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martedì 15 settembre 2015

La Compagnia degli Erranti: Dov'è la crisi?




La crisi non è nella politica, non è nei governi, che siano totalitari o cosiddetti democratici; la crisi non è nemmeno tra gli scienziati o nelle rispettabili e affermate religioni. La crisi è nelle nostre coscienze, che significa nella nostra mente, nei nostri cuori, nei nostri comportamenti e nelle nostre relazioni. E questa crisi non può essere capita nella sua interezza, e forse non può essere affrontata totalmente, fin quando non comprendiamo la natura e la struttura della coscienza, che è tenuta assieme dal pensiero.

In questo modo noi stiamo conoscendo o osservando i nostri stati mentali: qui è dove comincia la vera educazione, l’auto-educazione. Abbiamo sempre imparato molto dagli altri su noi stessi, siamo sempre alla ricerca di qualcuno che ci guidi, non solo nel mondo esterno, ma soprattutto a livello psicologico, interiormente. Non appena si verifica un problema, un disturbo, corriamo appresso a qualcuno che ci aiuterà a fare chiarezza.

Siamo assuefatti alle istituzioni e alle organizzazioni, nella speranza che risolvano i nostri problemi, o che facciano chiarezza nelle nostre menti. In questo modo noi dipendiamo sempre da qualcuno e questa dipendenza, inevitabilmente, genererà corruzione. Quindi, eccoci qua, senza dipendere da nessuno, neanche da chi sta parlando adesso, anzi, in modo particolare da chi vi sta parlando, perché non c’è alcuna intenzione di convincervi a pensare in una direzione piuttosto che un’altra o di stimolarvi con parole o teorie curiose.

Piuttosto, osservate ciò che accade nel mondo, e tutta la confusione interiore, e, nell’osservare, non formulate alcuna astrazione, non trasformate ciò che osservate in un’idea. Per favore, dobbiamo essere molto chiari su questo punto. Quando osserviamo un albero, la parola albero è un’astrazione, non è l’albero: spero che questo sia chiaro. La parola, la spiegazione, la descrizione, non è la realtà della cosa, non è “ciò che è”.

Perciò dobbiamo essere chiari fin dall’inizio in proposito. Quando siamo immersi nell’osservazione di ciò che accade nel mondo e nelle profondità della nostra coscienza, quell’osservazione può rimanere pura, diretta, chiara senza astrazione alcuna, senza che l’oggetto dell’osservazione venga trasformato in un’idea. Molti di noi vivono con le idee, che non sono fatti.

Allora le idee diventano molto importanti, più importanti del reale. I filosofi usano le idee in vari modi, ma noi non ci stiamo occupando di idee. Noi siamo solamente interessati all’osservazione di ciò che sta accadendo nella realtà, effettivamente, non teoricamente, senza dipendere da particolari modelli del pensiero, ma intenti a osservare ciò che è; e nell’osservazione di ciò che è, fare grande chiarezza. L’astrazione di ciò che è, la sua trasformazione in un’idea, non può che generare altra confusione.

Come abbiamo già detto, la crisi è nella nostra coscienza, e questa coscienza è il terreno comune a tutta l’umanità, non si tratta di una particolare coscienza, non è la tua o la mia coscienza, è la coscienza dell’uomo, dell’essere umano, perché, ovunque voi andiate, in Estremo Oriente, in Medio Oriente, in Occidente, in tutto il mondo gli esseri umani soffrono, provano dolore, vivono nell’incertezza, nella solitudine, nella disperazione, catturati da concetti religiosi più o meno bizzarri che non hanno alcun significato nella realtà. Quindi, questo è il terreno comune all’umanità.

Vi prego di percepire questo punto con chiarezza. Non si tratta della vostra coscienza, è la coscienza di tutta l’umanità che è sottoposta a sofferenza, conflitto, miseria, che vuole identificarsi con qualcosa, con la nazione, con un simbolo religioso o con un concetto. Per favore afferrate il significato di questa realtà. È di grande importanza comprendere perché ci siamo separati dal resto, percependoci
come individui, cosa che in realtà non siamo.

