Visualizzazione post con etichetta Retti rapporti. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Retti rapporti. Mostra tutti i post

giovedì 21 aprile 2011

Maharishi Mahesh Yogi – Le Relazioni Ideali

Quando l’individuo ha pienamente sviluppato le sue potenzialità egli godrà le amicizie, le relazioni e il matrimonio al massimo grado. [...]
Quindi la chiave per qualunque relazione è prendersi cura del nostro proprio Sé.
Noi meditiamo e attraverso la pratica faremo sempre di più uso del nostro potenziale, e allora arriverà un tempo in cui useremo il nostro pieno potenziale e avremo cuore e mente pienamente sviluppati, e con un cuore e una mente pienamente sviluppati godremo tutte le relazioni, semplicemente perché capaci di dare il massimo di noi stessi agli altri
”.

Maharishi Mahesh Yogi

martedì 4 gennaio 2011

Perché due persone quαndo litigαno urlαno? Leggete rimαrrete stupiti.

Un giorno, un pensatore indiano fece la seguente domanda ai suoi discepoli:
-  "Perché le persone gridano quando sono arrabbiate?"
-  "Gridano perché perdono la calma"  rispose uno di loro.
-  "Ma perché gridare se la persona sta al suo lato?" disse nuovamente il pensatore.
-  "Bene, gridiamo perché desideriamo che l'altra persona ci ascolti" replicò un altro discepolo. E il maestro tornò a domandare:
-  "Allora non è possibile parlargli a voce bassa?" Varie altre risposte furono date ma nessuna convinse il pensatore.
Allora egli esclamò:
"Voi sapete perché si grida contro un'altra persona quando si è arrabbiati? Il fatto è che quando due persone sono arrabbiate i loro cuori si allontanano molto. delfiniPer coprire questa distanza bisogna gridare per potersi ascoltare. Quanto più arrabbiati sono tanto più forte dovranno gridare per sentirsi l'uno con l'altro. D'altra parte, che succede quando due persone sono innamorate? Loro non gridano, parlano soavemente. E perché? Perché i loro cuori sono molto vicini. La distanza tra loro è piccola. A volte sono talmente vicini i loro cuori che neanche parlano, solamente sussurrano. E quando l'amore è più intenso non è necessario nemmeno sussurrare, basta guardarsi. I loro cuori si intendono. E' questo che accade quando due persone che si amano si avvicinano."
Infine il pensatore concluse dicendo:
"Quando voi discuterete non lasciate che i vostri cuori si allontanino, non dite parole che li possano distanziare di più, perché arriverà un giorno in cui la distanza sarà talmente tanta che non troveranno mai più la strada per tornare."    

[Il pensatore in questione è il grande Gandhi]

Fonte:
-
http://www.facebook.com/note.php?note_id=176148419076757&id=142699572408802

venerdì 6 agosto 2010

Invictus

In seguito alle riflessioni sui Retti Rapporti Umani mi è tornato in mente il film Invictus, visto da recente. A parte la vittoria del campionato mondiale di rugby (1995) su cui è centrata la narrazione del film, il tema di fondo che guida le scelte di Mandela è quello di creare una nazione, (possiamo dire, basata sui Retti Rapporti Umani) :
"Fermare il circolo vizioso di paura" attraverso la "comprensione, la moderazione, la generosità, la riconciliazione e il perdono verso chi ti ha tenuto rinchiuso in cella per 30 anni". Essere migliori di chi ti ha imprigionato. Ecco alcune frasi di Nelson Mandela citate nel film:
  • Noi dobbiamo provare a non essere quello che essi temono. Noi dobbiamo sorprenderli con la compassione.
  • Se io non so cambiare quando le circostanze lo impongono come posso chiedere agli altri di cambiare?
  • Il perdono libera l'anima e cancella la paura.

