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sabato 19 gennaio 2013

Aforismi Diacronici (01-19)

01. Accettare e vivere bene la propria attuale condizione, prevedere e prepararsi per la prossima.

02. Che la sofferenza di ogni essere possa essere utile per la propria crescita.

03. Amare il Proposito della Vita.

04. Che ognuno possa essere aiutato a trovare il proprio posto e la propria via.

05. Cambiando casa spesso cambiano anche i vissuti.

06. Ci accorgiamo di ciò che abbiamo quando lo perdiamo.

07. In ogni vertice di una piramide triangolare c'è una stella!

08. Ho sentito dire alla radio:
     "Meglio essere odiato per ciò che sono che essere amato per ciò che non sono". (Fabio Volo?)


09. Se non ci fosse la verità non ci sarebbe nulla da dire.

10. Possano le donne favorire lo sviluppo dell'umanità.
     Possa ogni donna essere modello di evoluzione e di espansione della coscienza.

11. Sogno:
Ti è stata chiusa una strada, per gioco (senza farti molto male).
La tua reazione è stata rabbiosa, violenta, distruttiva: volevi far male, uccidere...
Ma ti sei chiesto, allora, da dove è venuta tutta questa energia? Dove stava se credevi di non averne? Non ti sembra questa una grande lezione? Allora l'energia c'è! Dove la nascondi e perché?

12. E' nel momento della decisione che si forgia il nostro destino.

13. Coltiva dei sogni ma lavora sodo per realizzarli. Vai lontano ma non dimenticare le tue origini.

14. Pensa positivo. Nonostante tutto sembri negativo, tu pensa positivo.
Nonostante tutto possa sembrare negativo, pensiamo positivo.
Può esserci il buio e può esserci la luce: pensiamo positivo, guardiamo la luce.

15. La personalità si educa
L'Anima si rivela
La Monade si vela

16. Per accettare, apprezzare delle situazioni brutte, cattive, certe volte, bisogna ricordarsi, volgere il pensiero verso quelle che pensiamo peggiori, o, addirittura pessime. Ma chi ci dice che una situazione che noi viviamo come pessima non sia invece, addirittura, la migliore di quelle possibili?
Gli eventi li possiamo vivere come punizioni o come premi, come effetti legati a: Karma, Dharma, Dio, Caso, noi stessi, gli altri.

17. Certe volte dimenticare non è distrazione, disinteresse, non curanza, ma percezione più profonda, preveggenza, saggezza inconscia.

18. Talvolta si sogna l'irreale pensiero che si potrebbe costruire una vita perfetta mettendo insieme posti, persone, fatti, periodi diversi: i migliori della propria vita…

19. Le cose si rompono, si guastano e, a volte si possono riparare o sostituire, a volte no. Lo stesso può succedere con i sentimenti, le persone, le situazioni.

martedì 29 novembre 2011

Personalità Anima Monade Vita


Che la personalità

diventi sempre più capace, efficiente e docile

e possa accettare ben volentieri

di rendersi utile al Servizio dell'Anima

e al Piano della Monade

nella Vita...


