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domenica 1 luglio 2012

Il passaggio dalla cruna dell’ago (Le Passeur) (05)

Publié le  par Le Passeur
Dal Traghettatore (Le Passeur).Arriviamo ai piedi di un limite che ci è stato indicato da molto tempo, e che non pensavamo più di vedere un giorno emergere dal fossato. Eppure ci siamo. Tutto è salito in energia al punto esatto in cui dovremo mettere in pratica tutti gli insegnamenti che hanno segnato in questa incarnazione la strada del risveglio. Non c’è giustificazione all’ansia, in realtà è il momento per il quale ci siamo preparati tutti da numerose vite, e ognuno di noi è esattamente  dove deve essere, tanto nel suo ambiente esterno che nel suo intimo. Tutto è giusto, tutto è al suo posto. Soltanto la mente si agita ancora e tenta un vano controllo incitando i suoi dubbi e le sue paure. Più che mai, bisogna identificare le sue espressioni e gettargli ogni tanto un secchio di acqua per calmare i suoi ardori.
Non conosco la cronologia degli eventi, ma in realtà l’orologio è senza importanza. Soltanto la propria connessione con l’Essere Supremo in noi può illuminare i nostri passi nella notte apparente. Il trambusto dei circuiti esterni ed interni della Terra, delle collettività di vite e dei sentimenti individuali,  è soltanto la tappa  indispensabile alla rimessa a zero che ho evocato in   «La voce, al di là del caos». È importante, non solo per noi stessi, mantenere il proprio equilibrio e la propria serena verticalità nelle zone che l’umanità sta per attraversare. Non c’è alcuna convenienza a contrattare in sé, ciò che è del dominio dell’accettabile o no, c’è soltanto la fede in sé, espressa nell’abbandono, detenuta nella piena misura di questa verticalità.  si trova sempre e in ogni tempo l’asse della nostra connessione con il cielo e con la terra.  si trova il nostro pieno potere su ogni cosa. Bisogna lasciare le manette, tutte le manette, liberarsi da tutte le interrogazioni, e soprattutto, soprattutto, non lasciarsi mai trascinare nella spirale delle paure collettive che sorgeranno con l’incomprensione, che si manifesterà inevitabilmente. Troppe persone hanno fatto la scelta deliberata dell’ignoranza, affinché le cose siano diverse, ma da un altro lato, molta gente si troverà catapultata brutalmente di fronte a una luce nuova. Saranno in grado di abbracciarla con maggior facilità se hanno l’esempio e dunque il riferimento, di esseri sereni intorno a loro.
Se esiste un tempo in cui bisogna dirsi «ok, adesso ci vado», è ora. Non è più tempo di piagnucolare su sé stesso, non è più tempo di sentirsi una vittima, né di cercare una mano caritatevole o un’ala protettiva come siamo stati tanto abituati nel gioco dell’ego. Siamo degli esseri potenti! Siamo in grado di creare partendo dal nulla, con  la padronanza delle nostre emozioni e della nostra intenzione, qualcosa di totalmente nuovo, in grado di polverizzare i vecchi schemi e di annientare senza lotta tutte le manifestazioni dell’ombra. In ogni modo, è quello che sta per accadere, protagonisti o meno.  E’ meglio dunque essere a misura delle nostre vere capacità. Ricordati che quando concedi potere ad altri, essi ne esercitano sempre su di te. La sottomissione ne è la ragione, la paura, la leva che  mantiene il livello. Immaginati che abusino di questa leva e, sapendo che la partita si mette male per loro, aumentino la pressione ancora di più. Ti lascerai coinvolgere nella spirale? Chi può decidere al posto tuo?
Sono convinto che la maggior parte della gente che sta dubitando di sé, troverà in modo naturale la giusta posizione da adottare. Perciò, l’abbandono alla fede per qualcosa di superiore in noi che tenga il controllo, rimarrà sempre l’ultima chiave, quella che apre l’ultima serratura delle nostre resistenze. Gli ego vociferanti e, più generalmente, quelli che non avranno voluto sollevare il tappeto per mantenere la casa pulita soffriranno, perché l’umiltà è l’unico corridoio che conduce a questa porta. Pazienza se mi ripeto, ma posso soltanto ridirlo, sperando che serva nei momenti di dubbio, ciò che ho scritto già nel Risveglio in Sé:
«L’umiltà è una potente luce nell’oscurità. E’ un Sole che vede il “piccolo” in questo mondo diventare “immenso” nell’altro»