Noi siamo il risultato di milioni di anni e siamo stati incoraggiati ad accettare l’idea dell’individuo. Ma quando osservate da vicino, voi non siete degli individui, psicologicamente siete come il resto dell’umanità. Questa è una cosa molto difficile da percepire, in quanto la grande maggioranza di noi è attaccata all’idea, a questa idea che siamo tutti individui separati con le nostre ambizioni personali, con la nostra ingordigia, con l’invidia, la sofferenza, la solitudine.

Ma quando osservate, vi rendete conto che è ciò che capita a ognuno di noi, e il concetto di individuo ci rende ancora più egoisti, egocentrati, nevrotici e competitivi: e la competizione sta distruggendo l’uomo. Dunque, il mondo siete voi e voi siete il mondo. Se realmente lo comprenderete, proverete una sensazione meravigliosa, in essa c’è una grande vitalità e percezione, una immensa bellezza.

Non mi riferisco alla bellezza di una pittura, di un poema o di un piacevole volto. Noi siamo il mondo e quel mondo è voi, è me. In questa parte di mondo la libertà è usata in modo improprio, come nel resto del mondo, d’altronde, perché ognuno di noi vuole raggiungere, vuole essere, vuole divenire. Di conseguenza il contenuto della nostra coscienza risulta essere un costante sforzo, una battaglia continua per essere, per diventare, aver successo, ottenere potere, posizione sociale, status; e questo potete raggiungerlo solo se avete denaro, talento o capacità in una particolare direzione.

Quindi, capacità, talento, tutto ciò incoraggia l’individualità; ma se guardate con attenzione, quell’individualità è costruita dal pensiero. Quindi, osservando tutto ciò, si capisce che la crisi è nella natura stessa del pensiero. Il mondo esterno e quello interiore sono messi assieme dal pensiero. Il pensiero è un processo materiale; il pensiero ha costruito la bomba atomica, le navicelle spaziali, il computer, il robot, e tutti i vari strumenti di guerra.

Il pensiero ha anche costruito meravigliose cattedrali e chiese, e tutto ciò che esse contengono. Allo stesso tempo non c’è nulla di sacro nel movimento del pensiero. Ciò che il pensiero ha generato come simbolo che voi venerate, non è sacro, è semplicemente messo lì dal pensiero. I rituali, tutte le divisioni religiose e nazionali, sono tutti risultato del pensiero.

Per favore pensateci con molta attenzione, non stiamo cercando di persuadere nessuno, né di condannare o di incoraggiare, stiamo solo osservando: questo è un fatto, una realtà. Quindi, la crisi è nella natura stessa del pensiero, e, come abbiamo detto, il pensiero è il risultato delle origini dei sensi, delle risposte sensoriali, delle esperienze, dell’incontro con qualcosa che viene registrato come conoscenza, come memoria, e da quella memoria sorge il pensiero.

Questo è il processo e la natura del pensiero, è stato così per innumerevoli anni. Tutte le culture, dall’antico Egitto e da prima ancora, sono basate sul pensiero, e il pensiero ha creato questa confusione esterna e interiore. Per favore, osservatelo da voi stessi, non ve lo sto insegnando io, non sto dando spiegazioni, chi parla sta solo trovando le parole per comunicare ciò che ha osservato. Noi, assieme, stiamo osservando la natura e la struttura del pensiero.

Cioè reazioni sensoriali, quando vi imbattete in qualcosa che è definibile come esperienza, quella stessa esperienza viene registrata come conoscenza, e quella conoscenza diventa memoria, e quella memoria agisce in forma di pensiero. Quindi da quell’azione voi imparate di più, accumulate più conoscenza. Così l’uomo ha vissuto per milioni di anni in questo processo: esperienza, conoscenza, memoria, pensiero, azione, in questa sequenza. Mi chiedo se ciò è chiaro.

La nostra crisi, quindi, è nella natura stessa del pensiero. Voi direte: “Come possiamo agire senza conoscenza, senza pensiero?”. Non è questo il punto. Prima di tutto osservate la natura del pensiero, con molta chiarezza; senza alcun pregiudizio, senza alcuna direzione preposta, e vedrete che è come ho detto. Il nostro cervello, che vive in questo cerchio fatto d’esperienza, di conoscenza, di azione, memoria, d’ulteriore conoscenza, ha problemi perché la conoscenza è sempre limitata.