lunedì 28 novembre 2011

GIOIA



GIOIA
Gioia in ogni Cuore
Gioia a tutti gli esseri
La Gioia è una saggezza speciale.
La Gioia, nella sua essenza, è una qualità dell'Anima.
Quando siamo davvero gioiosi ci possiamo dire infusi d'Anima. Una tale gioia dell'Anima porta con sé serenità, stabilità e quiete.
Questi sono autentici attributi della Gioia.
 GIOIA
Vostra sarà la gioia di aver partecipato al Piano dei Maestri ed è tutto questo che vi lega più strettamente ad essi; vostra sarà la gioia di aver contribuito ad  alleviare un mondo bisognoso, di aver portato luce alle anime offuscate, di aver in qualche misura lenito le piaghe aperte della sofferenza mondiale; dalla coscienza di aver speso bene i propri giorni e dalla gratitudine delle anime salvate deriva la gioia più profonda di tutte, quella che conosce un Maestro quando si fa strumento per aiutare un fratello a salire un gradino della scala. Questa è la gioia che ci attende tutti e che non è così lontana. Lavorate dunque non per la gioia, ma in direzione di essa; non per ottenere una ricompensa, ma per una necessità interiore di aiutare; non per ricevere gratitudine, ma sotto l’impulso suscitato dall’aver percepito la visione e aver capito quale sia la parte che vi spetta nel portare quella visione quaggiù sulla Terra.
Sarà utile fare una distinzione fra felicità, gioia e beatitudine.
La felicità ha sede nelle emozioni ed è una reazione della personalità.
La gioia è una qualità dell’anima e viene realizzata nella mente, quando ha luogo l’allineamento.
La beatitudine appartiene alla natura dello Spirito ed è inutile fare speculazioni al riguardo, fintanto che l’anima non sia giunta all’unificazione con il Padre.
Questa unificazione segue lo stadio anteriore in cui il sé personale si è unificato con l’anima. Perciò, analisi e speculazione sulla natura della beatitudine sono vane per l’uomo comune, le cui terminologie e metafore devono necessariamente essere personali e connesse al mondo dei sensi.
L’aspirante parla di felicità o di gioia? Se si tratta di quest’ultima, essa deve essere un effetto della coscienza di gruppo, della solidarietà di gruppo, del senso d’unione con tutti gli esseri e non può essere interpretata in termini di felicità. La felicità è ciò che si prova quando la personalità viene soddisfatta in qualche aspetto della sua natura inferiore; si prova quando vi è un senso di benessere fisico, di contentezza nei confronti del proprio ambiente o di personalità che ci circondano, o di soddisfazione nelle opportunità e nei contatti mentali. La felicità è la meta del sé inferiore separato.
Tuttavia, quando cerchiamo di vivere come anime, la contentezza dell’uomo inferiore perde d’importanza e proviamo gioia nelle relazioni di gruppo e nel realizzare le condizioni che conducono ad una migliore espressione delle anime di coloro con cui siamo in contatto. Apportare gioia ad altri per creare condizioni in cui essi possano meglio esprimere se stessi può avere un effetto fisico, se cerchiamo di migliorare le loro condizioni materiali, o un effetto emotivo se la nostra presenza infonde loro un senso di pace ed elevazione, oppure l’effetto può essere intellettuale se li stimoliamo a maggior chiarezza di pensiero e comprensione. Ma l’effetto su di noi sarà la gioia, poiché la nostra azione è esente da egoismo ed interesse personale e non dipende dalle circostanze o dalle condizioni sociali dell’aspirante.
Molta felicità è necessariamente impedita quando la salute è malferma, quando le circostanze ambientali sono difficili e si è oppressi dal “karma accumulato in molte vite”, oppure quando turbamenti nella famiglia, nella nazione o nella razza gravano sulla personalità sensibile.
La felicità della giovinezza o la contentezza egoistica della persona isolata nell’egocentrismo (che si nasconde dietro il riparo dei suoi desideri) non deve essere confusa con la gioia.
È un luogo comune e anche un paradosso dell’occultismo affermare che in mezzo alla profonda angoscia e infelicità della personalità, la gioia dell’anima può essere sentita e riconosciuta. Questa è la verità e a ciò deve mirare ogni studente.
Vi sono persone felici perché chiudono gli occhi alla verità o sono autoipnotizzate e si nascondono in un guscio di illusione.
Ma l’aspirante raggiunge spesso lo stadio in cui i suoi occhi sono ben spalancati; egli ha imparato a parlare con se stesso il linguaggio della verità e non ha costruito una parete di separazione fra sé e gli altri. Egli è vivo e desto, è sensibile e spesso soffre. Egli talvolta si chiede perché ciò che il mondo chiama felicità e pace lo abbiano abbandonato, e quale sarà l’esito.
Noi che osserviamo e guidiamo dal lato interiore, sorvegliamo con amorevole cura tutti voi che lottate nel fitto della mischia. Siamo come lo Stato Maggiore che segue il corso della battaglia da una posizione sicura. Nella nostra sicurezza sta il vostro successo finale, poiché noi deteniamo la soluzione di molti problemi e la applichiamo quando le condizioni della battaglia sono avverse. Vorrei che ricordaste sempre un fatto di vitale importanza, cioè che
nella distruzione della forma è nascosto il segreto di tutta l’evoluzione.
Non pensate che sia un luogo comune. Ne vedrete la costante applicazione ed è necessario che siate preparati a vederne la dimostrazione. I Maestri utilizzano la forma fino al limite massimo; essi cercano di operare attraverso essa, tenendovi imprigionata la vita fintanto che quella forma serve allo scopo e l’umanità ne trae insegnamento. Giunge però il momento in cui essa non serve più allo scopo prestabilito, in cui la struttura si atrofizza, cristallizza ed è facile distruggerla. La sua distruzione acquista allora estrema importanza e utilità; la vecchia forma scompare, mentre una nuova ne prende il posto. Osservate e costatate se non è la verità. Sempre viene costruita una forma, sempre viene utilizzata il più a lungo possibile, sempre viene distrutta quando impedisce e ostacola l’espandersi della luce e sempre segue la rapida ricostruzione di una nuova forma.
Questo è il metodo seguito sin dall’inizio dei tempi.
(A.A.Bailey, Trattato di Magia Bianca, editrice Nuova Era, Roma 1993, pag. 169-171)
GIOIA
Distacco significa aver conseguito uno stato di coscienza in cui esiste l’equilibrio e in cui non domina né il piacere né il dolore, perché sostituiti dalla gioia e dalla beatitudine. Dovremmo riflettere molto su queste parole, poiché è necessario sforzarsi al massimo per giungere al distacco.
Prendere le cose piacevoli che si presentano come affidateci per diffondere gioia, e non ribellarsi alla felicità e al piacere nel servizio, pensando che ciò sia un errore. La sofferenza nasce dalla ribellione del sé inferiore. Dominando il sé inferiore, eliminando il desiderio, tutto è gioia.
Così, tramite la parte, si stabilisce il contatto col Tutto e si sperimenta un’espansione di coscienza che è beatitudine, o gioia. Ogni realizzazione dell’unità della parte col Tutto è fonte di beatitudine.
Il desiderio di possessi materiali deve tramutarsi in aspirazione per i beni che sono la gioia dell’anima: saggezza, amore e potere di servire. Pace, sicurezza e retta aspirazione!
A.A. Bailey
ESERCIZIO DI EVOCAZIONE DELLA GIOIA
Assumiamo una posizione in cui possiamo rilasciare il corpo fisico, calmare le emozioni e stabilire uno stato di silenzio mentale.

