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domenica 13 novembre 2016

Come si misura la coscienza di Giulio Tononi

http://mobile.ilsole24ore.com/solemobile/main/art/cultura/2016-11-13/come-si-misura-coscienza-122332.shtml?uuid=ADzJ0dqB

sabato 19 settembre 2015

Adesso...



Nella vita non conta tanto quello che hai fatto 
quanto ciò che fai adesso... 
non conta tanto chi sei stato 
quanto chi sei adesso...
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lunedì 2 luglio 2012

Strumenti di crescita: "Osservazione"

 

Care amiche ed amici il compito della 1° settimana di luglio sotto il segno di Cancer riguarda la: "Osservazione".

 
Iniziando il lavoro di ripulitura dei corpi di manifestazione per renderli la "casa luminosa" dell'Anima che vi dimora, come il segno di Cancer afferma, poniamo la nostra attenzione sul primo strumento che permette di realizzare l'opera: l'osservazione. Senza osservazione non ci possiamo accorgere degli attaccamenti e illusioni a cui siamo soggetti.
 
Patanjali nel 17° sutra fa riferimento al riconoscimento della quadruplice natura di tutte le forme e quindi anche di noi esseri umani.
Egli afferma che un "oggetto" consta di forma, qualità, scopo ed anima. A noi saperle riconoscere attraverso l'esame formale, la discriminazione qualitativa, l'ispirazione che svela lo scopo e l'identificazione con la sua essenza o Anima.
In questo modo l'oggetto della nostra osservazione ci conduce dal particolare all'universale, riconciliando ed allineando la nostra coscienza con il principio divino.
Dunque l'osservazione, se condotta nel modo corretto, conduce l'osservatore dall'effetto della forma in manifestazione alla causa o principio che l'ha generata.
 
Esercitiamoci ad osservate un oggetto, esaminandone la forma per poi scomporla in figure geometriche (triangoli. poligoni, cerchi, ellissi...). In questo modo cogliamo le linee o vettori di forza che interagiscono e vitalizzano l'oggetto medesimo.
Passiamo poi a domandarci quali qualità esprima: durezza, morbidezza, forza, fragilità, ecc...; ascoltiamo anche i sentimenti o le emozioni e i ricordi che può evocare; quindi riconosciamone lo scopo principale, cioè a che cosa serve. Andiamo a ritroso nel tempo immaginando il momento in cui, per quella specifica funzione, un essere umano lo ha pensato, progettato e realizzato.
 
Per rivelarne l'anima dobbiamo porci in ascolto interiore e chiedere alla nostra essenza di entrare in contatto con l'essenza dell'oggetto. Sentiamoci l'oggetto stesso. A quel punto, se l'aspirazione è sincera, qualche cosa succede dentro di noi. Difficile descriverlo poiché è soggettivo; tuttavia, se viviamo una percezione di espansione totale, e si palesa un senso di comprensione profonda per la vita e la manifestazione dell'essere, è probabile che abbiamo raggiunto la giusta connessione.
 
Dall'oggetto ai sentimenti la procedura è la medesima. Entriamo in osservazione di ciò che le emozioni risvegliano nella nostra memoria profonda. Allo stesso modo possiamo osservare gli altri, senza giudicarli, bensì, cogliendo, attraverso i loro gesti, parole e pensieri, quale sentimento e soprattutto quale intento li animi.
 
