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lunedì 4 novembre 2013

Le qualità originarie della mente

Sokei–an maestro zen, partito dal Giappone, cominciò nel 1930 a diffondere la disciplina a New York e secondo le sue parole
“si tolse il cappello e cominciò a parlare di buddismo soprattutto attraverso il silenzio”.
Per silenzio intendeva l’insegnamento del corpo del Dharma (Dharmakaya, la verità), il parlare lentamente per meglio far assimilare in inglese quanto sentisse dentro.

Il corpo del Buddha
Il vostro corpo non è limitato dalla superficie della vostra pelle, sapete. Il sole e la luna sono il vostro corpo. Gli oceani ed i fiumi sono il vostro corpo. L’intero universo è il vostro corpo.
Il Buddha costruì la sua religione su questa mente, su questa coscienza. A volte lo chiamate corpo. A volte lo chiamate Dio. Noi non usiamo lo stesso nome per questo. Quando osservate che la vostra mente è illimitata come il cielo, un universo infinito, e che il vostro stato attuale – questo momento è qui …questo è tutto . Quando dovete esprimere voi stessi mediante le parole, dovete rendervi conto che questo non è zen.
Tutti gli scritti sono nel vostro cuore, sono la legge intrinseca della vostra natura. Non potete trovare questo in nessun luogo fuori da voi stessi.

Purificate la vostra mente
[...] Coloro che studiano il buddismo devono comprendere la natura di questa religione, prima di cominciare a praticarla. Il modo usuale di imparare è qualcosa si simile a mettersi un abito: ci mettiamo la conoscenza nella mente. Ma il modo di imparare nel buddismo è totalmente diverso dal mettere qualcosa nella mente.
Il modo buddista di perfezionare la personalità consiste nel togliere qualcosa dalla mente. Ascoltando discorsi buddisti non state imparando qualcosa ma disimparando ; state cercando di trovare la natura originaria dell’uomo.
La nostra idea dell’uomo è diversa dalla vostra, la nostra idea è che la natura umana originariamente è pura.
La nostra mente diventa impura nella cieca lotta dell’esistenza; all’inizio tutti gli esseri umani erano compassionevoli e gentili, come tutti gli animali. Noi però abbiamo perduto questa originalità e siamo diventati crudeli perché non riusciamo a vivere in modo naturale. [...] Non abbiamo bisogno della conoscenza imparata dai libri, dalle riviste e dai giornali, dobbiamo riportare alla luce le qualità originarie della mente che sono state nascoste per lunghissimo tempo. Dobbiamo mettere la nostra mente nella vasca da bagno e purificarla.

Da: L’occhio Zen, raccolta di discorsi zen di Sokei-an, Newton editore

- Sokei-an – amazon
- http://en.wikipedia.org/wiki/Sokei-an

Fonte: http://www.meditare.net
Immagine: http://www.desktopas.com


sabato 19 gennaio 2013

Aforismi Diacronici (01-19)

01. Accettare e vivere bene la propria attuale condizione, prevedere e prepararsi per la prossima.

02. Che la sofferenza di ogni essere possa essere utile per la propria crescita.

03. Amare il Proposito della Vita.

04. Che ognuno possa essere aiutato a trovare il proprio posto e la propria via.

05. Cambiando casa spesso cambiano anche i vissuti.

06. Ci accorgiamo di ciò che abbiamo quando lo perdiamo.

07. In ogni vertice di una piramide triangolare c'è una stella!

08. Ho sentito dire alla radio:
     "Meglio essere odiato per ciò che sono che essere amato per ciò che non sono". (Fabio Volo?)


09. Se non ci fosse la verità non ci sarebbe nulla da dire.

10. Possano le donne favorire lo sviluppo dell'umanità.
     Possa ogni donna essere modello di evoluzione e di espansione della coscienza.

11. Sogno:
Ti è stata chiusa una strada, per gioco (senza farti molto male).
La tua reazione è stata rabbiosa, violenta, distruttiva: volevi far male, uccidere...
Ma ti sei chiesto, allora, da dove è venuta tutta questa energia? Dove stava se credevi di non averne? Non ti sembra questa una grande lezione? Allora l'energia c'è! Dove la nascondi e perché?

12. E' nel momento della decisione che si forgia il nostro destino.

13. Coltiva dei sogni ma lavora sodo per realizzarli. Vai lontano ma non dimenticare le tue origini.

14. Pensa positivo. Nonostante tutto sembri negativo, tu pensa positivo.
Nonostante tutto possa sembrare negativo, pensiamo positivo.
Può esserci il buio e può esserci la luce: pensiamo positivo, guardiamo la luce.

15. La personalità si educa
L'Anima si rivela
La Monade si vela

16. Per accettare, apprezzare delle situazioni brutte, cattive, certe volte, bisogna ricordarsi, volgere il pensiero verso quelle che pensiamo peggiori, o, addirittura pessime. Ma chi ci dice che una situazione che noi viviamo come pessima non sia invece, addirittura, la migliore di quelle possibili?
Gli eventi li possiamo vivere come punizioni o come premi, come effetti legati a: Karma, Dharma, Dio, Caso, noi stessi, gli altri.