Atteggiamo le nostre labbra ad un lieve sorriso.
Riflettiamo brevemente sul valore e sul significato della Gioia e sulla sua utilità nella vita di tutti i giorni.
Apprezziamo e desideriamo la Gioia, evocandola pronunciando mentalmente la parola GIOIA e visualizzando un immagine che esprime gioia (es. il sole).
Immaginiamo delle situazioni della vita quotidiana dove sarebbe utile esprimere gioia. 
Evochiamo in noi la gioia e irradiamola intorno a noi.
Proponiamoci di rimanere gioiosi durante tutta la giornata come esempio vivente di gioia, qualsiasi evento accada.
Irradiamo gioia intorno a noi, visualizzando l'ambiente circostante e ampliamo la nostra irradiazione di gioia in cerchi sempre più grandi fino ad includere l'intero pianeta illuminato dal sole.
Quando lo riteniamo opportuno, riprendiamo il contatto con il nostro corpo fisico, acceleriamo il nostro respiro, muoviamo le mani e le gambe e riportiamo la nostra attenzione al qui e ora.
GIOIA

domenica 17 luglio 2011

Paradossi e Sofismi § Coscienza individuale e globale

Riportiamo questo particolare, interessante, ironico, sintetico articolo sulla coscienza,
tratto da [Fonte]