A me sembra un esempio concreto di costruzione di Retti Rapporti Umani in una situazione difficilissima.
Alla segretaria che gli chiede "La partita è allora una questione politica?", Mandela risponde: "No, è una questione umana. Dobbiamo rispettare i loro valori anche se loro non hanno rispettato i nostri."
La vicenda è tratta da un romanzo di John Carlin che parla di una storia vera: “Ama il tuo nemico. Nelson Mandela e il gioco che fece una Nazione”.
Il film è senz'altro da vedere, anche se i soliti saccenti lo accusano (?!) di "buonismo". Forse questi critici preferiscono i film di violenza con una brutta fine: così sono contenti perché, secondo loro rappresentano la vera realtà. Ma forse, si pensa, che i buoni esempi non facciano buoni ascolti, anche se è vero che esistono molti, moltissimi film troppo sdolcinati e fuori dalla realtà. In particolare molti film "sentimentali" mostrano e racconto di sentimenti idealistici e quasi impossibili da realizzare nei rapporti di coppia creando aspettative illusorie e quindi delusione e stress.
Tornado a Invictus riporto la poesia di Henley che nel film ha molto risalto ai fini della vittoria su se stessi e, quindi, sul campo di gioco.
Il poeta inglese William Ernest Henley (1849-1903) all'età di 12 anni rimase vittima di una grave forma di tubercolosi ossea. Nonostante ciò, riuscì a continuare i suoi studi e a tentare una carriera giornalistica. Il suo lavoro, però, fu interrotto continuamente dalla grave patologia, che all'età di 25 anni lo costrinse all'amputazione di una gamba. Henley non si scoraggiò e continuò a vivere per circa altri 30 anni con una protesi artificiale, fino all'età di 53 anni. La poesia Invictus fu scritta proprio sul letto di un ospedale.


Out of the night that covers me,
Black as the pit from pole to pole,
I thank whatever gods may be
For my unconquerable soul.

In the fell clutch of circumstance
I have not winced nor cried aloud.
Under the bludgeonings of chance
My head is bloody, but unbowed.

Beyond this place of wrath and tears
Looms but the Horror of the shade,
And yet the menace of the years
Finds and shall find me unafraid.

It matters not how strait the gate,
How charged with punishments the scroll,
I am the master of my fate:
I am the captain of my soul.


.:.

Versione riportata nel film:

Dal profondo della notte che mi avvolge,
Buia come il pozzo più profondo che va da un polo all'altro,
Ringrazio gli dei chiunque essi siano
Per l'indomabile anima mia.

Nella feroce morsa delle circostanze
Non mi sono tirato indietro né ho gridato per l'angoscia.
Sotto i colpi d'ascia della sorte
Il mio capo è sanguinante, ma indomito.

Oltre questo luogo di collera e lacrime
Incombe solo l'Orrore delle ombre,
Eppure la minaccia degli anni
Mi trova, e mi troverà, senza paura.

Non importa quanto sia stretta la porta,
Quanto piena di castighi la vita,
Io sono il padrone del mio destino:
Io sono il capitano della mia anima.


.:.


Altra traduzione:


Dalla notte che mi avvolge,
Nera come la fossa dell’inferno,
Rendo grazie a qualunque dio ci sia
Per la mia anima invincibile.

La morsa feroce degli eventi
Non m’ha tratto smorfia o grido.
Sferzata a sangue dalla sorte
Non s’è piegata la mia testa.

Di là da questo luogo d’ira e di lacrime
Si staglia solo l’Orrore della fine,
Ma in faccia agli anni che minacciano
Sono e sarò sempre imperturbato;

Non importa quanto angusta sia la porta,
Quanto impietosa la sentenza,
Sono il padrone del mio destino,
Il capitano della mia anima.


________________________________________________
Alcune parti tratte da  Invictus, Wikipedia.org

Collegamenti
- Al libro "Io, Nelson Mandela"
- il-padrone-del-mio-destino-il-capitano-della-mia-anima/
-

