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giovedì 21 gennaio 2016

Ad Una Madre Ansiosa...



Puoi provare a concepire un figlio,
Ma non puoi sostituirti alle cellule.
Puoi partorirlo,
Ma non puoi respirare per lui.
Puoi attaccarlo al seno,
Ma non puoi costringerlo a nutrirsi.
Puoi tenerlo per mano
Ma non puoi camminare per lui.
Puoi amarlo,
Ma non puoi provare i sentimenti per lui.
Puoi aiutarlo,
Ma non puoi evitargli tutte le difficoltà.
Puoi incoraggiarlo,
Ma non puoi fare le esperienze per lui.
Puoi essergli sempre vicino,
Ma non puoi essere lui stesso.
Puoi aiutarlo a crescere,
Ma non puoi sostituirti al suo destino.
Puoi...
Ma...



.:. Resalvato

mercoledì 9 settembre 2015

A Roma spopolano gli orti urbani - Terra Nuova


A Roma spopolano gli orti urbani

"WhatZappa foundation", "St’Orto", "Orto in condotta", "Ortocircuito", "InsOrto al Pigneto" sono solo alcuni degli spazi verdi che si sono diffusi a macchia di leopardo su tutto il territorio, tanto che il Campidoglio ha deciso di creare un ufficio orti dedicato, per gestire le pratiche dei terreni coltivati dai cittadini. L’organizzazione dell’ufficio partirà da settembre, dopo che lo scorso 17 luglio è stata approvata una delibera per disciplinare i tanti terreni coltivati e assegnarne di nuovi a chi ne farà richiesta, su avviso pubblico.
Con il regolamento, si fa divieto esplicito di utilizzare sementi ogm e si premia l’agricoltura a basso impatto ambientale: avrà la priorità nell’assegnazione dei lotti chi vive in prossimità, del terreno, per promuovere una «produzione a chilometro zero». E, promette il Comune, nessuna forma di lucro sulle attività svolte: i prodotti raccolti non potranno essere messi in commercio.
Uno degli orti più conosciuti, soprattutto tra i più piccoli, nasce all’ombra del Cupolone, in pieno centro storico, dove proprio nessuno si aspetterebbe. Si trova all’interno della Fattorietta, fattoria didattica che con l’associazione culturale Passeggiata del Gelsomino ha creato con alcuni studenti delle scuole primarie L’Orto bimbo, progetto in cui i bambini hanno imparato a piantare, prendersi cura e raccogliere ortaggi.
Chilometro zero anche per il concime, niente prodotti chimici, lotta agli sprechi e utilizzo delle tecniche di rotazione e di agricoltura biodinamica sono le linee guida che i volontari insegnano a quelli che saranno gli adulti di domani. Non solo: la struttura ha in atto un progetto con associazioni che lavorano con pazienti malati psichiatrici e che utilizzano l’ortoterapia. Disciplina che punta a una riduzione dell’uso dei farmaci, grazie al lavoro sotto il coordinamento di terapeuti specializzati.
Gli effetti benefici della terapia si sperimentano negli Stati Uniti già dagli anni ’60. In Italia è agli albori, ma si sta espandendo. «Ho seguito casi di ragazzi schizofrenici che facevano due, tre accessi all’anno in ospedale a causa delle crisi. Lavorando con noi in un progetto di agricoltura sociale, in 9 mesi non hanno avuto nessun ricovero: nessuna ricaduta in quasi un anno», è la testimonianza di Paolo Rappa, della cooperativa Spazi Immensi, che nasce all’interno di una comunità di pazienti psichiatici.
«Lavorando in un contesto protetto, con persone selezionate - spiega l’operatore - tra soggetti svantaggiati scatta una condizione di mutuo aiuto, di condivisione del percorso. Il lavoro diventa la terapia. Ma soprattutto il lavoro li fa stancare. Per cui lavorando questi ragazzi la sera dormono perché sono stanchi, come tutti. Se si tengono in casa senza far niente per loro salta l’equilibrio giorno/notte».
«La natura è maestra e ci dà segnali e messaggi che noi, comuni mortali, non riusciamo a percepire», aggiunge. «Questi ragazzi all’interno della filiera si sentono parte integrante, hanno un ruolo da svolgere. In un laboratorio diverso, si sentono delle marionette, perché spesso i lavori di laboratori più tradizionali sono ripetitivi e dopo un anno i pazienti abbandonano. In questi laboratori a contatto con la natura - conclude l’operatore - i ragazzi si innamorano, non vogliono tornare a casa, perché si sentono parte del percorso».
di Beatrice Salvemini

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219 letture


martedì 8 settembre 2015

Moralità e bambini: il peso dei fattori biologici e ambientali


Risultati immagini per bambini che giocano



Secondo una nuova ricerca, svolta presso l’Università di Chicago da Jason M. Cowell e Jean Decety, già a partire dai 12 mesi di vita è possibile individuare le inclinazioni morali dei bambini.
No! Questo non si fa!… quante volte abbiamo detto ai più piccoli cosa è giusto e cosa è sbagliato? Parecchie, se il nostro intento è stato quello di educare i bambini a comportamenti rispettosi verso gli altri. Ma a quale età i bambini sono in grado di riconoscere il modo migliore di comportarsi con i propri simili e preferirlo a una condotta scorretta?
Secondo una nuova ricerca, svolta presso l’Università di Chicago da Jason M. Cowell e Jean Decety, già a partire dai 12 mesi di vita è possibile individuare le inclinazioni morali dei bambini.
In realtà numerose altre ricerche erano giunte alla conclusione che bambini molto piccoli sapessero già cosa sia giusto e cosa no, il merito che spetta alla ricerca di Cowell e Decety è però aver studiato il senso di moralità nei bambini prendendo in considerazione sia i fattori biologici che quelli ambientali.
 due ricercatori hanno infatti studiato, su un campione di bambini tra i 12 e i 24 mesi, il peso che diversi parametri hanno sulla valutazione socio-morale dei più piccoli. E’ stato così analizzato l’elettroencefalogramma (EEG) registrato in continuo e i suoi potenziali evento correlati (ERP- picchi di potenziale dell’attività elettrica neuronale che si ottengono in risposta ad uno stimolo) durante la visione di alcuni cartoon rappresentati scene di comportamenti prosociali e antisociali. Ma non è tutto: è stato misurato il tempo di fissazione dei più piccoli (indice di attenzione e interesse) su alcuni personaggi di scenette coinvolti in attività moralmente giuste o moralmente scorrette. Contemporaneamente, ai genitori è stata somministrata una batteria di test per indagare il loro atteggiamento morale.
Dall’analisi dei tracciati è emerso che vi sono differenti modelli di attività neurale coinvolti rispettivamente nella visione di cartoni animati con scene prosociali e nella visione di cartoni animati con scene antisociali. I ricercatori hanno poi presentato ai bambini delle situazioni analoghe con personaggi reali: cosa è emerso? i bambini con maggiore attività cerebrale in risposta al cartone con comportamenti prosociali, fissavano più a lungo l’attore ‘buono'; mentre i bambini con una maggiore attività cerebrale durante la visione del cartone animato antisociale, fissavano per più tempo l’attore ‘cattivo’. L’atteggiamento dei bambini nel preferire e mostrare più interesse verso l’uno o l’altro modo di comportarsi è stato poi messo in relazione ai risultati dei test dei genitori e…indovinate un po’…la preferenza dei bambini verso i comportamenti prosociali è risultata positivamente correlata all’atteggiamento morale dei genitori!
Per saperne di più sullo studio, come ad esempio quale sia il ruolo del temperamento, vi rimando alla lettura dell’articolo scientifico: nel frattempo, se dovete rimproverare vostro figlio o il vostro nipotino per un comportamento poco corretto, assicuratevi che oltre alla ramanzina segua anche un vostro buon esempio…il messaggio sarà sicuramente più efficace!