Spirali di luce - A_Light_for_Dark_Places_by_nightmares06buythisprintfromwww_deviantart_com

Paradosso della molteplicità delle percezioni esistenziali coscienti

Il titolo fa figo. Questo è indubbio.
Dunque, ho risolto i grandi dubbi esistenziali con un po' di internet e di consapevolezza, niente di difficile. Ma c'è un dubbio che mi assilla e che non pare molto comune, anzi. Non ho mai letto nessuno porre un problema esattamente identico a quello che sto per porre, nonostante sia di estrema importanza per una comprensione completa dell'esistenza. Certo, della coscienza si parla tanto, ma non di come la sua individualità sia incompatibile con la logica basilare. Ho usato la funzione di ricerca avanzata, e ho cercato su internet in generale.
Sembrerò prolisso, ma mi si creda, è esaustività necessaria per la comprensione del dilemma.

Si intenda con il termine coscienza il nostro "io" pensante, la nostra consapevolezza, il nostro percepire l'esistenza, il percepire i cinque sensi di un determinato individuo fisico, si intenda l'anima o lo spirito, se così piace chiamarli.

È fondamentale capire cosa voglio intendere con quest'entità, prima di proseguire:

essa è rendersi conto di esistere; la persona vicino a voi vi dirà che lei si rende conto di esistere, che pensa, magari è pure solipsista, ma voi percepite soltanto i vostri pensieri e i vostri cinque sensi, non è vero? Ecco, questo vostro percepire è l'entità che io chiamo percezione, un'entità ricettiva esistenziale, in un certo senso astratta, la vera coscienza.
La questione è quella che segue.

Perché si avverte un'unica coscienza, e questa è legata ad un cervello fra tutti?

Oppure, riformulando, perché si avverte un'unica percezione, un'unica mente, un unico io e, perché questo io è legato ad un cervello fra tutti, ad un punto di osservazione e di ricezione sensoriale fra tutti quelli possibili?

