Il silenzio del mattino
di Giorgio Macario
Nuvole che corrono veloci e oltrepassano il silenzio del mattino.
I borbottii delle onde di un mare per niente tranquillo squarciano la notte in cerca di un uditorio meno indifferente degli stormi di gabbiani che urlano nel vento vagiti incomprensibili.
Un altro giorno di questo mondo mutevole si appresta ad essere partorito fra incertezze e lamenti di uomini difficilmente riconoscenti per il dono ricevuto.
L’alba dell’umanità appare così distante dalla nascita dell’universo da rendere insignificante qualsiasi tentativo di comparazione credibile.
Eppure il pensiero è capace di porsi simili quesiti, la mente non disdegna l’osare voli pindarici ben oltre i confini di corpi fatalmente vulnerabili e l’intelletto spesso non teme, anzi brama, l’immergersi entro acque sconosciute dalla limpidezza ingannatrice.
Il buio è ormai solo un ricordo, ma anche la luce, che pure penetra per ogni dove, fatica a rischiarare il cammino.
Figure solitarie alle prese con destini ignari della sorte loro riservata affrettano il passo cercando consolazione e rifugio entro ritualità consumate dall’uso incessante.
Troppe le variabili da considerare. Innumerevoli le opzioni multiple che intasano lo sguardo. Estenuanti i cambi di prospettiva necessari.
Meglio affidarsi al silenzio. Il silenzio del mattino che ci accompagna senza pretesa alcuna e ci offre il suo sostegno prezioso, per rinascere alla vita, giorno dopo giorno.
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