giovedì 15 novembre 2012

Il Buongiorno di Massimo Gramellini - C’era una volta

Il Buongiorno di Massimo Gramellini - C’era una volta:
Sonia Sotomayor, prima ispanica a diventare giudice della Corte Suprema, è andata nel più famoso programma americano della tv dei ragazzi per dire alle bambine: «Sognare di essere principesse è divertente, ma non è una carriera. Per quella vi serviranno studio e fatica». Eppure è sano che una bambina sogni di essere una principessa. Di solito continua a sognarlo anche da adulta, altrimenti non si spiegherebbe il successo di «Pretty woman» e «Cinquanta sfumature di grigio». Il problema nasce quando il naturale desiderio di una vita felice si trasforma nel suo gemello materialista, che fa coincidere la felicità con la ricchezza ottenuta senza fatica. Viene in mente la ragazza che alla festa dei diciott’anni mostrava alle amiche la borsa di lusso regalatale da papà e diceva: ora devo trovare un uomo che mi regali la prossima.
Prima di imputare ai ragazzi dei sogni sbagliati, mi chiederei chi glieli ha messi in testa, educandoli a desiderare una carriera da calciatori e veline invece che a inseguire i propri veri talenti. I responsabili sono molti e i giovani vengono all’ultimo posto. Prima ci sono i genitori che - anche per la scomparsa di una struttura familiare che li supporti - hanno delegato ai media l’educazione dei figli, cioè la gerarchia dei valori. Poi gli autori televisivi, che per bieca pigrizia hanno concimato l’etere di sogni fasulli. E infine la scuola, che nonostante l’eroico impegno di tanti insegnanti, fa una fatica tremenda a rendere i personaggi del passato competitivi con i divi platinati. Per fortuna c’è qualcosa che condiziona i giovani molto più profondamente dei modelli mediatici ed è l’esempio che diamo loro ogni giorno. Invece di fare la predica, sarebbe meglio concentrarsi su quello.
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sabato 9 giugno 2012

Buone Notizie! (012)

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BUONE NOTIZIE!
(N. 12)
SABATO 9 GIUGNO 2012 


MUSICA E GIOVANI - EVENTI
1 - L'orchestra dei bambini (Scozia-Venezuela) 
L’orchestra Big Noise è composta per intero da bambini che vivono nella tenuta di Raploch, in Scozia. Il 21 luglio si esibiranno, insieme ai “colleghi” della venezuelana Simon Bolivar Symphony, in un concerto open air. La performance dei bambini inaugurerà il London 2012 Festival, la più grande manifestazione mai ospitata dal Regno Unito con oltre 12.000 eventi sparsi per il paese per celebrare i Giochi Olimpici.

UMORE
2 - Vuoi cambiare umore? Ti svelo il segreto dei 3 minuti

Come piccole azioni di 3 minuti possono farti cambiare umore, rivoluzionando la tua giornata.
"
E’ molto più rischioso non fare alcuna azione, piuttosto che fare una piccola azione.”  -
Trammell Crow. 

CREATIVITÀ
3 - Perché le grandi idee arrivano quando meno te l'aspetti? 
Lasciare ogni tanto la mente libera di divagare non è una semplice perdita di tempo. Ma un comportamento che può aprire la strada alle intuizioni geniali.

AMBIENTE - Volontariato
4 - Catania Parco dell'Etna:Cittadini e militari puliscono, il Comune no?
Militari americani che puliscono parchi, scout che raccolgono immondizia dagli argini dei fiumi, meeting fotografici in vere e proprie discariche immerse nei boschi. Negli ultimi mesi a Catania e dintorni si moltiplicano le azioni di pulizia straordinaria. Strategia delle istituzioni in vista della stagione turistica? Macché. Ad armarsi di ramazze e palette sono cittadini e associazioni.

SOLIDARIETA'
5 - I clochard alla riscossa: L'agriturismo gestito da homeless
Dal cartone della stazione Centrale alle colline toscane. E' il percorso che porterà 12 senza tetto (9 di Milano e 3 di Pistoia) a gestire un agriturismo a Serravalle Pistoiese. Un edificio di 500 metri quadrati risalente al '400 e completamente restaurato che costituirà per loro un riscatto dalla vita in strada. Da lì potranno godere del contatto con la natura e dello splendido panorama sulla vallata che divide Pistoia dalla Valdinievole. L'idea è dell'associazione Clochard alla riscossa, 1che offrirà loro un contratto lavorativo da 650 euro al mese, più vitto e alloggio, per un anno. Ma il progetto è stato possibile grazie a un anonimo benefattore milanese che lo finanzierà fino al raggiungimento dell'autonomia economica e alla famiglia proprietaria che ha messo a disposizione il casale.  Il progetto riguarderà gruppi a rotazione.


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Salvatore Caruso Motta

sabato 12 maggio 2012

Buone Notizie! (008)

Good news day


BUONE NOTIZIE!
(N. 08)
SABATO 12 MAGGIO 2012 



INFORMAZIONE
1 - Otto giorni di buone notizieIl 13 maggio la prima giornata nazionale delle Good News, lanciata da Città Nuova: per una settimana, cittadini e giornalisti insieme per far conoscere le buone notizie.


EDUCAZIONE
Viaggiava gratis sul treno, per punizione pulirà le carrozze. Accordo tra Trenord e i genitori. Il padre del ragazzino: «È un modo per impartire un'utile lezione, riparando al danno economico»

ECONOMIA
3 - Jacopo e le Economie Alternative
Usciremo dalla crisi grazie a un movimento che nasce dal basso, dai consumatori che vogliono comprare un altro modello di sviluppo, da imprenditori che voglio produrre Bene Comune, dai lavoratori che decidono di autogestire le aziende, dai cittadini che si consorziano per produrre energia.