La risposta stolta, che non comprende il quesito, afferma: «Perché tu sei quel determinato cervello e quindi quello avverti».
Ma la domanda indaga come sia possibile che esistano, se davvero è così, tante percezioni anziché una soltanto, tante coscienze anziché una, che la natura posiziona casualmente o meno in determinati cervelli.
Posto infatti che la materia è una, da essa dovrebbe generarsi una sola percezione.
Elaboro.
La materia, ciò che è fisico, ciò che è, è uno. Noi esseri umani possiamo distinguere in questo tutto delle cose singole, grazie alla logica. Ma il mio piede fa parte dell'Universo, è la stessa materia della formica. Se quindi da processi fisico-elettrici della materia si genera una percezione della materia, ovvero una capacità della materia di riflettere sul suo stesso essere, di accorgersi di essere, ha senso credere che tale percezione sia una.
Invece pare di pensiero comune credere che le coscienze siano tante, ognuna per i vari esseri che noi con nostra logica umana abbiamo distinto. Ma benché i cervelli siano tanti, possa contarli, possa vederli tutti, le coscienze non posso percepirle tutte: percepisco solo la mia.
Si scopre dunque un paradosso esistenziale: la coscienza dovrebbe essere una monade, una per tutti, per tutta la materia esistente, e invece io ne avverto una che è specificatamente correlata al cervello della mia persona fisica, e di conseguenza sarebbe verosimile che gli altri cervelli ne avvertano anch'essi una differente, ma ciò, di nuovo, è assurdo poiché la materia è una.
Io ho i miei ricordi. Li ho perché sono nella memoria del mio cervello, ma li posso leggere solo perché c'è una percezione, un'entità ricettiva esistente. È assurdo che quest'entità sia confinata e legata al mio cervello anziché estesa all'intero universo. Per capire a fondo il problema è necessario comprendere che è proprio assurdo. Finché sembrerà normale vorrà dire che non si è davvero colto il problema esposto.
Questa domanda trova una possibile risposta nel solipsismo, il quale afferma che tale monade è appunto quella che il filosofo individuo avverte; nel mio caso, essa sono io e io soltanto. È vero che ogni individuo può essere solipsista e può ammettere di essere lui la vera coscienza, tuttavia, anche un robot, opportunamente programmato, può ammettere di esserlo, quindi ciò non smonta l'idea che l'unica vera percezione dell'esistenza sia la mia, che l'unica percezione sia Io che scrivo.
Nonostante ciò, è comprensibile ch'io sia alla ricerca di una diversa conclusione, perché il solipsismo appare incongruente con la realtà visibile-logica. Voglio dire, di tanto tempo, di tanto spazio, di tanti esseri, non c'è alcunché che possa spiegare perché l'impianto di tale percezione sia avvenuto sul mio cervello anziché sui numerosi altri cervelli possibili.
Mi viene l'idea di una percezione materica che viaggi lungo il tempo attraversando diversi cervelli come fosse vento, ma pare quasi un'idea religiosa o un film.
Un'altra risposta dice che esiste una coscienza globale e che io sono una parte di essa, e perciò avverto solo tale parte. Ma la percezione è percezione, punto. È una cosa. Esiste lo spazio, esiste il tempo, esiste la percezione esistenziale. Punto. Lo scenario di chi risponde vorrebbe invece che essa si divida in tanti piccoli pezzi, ognuno per ogni cervello. È come dire che l'universo esistente è separato in un certo numero di sotto-universi non comunicanti, in base al numero, chessò, di galassie o di ammassi di galassie. Nonsense. E anche se fosse, non c'è ragione perché Io avverta soltanto una sottoparte della percezione globale (l'Io della frase è di comodo).

Altra risposta: «La coscienza è un'illusione».
In pratica, quest'idea racconta che ogni cervello si autoconvince di essere l'unica mente pensante. Quindi saremmo tutti dei robot pensanti. Il problema è che il ragionamento funziona fintanto che si guarda l'universo dall'esterno e lo si analizza come se fosse qualcosa di separato da colui che analizza, ma non appena ci si accorge di essere l'unica "percezione percepibile" che vive tra i robot, la spiegazione va a farsi benedire, perché si reinstaura la domanda iniziale.
Uno potrebbe dire: «Ma è proprio questa l'illusione!»; no, perché si dimentica totalmente un elemento d'analisi, cioè la propria percezione, lo si lascia fuori mentre s'ha invece da tenerne conto per consentire un'analisi completa e corretta. Troppo facile scartare ciò che dà fastidio cambiandone la natura.

In sintesi, di seguito.

A favore della coscienza unica:
- si percepisce una sola coscienza, la propria;
- la materia è una, e da essa si deve generare una sola percezione.

Contro la coscienza unica:
- è assurdo che la percezione esistenziale universale sia legata ad un singolo cervello fra tutti;
- il solipsismo è un po' troppo fantastico, alla Matrix.

