martedì 29 ottobre 2013

Illuminazione: Si oppure No?

CHI RICERCA CHI? su RISVEGLIO INTERIORE
http://blog.libero.it/Prajnaram/12455607.html

Da un'intervista a Ramesh Balsekar, Maestro Advaita Vedanta (della non dualità)

Ramesh ─ Sì. Il processo della ricerca ha inizio con un individuo che è convinto che si possa ottenere l’illuminazione attraverso i propri sforzi e varie pratiche spirituali.

Madhukar ─ A questo punto non solo il ricercatore desidera l’illuminazione, ma lo ritiene quasi un suo diritto: “Otterrò l’illuminazione, perché mi sto impegnando con costanza”. Io stesso ho creduto di poter forzare l’illuminazione.

Ramesh ─ Lo sforzo e la disciplina spirituale possono andare avanti per anni fino a che il processo della ricerca – la disidentificazione – raggiunge lo stadio in cui il ricercatore realizza che l’illuminazione può avvenire ma anche non avvenire. In pratica si arriva alla comprensione intellettuale che non esiste altro che la Coscienza, e non esiste un autore individuale delle azioni. Ma se questa comprensione è totale grazie ad una intuizione nel cuore, dipende soltanto dal volere di Dio.

Madhukar ─ Intendi dire che, a un certo punto, il ricercatore comprende di non potere influenzare in alcun modo l’esito della propria ricerca?

Ramesh ─ Certamente! Il successo della ricerca dipende esclusivamente dalla Volontà di Dio, e dal destino dell’organismo corpo-mente. ‘Nessuno’ diventa illuminato; l’illuminazione avviene in un organismo corpo-mente, grazie alla totale comprensione intuita nel cuore che esiste soltanto la Coscienza.

Madhukar ─ Allora il ricercatore dovrebbe sapere quando si avvicina al traguardo? Esistono segni o sintomi grazie ai quali possiamo capire che stiamo per giungere la termine del nostro cammino?

Ramesh ─ È una buona domanda. Vi è un penultimo stadio, che precede la realizzazione finale. Se mi chiedi quali sono i segni di essere vicini o sulla soglia dell’illuminazione, io ti rispondo che è lo stadio in cui, con distacco da qualsiasi esito, uno si domanda: “L’illuminazione? Che importanza ha? Non ha alcuna importanza”. A questo punto l’illuminazione può avvenire in qualsiasi momento.

Madhukar ─ Come si fa a sapere che siamo prossimi a tale stadio, che precede di poco l’illuminazione?

Ramesh ─ Saprai di essere sulla strada giusta se, nella vita di tutti i giorni, ti scoprirai più tollerante nei confronti delle azioni degli altri. In effetti, se non esistono azioni ‘tue’, come puoi condannare le azioni degli altri? In tal modo la vita si semplifica, perché diventa priva di orgoglio, di giudizio, odio e invidia. Raggiunta questo stadio, saprai che la tua comprensione dell’insegnamento è andata più in profondità.

Dal libro: "Pace e Armonia nella Vita Quotidiana" di Ramesh S. Balsekar - Laris Edizioni

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Osho e l'Illuminazione
Di Sandro Flora
http://eccocosavedo.blogspot.it


Osho, qual è stata la prima cosa che hai fatto dopo esserti illuminato?

OSHO: Ho riso. Mi sono fatto una bella risata nel vedere la totale assurdità dei tentativi di illuminarsi. È davvero ridicolo, perché noi siamo nati illuminati ed è assolutamente assurdo sforzarsi tanto verso qualcosa che già siamo. Se già hai una cosa non la puoi raggiungere; solo le cose che non si hanno, quelle che non sono parti intrinseche del nostro essere, possono essere conseguite. Ma essere illuminati è parte della nostra natura. Per vite intere ho lottato, quello è stato il mio scopo per molte, molte vite. Ho fatto tutto ciò che era umanamente possibile per realizzare l’illuminazione, ma ho sempre fallito. Era inevitabile, perché l’illuminazione non può essere una conquista. È la nostra natura, come può essere conquistata? Non può essere motivo di ambizione. La mente è ambiziosa, ambisce il denaro, il potere, il prestigio. Poi un giorno, quando si stanca di tutte queste attività estroverse, comincia ad ambire l’illuminazione, la liberazione, il nirvana e dio. Ma si tratta della stessa ambizione che ritorna, solo l’oggetto è cambiato. Prima l’oggetto era all’esterno, ora è all’interno. Ma l’atteggiamento, l’approccio, non è cambiato: tu sei la stessa persona, sullo stesso percorso, con le stesse abitudini.

‘Il giorno in cui mi sono illuminato’ significa semplicemente il giorno in cui ho scoperto che non c’è nulla da raggiungere, non c’è nessun posto dove andare e non c’è nulla da fare. Noi siamo divini, siamo già perfetti, così come siamo. Non è necessario alcun miglioramento, assolutamente nessuno. Dio non ha mai creato nulla di imperfetto e se anche incontrate un uomo imperfetto, vedrete che la sua imperfezione è perfetta. Quando dico “Il giorno in cui ho conseguito l’illuminazione”, uso un linguaggio improprio, ma non esiste altra possibilità di espressione, perché il linguaggio è stato creato da noi. È composto da parole come ‘conseguimento’, ‘traguardo’, ‘miglioramento’, ‘progresso’ ed ‘evoluzione’. Il nostro linguaggio non è stato creato da persone illuminate; non avrebbero potuto farlo anche se lo avessero voluto, perché l’illuminazione accade in silenzio. Come si può tradurre quel silenzio in parole? Qualunque cosa si faccia, le parole distruggono qualcosa di quel silenzio.
Lao Tzu dice: “Nel momento in cui la verità viene espressa, diventa falsa.”
Non è possibile comunicare la verità. Si è costretti ad usare il linguaggio, non c’è altro modo per comunicare. Quindi si userà il linguaggio, sapendo che non è adeguato all’esperienza. Per cui dico ‘Il giorno in cui ho conseguito l’illuminazione’ ma in realtà non c’è alcun conseguimento, né c’è nulla di mio.

[A questo punto mentre Osho parla viene a mancare la corrente: tutto è buio e silenzio]

Ecco accade così! Dal nulla, all’improvviso il buio, all’improvviso la luce e non ci puoi fare nulla. Puoi solo osservare. Quel giorno ho riso per tutti i miei sforzi stupidi e ridicoli per conseguire l’illuminazione. Ho riso di me e ho riso dell’intera umanità, perché tutti cercano di raggiungere, di arrivare, di migliorare. A me accadde in uno stato di rilassamento totale e accade sempre in questo stato. Avevo provato di tutto e poi, vedendo l’inutilità dei miei sforzi, ho abbandonato ogni ricerca… ho lasciato perdere il mio progetto e me ne sono dimenticato. Tu mi chiedi, “Qual è stata la prima cosa che hai fatto dopo che ti sei illuminato?” Ho riso e da allora ho continuato a ridere. Non vi posso ridere in faccia, mentre vi racconto le barzellette, altrimenti le rovinerei, ma rido tramite voi.

FONTE

 

L'unica differenza fra un illuminato e un uomo comune è che il primo sa di essere un illuminato e il secondo non lo sa. (Hui Neng)
(http://blog.libero.it/Prajnaram/12458166.html)

 


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