17. Certe volte dimenticare non è distrazione, disinteresse, non curanza, ma percezione più profonda, preveggenza, saggezza inconscia.

18. Talvolta si sogna l'irreale pensiero che si potrebbe costruire una vita perfetta mettendo insieme posti, persone, fatti, periodi diversi: i migliori della propria vita…

19. Le cose si rompono, si guastano e, a volte si possono riparare o sostituire, a volte no. Lo stesso può succedere con i sentimenti, le persone, le situazioni.

mercoledì 11 aprile 2012

Sei spirituale?


Sentiamo spesso dire cose del tipo: 
"Beh, io non sono religioso ma sono una persona molto spirituale" oppure 
"Lui è davvero molto spirituale". 
Ma cosa significa veramente "essere spirituale?"

E' molto semplice in realtà, la spiritualità è la nostra vera natura. Questo è perché, noi siamo spirito. I nostri corpi vanno via, i nostri beni materiali vanno via, i nostri coniugi, i figli, le famiglie e gli amici vanno via.
Che cos'è che rimane?
Qual è la costante aldilà del tempo e dello spazio?
E' il nostro spirito. E' l'essenza del potere infinito della nostra proiezione e della nostra creatività.

Quindi, come possiamo vivere in questo spirito?
Due cose sono necessarie: la consapevolezza e la resa.
La consapevolezza è anche conosciuta come "Simran": momento per momento, il ricordo della nostra vera identità, "Naam Chit Aavai". Attraverso il nostro respiro, ci ricordiamo che siamo vivi nell'estasi di nascere e morire in ogni momento. L'Infinito fluisce in noi come l'elettricità.
Vediamo e sentiamo la sacralità in ogni momento.
Chi sta lavando i miei denti? Dio.
Chi sta parlando? Dio.
Chi sta ascoltando? Dio.
Chi sta pranzando? Dio.
Chi è l'insalata che sto mangiando? E' Dio che sta mangiando Dio. 
Noi alleniamo noi stessi alla consapevolezza attraverso la Sadhana. Noi viviamo in consapevolezza attraverso il Dharma. Cosa è il Dharma? Il Dharma non è altro che il risveglio, tenere il passo e scorrere nella volontà di Dio.


Vi è poi la resa. Quello che è difficile per molte persone.
Perché dovrei arrendermi?
A chi mi dovrei arrendere?
Come posso fidarmi abbastanza per lasciare andare?
Se mi arrendo, sto rinunciando alla mia identità?
Chi si prenderà cura di me se non lo faccio io?
Siamo addestrati per andare dietro quello che vogliamo; per arrivare e per avere successo. Noi non siamo addestrati per la vigile accettazione, né per rimanere nella nostra immobiltà.

"Il Maestro agisce senza fare nulla e insegna senza dire nulla. Le cose nascono e lui le lascia venire; le cose scompaiono e lui le lascia andare. Ha tutto ma non possiede nulla. Lui agisce ma non ha aspettative. Quando il suo lavoro è finito, tutti dicono, "abbiamo fatto tutto da noi stessi". Questo è il motivo per cui dura per sempre"
Tao Te Ching

Ecco dove entra in gioco il Guru. Guru è il sistema di Guida Divina costruito in ogni essere umano. E' la bussola nella tua cabina di pilotaggio e punta sempre verso il "vero Nord". "E' arrendendosi a questa presenza cosmica interiore che la relazione più sacra nella nostra vita si stabilisce.

Ora, qui viene il problema con la religione. La religione in se stessa non è un problema. Essa significa semplicemente collegarsi consapevolmente alla nostra propria origine, alla nostra fonte. Ma nelle religioni organizzate, le persone si sono addormentate e semplicemente vanno avanti con la "scena" della resa. Senza l'esperienza reale del Guru, le persone ritualizzano l'arrendersi ma non è la resa incondizionata che è necessaria per la vera spiritualità. E' in questo stato di ipocrisia che "bontà" e "pietà", appaiono.

Arrendersi al Guru senza condizioni, accettando il Guru come il tuo, accettando il Guru intorno a te, accettando il Guru dentro di te e dentro tutti, questo è ciò che è richiesto.
Affinché ciò avvenga, è necessario che tu abbia una reale esperienza del Guru. Non uno spettacolo esteriore, ma quello divino, l'intimo contatto che si trova oltre le parole. Questa esperienza è insopportabilmente dolce e assolutamente personale. Questa esperienza viene dalla grazia e la grazia Divina si guadagna attraverso vite di lavoro.

Per lo più, tutti cercano il piacere e cercano di evitare il dolore. In questo stato di grazia, non vi è alcuna differenza tra piacere e dolore, tra perdita e guadagno o tra oscurità e fama. Il dolore ci sveglia e il piacere ci mette a dormire. E' nei momenti di grande dolore che impariamo ad arrenderci. Questo è ciò che ci dà profondità.

Vuoi migliorare il mondo? Io non credo che possa essere fatto. Il mondo è sacro. Non può essere migliorato. E' assolutamente perfetto così com'è. Sii contento di quello che hai. Rallegrati in ogni momento del modo in cui le cose sono. Quando ti rendi conto che non c'è nulla che manca, allora tutto il mondo ti appartiene.