In questo modo il nostro cervello è addestrato per risolvere problemi; si tratta di un cervello-risolvi-problemi, non è mai libero da problemi. Spero che capirete la differenza. Il nostro cervello è stato addestrato per risolvere problemi sia nel mondo
scientifico che in quello psicologico, nel mondo delle relazioni.

Sorgono i problemi, e noi cerchiamo di risolverli, la soluzione è sempre cercata nel campo della conoscenza. Come abbiamo detto, la conoscenza è sempre incompleta, questo è un fatto. Si tratta di un punto molto importante da osservare, con sensibile consapevolezza: quella conoscenza in nessuna circostanza sarà mai completa. Guardiamo a qualcosa di diverso, per esempio: che cos’è la bellezza?

Perché c’è così poca bellezza nel mondo? Fatta eccezione per la natura, per le colline, i boschi, i fiumi, gli uccelli e le cose della terra, per quale motivo c’è così poca bellezza nelle nostre vite? Andiamo al museo ad ammirare pitture, sculture e le opere straordinarie che l’uomo ha creato, poemi, letterature, architetture meravigliose; ma quando guardiamo al nostro interno troviamo così poca bellezza.

Desideriamo bei volti, vogliamo dipingerli, ma nel profondo, (stiamo di nuovo osservando, non negando o accettando), troviamo così poco senso della bellezza, della quiete, della dignità. Perché? Perché l’uomo è diventato questo?

Per quale motivo gli esseri umani, che sono così brillanti, eruditi in tutti i campi, che vanno sulla luna a piantarci un pezzo di stoffa, che creano macchine straordinarie, perché tutti noi siamo diventati quello che siamo: volgari, chiassosi, mediocri, pieni di vanità per le nostre piccole carriere, arroganti nelle nostre piccole conoscenze. Perché? Che cosa è accaduto all’umanità? Che cosa vi è accaduto? E questa, credo, è la crisi. E noi la evitiamo, non vogliamo osservarci con chiarezza.

L’auto-educazione è l’inizio della saggezza, non quella dei libri, o che risiede in qualcun altro, ma quella che ci fa comprendere le nostre attività egoiste, meschine, distorte, che proseguono giorno dopo giorno, giorno dopo giorno. La crisi è nei nostri cuori, nelle nostre menti, nel nostro cervello. E così come la conoscenza è sempre limitata, e noi siamo sempre attivi in quel contesto, ci troviamo in eterno conflitto. Questo deve essere compreso con grande chiarezza.” (Jiddu Krishnamurti, 3 maggio 1981)

venerdì 21 dicembre 2012

SOLSTIZIO D’INVERNO 2012








Il  Solstizio d’Inverno di quest’anno ricopre una importanza molto particolare nel contesto della nostra vita. Segna il concepimento di un nuovo ciclo storico e l’inizio della risalita, dove le energie invertono il loro corso e passano dalla Decadenza all'Ascendenza, verso la nascita di una Nuova Era. Quest’anno, poi, questo inizio coincide con la settimana del Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo, che va dal 21 al 28 dicembre e che porterà nuove energie spirituali sul pianeta. Quando coincide con il Plenilunio, come quest’anno, esse sono ancora più potenti.
Ogni concepimento è dato dall'immissione del seme in un terreno appositamente preparato e fertilizzato, cosa che faremo concretamente più tardi. Questo profondo simbolismo è stato rappresentato nelle Scritture dalla nascita di un Salvatore da una Vergine.

Per far sì che questa nascita dia vita ad un «figlio» evoluto dobbiamo però operare il concepimento in modo consapevole e con una chiara intenzione circa il figlio che vogliamo dare alla Luce.

