto di proclamare la superiorità del lavoro compiuto per amore del lavoro in se stesso, secondo la dottrina della Gîtâ. Colui che meglio lavora, agisce senza alcuno scopo; non lavora né per il denaro, né per la gloria, nemmeno per conquistare il cielo. L'azione compiuta sotto l'influenza di uno di questi scopi, sempre più o meno egoistici, ci lega una palla al piede. Il vero karma-yogin, invece, agisce in tutto disinteressatamente, e per ciò stesso si libera. Il Buddha è stato il «karma-yogin ideale»

«Anche se l'uomo non ha mai studiato alcun sistema di filosofia, anche se non crede né ha mai creduto ad un Dio, anche se non ha mai pregato nemmeno una sola volta nella vita, anche in questo caso, se il solo potere delle buone azioni l'ha portato a quello stato in cui è pronto a dare la vita, a dare tutto per il prossimo, egli è giunto allo stesso punto al quale è arrivato l'uomo religioso attraverso le preghiere ed il filosofo attraverso la conoscenza; vedete così come il filosofo, il lavoratore ed il devoto si ritrovino tutti su uno stesso punto, che è l'abnegazione».

«Che importa che ci sia il cielo o l'inferno, che ci sia un'anima o che non ci sia!  Ecco il mondo: è pieno di miseria. Andate in questo mondo, come il Buddha, e sforzatevi di diminuire questa miseria, o morite in questo sforzo!  Dimenticate voi stessi! Questa è la prima lezione da imparare, che voi siate teisti od atei, agnostici o vedantini, oppure cristiani, o maomettani!»

«Il Karma-Yoga è un sistema etico e religioso il cui scopo è quello di farci raggiungere la libertà attraverso l'altruismo e le opere buone».

Il Karma-Yoga, come pure gli altri yoga di cui tratteremo più avanti, può prendere alcuni procedimenti da un altro yoga, lo Yoga regale (Râja-Yoga), che Vivekânanda definisce anche Yoga psicologico: è la strada della concentrazione. Infatti, la concentrazione può avere la sua parte in tutti gli sforzi compiuti in vista dell'unione con Dio.

Râja-Yoga

«La scienza del Râja-Yoga si propone di offrire all'umanità un metodo pratico e scientificamente elaborato per giungere alla verità».

La parola verità indica qui la scoperta del Dio nascosto dietro le apparenze dell'universo; Dio al quale lo yogin si congiunge.
Secondo Patañjali «lo yoga consiste nell'impedire al contenuto mentale di assumere diverse forme». Queste forme sono le onde che agitano il lago del nostro spirito (o contenuto mentale), e impediscono così di vedere il fondo, il nostro vero Io.
Il Râja-Yoga comprende otto tappe, che è bene percorrere «sotto la guida personale di un maestro». Senza tale sorveglianza, alcuni esercizi potrebbero avere dannose conseguenze fisiche, intellettuali o morali.

Jñâna-Yoga

Affine al Râja-Yoga, ma più intellettualizzato, è lo Jñâna-Yoga: la strada della conoscenza.

«Scienza e religione sono due tentativi paralleli per aiutarci ad uscire dalla schiavitù... La religione si occupa delle verità del mondo metafisico, proprio come la chimica e le scienze naturali si occupano delle verità del mondo fisico».

Bhakti-Yoga

«II Bhakti-Yoga è una vera e sincera ricerca del Signore, una ricerca che comincia, continua e si conclude nell'Amore».

«...noi non sappiamo dove cercare l'oggetto vero, ma ogni amore ci spinge più avanti nella ricerca. Ogni volta, scopriamo il nostro errore». Giacché «l'amore non può esistere né per un oggetto limitato né presso un soggetto limitato».

Gli amori che precedono l'amore per Dio non sono che delle tappe.

«Dovunque sia qualche amore il Signore è presente. Egli è nel bacio dell'amante e dell'amata, della madre e del figlio, nel dono dell'amico all'amico, nel sacrificio dell'uomo all'umanità».