mercoledì 4 agosto 2010

Retti Rapporti Umani

Mentre cercavo di rispondere a dei commenti (Alma: Ah! I problemi del vicinato…; Anonimo Anarchico: Dar barcone de piazza Venezia…; Ines: …una ragazza uccisa dal fidanzato…; che qui ringrazio), mi sono reso conto che avevano qualcosa in comune: i rapporti fra gli esseri umani. Il tono dei miei pensieri è diventato serio. Questo argomento pesa sul mio cuore. E' un tema fondamentale per me e per l'umanità. Forse, il senso stesso di ciò che faccio, che sono e di questo blog, si può ricondurre a questo. E un apparente senso di impotenza, di inutilità mi sovrasta. Serve a qualcosa scrivere? Con le storielle "Tragicom" cerco proprio di sdrammatizzare le difficoltà dei rapporti, della vita che altrimenti sarebbero opprimenti e irrisolvibili. Autoironia, umorismo, comprensione (studio, meditazione, condivisione), azioni impersonali possono aiutare. Creare retti rapporti umani è considerata (da molti Saggi) la base su cui costruire il futuro dell'umanità. Da dove cominciare o continuare? Da noi stessi. I retti rapporti partono e ritornano in noi stessi. Conosci, possiedi, trasforma te stesso, il motto della psicosintesi è antico quanto l'umanità e ancora sempre più valido. Significa che quando decidiamo qualcosa, quando rispondiamo a qualcuno, quando stiamo con noi stessi, cerchiamo di stare al "centro", di non farci prendere e guidare da tutti gli innumerevoli stimoli, impulsi, desideri che si agitano, si alternano in noi, spesso senza che ne siamo consapevoli. Immagine positiva:  vediamo noi stessi come un'orchestra. Il nostro Io è il direttore, i musicisti sono le varie parti (subpersonalità), la musica (azione creativa nel mondo) possiamo scriverla noi stessi o eseguire quella di un altro (grandi uomini), l'ispirazione viene dal Sé transpersonale, la finalità è l'ARMONIA, in noi e fuori di noi. L'Armonia è una ottima guida, da il senso dell'unità nella diversità. Di poter essere se stessi e nello stesso tempo in armonia con gli altri. L'idea di Armonia può risolvere tutto. Accettare se stessi, gli altri, come si è eppure cercare di cambiare di migliorarsi, ma con un obiettivo comune.
E' un lungo per-corso, l'inizio e la fine di ogni dis-corso; è un cammino, il cammino, il sentiero, la strada su cui convergono tutte le vie…
Senza Retti Rapporti Umani non c'è futuro. Ogni film, ogni poesia, ogni romanzo, ogni musica riporta a questo. Si, forse esagero! Ma non è questo che sogniamo tutti? Ognuno a modo suo, è vero. Addossiamo le colpe agli altri, è vero. Ma, forse, se ci rendiamo conto che, in fondo, abbiamo tutti lo stesso obiettivo, potremo metterci d'accordo sui metodi per raggiungerlo insieme. Se lasciamo qualcuno fuori da questo percorso, manca una parte di noi stessi. Ma se facciamo entrare tutti indiscriminatamente ci sentiamo invasi!
Ad alcuni piace toccare gli altri, ad alcuni non piace essere toccati (Internet, per esempio, permette questo contatto-non-contatto).
Isolati, ignorati o invasi?
Confermati o dis-confermati?
Amati o non-amati?
Vicini o lontani?
Uniti e divisi. Divisi ma uniti.
I retti rapporti contengono un paradosso! Legato a ciò in cui ci identifichiamo.
Lo spazio da identità: il nostro corpo, la nostra casa, la nostra città, la nostra regione, la nostra nazione, il nostro continente, il nostro pianeta, il nostro sistema solare, la nostra galassia, il nostro universo. Unico-verso per tutti noi e tutti coloro che vi abitano.
Lo Spazio accoglie e unifica tutto e tutti.
L'Infinito dirime ogni controversia, ridimensione ogni pretesa, appiana ogni problema, allarga ogni nostro respiro, ogni nostro pensiero, ammorbidisce ogni atteggiamento, amplia ed eleva la nostra coscienza, purifica ogni cosa, sana ogni male.
L'Infinito non ha inizio né fine.
L'infinito siamo Noi. 
P.S.
Ringrazio tutti coloro che interagiscono con questo blog (visitatori veloci, lettori attenti, commentatori anonimi e con nome, autori di post, articoli, foto, artisti), Alma, Paola Costanza, Ines, 1amico, Anonimo-Anarchico, Angela G., Vittorio, Piero, Nuriel, Andrea I., Andrea dc., Leili, Mariateresa  e tutti quelli con cui parlo e ho parlato di queste cose al di fuori di questo blog. Parliamone almeno, a qualcosa pensiamo, speriamo, servirà!
Ringrazio tutti coloro con cui ho parlato, coloro che ho ascoltato e coloro che mi hanno ascoltato. Con alcune, poche, persone ci siamo detti, quasi con tenerezza: perché sono così poche le persone con cui si riesce a parlare di certe cose, serenamente, costruttivamente?!
Ringrazio tutti coloro che mi hanno aiutato, coloro che mi hanno ispirato, coloro che ho aiutato. Coloro che hanno scritto, scrivono e scriveranno…
GRAZIE, GRAZIE A TUTTI!

Ringrazio l'Inviolato, l'Assoluto, l'Essere, l'Essenza, Colui che E'… Il Logos, la Presenza…, l'Esistenza…, l'Universo, l'Infinito… 
Galassie Arp274
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

POST RECENTI DA BLOG SELEZIONATI