Si genera dunque un paradosso.
Diversamente da ciò che si potrebbe dire sull'universo, ovvero che esiste perché così è, non si può affermare lo stesso per la percezione, a causa di questo paradosso.
Sulla sorgente della coscienza, per chiarire meglio:
pare che la coscienza nasca da processi cerebrali e quindi può sembrare ovvio che ogni cervello abbia una singola coscienza propria la quale si è generata da esso.
Dove sta dunque l'inghippo? Nel fatto che di tutte le coscienze esistenti, tu lettore, avverti soltanto quella della persona fisica [tuo nome e cognome].
Per immedesimarmi in te lettore e rendere la frase precedente più corretta, posso dire che si percepisce soltanto la coscienza della persona fisica [tuo nome e cognome].
Questa è un'inconsistenza logica, un paradosso. Si dovrebbero infatti percepire tutte le singole coscienze, seppur in qualche modo mantenendole collegate ai vari cervelli.
Si dovrebbe essere un dio che può coesistere in tutti i cervelli. Invece non è così, e ciò mi risulta inspiegabile.
Ebbene, molto probabilmente non c'è soluzione a questo paradosso esistenziale, ma mi trovo costretto verso la ricerca di una risoluzione e verso la diffusione di tale dilemma.

[Fonte]

Immagine: Spirali di luce - A_Light_for_Dark_Places

Note:
1. Nello spazio-tempo, alcune volte si ha la percezione di percepire ciò che percepisce un'altra coscienza (la ripetizione del termine "percepire" è evidentemente voluta...). Si ha la sensazione di condividere un certo tipo di percezione...
2. Nell'esoterismo una coscienza "monadica" percepisce tutto come uno, come una coscienza unica; possiamo, quindi, ipotizzare che possono esistere diversi tipi e diversi livelli di coscienza...


mercoledì 16 febbraio 2011

Reincarnazione Angeli Demoni

 

Reincarnazione

ATTENZIONE
A qualcuno la lettura potrebbe provocare turbamento, rifiuto o altro:
tenetene conto prima di continuare.
Ricordiamoci che ci sono cose che possono essere viste in più modi.
Leggete e rifletteteci sopra.
Questa formulazione per me è stata illuminante.
Aggiungerò qualcosa in fondo.

.:.

La religione cattolica non contempla la reincarnazione eppure ci sono molte domande alle quali la reincarnazione sarebbe in grado di rispondere efficacemente:
- Perché certi esseri umani nascono in condizioni più svantaggiate di altri?
- Perché alcuni sono già tendenti al male fin da piccoli?
- Perché certi mostrano delle capacità incredibili in età infantile?
- Cosa rappresenta esattamente il peccato originale con il quale tutti veniamo al mondo?
- Se l'anima è eterna e viene da Dio perché mai deve passare attraverso la vita terrena per ritornare a Dio?
- Come mai tutti gli esseri umani sono così predisposti a seguire un leader o un'ideale?
Qualche tempo fa sono venuto a conoscenza di una teoria piuttosto interessante riguardo alla reincarnazione che si collegherebbe verosimilmente anche alla religione cattolica.
Tutti sappiamo che Lucifero era un angelo del Signore che decise, grazie al libero arbitrio, di allontanarsi da Dio divenendo il suo antagonista . Molti angeli scelsero di seguire satana e, lontani dal Signore, si trasformarono in demoni; e se alcuni di loro si fossero pentiti e avessero chiesto di ritornare da Dio?
E' a questo punto che entra in scena l'ipotesi della reincarnazione: le nostre anime potrebbero essere le anime di quegli angeli pentiti.
Avrebbe una logica pensare che Dio, per accoglierli nuovamente, volesse metterli alla prova abbassandoli al livello terreno e sottoponendoli, per un periodo limitato, ancora una volta alla seduzione del diavolo. Attraverso tutte le reincarnazioni necessarie, Dio avrebbe dato a quegli angeli la possibilità di ritornare ad essere anime pure, spirituali e totalmente disinteressate al male.
Lo stesso Dio, facendosi uomo, ha dimostrato come ogni essere umano può avvicinarsi in vita allo stato spirituale tipico degli angeli.
A ben pensarci nelle filosofie orientali la reincarnazione è concepita proprio come una purificazione progressiva dell'anima; ci si reincarna fino a quando non si raggiunge la perfezione spirituale, il che coinciderebbe con questa teoria. Del resto è interessante notare come tutte le religioni abbiano dei capisaldi in comune che mirano, appunto, al raggiungimento di un livello morale supremo.
Probabilmente non sapremo mai, durante questa vita terrena, come stanno davvero le cose ma trovo sempre affascinante fermarmi a riflettere sui grandi quesiti che l'esistenza ci pone, reincarnazione compresa.
[Fonte: http://www.mr-loto.it/archivio/2011/gennaio/reincarnazione-]

.:.