Tutte le Sacre Scritture annunciano che l’Età dell’Acquario sarà un’Era straordinaria: la qualità della vita umana cambierà radicalmente, l’esistenza dell’Anima sarà dimostrata scientificamente, la paura della morte scomparirà perché gli uomini vedranno in modo chiaroveggente che la vita continua anche dopo l’abbandono del corpo fisico, l’esistenza dei Maestri e dei Deva sarà riconosciuta pubblicamente e le Leggi Universali saranno studiate e rispettate. Bene, ci aspetta un bel futuro! Prima di arrivarci dobbiamo, però, fare alcuni passi preliminari:
  1. Dobbiamo attuare il concepimento dopo avere creato un Progetto, una forma-pensiero chiara e precisa di ciò che vogliamo. Questo nel silenzio e nella concentrazione.
  2. Dobbiamo curare e nutrire questo seme per almeno 12 anni.
  3. Dobbiamo passare le doglie della nascita, che proprio per la disparità di vibrazioni fra la madre, ancora materiale, e il nascituro, molto più spirituale, non saranno facili e, anzi, assai dolorose. La madre, però, non le accetta forse di buon grado e con grande gioia, sapendo che questo dolore sarà presto dimenticato e ricompensato dalla nascita del figlio?
Se vogliamo far nascere un figlio evoluto e spirituale per prima cosa dobbiamo modificare radicalmente la visione della nostra vita. Noi, oggi, siamo talmente presi dagli automatismi quotidiani che non ci domandiamo se la vita che stiamo conducendo possa essere diversa oppure no. «Questa è la vita» diciamo.
No, questa non è la vita, questa è la «decadenza» della vita, è uno stato di crisi e di malattia dal quale dobbiamo uscire guarendo. Purtroppo ogni grande cambiamento, noi lo sappiamo bene, passa sempre attraverso una crisi, semplicemente perché la personalità umana  fa resistenza e vive i cambiamenti come una minaccia. Come in piccolo così anche in grande.

O
gni nuovo inizio segna sempre una nuova espansione di Coscienza, prodotta da uno Sforzo e da una Disciplina che portano ad una Crisi, che ha il compito di operare un ulteriore distacco dal dominio della personalità e dal suo materialismo. Essa è necessaria perché segna la fine di un comportamento e l’inizio di esperienze di vita nuove.

O
gni inizio comincia con l’apertura e il passaggio di una porta, cioè di un ostacolo che si pone fra l’uomo e la meta prefissata dal Piano evolutivo. Per aprire questa Porta è necessario operare una svolta nella vita, iniziando un cammino diverso dal precedente, semplicemente perché la nuova vibrazione della Coscienza produce un attrito con il vecchio comportamento.
Noi sappiamo anche che da ogni crisi e da ogni malattia si esce trovando e modificando le cause che le hanno prodotte. Ora, credo che tutti siamo d’accordo nel riconoscere che le cause sono assai facili da individuare e il loro nome è Materialismo, Ateismo e Relativismo Etico, che hanno portato con sé violenza, terrorismo, odio, lotta, antagonismo individuale e sociale, affarismo economico, divinazione del denaro, droga, libertà sessuale, distruzione del matrimonio e della famiglia, edonismo, irresponsabilità adolescenziale ed esaltazione del ribelle e del fuorilegge.

O
ggi, osservando i prodotti culturali espressi da questo materialismo, attraverso i film, la TV e i giornali, siamo portati a credere che rubare, uccidere, prendersi a botte, il sesso erotico, la pornografia, la prostituzione e la volgarità siamo comportamenti normali. Viviamo in un mondo inquinato, tanto che sempre più spesso bisogna vietare la circolazione delle auto in città, ma è ormai diventata norma di vita. Abbiamo fabbriche che inquinano e uccidono, però bisogna far lavorare gli operai e, quindi, invece di risolvere alla radice il problema si preferisce seguire la norma.

