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giovedì 23 settembre 2010

Amore e Psiche [2] Il Significato del Mito (1) Eros, le Fasi, le Prove


a cura di Salvatore Caruso Motta e Rosetta Sorbello IL MITO E I SIMBOLI DELLA RICERCA DELL'ANIMA 

psiche_nozze 

Puntate precedenti
1 - Amore e Psiche [1] La Fiaba 
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Il Significato del Mito
Diverse sono le interpretazioni di questo mito.
Lucio Apuleio (II sec. d. C.) incarna il bisogno di una nuova spiritualità, il desiderio di conoscenza,  consapevole del fatto che questo sentiero può portare al difficile passaggio dell'espiazione-ri­scatto. Apuleio vede l'Amore come un principio cosmico, divino e sembra conoscere i culti misterici neoplatonici. Secondo Apuleio la salvezza non è automatica per tutti ma si ottiene attraverso il sapere e la rivelazione divina. Oggi potremmo dire attraverso l'autoconsapevolezza e l'illuminazione, percorrendo il sentiero che porta dalla curiosità alla conoscenza e da questa alla saggezza, tra­mite l'esperienza, la purificazione, l'elevazione e la comprensione.



Secondo 
James Hillman, classicamente, Eros è stato differenziato in tre componenti o persone: 
1.  himeros, desiderio fisico per l’immediatamente presente che va afferrato nell’eccitazione del momento; 
2. anteros, amore corrisposto; e 
3. photos, desiderio per l’irraggiungibile, l’inafferrabile, l’incomprensibile, quella idealizzazione che si accompagna a ogni amore, sempre al di là di ogni conquista.

 

Eros (la sessualità), nel suo aspetto perverso (il mostro), seduce Psiche (l'anima) e la rinchiude in un palazzo (la lussuria) e non la visita che di notte (inconscio) affinché ella non possa vedere il suo vero aspetto (regressione, proibizioni, tabù). Una notte (buio della ragione) Psiche infrange il divieto, contempla il suo amante alla luce della lampada (curiosità, risveglio della coscienza). Vedendosi scoperto, Eros fugge (senso di colpa) presso sua madre Afrodite (regressione). Folle di dolore, Psiche erra alla sua ricerca e si rivolge a Venere che le impone dei lavori estremamente duri (prove, iniziazione, purificazione) che riesce a superare grazie all'inaspettato aiuto  di esseri della natura (magia-mistero-energie cosmiche), sino a che Eros fugge dal palazzo materno e riappare nelle sue vere forme (visione autentica dell'amore, coscienza, sublimazione dell'istinto). Zeus (lo spirito) gli accorda l'autorizzazione a unirsi a Psiche, resa immortale (unione spirituale). 

 

La successione degli avvenimenti della novella riprende quella delle vicende del romanzo: prima un'avventura erotica, poi la curiositas punita con la perdita della condizione beata, quindi le peripezie e le sofferenze, che vengono alfine concluse dall'azione salvifica della divinità. La favola, insomma, rappresenterebbe il destino dell'anima, che, per aver commesso il peccato di hybris (tracotanza), tentando di penetrare un mistero con l'atteggiamento sbagliato, deve scontare la sua colpa con umiliazioni ed affanni di ogni genere, prima di rendersi degna di ricongiungersi al dio. L'allegoria filosofica è appena accennata (se non altro, nel nome della protagonista, Psiche, simbolo dell'anima umana), ma il significato religioso è evidente soprattutto nell'intervento finale del dio Amore, che, come Iside, prende l'iniziativa di salvare chi è caduto, e lo fa di sua spontanea volontà, non per i meriti della creatura umana. [1]

Nel racconto possiamo distinguere:
LE FASI
1) Lo sposo ignoto (l'inconscio)2) Lo sposo svelato (la curiosità) 3) Psiche errante (la ricerca) 4) Le prove pretese da Venere (l'elaborazione, la purificazione, l'espiazione, l'individuazione) 5) L'epilogo (lo sposalizio mistico, l'unione, la sintesi degli opposti)

LE PROVE
1) Dividere i semi:     Districare un groviglio di sentimenti conflittuali e di affetti contrastanti. 2) Prendere un fiocco di lana del Vello d'Oro:     Conquistare il potere e rimanere una persona tenera e comprensiva. 3) Riempire l'ampolla di cristallo:     Tenere una certa distanza emotiva (aquila) nei rapporti. 4) Discesa negli Inferi:     Imparare a dire di no (alla curiosità). Esercizio della scelta. Stabilire una meta e mantenerla
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Interpretazione 
secondo la psicologia junghiana delle PROVE
Tratta da:
Individuazione di Agnese Galotti

Il mito di Amore e Psiche fa riflettere sull’elemento di novità contenuto in essa rispetto al motivo dell’eroe in genere: a differenza di questo, infatti, qui l’inconscio assume più direttamente la valenza positiva di energia soccorritrice, fonte di trasformazione creativa che genera coscienza. 
Le quattro prove cui viene sottoposta Psiche rappresentano il percorso che essa, simbolicamente, deve attraversare prima di giungere alla consapevolezza.