Quando tutto sembra diventare complicato e  il discernimento viene a mancare, quando i dubbi risalgono e  la sete di controllo prosciuga di nuovo il palato, l’umiltà porta l’essere con dolcezza verso l’altare dell’abbandono, che è la soglia suprema dove investe la pienezza del suo abito di luce.
«L’abbandono è la nuca che si offre nuda al divino in sé. È la fede estrema, ed è la pienezza di una gioia serena e profonda»
Sulla via dell’abbandono, poco prima della grande chiarezza che dissiperà tutti i veli, ci sarà per ciascuno un istante, o un momento,in cui niente di quello che credevamo sembrerà esistere. Questo momento sarà l’unico in cui saremo soli  di fronte a noi-stessi, rappresenterà la morte di tutto, affinché rinasca l’essere luminoso fino ad ora velato. È qualcosa che appartiene ad ogni anima e di fronte alla quale deve passare da sola. Ho parlato di «reset»  nell’articolo citato più in alto, è soltanto un termine moderno per semplificare l’intensità di questo "passaggio" che in altri tempi, 2.000 anni fa, un essere a cui dobbiamo molto e la cui parola avrebbe dovuto rimanere al di fuori di ogni dogma religioso, ha incarnato sulla croce. La resurrezione, è l’essere risvegliato che si erge nella sua luce ritrovata. Posso soltanto intuire, attraverso l’emozione, il sublime Mistero che ha presieduto tutto ciò, ed avrei veramente molte difficoltà a decriptare al tempo stesso tutta l’alchimia simbolica ed incarnata che a portato questa estrema trasmutazione. Tutto ciò che posso dire, è che siamo alla fine delle nostre vie crucis, e che ci rimane da vivere il momento sacro in cui ognuno di noi morirà in sé per rinascere istantaneamente come è veramente. Qualunque sia la forma che prenda questa trasmutazione, le farfalle galattiche che nasceranno in quel momento dalla loro crisalide saranno libere ed unite. Mai più la separazione  sarà sulla loro via, non si sentiranno mai più dei bruchi solitari in sopravvivenza tra i predatori di un mondo ostile. Questi tempi sono finiti, ci avranno insegnato molto e  toccherà a noi trasmetterlo.
Ieri, quando in pace e compagnia di esseri cari, ho pensato che noi esseri umani siamo stati così a lungo il simbolo della separazione, ma stiamo per diventare anche qui su Gaïa, quello dell’armonizzazione fra tutti i regni viventi. Non solo integreremo perfettamente la nostra multidimensionalità raccolta in questo luogo ed in questo tempo, ma stiamo per (riprendendo il discorso di un’amica) «lucidare gli angoli». Il grande puzzle si unirà perché stiamo per illuminare lo spazio tra i pezzi e permettendo che s’incastrino nell’armonia. Forse delle specie che non hanno mai coabitato prima d’ora, si scoprirà sotto i nostri auspici. Penso che non siamo lontani da vivere una fiaba, e che è la nostra credenza in ciò che fu relegato col passare del tempo nel reparto delle leggende e delle mitologie, ad accelerare si o no il movimento. Delle forme di vita poco visibili finora nelle nostre sfere si avvicinano innegabilmente a noi. Sempre più persone tra di noi ne hanno avuto le prove ed è il segno ultimo che qualcosa di fondamentale sta veramente cambiando in seno all’umanità. Al di là delle apparenze ancora percepite, i presagi sono promettenti di orizzonti di una grande bellezza.
Tutto accade come previsto, le porte si aprono e quelli che lo desiderano e che avranno avuto il coraggio di svuotare la loro coppa, le supereranno facilmente. Gli altri dovranno  scuotersi ancora un po’, perché in questo regno, si entra nudi ed a cuore leggero, le braccia aperte come una coppa vuota pronta a riempirsi di “nugoli” promessi. La cruna dell’ago è fine, perché non c’è che il filo epurato della vita che possa passarci. Tutto ciò che si aggrappa a questo filo e l’appesantisce deve essere abbandonato per accedere alla propria luce, a questo istante benedetto in cui l'anima sola offrirà la sua nuca al divino che vive in lei. Non c’è posto per il mercanteggiamento in questo spazio, c’è soltanto la fede nella propria onnipotenza benevola. Solo questa ha il potere legittimo di inchinarci umilmente davanti a qualcosa di più grande ancora che è unicamente amore, e in cui non possiamo altro desiderare che abbandonarci.
Fraternamente,
© Il Traghettatore – 25.08.2011 – Tradotto da Angie & Stéphanie - Versione originale francese
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martedì 29 maggio 2012