Il pensiero seme è:
"Ogni forma è manifesta per svelare lo spirito che la vivifica".
Buon lavoro
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Posted in

 

venerdì 9 settembre 2011

Futurama § I TRE MONDI - Passato Presente Futuro

[Fonte]
(Video associato: “Consapevolezza dell’Essere” (parte 2^) – Eckhart Tolle)

Il mondo del paradiso, il mondo terrestre ed il mondo dell’infernoi tre mondi – scompaiono tutti dalla persona che conosce come trascendere la polarità. Il passato, il presente e il futuro sono i tre mondi
Il passato è l’inferno perché è morto, è fatto di fantasmi: fantasmi che vi seguono.
Il presente è la Terra, la fattività, l’azione, ciò che è giusto qui e ora.
Il futuro è il paradiso: le speranze, le aspirazioni, i desideri, gli aneliti. Questi sono i tre mondi e in essi dovete muovervi in continuazione: fate la spola all’indietro e in avanti. Dal passato saltate nel futuro e viceversa, continuamente.
Il presente è così minuscolo, al punto che non ne siete molto consapevoli. È costretto tra il passato e il futuro, che invece sono vasti. Il presente è minimo, è un atomo di tempo, è tanto piccolo che non lo vedete neppure. Nell’istante in cui diventate consapevoli della sua presenza, è già passato.
Per vivere nel presente dovete essere molto attenti ed allora troverete la porta che conduce oltre il tempo. Non potete arrivarci attraverso il passato, perché il passato è vastissimo, infinito. Potreste addormentarvi in esso, procedere senza soste: non trovereste mai la sua fine.
Ecco perché affermo che la psicanalisi non vi potrà aiutare. Si addentra nel passato e continua a districarsi e scavare in esso; e lo fa a lungo, per anni, senza mai giungere ad una conclusione, fintantoché vi stancherete dello psicanalista e sarete tentati di sostituirlo… ricominciando da capo…
Vi dirò una cosa: prima o poi, la psicoanalisi scoprirà che la fine del tuo passato non è in questa vita (lo ha già fatto, tra gli altri, con:
Angelo Bona; Brian Weiss; Thorwald Dethlefsen; n.d.r.
).
Attraverso la psicoanalisi profonda s’incontra il fenomeno delle molte vite. Il cristianesimo, il giudaismo, l’Islam non ne sono consapevoli. Non hanno mai fatto (o riconosciuto n.d.r.) tentativi tanto ardui. Non hanno mai sperimentato (forse n.d.r.) la psicoanalisi. Freud fu il primo ebreo che la sperimentò e naturalmente i cristiani, gli ebrei e tutte le persone cosiddette religiose si scagliarono contro di lui. La paura era che, se la psicoanalisi fosse arrivata in profondità, prima o poi, l’idea hindu della reincarnazione sarebbe risultata giusta: uomo, animale, pianta, roccia. Milioni di vite in un percorso a ritroso che non ti condurrà da nessuna parte, se non alla pazzia.
La stessa cosa accade per il futuro. Dove potrai fermarti? Dove sta quel punto in cui dirai: “ora non guardo più in avanti?” In Oriente abbiamo tentato di fare anche questo, perché abbiamo lavorato al massimo sul concetto di tempo. Entrambi sono senza fine: la memoria non ha fine, l’immaginazione neppure.
Tra le due sta il momento presente, molto sottile, tanto sottile che puoi esserne consapevole solo se sei assolutamente vigile e attento; a quel punto si aprirà una soglia:

la porta dell’ETERNITA'. 

Attraverso quella porta la personalità trascende se stessa e raggiunge
l’ESSENZA...


Fonte: Osho – “I libri del fiore d’oro” © 2000 by News Services Corporation, Arona (NO). © 2007 RCS Libri S.p.A., Milano. Prima edizione Firme Oro Bompiani: novembre 2007 (ISBN 978-88-486-0341-6, pag. 101-103). © 1979 Osho International Foundation, CH8001, Zurigo, Svizzera.

sabato 25 giugno 2011

Paradossi e Sofismi § Esperienza di vita

Riportiamo questo brano tratto da: 91. Esperienza perché esprime l'aspetto paradossale del cammino spirituale.