4 - Evoluzione-del-mondo-societa/vivere-senza-soldi-arriva-lo-statuto-del-mondo-libero?la base per una società nuova e avanzata che non usa denaro, è libera, equa e sostenibile. Essi sono basati soltanto sulla Natura, il buon senso e la sopravvivenza. Tutto ciò di cui abbiamo bisogno per la sopravvivenza: acqua, cibo, aria, energia, biodiversità, compassione



CULTURA E SOCIETA'
5 - Cagliari, la polizia blocca il traffico per far passare un'anatra e i 4 piccoli
Automobilisti in coda, pazienti e sorpresi dall'insolito spettacolo.

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sabato 14 aprile 2012

Buone Notizie! (004)

Gatto torna a casa dopo 16 anni (Fotolia)
BUONE NOTIZIE!

(N. 04)
SABATO 14 APRILE  2012 

Animali e Umani

La padrona lo credeva ormai morto. L'animale è stato ritrovato vicino Monaco.

Psicologia

Da Harvard alla Sorbona, si moltiplicano nelle università i corsi che insegnano a ridere. Per vivere meglio.

Arte e Creatività
La-formula-della-creativita': Curiosità, anticonformismo e niente abitudiniUn libro spiega come nascono le idee. Dalla Barbie, inventata durante un viaggio in Svizzera, al Post-it ideato in chiesa.

Educazione
Preconcepimento-educazione-prenatale/il-futuro-inizia-nel-periodo-prenatale?Già Leonardo da Vinci (nella frase riportata in apertura di questo Editoriale) crede che le paure e i desideri siano trasmessi dai genitori (e dalla madre in attesa) ai figli.
La felicità è una scelta
Scegli-di-essere-felice: 10-modi-per riuscirci 

Per ogni minuto in cui sei arrabbiato o irritato, stai perdendo 60 secondi di felicità.


lunedì 5 marzo 2012

L'ingegno umano del Barefoot College.




L'ingegno umano del Barefoot College.

Segnalo questo video su una scuola straordinaria, nata In Rajasthan, in India.
Offre molti spunti di riflessione e dà il giusto valore all'ingegno umano come risorsa innata e spontanea, che non dipende dall' istruzione o dalla cultura ma è semplicemente patrimonio innato di tutta l' umanità. 

Dà molta speranza e trasmette fiducia, con un' attenzione particolare alle donne e alla loro valorizzazione. 
Dura 20 minuti ma vale la pena di vederlo  tutto intero.
I sottotitoli sono in italiano...

Questa scuola, nata dalla povertà e dalla pragmaticità, valorizza e insegna a donne e uomini di campagna - molti dei quali analfabeti - come diventare ingegneri solari, artigiani, dentisti e dottori nei
loro stessi villaggi. E nel rispetto dell' ambiente.  



Si chiama Barefoot College ("Barefoot" significa: piedi nudi...) e il suo fondatore, Bunker Roy, ci spiega come funziona. 

http://www.ted.com/talks/lang/it/bunker_roy.html#.TxnabSrZA68.email

di Tomoe




Cambiare i paradigmi dell’educazione



Posto questo splendido video sull'apprendimentodedicato alla necessità di ripensare il sistema scolastico, in funzione delle esigenze dell’epoca contemporanea. 
Il video punta l’attenzione sugli errori metodologici del passato, sulla demotivazione degli studenti e su possibili nuovi metodi di apprendimento.
In particolare sottolinea l’importanza del pensiero divergente, dell’apprendimento vivo, esperienziale, multisensoriale e collaborativo. 
Viene spiegato in modo efficace come la possibilità di cambiare paradigma nell'educazione sia assai proficuo, in sintonia con la naturale competenza creativa dei bambini e oggi necessario.

                                                                    

Pensiero divergente
Vedi anche:
http://guide.supereva.it/psicoterapia_ericksoniana/interventi/2004/11/185060.shtml





mercoledì 28 dicembre 2011

LA TEORIA DELLA GHIANDA. James Hillman parla ai Genitori dell'Anima, del Carattere e della Vocazione.

Riceviamo da Tomoe e volentieri pubblichiamo.
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James Hillman è stato descritto alternativamente come uno psicologo indipendente, un mago, un visionario, un maniaco e un Re-filosofo contemporaneo. Studiò con il grande psichiatra svizzero Carl Jung ed ha insegnato in varie università americane. Malgrado queste credenziali, Hillman è lontano dall'essere considerato una figura appartenente al mondo della psicologia. Infatti è visto da molti come un pensatore profondamente sovversivo, una spina nel fianco degli psicologi rispettabili.
Come fondatore della "psicologia archetipica", una scuola di pensiero diretta a revisionare e "reimmaginare" la psicologia, Hillman ha sempre proposto che la psicologia debba evolversi oltre il suo "riduzionismo" presente ed abbracciare teorie sullo sviluppo umano.
Uno dei più grandi di questi misteri, secondo Hillman, è la questione del carattere e del destino.
Nel suo best-seller  "Il Codice dell'Anima" afferma che il nostro carattere e la nostra vocazione di vita sono qualità innate e che è la missione della nostra vita realizzare quelle spinte. La chiama "la teoria della ghianda", l'idea che le nostre vite sono formate da un'immagine particolare, come il destino della quercia è contenuto nella piccola ghianda.
Mi piace ricordare il suo pensiero, molto attuale, con questa intervista:

SCOTT LONDON:
Non sei una figura molto popolare con i tuoi colleghi.
JAMES HILLMAN:
Non sono critico verso le persone che fanno psicoterapia. Il terapeuta è come nella trincea, perché deve fronteggiare un terribile ammontare dei fallimenti sociali, politici ed economici del nostro sistema. Si deve occupare di tutti i rifiuti e i fallimenti umani; lavora duro senza molti riconoscimenti e le ditte farmaceutiche stanno tentando di eliminarlo.
Così, certamente, non sto attaccando loro, sto attaccando la teoria dietro la psicoterapia, perché vede ogni problema come soggettivo, personale, mentre i problemi spesso provengono anche dall'ambiente esterno. Quello che intendo dire è che, se un bambino ha dei problemi o è scoraggiato, il problema non è solo dentro il bambino; è anche nel
sistema, nella società.
LONDON: Allora non puoi aggiustare la persona senza aggiustare la società.
HILLMAN: Non necessariamente. Ma non credo che possano esserci dei miglioramenti finché le idee non cambiano. Il punto di vista occidentale abituale è credere che qualcosa sia sbagliato nella persona. Trattiamo le persone allo stesso modo con il quale trattiamo l'automobile. Portiamo il povero bambino da un medico e gli chiediamo: "Che problema ha? Quanto mi costerà? Quando posso tornare a riprendermelo?"
Non possiamo cambiare qualcosa finché non abbiamo delle idee fresche, finché non iniziamo a vedere le cose in maniera diversa. Il mio obiettivo è quello di creare una "terapia di idee", di cercare di portare nuove idee, così che possiamo vedere gli stessi problemi in modo diverso.
LONDON: Quindi non ti piace molto il solito approccio psicoterapeutico.
HILLMAN: La psicologia contemporanea mi irrita molto con le sue idee sempliciotte sulla vita umana e con il suo vuoto. Nella cosmologia dietro la psicologia non c'è ragione per nessuno di esistere o di fare qualcosa. Siamo il prodotto del Big Bang, avvenuto miliardi di anni fa, che alla fine ha prodotto la vita, che alla fine ha prodotto esseri umani, e
via dicendo. E io? Io sono un caso— un risultato— e perciò una vittima.
LONDON: Nel "Codice dell'Anima" parli di qualcosa che chiami la Teoria della Ghianda. Che cos'è?
HILLMAN: E' più un mito che una teoria. E' un mito di Platone, secondo il quale tu vieni in questo mondo con un destino, anche se usa la arola paradigma invece di destino. La teoria della ghianda dice che esiste un'immagine individuale che appartiene alla tua anima. Lo stesso mito esiste nella Kabalah. Anche i mormoni ce l'hanno. Gli africani ce l'hanno. Gli induisti ed i buddisti l'hanno in maniera diversa— lo legano più alla reincarnazione e al karma— ma anche lì arrivi in questo mondo con un destino particolare. E' ben radicato negl'indiani d'America. Così tutte queste culture in tutto il mondo hanno una comprensione simile dell'esistenza umana. Solo la psicologia occidentale non ce l'ha.
LONDON: Che conseguenze hanno le tue idee per i genitori?
HILLMAN: Penso che quello che dico possa sollevarli grandemente e far loro desiderare di prestare più attenzione al loro figlio, a questo straniero particolare che è "atterrato" tra di loro. Invece che dire: "questo è mio figlio", devono chiedersi: "Chi è questo figlio che risulta essere mio?" Così possono sviluppare molto più rispetto per il bambino e cercare di stare vigili per occasioni nelle quali il suo destino possa mostrarsi come una resistenza alla scuola, per esempio, o degli strani sintomi,  un'ossessione verso qualcosa. Forse noterebbero qualcosa 'importante che prima non avrebbero notato.
LONDON: A volte dei sintomi possono essere visti come debolezze.
HILLMAN: Certo. Così si inizia qualche programma medico o di psicoterapia per eliminare quelle debolezze, mentre la manifestazione i quei sintomi può essere l'aspetto più cruciale di quel bambino. Ci ono molte storie nel mio libro che mostrano questo.
LONDON: Quanta resistenza incontri alla tua idea che siamo noi a scegliere i nostri genitori?
HILLMAN: Beh, fa arrabbiare molte persone che odiano i loro genitori, o che hanno avuto genitori indifferenti o crudeli o che hanno abusato di loro. Ma è interessante come, se ti soffermi sull'idea, ti può liberare da una grande quantità di colpe, di risentimenti e di fissazioni verso i tuoi genitori.
LONDON: Ho avuto una lunga discussione sul tuo libro con un'amica che è madre di una bambina di sei anni. E' d'accordo che sua figlia abbia un potenziale unico, forse anche un "codice"; è diffidente invece su ciò che questo significhi in pratica. Ha paura che potrebbe gravare la bambina di molte aspettative.
HILLMAN: Quella è una madre intelligente. Penso che l'atmosfera peggiore di crescita per un bambino di sei anni sia quella nella quale non ci siano aspettative di alcun genere. E' brutto crescere in un vuoto dove "qualsiasi cosa che fai va bene, tanto sono sicuro che avrai comunque successo".
Quelle sono dichiarazioni di disinteresse. Dice: "In realtà non ho nessuna fantasia su di te". Una madre dovrebbe avere qualche fantasia sul futuro del proprio figlio. Per prima cosa aumenterebbe il suo interesse verso il figlio. Il punto non è volgere la fantasia verso un programma che faccia diventare, per esempio, astronauta quel bambino. Quella sarebbe la realizzazione dei sogni dei genitori. Quello è diverso. Avere una fantasia — che il bambino cercherà di realizzare o verso la quale si ribellerà furiosamente — almeno fornisce al bambino qualche aspettativa da realizzare o da rifiutare.
LONDON: Cosa ne pensi dell'idea di far fare ai bambini dei test attitudinali?
HILLMAN: L'attitudine può mostrare la tendenza, ma non è il solo indicatore. Curiosamente, l'inettitudine o la disfunzione possono rilevare la tendenza più di quanto possa il talento. O ci può essere una formazione caratteriale più lenta.
LONDON: Qual è il primo passo per comprendere il proprio destino?
HILLMAN: E' importante chiedersi:" Come sono utile agli altri? Cosa vogliono gli altri da me?" Quelle domande potrebbero rivelare perché se quì.
LONDON: Hai anche scritto che "il grande compito di ogni cultura è quello di mantenerci collegati agli aspetti invisibili". Che cosa intendi?
HILLMAN: E' un'idea difficile da presentare senza lasciare la psicologia ed entrare nel religioso. Non parlo di chi potrebbero essere gli invisibili o dove vivono o cosa vogliono. Non c'è una teologia su questo. Ma è l'unico modo che noi, esseri umani, abbiamo per estricarci dall'essere uomo-centrici e per restare collegati a qualcos'altro oltre l'umano.
LONDON: Dio?
HILLMAN: Si, ma non deve essere così elevato.
LONDON: Il nostro richiamo di vita?
HILLMAN: Penso che il primo passo sia l'accettazione che ciascuno di noi abbia questa cosa.  Poi possiamo guardare indietro alla nostra vita e osservare gli incidenti e curiosità e stranezze e problemi e malattie, ed iniziare a vedere in quelle cose più di quanto abbiamo visto prima. L'accettazione che tutti noi abbiamo un codice può sollevare delle domande, così che, quando accadono degli strani, piccoli incidenti, ti chiedi se nella tua vita ci sia in azione anche qualcos'altro. Non deve necessariamente essere un'uscita dal corpo durante un'operazione chirurgica, una cosa eclatante; o un tipo di magia elevata alla quale la nuova era spera di convincerci.
E' più una sensibilità, del tipo che possiede la persona che vive in una cultura tribale. Il concetto che ci sono altre forze al lavoro. Un modo di vivere più reverente.
LONDON: Sei un critico della nuova era. Eppure ho notato che alcuni dei recensori del tuo libri ti hanno messo nella categoria della nuova era.
HILLMAN: Quei critici dovevano essere dalla parte della scienza. Per loro, il libro deve essere o scienza o nuova era. E' molto difficile nella nostra società fatta di contrapposti trovare una terza via. Prendi i media: ogni notizia è presentata sempre come una persona contro un'altra, del tipo: "ascoltiamo ora l'opinione dell'opposizione". Non c'è mai un terzo punto di vista. Il mio libro è su una terza opinione. Dice, sì, c'è la genetica. Sì, ci sono i cromosomi. Sì, c'è la biologia. Sì, c'è l'ambiente, la sociologia, i genitori, l'economia, le classi e tutte quelle cose.  Ma c'è anche qualcos'altro. Così, se guardi il libro dalla parte della scienza, lo vedi come "new age". Se lo vedi dal punto di vista della nuova era, dici che non si spinge abbastanza. Che è troppo razionale.
LONDON: Goethe diceva che la felicità più grande risiede nel praticare un talento che fa parte della nostra natura. Come cultura siamo così infelici perché siamo dissociati dai nostri talenti naturali, dal nostro codice dell'Anima?
HILLMAN: Siamo avviliti perché abbiamo solo un dio, e questo è l'economia. L'economia è un aguzzino. Nessuno ha tempo libero; nessuno ha riposo. L'intera cultura è sotto una pressione terribile, intessuta com'è di preoccupazioni. E' difficile uscire da questa prigione. Inoltre, vedo la felicità come la conseguenza di ciò che fai. E' impossibile cercare d'ottenerla direttamente.