1) La prima prova richiede a Psiche di mettere in atto un principio discriminativo capace di ordinare una quantità di "semi" differenti che si trovano mescolati insieme: "Questo mucchio - osserva Neumann - è in primo luogo simbolo di un’uroborica mescolanza dell’elemento maschile." Le forze inconsce soccorritrici sono, in questo caso, le formiche, "simbolo - secondo M.L.Von Franz - dell’ordine segreto dell’inconscio collettivo", una sorta di "ordine inconscio" che è il solo capace di far fronte al caos disordinato con cui si presenta l’inconscio stesso.L’atteggiamento di Psiche esprime quindi un affidamento alle forze inconsce e alla loro benefica azione.

2) Nella seconda prova Psiche è chiamata all’incontro con la forza distruttiva solare del maschile, rappresentata dal mitico "vello d’oro" dei montoni. Qui l’elemento inconscio che soccorre Psiche è la canna parlante (Il consiglio è di aspettare la sera e di raccogliere i ciuffi di vello rimasti impigliati tra i rovi). Essa simboleggia la voce interiore che invita ad aspettare il momento opportuno (per l'appunto il calar della sera), per incontrarsi col principio spirituale (rappresentato dal Vello d'oro) senza venirne sopraffatta ed annientata. La calma femminile, la capacità di attendere, dunque, rappresenta una grande risorsa di fronte all’impulsività irrefrenabile, all’istinto che si esprime in maniera violenta. Così descrive Neumann questa seconda prova: "il femminile deve soltanto interrogare il proprio istinto per entrare, al calar del sole, in una relazione feconda con il maschile, ossia in una relazione d’amore. Così viene superata la situazione in cui maschile e femminile si fronteggiano in mortale ostilità." 

3) La terza prova è il confronto di Psiche con l’irruente cascata delle acque dello Stige, simbolo dell’incontenibile forza dell’inconscio stesso e della sua mancanza di forma specifica. Il compito di raccogliere un bicchiere di quell’acqua riesce grazie all’intervento dell’aquila di Zeus che si assume il compito di raccoglierla per lei. "L’aquila - secondo M.L.Von Franz - rappresenta l’entusiasmo intuitivo e lo slancio spirituale del pensiero. Proprio quando la psiche umana non può più agire con le sue sole forze, viene sorretta da uno spirito eroico e intuitivo che sgorga dal suo inconscio". Psiche rappresenta allora il femminile capace di contenere in sé e di dar forma all’inconscio che in lei stessa fluisce.

In tutte e tre queste prove è richiesto a Psiche di coniugare insieme gli opposti, superando la sterile contrapposizione.

4) La quarta prova, infine, è composta di due parti:
a) Nella prima parte Psiche deve affrontare il pericoloso viaggio agli inferi, guidata dai consigli di una Torre Parlante, la quale, maschile e femminile insieme, è simbolo della cultura umana e della coscienza umana e per questo viene chiamata "Torre che guarda lontano" . Essa mette in guardia Psiche dal cedere alla "pietà", quale modalità di relazione con l’altro, che non le consentirebbe di raggiungere la propria completezza.

b) Nella seconda parte, invece, Psiche, tornata dal mondo degli inferi, cede alla tentazione di appropriarsi della bellezza divina e, pensando così di poter risultare più piacevole agli occhi di Eros, apre il vasetto consegnatole da Proserpina, atto questo che risulta per lei fatale. Torna il tema iniziale della "bellezza", capace di avvicinare l’umano al divino. Tutto il cammino di trasformazione di Psiche è iniziato per Amore, per l’irresistibile desiderio di "conoscere" Amore. Ora che Psiche ha superato le prove, ha conosciuto e sopportato solitudine e disperazione, ora che ha in mano l’unica arma che conosce per attirare a sé ancora una volta Eros, la bellezza appunto, (l’azione dell’amore, a quanto dice Platone per bocca di Diotima, "è la procreazione nel bello secondo il corpo e secondo l’anima" ). Psiche non può che tendere alla bellezza, pur consapevole che ciò significa "fallire", secondo la logica maschile dell’eroe. E proprio in questo "fallimento" Psiche si manifesta fedele alla sua femminilità originaria in opposizione alla ragione totalmente maschile. Così Psiche "muore" per Eros, ed è questo suo stesso sacrificarsi a lui che lo stimola ad agire: Eros si scuote ed accorre finalmente a salvare la sua Psiche. L’umano dimostra così al divino la propria uguale dignità attraverso la propria superiorità nell’amore. [2]
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OSSERVAZIONI
- 
La bellezza e la fama non danno la felicità anzi spesso allontanano dalla gente e provocano gelosia, invidia e vendette.
- La bellezza può stordire (vedi sindrome di Stendhal).
- L'interpretazione degli oracoli dipende da chi ascolta.
- La curiosità comporta dei rischi.
- Non bisogna scoraggiarsi, l'aiuto, inaspettatamente, può arrivare da dove meno te lo aspetti. 
- Le difficoltà, le prove, se accettate e affrontate, portano conoscenza e crescita.
- La perseveranza e l'affidamento (all'aiuto dell'universo) possono far miracoli (immortalità).
- Le forze in gioco sono tante e contrapposte, ma possono giungere all'ordine, all'armonia, all'amore.
- Le favole parlano al cuore, ci coinvolgono di più dei soli concetti.

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Fonti:
[1] 
Amore e Psiche-Favola-Introduzione-I
[2] www.geagea.com/02indi/02_07.htm
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Immagini:
- 
F. Gerard, Amore e Psiche, 1798
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