Prima di giungere a questo ideale di «vedere Dio in ogni cosa», possiamo vederlo nell'oggetto che preferiamo, poi in un altro, e procedere così a piccoli passi.
Bisogna arrivare all'«amore per amore dell'amore». Allora «l'Amore, l'Amante e l'Amato sono una cosa sola».

Il bhakta, in un'estasi suprema, s'identifica con l'Unità. Poi, dopo aver raggiunto la sopracoscienza, torna ad una forma meno eccezionale di adorazione, ad un puro amore sciolto da ogni interesse e da ogni desiderio.

«Adorare Dio con una bhaktì temperata di jñâna». La religione dell'avvenire si riconcilierà con la scienza.

«Io accetto tutte le religioni del passato, e con tutte adoro Dio, - dichiara Vivekânanda -. Lascio il mio cuore aperto a tutte quelle dell'avvenire. Il Libro delle Rivelazioni non è compiuto. È un libro meraviglioso. La Bibbia, i Veda, il Corano, tutti gli altri libri sacri non ne sono che poche pagine, e un numero infinito di pagine resta da sfogliare. Vorrei che questo Libro fosse aperto a tutte le pagine!... Salute, a tutti i profeti del passato, a tutti i grandi del presente, e a tutti quelli che verranno!».

  «Ciò di cui abbiamo soprattutto bisogno, è uno spirito di fraternità tra i diversi tipi di religione, giacché tutte insieme esse trionferanno o soccomberanno».


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Egli insiste perché, innanzi tutto, noi ci sentiamo forti e liberi. Il male si può riassumere in questa parola: debolezza. È spiacevole credersi un povero essere debole, votato al male ed al peccato. Dobbiamo far agire l'auto-suggestione in un senso tutto contrario. Dobbiamo persuaderci che portiamo Dio in noi: «Tu sei Ciò»

«Voi siete l'Io, il Dio dell'Universo. Dite: Io sono Esistenza assoluta, Beatitudine assoluta, Conoscenza assoluta. Io sono Lui. E, come un leone che spezza le sbarre della gabbia, spezzate le vostre catene e siate liberi per sempre!».

Liberi, potremmo essere eternamente felici.
La maggior parte degli uomini va per il mondo come se fosse inseguita da un poliziotto senza fermarsi a contemplare la bellezza della natura. L'universo appare come una prigione, dove alcuni affamati lottano per un boccone di pane.
Bisognerebbe vedervi piuttosto un campo di gioco. Giacché, in fondo, la vita è un gioco. «Tutto è gioco».
Già l'abbiamo visto: la virtù dello yogin si riconosce dal fatto che «tutto è per lui piacere», e che «ogni volto umano gli dà gioia».
«Com'è bello questo mondo»!

 

Fonte:
-
http://www.ramakrishna-math.org
Dove potete approfondire l'argomento, conoscere la vita di Vivekânanda e trovare altri interessanti temi.

Note:
Tra parentesi le citazioni di Vivekânanda.
II più grande discepolo di Râmakrishna è Narendranâth Datt, o più semplicemente Naren, detto, a partire da un certo momento, Vivekânanda, nome destinato ad esprimere il suo potere di discriminazione.
Vivekâ, in sanscrito vuol dire discernimento, discriminazione, tra il reale-assoluto e il relativo-contingente tra ciò che realmente si è e ciò che appare.
Ananda vuol dire beatitudine, gioia beata [http://it.wikipedia.org/wiki/Ananda_(induismo)].
Vivekânanda e qualificato con il titolo di swâmî (pronuncia: suami; titolo che, applicato ai membri di un'organizzazione religiosa, si potrebbe benissimo tradurre come reverendo).

Link:
-
http://www.sriaurobindoyoga.it/swami_vivekananda.htm
- Per approfondire il significato di Vivekâ:  http://en.mimi.hu/yoga/viveka.html (in inglese)

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