Di Scott London
(Traduzione di Rinaldo Lampis)
This Q&A was adapted from the public radio series "Insight & Outlook."
This translation was made from the original English. It's also available in Spanish (translated by Enrique Eskenazi).
An expanded version of the interview — with additional questions contributed by journalist Russ Spencer — appeared in the March 1998 issue of The Sun magazine under the title, "From Little Acorns: A Radical New Psychology."

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http://www.treccani.it/enciclopedia/psicologia-archetipica_(Enciclopedia-Novecento)/
http://it.wikipedia.org/wiki/James_Hillman
http://it.wikipedia.org/wiki/Psicologia_analitica

Con affetto,Tomoe! :)


This work is licensed under a Creative Commons license.

sabato 10 dicembre 2011

Introduzione all’Educazione alla Pace: un corso per educatori

Corso online condotto da Insegnanti Senza Confine, 30 gennaio - 26 marzo, 2012

L’introduzione all’educazione alla Pace degli Insegnanti Senza Confine sostiene gli educatori nel loro sviluppo professionale come educatori alla pace e li mette in contatto con colleghi di tutto il mondo con le stesse idee attraverso il supporto di un ambiente virtuale di apprendimento.

Il corso online di 8 settimane consiste in tre moduli che danno delle basi forti sulla teoria dell’educazione alla pace e stimola i partecipanti a ricercare modi con i quali possano mettere l’educazione alla pace in pratica.

Il Modulo 1 approfondisce la teoria dell’educazione alla pace attraverso la sua storia, le definizioni e i concetti principali.

Il Modulo 2 si focalizza sullo scopo dell’educazione alla pace, e include diversi approcci nel settore.

Il Modulo 3 enfatizza la pratica dell’educazione alla pace, compresa la pedagogia, la comunicazione, e modi promuovere una cultura di pace nella propria scuola e comunità.

http://www.nationalpeaceacademy.us/index.php?option=com_content&task=view&id=382&Itemid=88
http://www.goodnewsagency.org.

 


martedì 16 agosto 2011

La carriera della mamma fa bene ai figli

Riportiamo quest'articolo perché secondo noi l'educazione dei figli dovrebbe prevedere una presenza sempre minore dei genitori, ovviamente in base all'età e alla crescita dell'autonomia e indipendenza dei figli.

(foto di Corbis)La carriera della mamma…
Fa bene ai figli


 Basta una ricerca a mettere a tacere i sensi di colpa che può provare chi la mattina affida i figli a tate e asili per recarsi in ufficio?

L’ambiente ideale per un bambino? Una casa dove i genitori abitano insieme e lavorano entrambi. Sì.
Avere una mamma che lavora (non necessariamente a tempo pieno) non solo non danneggia la prole: può avere effetti positivi.
Forse i bambini posso anche imparare qualcosa dal lavoro delle loro mamme ( e dei loro papà). Ve ne siete accorti?
A sostenerlo è uno studio realizzato dal University College di Londra assieme all’Economic and Research Council per il quale sono stati esaminati i problemi comportamentali e cognitivi dei bambini di 19.000 nuclei familiari e relazionati all’impiego professionale materno e paterno.
Secondo i ricercatori la fascia più a rischio è quella dove in casa c'è un unico genitore. Quando è la mamma a guadagnare (piuttosto che il padre) il figlio maschio può accusare qualche problema, soprattutto nello sviluppo sociale. La femmina, invece, si trova perfettamente a proprio agio. Anzi, per lei, il cosiddetto modello tradizionale, padre in ufficio tutto il giorno e madre a casa, non è particolarmente indicato. Stando allo studio è associato a maggiori disturbi.
Non basterà probabilmente una ricerca a mettere a tacere i sensi di colpa che può provare chi la mattina affida i figli a tate ed asili per recarsi in ufficio, ma i riscontri dell’equipe del UCL  rimettono in discussione una teoria che forse è stata accettata con troppa facilità, ovvero che l’unica soluzione ottimale, per un bambino, sia stare a casa con la mamma, magari frustrata perché’ con la maternità ha dovuto rivedere obiettivi professionali, orari, attività.  A sentire  lo studio non è vero.
Al bambino, soprattutto femmina, fa bene anche avere una mamma che lavora
Come ha fatto notare l’Economist, la ricerca ha i suoi limiti. Sono state interpellate solo famiglie bianche, in più, in Inghilterra, le donne che pur avendo figli  lavorano sono essenzialmente middle class. Le osservazioni sul comportamento dei figli, infine, sono state fatte dalle mamme, non da esperti indipendenti.
La ricerca comunque è una piccola rivincita per chi si fa in quatto per lavorare e allo stesso tempo non mancare alle tappe importanti, dall’insediamento all’asilo, alle recite, al primo dente che cade, e che inevitabilmente perde qualcosa.
E voi, siete pronte per la fine delle vacanze? Come vi state organizzando per tornare al lavoro…. E a scuola?

mercoledì 3 agosto 2011

Civiltà Cultura Educazione (Alice A. Bailey)