L
a confusione etica ed esistenziale in cui ci troviamo è rappresentata molto bene da questo periodo dell’anno, dove le città e le case sono state addobbate da luci scintillanti. Miliardi di persone in tutto il mondo decorano con luci le loro case, riempiono pini e abeti con nastri e palline luccicanti. La luce sfolgora ovunque attorno a noi. È, indubbiamente, uno spettacolo affascinante e positivo che ha un simbolismo reale: l’apparizione della luce!
Noi sappiamo che l’energia è neutra e che può essere utilizzata sia in senso evolutivo che involutivo. Cosa ne facciamo di questa luce? La usiamo per scopi materiali, cioè per convincere le persone a comprare oggetti, oppure la colleghiamo al suo vero significato interiore: la nascita del Cristo, ossia l’apparizione della Luce dell’Amore nella vita umana? Il Cristo, incarnazione del Principio d’Amore, è una parola salvifica che rappresenta un livello evolutivo verso il quale tutti gli uomini devono tendere e al quale dovremo alla fine giungere.

I
l termine «Cristo» è un mantra che ha nella scala evolutiva un posto e una funzione precisi: quella di aprire il Cuore di ogni individuo aiutandolo ad «amare l’Amore». I valori cristiani e i termini «Cristo» e «Amore» hanno un significato fondamentale per lo sviluppo evolutivo della Coscienza umana, perché di fronte ad ogni crisi, difficoltà e tragedia della vita ognuno sa che per risolverle ha la possibilità di andare dentro di Sé e trovare quel Principio d’Amore che sicuramente lo aiuterà a comprendere e a risolvere ogni problema. Se si negano questi valori, come sta facendo la cultura attuale, sarà praticamente impossibile uscire dalla crisi in cui ci troviamo.

I
l significato profondo del Solstizio d’Inverno e del Natale è proprio questo, e lo troviamo inscritto nell'etimologia della parola inglese Christmas, che significa «formare o fare nascere il Cristo in sé… diventare un Cristo».
Al Solstizio d’Inverno la luce del Principio Cristico si incarna nella materia e si offre agli uomini in uno straordinario rituale che viene presentato ogni anno. La nascita del Cristo rappresenta, a livello simbolico, l’archetipo universale della nascita della Coscienza Spirituale all’interno di ogni individuo. È la presentazione ciclica di un modello al quale ogni uomo può attingere nel suo lungo cammino di Ritorno verso la Casa del Padre. Se non lo fa, il Solstizio d’Inverno e il Natale diventano un avvenimento vuoto e senza senso se non dal punto di vista del mangiare, del bere e del divertirsi. Come diceva un Saggio:
«Anche se il Cristo si incarnasse mille volte ma non in te, la tua vita sarà persa».
Il Solstizio d’Inverno e il Natale sono, quindi, il momento in cui occorre piantare il seme del Principio Cristico in noi stessi e nella società in cui viviamo.

C
osa vuol dire, però, «far nascere il Cristo e il Principio Cristico dentro di sé?» Significa elevare la propria vibrazione e costruire una Coscienza che sia basata su valori etici e spirituali. Significa comprendere che l’Amore non è solo un aspetto emotivo e sentimentale ma, soprattutto, è un aiuto di educazione per aiutare gli uomini ad evolvere, ad uscire dallo stato materiale in cui si trovano per costruire una Coscienza Causale, cioè Etica e Spirituale. Non basta, quindi, solo il Cuore, bisogna aggiungere anche l’Intelligenza della Mente, coordinate dalla Volontà di Bene.

S
appiamo tutti che il momento in cui viviamo non è facile. Non possiamo migliorarlo da soli, con le sole forze della personalità e, di sicuro, non con la paura di immaginarie catastrofi di vecchi calendari. Abbiamo bisogno dell’aiuto di chi da millenni è in attesa della richiesta e dell’offerta di cooperazione fatta dagli uomini nei loro confronti. Stasera il Cristo, i Maestri e gli Angeli Solari stanno in silente attesa, pronti alla chiamata di chi si vuole aprire al Principio Cristico e offrirlo all’umanità dolente, dopo averlo fissato dentro di Sé.

S
iamo pronti a farlo?



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domenica 13 maggio 2012

Crisi





"Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose.

La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall'angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. E' nella crisi che sorge l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere 'superato'.

Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi, è la crisi dell'incompetenza. L' inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c'è merito. E' nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro. Finiamola una volta per tutte con l'unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla."

Albert Einstein

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