Carlos Castaneda "Il Dialogo Interiore"


CARLOS CASTANEDA: «Per anni ho cercato veramente di vivere secondo i tuoi insegnamenti» dissi. «Evidentemente non l'ho fatto bene. Come posso fare meglio ora?»
DON JUAN: «Tu pensi e parli troppo. Devi smettere di parlare a te stesso.»
CARLOS CASTANEDA: «Cosa intendi dire?»
DON JUAN: «Parli troppo con te stesso. Non sei l'unico a farlo, tutti noi lo facciamo, portiamo avanti un discorso interiore. Pensaci. Quando sei da solo, cosa fai?»
CARLOS CASTANEDA: «Mi parlo.»
DON JUAN: «Di che cosa ti parli?»
CARLOS CASTANEDA: «Non lo so; di qualsiasi cosa, presumo.»
DON JUAN: «Te lo dirò io di cosa parliamo con noi stessi. Parliamo del nostro mondo, ed è proprio grazie a questo nostro dialogo interiore che lo preserviamo.»
CARLOS CASTANEDA: «Come facciamo?»
DON JUAN: «Ogni qualvolta parliamo di noi e del nostro mondo, il mondo rimane sempre come dovrebbe essere. Con questo nostro dialogo lo rinnoviamo, gli infondiamo vita, lo puntelliamo. Non solo: è mentre parliamo a noi stessi che scegliamo le nostre strade. Ripetiamo quindi le stesse scelte fino al giorno della morte, perché fino a quel giorno continuiamo a ripeterci le stesse cose. Un Guerriero è consapevole di questo atteggiamento e si sforza di fermare il suo dialogo interiore. Questa è l'ultima cosa che devi sapere se vuoi vivere come un Guerriero.»
CARLOS CASTANEDA: «Come posso smettere di parlare con me stesso?»
DON JUAN: «Innanzitutto devi usare le orecchie per togliere agli occhi una minima parte del loro fardello. Dal momento in cui siamo nati usiamo i nostri occhi per giudicare il mondo. Parliamo agli altri e a noi stessi principalmente di ciò che vediamo. Un Guerriero ne è consapevole e ascolta il mondo; ascolta i suoni del mondo.»
Misi via i miei appunti. Don Juan affermò ridendo che non intendeva spingermi a forzare il risultato, perché i suoni del mondo dovevano essere ascoltati in modo armonico e con grande pazienza.
DON JUAN: «Un Guerriero è consapevole che il mondo cambierà non appena smetterà di parlare con se stesso,» disse «e deve essere preparato a quel colpo formidabile.»
CARLOS CASTANEDA: «Cosa intendi dire, don Juan?»
DON JUAN: «Il mondo è questo e quello o è così e così solo perché ci diciamo che è nel modo in cui è. Se smettessimo di dire a noi stessi che il mondo è così e così, il mondo cesserebbe di essere così e così. In questo momento non penso che tu sia pronto per un colpo così importante, perciò devi iniziare lentamente a disfare il mondo. »
CARLOS CASTANEDA: «Veramente non ti capisco.»
DON JUAN: «Il tuo problema è che confondi il mondo con ciò che le persone fanno, e anche in questo non sei il solo: tutti noi ci sbagliamo. Le azioni che le persone compiono sono scudi contro le forze circostanti; ciò che facciamo in quanto individui ci conforta e ci fa sentire al sicuro; ciò che la gente fa è veramente molto importante, ma solo come scudo. Non impariamo mai che le cose che facciamo in quanto persone sono solo scudi e permettiamo che dominino e scuotano la nostra vita. In effetti, potrei affermare che per l'umanità quello che fa la gente è più grande e importante del mondo stesso.»
CARLOS CASTANEDA: «Cosa chiami mondo?»
DON JUAN: «Il mondo è tutto ciò che qui è racchiuso.» disse, e calpestò il suolo. «Vita, morte, persone, gli alleati e tutto quello che ci circonda. Il mondo è incomprensibile. Non lo capiremo mai e non penetreremo mai i suoi segreti. Dobbiamo di conseguenza prenderlo per quello che è: un mistero insondabile! Ma l'uomo comune non fa questo: il mondo non è mai un mistero per lui, e quando arriva alla vecchiaia è convinto che non ci sia più nulla per cui valga la pena di vivere. Un vecchio non ha esaurito il mondo, ha esaurito solo ciò che la gente fa, ma nella sua stupida confusione crede che il mondo non abbia più misteri per lui. Che prezzo infelice dobbiamo pagare per i nostri scudi! Un Guerriero è consapevole di questa confusione e impara a trattare le cose in modo appropriato. In nessuna circostanza ciò che gli esseri umani fanno può essere più importante del mondo. Un Guerriero, quindi, considera il mondo un mistero infinito e le azioni degli uomini un'infinita follia.»