CULTURA CIVILTÀ EDUCAZIONE
Voglio ora soffermarmi un poco ad interpretare due parole molto usate (e di cui si abusa sovente): cultura e civiltà. Scopo di tutta l’educazione è produrre qualche forma di cultura — materiale o spirituale, oppure materiale e spirituale. L’educazione è il fattore principale nel mondo.
Civiltà è la reazione dell’umanità al proposito di un determinato periodo. In ogni epoca, un’idea deve essere espressa nell’idealismo corrente.
Ai tempi dell’Atlantide, predominava un idealismo religioso sensoriale, o misticismo, che si manifestava in termini d’approccio ad una divinità percepita ma non vista, espressione del modo di sentire.  Ma esistevano razze molto sensibili, composte di popoli e gruppi dediti allo sviluppo della natura sensitiva, talvolta in modo conscio, ma per lo più inconsciamente. L’atteggiamento dei loro rapporti, fra individui e popoli, era soprattutto sensitivo ed emotivo — uno stato di coscienza (non posso dire uno stato mentale) ben difficile da comprendere per l’odierna razza Ariana, o anche da intuire, poiché in noi la mente comincia a funzionare. L’atteggiamento verso la divinità era ugualmente sensitivo e le loro attività religiose erano mistiche e devozionali, scevre di qualsiasi comprensione mentale. Quei popoli erano profondamente emotivi nei confronti della bellezza, del terrore ispirato dalla divinità, delle caratteristiche emozionali di Dio, del senso della luce e del prodigio. Il misterioso, il senso di timore, la cieca adesione a certi “sensitivi” riconosciuti superiori agli uomini comuni e l’interpretazione di Dio e della natura in termini di percezione sensibile — furono le basi di quell’antica civiltà ed hanno colorato assai anche le caratteristiche della razza attuale, almeno fino all’avvento del Cristo, che operò grandi mutamenti nella coscienza umana e diede l’avvio a una civiltà nuova.
I bambini sono ancor oggi molto atlantidei nella loro coscienza; in loro vi è una forma di ricapitolazione in modo analogo allo stadio prenatale; e la stessa cosa si produce sul Sentiero, quando l’uomo sviluppa di nuovo la coscienza mistica, dopo che la natura mentale è stata evocata e prima che si sviluppino la vera consapevolezza o conoscenza occulta e le reazioni della mente superiore.
Il problema che si pone all’educazione è di mutare la coscienza atlantidea del bambino in ariana o mentale. I popoli dell’Atlantide non avevano un sistema di educazione quale noi l’intendiamo. I re ed i sacerdoti intuivano, le masse obbedivano.

Oggi affiora e sta per compiersi un diverso atteggiamento civile. In ogni epoca un’idea si elabora e si esprime negli idealismi di razza e nazionali. Le sue fondamentali tendenze hanno prodotto, con il passare dei secoli, il mondo moderno e si è trattato di un rigido materialismo.
Oggi si considera civile una nazione se è desta ai valori mentali e nello stesso tempo ricerca i beni materiali; e se la mente (inferiore) — nei suoi aspetti mnemonico, discriminante e separativo, nella sua funzione di analisi, nella sua capacità di formulare idee concrete basate su una percezione, sul desiderio e su scopi materiali — viene esercitata in modo da creare una civiltà materiale ed ha appunto creato la civiltà come è oggi.
Dato che la civiltà attuale insiste sempre più sull’atteggiamento mentale verso la vita, anziché sul sentimento e la percezione, vista la sua tendenza a considerare la vita materiale del cittadino come fattore dominante nel pensiero nazionale, posto che lo sviluppo della mente viene consacrato al vivere materiale e la scienza è definitivamente limitata a enunciare solo ciò che è verificabile e attinente alle energie d’effetto materiale, può forse stupire che la maggiore preoccupazione volga al campo dell’economia?
Ci occupiamo di condizioni materiali, di estendere i possessi, di migliorare la posizione mondana, elaboriamo progetti di vita semplicemente fisica e preferiamo il tangibile all’intangibile, il concreto allo spirituale, i valori fisici a quelli soggettivi. Eppure questi un giorno dovranno affiorare.

Quanto precede è superficiale e di natura così generica che non tiene conto di quella minoranza relativamente esigua che non è indifferente a questi valori più vasti e lavora per assecondarne la comparsa nella vita del genere umano. Questi uomini custodiscono gli ideali d’avanguardia della civiltà d’oggi ma l’energia che sprigionano finisce sovente per stabilire, temporaneamente, i valori più concreti. Le mie osservazioni sono parziali ed anche i fatti. Forse esagero, o forse no. Resta comunque il fatto che le due grandi civiltà di cui in realtà possiamo sapere qualcosa — l’Ariana e l’Atlantidea — presentano obiettivi o posizioni estreme verso cui l’umanità di entrambe volgeva e ancora volge lo sguardo.

La civiltà Atlantidea fu decisamente di tipo religioso; la religione era il centro comune della vita e la ragion d’essere di ogni cosa. L’esistenza dopo la morte era soggetto d’interesse e di credenza incrollabile ed indiscussa. Le influenze sottili emananti dai regni invisibili, le forze della natura ed i rapporti dell’uomo con esse mediante una sensibilità acuta e tutta la gamma delle sue facoltà emotive costituivano la vita della razza e coloravano tutti i pensieri allo stato embrionale che esistevano o avrebbero potuto esistere. Risultato di tutto ciò, ereditato da noi quando cominciò l’era storica quale oggi è intesa (in ogni caso a partire dal diluvio, qualunque ne sia stato il momento) è ciò che si può esprimere con queste parole: animismo, spiritismo, psichismo inferiore e sentimento. Il senso di Dio, dell’immortalità, dei rapporti interiori sottili del culto e l’indebita sensitività dell’uomo moderno sono il retaggio precipuo lasciatoci dalle civiltà dell’antica Atlantide.

Su tutta questa struttura di base si sta oggi imponendo [civiltà Ariana] l’esatto opposto e con tale reazione — normale, giusta e feconda di sviluppi — l’uomo erige una sovrastruttura che insiste soprattutto sul tangibile, sul materiale, sul visibile, ciò che può verificare, diagnosticare, analizzare e usare per migliorare la sua vita esteriore e la sua condizione materiale sul pianeta.