Il Guru Granth Sahib dice: "In mezzo alla speranza, lo yogi rimane senza la speranza." Questo è perché la speranza e la paura sono due fantasmi che emergono dal pensiero di sé. Quando non vediamo più il Sé, come Sé, che cosa dobbiamo temere o sperare? C'è solo ora. Il passato non esiste più e il futuro sta nascendo ora. E sta nascendo dai nostri pensieri, parole e azioni.

Guarda il mondo intero ed ogni cosa in esso, come te stesso. Abbi fede del modo in cui stanno le cose. Ama il mondo così come è - perché è il tuo Sé.




La mia preghiera personale è molto semplice. E' quello che dico ogni giorno, come mi inchino al mio Guru:

"Amato Guru Ji, io sono Tuo e Tu sei mio.

Benedici tutti per farli vivere sani, felici e santi".

[Fonte: Guruka Singh - Traduzione di Onkar Singh]


Da: 
Sat Nam, la Via dello Yoga. http://satnamsatnam.blogspot.it/





venerdì 3 giugno 2011

Sintesi degli Opposti § Trascendi anche l'Illuminazione

Se la Via è originariamente perfetta e onnipresente, perché distinguiamo pratica e illuminazione?
Se il supremo Dharma è libero, perché abbiamo bisogno di sforzi per conseguirlo?

Dal momento che tutta la verità non ha nulla a che vedere con la polvere del mondo, perché crediamo nei mezzi per spazzarla via?
La Via non è separata dal qui ed ora; allora, a che serve quindi cercare appigli nella pratica?
E comunque, non appena vi è il minimo divario tra due opposti, questi diventano due poli separati come cielo e terra.
Quando “per” e “contro” sono distinti, seppure inconsciamente, siamo condannati a perdere la mente-di-Buddha.

Dovrebbe essere perfettamente chiaro che il ripetersi di infinite rinascite è dovuto alla nostra deliberazione egoistica.
Se desiderate andare al di là anche della vetta del progresso spirituale, dovreste comprendere chiaramente il qui-ed-ora così com’è.

Anche se vi vantate della vostra comprensione del Dharma e siete riccamente dotati di illuminazione, anche se realizzate la Via ed illuminate la vostra mente, e quand’anche foste sul punto di entrare nel regno dell’illuminazione con uno spirito vibrante, vi manca sempre la totale libertà nella quale l’illuminazione stessa è trascesa.

Dogen Zenji - Patriarca / Riformatore dello Zen Soto Giapponese
Fonte: TRASCENDI ANCHE L'ILLUMINAZIONE


martedì 13 luglio 2010

ETICA Vivente 1998-99 [B] Dall’io personale al Sé

Parole di Sergio
(Appunti dai Seminari 1998-99 [B] a cura di Paola Costanza)


Chiaro nell’obiettivo, saldo nel proposito, perseverante nell’azione.
Perdo l’identificazione precedente e assumo l’identificazione seguente (si assume la responsabilità). Processo alchemico dall’io personale al Sé. Il superamento non avviene attraverso la privazione ma con il governo e la padronanza. 

Essere responsivi verso le tre leggi:
- Retti rapporti umani
- Attività di gruppo
- Avvicinamento spirituale

Il gruppo è un atto di co-creazione da parte di tutti.
Il vero amore è comprensione a livello mentale.
Si accede al servizio con la forma iniziale di negazione degli altri.
Quando diventiamo più utili al dharma ci affranchiamo anche dal karma. Smaltimento degli accumuli e purificazione.
Rendersi conto che gli eventi li produciamo noi, sia in positivo che in negativo.
La critica migliore è sempre su se stessi. Permettere all’altro di commettere un errore e stare zitti è un passo verso la saggezza. Ognuno ha la responsabilità di vivere se stesso. Il servizio si svolge nel silenzio. Essere indifferenti al comportamento degli altri.
Per attivare un gruppo è necessario aver fatto un lavoro su se stessi. Dobbiamo essere in grado di testimoniare. Incarnare il principio. Il processo educativo si trasmette per imitazione.
Imparare a capire come tutto è stato creato, per analogia. Uno degli errori più grandi, errore materialistico, è attaccarsi all’iniziativa creata. Divina indifferenza. Essere rinnovatori e trasformatori costanti. Quando ci disidentifichiamo dalla creatura ci identifichiamo nel creatore.

L’energia dei centri inferiori si sposta a quelli superiori con l’attenzione e la concentrazione.
L’intuizione è un comportamento dell’anima. Incarnare lo spirito: portarlo sul piano mentale intuitivo.
La mente concreta, piena di condizionamenti sociali e culturali, è uno strumento fasullo perché fino ad ora è stata in balia del corpo astrale.
Costruire un ponte per accedere alla mente astratta e avere una visione diversa.
Ci disidentifichiamo dalla mente inferiore per prendere contatto con la mente superiore e poi ritornare ad utilizzare la mente concreta.
Riverificare la capacità di concentrazione. La mente deve essere utilizzata e non subita.

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