Ascoltiamo le parole di questa canzone di Franco Battiato:

 Le Sacre Sinfonie del Tempo

Le sento più vicine le sacre sinfonie del tempo
con una idea: che siamo esseri immortali
caduti nelle tenebre, destinati a errare;
nei secoli dei secoli,  fino a completa guarigione.
Guardando l'orizzonte, un'aria di infinito mi commuove;
anche se a volte, le insidie di energie lunari,
specialmente al buio mi fanno vivere nell'apparente inutilità,
nella totale confusione.
... Che siamo angeli caduti in terra dall'eterno
senza più memoria: per secoli, per secoli,
fino a completa guarigione.

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E' un tema complesso, ma gli "Angeli Caduti", i ribelli, siamo noi.
Ma questo significa che siamo i compagni di Lucifero.
Significa che possiamo cercare di dimenticarlo o decidere di intraprendere e percorrere la "Strada del Ritorno alla Casa del Padre" e questo comporta "Sofferenza", che va dunque accettata, compresa e trascesa. Questo da un senso, una spiegazione anche alla "Sofferenza" della nostra condizione umana e ci può aprire al suo ridimensionamento.
Questo spiega la necessità di superare delle "Prove" per procedere in questo cammino.
Questo spiega la parabola del "Figliol Prodigo".
L'accettazione di un prezzo da pagare, del karma che ci portiamo dietro, degli effetti delle scelte precedenti.
Usando questa ipotesi degli angeli ribelli, possiamo dire che coloro che chiamiamo "Maestri" possono essere degli angeli caduti che sono riusciti a percorrere la strada del ritorno al Padre e decidono di dedicare il loro cammino per aiutare gli altri fratelli a fare lo stesso. Altri possono provenire, invece, direttamente dal Padre che invia i propri figli (che sono rimasti con Lui e non si sono ribellati) per aiutare gli uomini (angeli ribelli) a ritornare a Lui...
Seguendo questa linea di pensiero può essere logico ipotizzare che esistano anche forze che si rifiutano (per adesso) di intraprendere il cammino del Ritorno e che possano anche ostacolare chi, invece, decide di "ritornare".

Questa conoscenza dovrà essere riconosciuta, accettata ed elaborata a livello mentale e può produrre uno stato temporaneo di ottundimento della mente razionale e successivamente un potenziamento delle mente intuitiva. Dovrà essere vissuto a livello emotivo e può produrre prima turbamento e tensione e poi calma e distacco. Dovrà essere assimilato a livello fisico producendo purificazione delle cellule e dell'energia eterica (con possibile sofferenza) e quindi rilassamento e afflusso energetico.

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Dalle opere di Bruce Lyon:

Dalla prospettiva del piano astrale cosmico, per esempio, una monade umana sul piano monadico del piano cosmico fisico è ‘caduta’ in incarnazione fisica. Essa forma parte dell’incarnazione fisica di un Logos Planetario, di un Logos Solare e di un Logos cosmico. Quando la vita monadica si è liberata dall’incarnazione, segue un "sentiero di ritorno" attraverso i sette Sentieri cosmici verso i piani cosmici superiori e infine trova la sua ‘casa’ entro l’identità di un Logos Cosmico sul piano monadico cosmico. Cos’è dunque l’entità che ‘viaggia’ per questo sentiero di ritorno monadico? [...] L’utilizzo del termine ‘coscienza’ è applicato correttamente all’anima e alla triade spirituale. Quando parliamo della monade, stiamo parlando di ‘identificazione’ – il trasferimento, l’espansione, la traslazione e la trasformazione dell’identità. La monade forma parte del filo della ‘Vita’, più che del filo della ‘Coscienza’ dell’essere più grande in cui essa vive.  [Mercurio, pag. 25]