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"Più passa il tempo e più ho la sensazione di aver fatto dei percorsi in tutte le direzioni, per poi tornare al punto di partenza. Una specie di 'figliol prodigo' che, dopo aver abbandonato la casa del padre, alla fine torna 'all'ovile' poiché si rende conto che il suo posto è il luogo da cui era partito!
Quando ero bambina avevo diverse sensazioni in merito alle persone, agli eventi, a quello che guardavo attraverso i miei occhi. Poi mi sono allontanata da queste sensazioni, per entrare nel 'mondo degli altri', dove bisogna pensare in un certo modo, essere in un altro, ecc. Non ho mai sposato realmente la modalità delle apparenze, e di fatto sono sempre rimasta un po' 'stravagante' agli occhi della gente (e della famiglia!) proprio per questo motivo... tuttavia una parte di me l'ha fatto ed è quella che, in un modo o nell'altro, ha giudicato la mia stessa essenza, perché era 'diversa' da come il mondo si aspettava che fosse.
Oggi sono cosciente di questa essenza e ho scelto di "tornare" a lei, attraverso la maggior verità possibile. E mi accorgo che questo percorso è un ritorno alla 'visione' di quando ero bambina, visione che mi faceva desiderare amore per ogni essere in terra e di costruire una vita piena di arte ed equilibrio.
Quando ero piccola, tuttavia, avevo bisogno dei genitori e degli altri, un bisogno che certamente mi metteva nella condizione di modellare i miei comportamenti per ottenere qualcosa in cambio. Era - come giusto è che sia! - un chiedere, un prendere, un cercare il genitore all'infuori di me. Avevo sì la 'visione' ma non avevo la coscienza né la forza per credere che fosse vera, perché tutto intorno a me mi diceva che era semplicemente 'sbagliata'.
Più cerco la verità di quello che sono, e più torno bambina, torno a quella visione. Questa volta, tuttavia, senza cercare 'genitori' esterni... perché la Forza è dentro, mai fuori. Torno a "casa", quindi, ma con la coscienza di farlo, apprezzando questa scelta, e toccando l'infinito racchiuso in ogni istante del viaggio.
L'esperienza è questo... è tornare bambini. Con la consapevolezza, però, che questo è uno stato magico davvero, l'unico che può nutrire il nostro potere creativo.

Paradossalmente, mi sembra l'unico modo di essere adulti.


giovedì 5 maggio 2011

Aforismi Diacronici (100)

100. Ci sono certi momenti in cui magari pensiamo di chiedere scusa, perdono a tutte le persone a cui, per un motivo o per un altro, abbiamo procurato della sofferenza.
Certo questa è una cosa buona e giusta ma.... non sarebbe meglio... (pausa)... non sarebbe meglio che chiedessimo scusa proprio a noi stessi? alla parte più elevata, alla nostra Essenza? che abbiamo dimenticato, che non abbiamo ascoltato  che non abbiamo seguito?
Perché, se avessimo ascoltato e seguito la nostra Essenza, probabilmente, adesso non sentiremo, né avremmo bisogno di chiedere scusa a nessuno, perché probabilmente, non ce ne sarebbe alcun bisogno.


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domenica 19 dicembre 2010

Desiderata § Nel silenzio l'Essenziale si esprime

 

DESIDERATA
di Max Erhmann

Nel silenzio l'Essenziale si esprime.

Passa tranquillamente tra il rumore e la fretta
e ricorda quanta pace può esserci nel silenzio.

Fai il possibile per mantenere buoni rapporti
con tutte le persone e tutto ciò che esiste nel creato.

Esprimi la tua verità con calma e chiarezza;
e ascolta gli altri, anche i noiosi e gli ignoranti,
perché anche loro hanno una storia da raccontare.

Evita le persone volgari ed aggressive,
esse opprimono il tuo spirito.

Se ti paragoni agli altri
corri il rischio di far crescere in te orgoglio e invidia,
perché ci saranno sempre, lungo il cammino della tua vita,
persone più in alto e più in basso di te.

Gioisci dei tuoi risultati, così come dei tuoi progetti.
Conserva l'interesse per il tuo lavoro per quanto umile sia;
perché questo è ciò che realmente possiedi
per cambiare le sorti del tempo.