Entrambe queste civiltà hanno ecceduto e grazie al moto del pendolo torneremo inevitabilmente ad una posizione intermedia, al “nobile sentiero di mezzo”. Questa via mediana, sfruttando gli ideali più belli ed elevati prodotti dalle due civiltà precedenti, distinguerà la futura Età dell’Acquario e le sue civiltà. Una simile espressione del materiale e di ciò che non lo è, del visibile e dell’invisibile, del tangibile e dello spirituale è sempre stata la meta e l’obiettivo di chi comprende il vero senso della cultura.
In ultima analisi, e per gli scopi del nostro argomento, la civiltà concerne le masse e la coscienza razziale, mentre la cultura riguarda l’individuo e l’uomo spirituale invisibile. Dunque lontana nel futuro sta una civiltà che sarà l’espressione perfetta della vera cultura. La cultura è l’avvicinarsi delle due viesentimento e mente; di due mondi — sensibilità e pensiero; e delle attitudini, correlative, che consentono di vivere come esseri intelligenti, soggettivi, in un mondo fisico tangibile.
L’uomo di cultura pone in relazione il mondo delle apparenze con quello del significato e nella propria mente li considera (in tal modo riconoscendoli con il cervello, il che è indice di un rapporto in atto) come un solo mondo in due aspetti. Agisce con eguale libertà in entrambi ed anche in tempi simultanei, per quanto concerne la sua coscienza o la sua consapevolezza.
Anche in Atlantide si ebbero alcuni capaci di comprendere il significato della cultura come prodotto della civiltà.
Le masse devono essere civilizzate prima di dispensare loro quella cultura che farà di esse uomini veri e notevoli. Un uomo deve essere capace di vivere nel mondo delle realtà esteriori e nello stesso tempo di riconoscere se stesso vivente in un mondo interiore, come mente e come anima. Esprime allora una vita interiore soggettiva di tale potenza da controllare e dominare quella del piano fisico, dotandola di movente e di direzione. Questa attitudine dell’uomo, e il compito di portare a compimento tale condizione della coscienza, per secoli sono stati considerati come mansioni della religione organizzata, mentre in essenza e per necessità spettano all’educazione. È vero che la Chiesa, in tempi passati, svolse il ruolo d’educatrice, ma insisté sulla vita interiore soggettiva e di norma non fece alcun tentativo di fondere i due tipi di esistenza — il benessere materiale esteriore e l’esistenza spirituale interiore.
L’educazione è compito dei pensatori migliori ed è responsabilità di ogni governo, cosa che di rado questi riconoscono. [2]

EDUCAZIONE
Ai bambini d’ogni paese si dovrebbero insegnare due idee fondamentali. Sono il valore dell’individuo e il fatto dell’umanità una. [...]
In altre nazioni, alcune persone e alcuni gruppi, per la posizione ereditaria o la potenza finanziaria — sono considerati come importanti e il resto della nazione come di poco valore. In altre ancora l’individuo si ritiene di tanto valore e considera il diritto di fare ciò che gli pare tanto grande che il suo rapporto con il tutto è completamente perduto. Ma il valore del singolo e l’esistenza di quel tutto che chiamiamo Umanità sono molto strettamente collegati. Bisogna insistervi. Questi due principi, se insegnati e compresi a dovere, condurranno alla cultura intensiva dell’individuo e quindi a riconoscere la sua responsabilità quale parte integrante dell’intero complesso umano.

Nelle scuole odierne (elementari, medie e superiori, per usare i termini più usati) si può scorgere la figurazione imperfetta e simbolica dei tre obiettivi della nuova educazione: Civiltà, Cultura, Unificazione.

La scuola elementare
può essere considerata come la custode della civiltà; deve fare del bimbo un cittadino, deve mostrargli la sua funzione d’unità sociale e accentuare i rapporti di gruppo, in tal modo preparandolo a vivere con intelligenza ed evocando in lui la memoria del suo popolo con le lezioni impartite, per fondare in lui i giusti rapporti umani. Saranno materie d’insegnamento la lettura, la scrittura e l’aritmetica, la storia elementare (insistendo sulla storia mondiale) la geografia e la poesia. S’insegneranno al fanciullo i fatti importanti e fondamentali della vita, le verità di base, la coordinazione e il controllo.

Le scuole medie o secondarie si considereranno custodi della cultura; daranno rilievo ai più ampi valori della storia e della letteratura e impartiranno qualche nozione artistica. Avvieranno l’allievo a quella professione o a quel futuro modo di vita che, ovviamente, lo condizionerà. Mostreranno la cittadinanza in termini più vasti e indicheranno il mondo dei veri valori coltivando in moto esatto e cosciente l’idealismo. Si darà importanza all’applicazione pratica degli ideali. I giovani saranno educati in modo tale che nella loro coscienza comincino a fondersi i mondi delle apparenze, dei valori e del significato. Essi inizieranno a correlare le sfere della vita esteriore oggettiva e quelle dell’esistenza interiore soggettiva.
Ho scelto con cura queste parole.

Le scuole superiori e le università dovranno dare un’ulteriore estensione a quanto già fatto. Dovranno abbellire e completare l’ossatura già costruita ed occuparsi più direttamente del mondo del significato. I problemi internazionali — economici, sociali, politici e religiosi — saranno oggetto d’esame e l’uomo sarà visto ancor meglio come connesso al mondo intero. Ciò non comporta affatto di trascurare le questioni o le imprese individuali o nazionali, ma al contrario tende a incorporarle nel tutto come parti integranti ed efficienti, evitando quegli atteggiamenti separativi che hanno causato la rovina del mondo moderno.

Le università dovrebbero corrispondere, nel campo educativo, al mondo della Gerarchia ed essere i custodi dei metodi, delle tecniche e dei sistemi di pensiero e di vita che collegheranno l’essere umano al mondo delle anime, al Regno di Dio e non solo agli altri esseri umani sul piano fisico; non solo al mondo dei fenomeni, ma anche a quello interiore dei valori e della qualità.
Ripeto, questo preparare l’uomo ad essere cittadino del Regno di Dio non è compito essenzialmente religioso, da essere svolto dagli esponenti delle grandi religioni. È  missione dell’educazione superiore, che imprime scopo e significato a tutto ciò che si è fatto. Se vi sembrano cose idealistiche e impossibili, vi assicuro che quando l’Era dell’Acquario sarà nella sua pienezza, questi saranno gli obiettivi accertati e riconosciuti degli educatori d’allora.

Se consideriamo il corso di studi da impartire alla gioventù odierna, si manifesta questa sequenza:
Istruzione primaria Civiltà Età fra   1 e 14 anni
Istruzione secondaria Cultura Età fra 14 e 21 anni
Istruzione superiore Spiritualità Età fra 21 e 28 anni
Sono solo l’enfasi e la pressione economiche materiali che costringono i giovani a lavorare prima di essere maturi. Si deve ricordare (e lo si riconosce sempre di più) che la qualità dei bambini che vengono in incarnazione oggi migliora e si eleva costantemente. In molti casi essi sono intelligenti in modo abnorme ed il loro quoziente d’intelligenza è spesso altissimo. Ciò accadrà sempre più sovente, finché i giovani di quattordici anni avranno le doti e l’intelligenza dei migliori studenti universitari d’oggi.
Non posso dimostrarvi la verità di queste affermazioni, ma l’esame attento dell’umanità e dei fanciulli dei paesi più civili rivelerà tendenze che le confermeranno in parte. Farete bene a studiare con attenzione la distinzione fra cultura e civiltà.