 tratto da Libro "Una Realtà Separata"

Fonte: http://www.carloscastaneda.it/Libri-Castaneda/Citazioni-Una-realta-separata/1-Dialogo-Interiore.htm
Alkemica.net | Carlos Castaneda "Il Dialogo Interiore" - Il Blog di Alkemica 


giovedì 30 giugno 2011

Sorella Morte § Hereafter (film, 2011)

Ho voluto affrontare il tema della morte dal punto di vista umano e non religioso o filosofico... (da un'intervista a Clint Eastwood)

La congiura del silenzio
Il sottotitolo del film si riferisce alle resistenze, alle paure di parlare della morte.

La cognizione del dolore.
L'ultimo tabù: la morte. La morte può esser conosciuta (una giornalista scampata allo tsunami), subita (un ragazzino che ha perso il fratello), provata (un operaio sensitivo), eppure essere sempre vista come qualcosa di misterioso. E' capace di provocare un devastante dolore che che trova tutti, comunque, impreparati. (Erica Arosio)

Traduzione: HEREAFTER = (letterale: quidopo) = Aldilà 

Schede del Film:
- http://it.wikipedia.org/wiki/Hereafter
- http://www.comingsoon.it/Film/Scheda/Trama/?key=47871&film=Hereafter
- http://www.mymovies.it/film/2010/hereafter/

Sintesi della critica su
:
- http://cinema.ilsole24ore.com/film/hereafter/

Commenti vari:
- http://trovacinema.repubblica.it/film/pubblico/hereafter/394819

Opinioni:
"Un aldilà onirico, non metafisico. Incuriosisce, non interessa. Tanto meno un cattolico."
(Fernando Camon, L'Avvenire dell'11/01/2011)

Certo che i cattolici pretendono di avere l'esclusiva sulle concezioni dell'aldilà! Guai ad avere un'opinione diversa! Guai voler indagare, in modo "non-religioso" su qualcosa che ci riguarda tutti! Si risponde con il distacco della superiorità e lo snobismo di chi è convinto di possedere la verità assoluta.
Però non usiamo toni saccenti che evocano la storia di Galileo! Ma se la morte è un atto di fede religiosa, si abbia la compiacenza di rispettare chi indaga un fenomeno ancora avvolto nel mistero e che comunque cerca di dimostrare che "qualcosa" permane dopo la morte del corpo. Se questo è ovvio per i cattolici (che giustamente non si preoccupano di dimostralo) ma non lo è per molti altri e quindi, per questi, il film, in fondo, è un messaggio di speranza che, credo, sia condivisibile anche dai cattolici. (M.R.)

"Con i morti non si parla. Non c’è modo. Né oggi, né domani e mi sento di affermare che non si farà neanche tra 1000 anni."
( www.albertoschiariti.net/pensoscrivo/hereafter)

Queste sono le certezze assolute e definitive di chi si dichiara scettico e ateo e preferisce sempre vedere il Clint Eastwood di "Per un pugno di dollari" .

Film simili:
- Ghost
- Il sesto senso
- Aldilà dei sogni
- Amabili resti
- Always (Per sempre)

- Dragon fly - Il segno della libellula
- Linea_mortale

Link di approfondimento:
- Morte
- Esperienze_ai_confini_della_morte
- Coscienza
- esperienze-di-premorte-Enrico-facco.

 

 


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