Sii prudente nei tuoi affari, perché il mondo è pieno di tranelli.
Ma fa che questo non accechi la tua capacità di distinguere la virtù.
Molte sono le persone che lottano per grandi ideali
e dovunque la vita è piena di eroismo.

Sii te stesso.
Soprattutto non fingere negli affetti
e non essere cinico nei confronti dell'amore,
perché, a dispetto di tutte le aridità e le disillusioni,
esso è perenne, come l'erba.

Accetta benevolmente gli insegnamenti che derivano dagli anni, lasciando con serenità le cose della giovinezza.

Coltiva la forza dello spirito
per difenderti contro l'improvvisa sfortuna,
ma non tormentarti con l'immaginazione.

Molte paure nascono per far rifiorire il coraggio,
e la speranza può rivivere anche quando sembra perduta.
Pertanto non attaccarti alle sponde, non desiderare,
lascia invece venire ciò che viene ed andare ciò che va.

Soprattutto, sii in pace con te stesso.

Tu sei un figlio dell'universo,
non meno degli alberi e delle stelle.
Tu hai diritto di essere dove sei.
Che ti sia chiaro oppure no,
non vi è dubbio che l'universo ti accetta
e si sta schiudendo anche per te.
Perciò, sii in pace con Dio,
comunque tu lo concepisca,
e qualunque siano le tue lotte,
le tue aspirazioni ed i tuoi sogni infranti,
c
onserva la pace nella tua anima
pur nella rumorosa confusione della vita.

Fai tesoro del seme che ti è stato donato
e fai in modo che esso affondi le sue radici
nel suolo dei valori durevoli,
affinché tu possa innalzarti verso la vetta
del tuo più grande destino,
vivendo in questo mondo
ancora stupendo e meraviglioso.

 

Testo originale inglese:

Go placidly amid the noise and haste,
and remember what peace there may be in silence.

As far as possible without surrender
be on good terms with all persons.

Speak your truth quietly and clearly: and listen to others,
even the dull and ignorant; they too have their story.

Avoid loud and aggressive persons, they are vexatious to the spirit.

If you compare yourself with others, you may become vain and bitter;
for always there will be greater and lesser persons than yourself.

Enjoy your achievements as well as your plans.
Keep interested in your own career, however humble;
it is a real possession in the changing fortunes of time.

Exercise caution in your business affairs, because the world is full of trickery.
But let not this blind you to what virtue there is;
many people strive for high ideals and everywhere life is full of heroism.

Be yourself. Especially do not feign affection.
Neither be cynical about love;
for in the face of all aridity and disenchantment it is perennial as the grass.

Take kindly the counsel of the years,
gracefully surrendering the things of youth.

Nurture strength of spirit to shield you in sudden misfortune.
But do not distress yourself with imaginings.
Many fears are born of fatigue and loneliness.

Beyond a wholesome discipline, be gentle with yourself.

You are a child of the universe, no less than a tree and the stars;
you’ve a right to be here.
And whether or not it is clear to you,
no doubt the universe is unfolding as it should.
Therefore be at peace with God, whatever you conceive Him to be.
And whatever your labors and aspirations,
in the noisy confusion of life keep peace with your soul.

With all its shams, drudgery and broken dreams,
it is still a beautiful world.

Be careful.
Strive to be happy.


Versione italiana letterale:

Procedi con calma in mezzo al rumore e alla fretta
e ricorda quanta pace può esserci nel silenzio.

Per quanto ti è possibile, senza sottometterti,
sii sempre in buoni rapporti con tutte le persone.

Esprimi la tua verità con tranquillità e chiarezza: e ascolta gli altri,
anche gli ottusi e gli ignoranti; anch’essi hanno la loro storia.

Evita le persone rumorose ed aggressive,
esse opprimono lo spirito.