In altri termini, ed accettando per premessa fondamentale le essenziali potenzialità supernormali dell’essere umano, diremo che:
  • Primo compito dell’educazione al fine di civilizzare il fanciullo è di esercitarne e dirigerne correttamente gli istinti.
  • Secondo dovere è di curarne la vera cultura, insegnandogli a far giusto uso dell’intelletto.
  • Terzo, evocare e sviluppare in lui l’intuizione.
Quando ciò sia fatto e istinto, intelletto e intuizione siano sviluppati e funzionanti, si avrà un uomo civile, colto e spiritualmente desto; un uomo dagli istinti corretti, intellettualmente sano e intuitivo. Anima, mente e cervello funzioneranno a dovere e nei loro giusti rapporti, il che produce coordinazione e allineamento perfetto.
Un giorno si studierà quale contributo abbiano dato i tre grandi continenti — Asia, Europa ed America — a questo triplice sviluppo, per quanto riguarda la razza Ariana.

La gloria dell’umanità deve essere, comunque, ricordata; è questa: ogni razza ha prodotto uomini che espressero ciò che di più elevato era possibile nel loro tempo — uomini che fusero in sé la triplicità d’istinto, intelletto, intuizione.
Nei primi stadi del genere umano, furono relativamente pochi, ma lo sviluppo si accelera rapidamente e molti oggi si preparano a ricevere l’educazione superiore nel vero senso del termine. Molto di più sarà fatto quando gli educatori intenderanno il complesso dell’istruzione come un intero sviluppo pianificato e baderanno all’educazione dell’istinto, dell’intelletto e della intuizione in modo tale che gli interi ventotto anni d’istruzione saranno visti come un processo ordinato, diretto, dalla meta chiaramente compresa.
Sarà evidente allora che gli allievi saranno valutati secondo i tre aspetti che ho menzionato:
  • Quelli suscettibili di essere rettamente civilizzati. Sono una moltitudine.
  • Quelli suscettibili di essere introdotti nel mondo della cultura. Sono ancora numerosi.
  • Quelli che all’assetto di civiltà e cultura aggiungono “le doti” necessarie per vivere come anime coscienti, non solo nei tre mondi dell’esistenza istintiva e intellettuale, ma anche nella sfera spirituale, con perfetta continuità di coscienza e triplice integrazione.
Non tutti arriveranno ai gradi più elevati e questo deve essere tenuto in considerazione. La valutazione dell’abilità sarà fatta in base ai tipi di raggio (la scienza della psicologia esoterica), allo stato ghiandolare e fisiologico, a certe prove specifiche e secondo una nuova forma di astrologia. [...]
Alla precedente analogia ne aggiungo un’altra, per chiarire alla vostra mente il processo di sviluppo e illustrare e definire meglio l’intera questione (dal punto di vista del genere umano):
Sviluppo generale dell’umanità Civiltà Sentiero della Purificazione
Educazione dell’Intelligenza Cultura Sentiero del Discepolato
Produzione degli Illuminati Illuminazione Sentiero dell’Iniziazione
Tramite l’azione dell’energia della conoscenza abbiamo:
Civiltà Cultura Illuminazione
e nel secondo caso:
Cooperazione Comprensione amorevole Amore di gruppo

EDUCAZIONE E SCIENZA1. PETALI DELLA CONOSCENZA
Civiltà Cultura Illuminazione
Masse umane Intellettuali Uomo spirituale
Sentiero della Purificazione Sentiero del Discepolato Sentiero dell’ Iniziazione

RELIGIONE E FILOSOFIA
2. PETALI DELL'AMORE

Cooperazione Comprensione amorevole Amore di gruppo
Intellettuali Aspiranti La Gerarchia Spirituale

GOVERNO E ORDINE SOCIALE 3. PETALI DEL VOLERE E DEL SACRIFICIO
Partecipazione al Piano
(Umanità)
Proposito
(Volontà diretta di tutti i Discepoli)
Precipitazione
(del Piano da parte della Gerarchia
Dalla stessa tabella noterete che vi sono i segni dell’aprirsi dei petali dell’amore e cioè vi illustra la possibilità di certi eventi che si sperano. Il mondo deve avanzare con regolarità e ordine. Gli avvenimenti prematuri sono di norma disastrosi. Tutto ciò concerne lo sviluppo culturale dell’umanità e va di buon passo. Quando i fatti condizionanti saranno meglio compresi e se ne capirà lo scopo e il metodo, vedremo che coloro che si occupano dell’educazione cercheranno progressi più rapidi; questo affretterà la cultura delle masse e l’illuminazione dei più intellettuali. [3]

LA FRATELLANZA UMANA
Molto si è scritto, predicato e insegnato circa la fratellanza, ma essa è così poco praticata che la parola stessa è alquanto screditata. Tuttavia con essa si afferma un’origine, una meta e un principio che sono alla base stessa dell’umanità.
La fratellanza è un grande fatto naturale: tutti gli uomini sono fratelli; sotto le differenze di colore, credo, cultura e civiltà l’umanità è una sola, senza distinzione o diversità di essenza, origine, obiettivi spirituali e mentali, capacità, qualità e modi di evolvere. In questi attributi divini (poiché tali sono) tutti gli uomini sono uguali: è solo in relazione al tempo e al processo di rivelazione dell’innata divinità che appaiono differenze temporanee. Queste, e i peccati per ignoranza e inesperienza, hanno attirato l’attenzione delle Chiese, offuscando la visione del divino in ogni uomo. È appunto la verità della fratellanza che le Chiese devono insegnare — non partendo da Dio trascendente, esterno ed inconoscibile — ma dalla vita divina, eternamente presente in ogni essere umano, che continuamente tenta di esprimersi negli individui, nelle nazioni e nelle razze.
La vera fratellanza sarà realizzata inevitabilmente mediante i giusti rapporti e coltivando la buona volontà.
Il clero ha dimenticato quel cantico, degli angeli: “Gloria a Dio in cielo, pace in terra, buona volontà verso gli uomini”. Non ha capito, e perciò non ha insegnato, che solo con la buona volontà nella vita quotidiana si stabiliscono rette relazioni umane e pace in terra e si rende gloria a Dio. Le Chiese hanno dimenticato che tutti gli uomini sono divini: alcuni ne sono già coscienti e l’esprimono, altri no; esse hanno trascurato che, grazie alla loro evoluzione, taluni conoscono il Cristo, perché in loro Egli è attivo, mentre altri ancora si impegnano per manifestarLo e altri sono del tutto inconsapevoli dell’Essere divino che si cela nel profondo dei loro cuori. La differenza sta solo nella qualità di coscienza: non di natura. [1]
.:.
Fonti:
[1] - A.A. Bailey, I problemi dell'umanità, 1946, pag. 54
[2] - A.A. Bailey, L'educazione nella Nuova Era, 1954, pag. 28-30
[3] - A.A. Bailey, L'educazione nella Nuova Era, 1954, pag. 32-36




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