Se ti paragoni agli altri potresti diventare vanesio e amaro;
perché ci saranno sempre persone superiori o inferiori a te.

Goditi i tuoi risultati così come i tuoi progetti.
Conserva l’interesse per il tuo lavoro, per quanto umile sia;
è ciò che realmente possiedi nella mutevole sorte del tempo.

Sii prudente nei tuoi affari, perché il mondo è pieno di tranelli.
Ma ciò non accechi la tua capacità di distinguere la virtù;
molte persone lottano per grandi ideali e dovunque la vita è piena di eroismo.

Sii te stesso. Soprattutto non fingere negli affetti.
Non essere nemmeno cinico sull’amore;
perché, nonostante tutte le aridità e le disillusioni,
esso è perenne come l’erba.

Accetta benevolmente gli ammaestramenti che derivano dall’età
e lascia, con un sorriso sereno, le cose della giovinezza.

Coltiva la forza di spirito per fartene scudo contro l’improvvisa sfortuna.
Ma non tormentarti con l’immaginazione.
Molte paure nascono dalla stanchezza e dalla solitudine.

Al di là di una salutare disciplina, sii gentile con te stesso.
Tu sei figlio dell’universo, non meno degli alberi e delle stelle;
tu hai il diritto di essere qui.
E che ti sia chiaro o no,
non c’è dubbio che l’universo ti si sta schiudendo come deve.
Perciò sii in pace con Dio comunque tu lo concepisca.

E quali che siano le tue lotte e le tue aspirazioni,
pur nella rumorosa confusione della vita, conserva la pace dello spirito.

Con tutti i suoi inganni, le ingratitudini e i sogni infranti,
questo è pur sempre un mondo stupendo.

Stai attento.
Fai di tutto per essere felice.

 


Note:
- Desiderata è parola latina, neutro plurale. Significa “cose desiderate” o, come in questo caso, “voti augurali”.

Si dice che il brano intitolato «Desiderata» sia stato trovato nella vecchia chiesa di San Paolo a Baltimora e che sia datato 1692.
In realtà, intorno al 1959, il reverendo Frederick Kates, rettore della chiesa di St. Paul, a Baltimore, nel Maryland, incluse questo poema in una raccolta di materiale devozionale da lui preparata per la sua congregazione. In cima alla raccolta, c'era l'annotazione "Old St. Paul's Church, Baltimore, A.C. 1692", che è l'anno di fondazione della chiesa. Da qui l'equivoco.
Questa prosa lirica fu scritta intorno al 1920 da un poeta di Terre Haute, Indiana di nome Max Ehrmann (1872-1945) e venne registrata per i diritti d’autore alla Libreria del Congresso nel 1927. I diritti furono rinnovati dalla vedova, perciò lo scritto è ancora protetto dalla legge statunitense sul copyright.
Quindi, questo popolare scritto filosofico ha un autore e una data piuttosto recenti. Tuttavia ciò che dice resta senza tempo e conferisce al suo autore il diritto a una nicchia in quel pantheon poetico cui appartengono coloro che hanno, almeno una volta, percepito chiaramente la verità eterna.

La formattazione del testo, in stile poesia, è opera nostra.

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Fonti:
- http://www.youtube.com/user/apaschannel
- http://www.risveglio.net/aforismi/desiderata.html

AUGURI!

domenica 12 dicembre 2010

Sorella Morte § Il Risveglio spirituale come Morte.

Riportiamo un estratto da: Il-risveglio-della-kundalini-e-la-trasformazione-della-coscienza di rick-nurriesearns in cui il risveglio spirituale viene sperimentato come simile alla morte.

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Un paio di notti dopo rimasi alzato fino a tardi nel tentativo di organizzare il mio lavoro per la rivista, usando ogni briciola di energia per portare a termine il compito. Fu un momento molto difficile, visto che quella notte l’energia era particolarmente potente. Esausto, mi distesi a riposare; l’energia si amplificò al punto da assomigliare a una gigantesca onda marina pronta a sommergermi. Il fiotto mi stava avvolgendo così completamente che, qualunque cosa avessi fatto, non avrei potuto fermarlo. L’energia che si era sollevata sembrava che stesse quasi per annichilirmi e conclusi che stavo entrando nel processo della morte. Il risveglio della kundalini 2.jpgEssendo curioso di osservare la mia morte, decisi di rimanere aperto e consapevole, senza tirarmi indietro di fronte a ciò che stava per accadere. A quel punto mi arresi accettando totalmente e senza condizioni la mia morte.

L’onda di energia mi lavò trasformandomi in luce assoluta. Non mi portò nella luce, ma mi trasformò nella luce stessa. La parola “luce” rende solo in piccola parte ciò che “essa” è. “Essa” è molto di più che luce, è essenza, coscienza ed energia infinite, fuse insieme. In verità è oltre ogni pensiero e descrizione. C’era una coscienza lucida ma nessuno “io”, nessuno soggetto né oggetto. L’esperienza di essere “quello” era profondamente estatica.

La mia consapevolezza si ritirò e si librò, in senso figurato, al limite di “quello”. Vidi che il nulla e il vuoto circondavano l’essenza assoluta. Permisi alla mia consapevolezza di trasferirsi nuovamente in “quello”.

Quando la mia consapevolezza si ritirò di nuovo, divenni consapevole che anche al limite ultimo di questa essenza infinita non potevo trattenere completamente “quello” nella mia coscienza. Solamente essendo “quello” potevo afferrarlo completamente.

Di nuovo permisi alla consapevolezza di trasferirsi in “quello” e tentai di guardare più in profondità.
Ma lo sforzo di guardare più in profondità mi allontanò dall’essere “quello”. Abbandonai ogni sforzo e di nuovo mi unii più profondamente con “quello”.

Quando la mia consapevolezza emerse e tornai volontariamente all’autocoscienza della mia mente, cercai di non perdere la consapevolezza di “quello”. Sentii come se mi stessi ristabilendo sempre più profondamente nella pesantezza e nella “massa” della mia personalità egoica. Vidi come ciò che avevo identificato come Rick, con i suoi ricordi e le sue preferenze, era tutto basato su una falsa nozione e percezione del sé.

Provai disappunto nello sperimentare il peso della personalità. Ciò che Rick era stato sembrava senza valore, vuoto, insignificante e pesante. Mi sedetti e guardai l’orologio: erano passate quasi due ore.

Quella mattina fui in uno stato di meraviglia profonda. Sperimentare la coscienza senza soggetto né oggetto annullò il terreno e il fondamento dell’identità personale. Per colui che avevo pensato di essere, l’esperienza fu un terremoto sconvolgente. Vedere il sé personale come immaginario e privo di sostanza mi lasciò ammutolito e in uno stato di choc.

Mi sentivo completamente travolto e non riuscivo a occuparmi del lavoro. Il semplice essere vivo era una gioia intensa, immediata, estatica e incredibile. [...]

Per alcuni giorni dopo il risveglio, provai dolore per la morte di colui che ero stato, per la vita che era finita. Era come se soffrissi per la morte di un grande amico (me stesso). Questo dolore era anche piuttosto strano, in quanto allo stesso tempo mi sentivo pieno di gioia.

sabato 4 dicembre 2010

Mantra: Vita

VITA


Non c’è anima.

Non c’è tempo.

Non c’è spazio.

 

C’è solo Vita.

Una Vita.

Questa Vita sono Io.

 

La mia volontà,

per tutti i miei sé minori,

è che mi conoscano

nel loro nucleo centrale

quale essenza,

inizio e fine della loro esistenza.


È così, come Vita Una, io VIVO.


*


(B. Lyon, Iniziazione di gruppo, Istituto Cintamani, Roma 2006, pag. 38)


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