Dobbiamo ricordare che questo pianeta non è un pianeta sacro ed è infatti conosciuto come un ‘ribelle divino’. Questo significa che c’è mancanza di allineamento tra la volontà del Logos Planetario e quella del Logos Solare. [Mercurio, pag. 26]

Tutto ciò è connesso con Lucifero, il Sentiero del Servizio Sulla Terra, la venuta dell’energia del Dragone nella seconda ronda. La qualità precipua del Servizio sulla Terra è il ‘sacrificio’ – la rinuncia alla vita cosciente nelle sfere superiori, per stabilirsi in quelle inferiori. Da una certa prospettiva, questo potrebbe essere visto come una ‘ribellione’ – da un’altra è visto come un potente atto d’amore. Solo coloro che sanno oltre ogni dubbio che lo Spirito è invincibile e che alla fine trionferà, possono prendere la decisione di esiliarsi nella più profonda Materia. Può essere d’aiuto dare il migliore insegnante alla classe degli studenti peggiori. L’insegnante dovrà attingere a grandi riserve di pazienza e fiducia. Dovrà essere pieno di risorse e avere una volontà salda. E avrà bisogno di una compassione infinita. La sua ricompensa potrebbe essere vedere alcuni dei suoi studenti più difficili che iniziano ad imbrigliare la loro energia nel senso dell’evoluzione, iniziando ad apportare un contributo significativo alla più ampia società in cui vivono. Noi abbiamo quest’Insegnante. Egli è il Signore della Terra ed è un discepolo diretto del Logos Solare. [Mercurio, pag. 38]

Dalla prospettiva del Logos Solare nel centro di questo sistema, la caduta degli angeli solari sulla Terra forma parte del Guardiano del sistema, così come il legame tra Sirio e il centro galattico forma l‟Angelo. Il Guardiano è quella parte di ogni essere intero che ha scelto l‟esilio dal centro illuminato per portare quella luce nella parte più materiale del sistema. Come risultato dell'esercizio di libera volontà nel servizio dell'amore, impara l‟auto-fiducia, la pazienza e l‟indipendenza. Sanat Kumara è chiamato ribelle divino ed è collegato sia a Lucifero che a Saturno nella sua funzione prescelta di costruire un ponte con un sistema inferiore. [Cosmologia occulta, pag. 178]

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Dalle opere di H. P. Blavatsky:
LUCIFERO (Lat.) - Il pianeta Venere, quale luminosa “Stella del Mattino”. Prima di Milton, Lucifero non era mai stato il nome del Diavolo. Proprio al contrario, poiché nell’Apocalisse (XVI, 22), si fa dire al Salvatore Cristiano: “Io sono… la luminosa stella del mattino”, o Lucifero. Uno dei primi Papi di Roma detestava questo nome, e nel quarto secolo ci fu anche una setta Cristiana che fu chiamata i Luciferini. [HPB, Glossario Teosofico]

Demon est Deus inversus. Il diavolo è chiamato adesso dalla Chiesa Tenebre, mentre nella Bibbia, nel Libro di Giobbe, è chiamato “Figlio di Dio”, la luminosa stella mattutina, Lucifero. Vi è tutta una filosofia di dogmatica sottigliezza nella ragione per cui il primo Arcangelo, che sorse dalle profondità del Chaos, fu chiamato Lux (Lucifero) il luminoso “Figlio del Mattino” o Aurora manvantarica. La Chiesa lo ha trasformato in Lucifero o Satana, perché è più elevato e più antico di Jehovah e doveva essere sacrificato al nuovo dogma. [HPB, Dottrina Segreta, Cosmogenesi, pag. 120]

[...] ci sono sette chiavi al mistero della “Caduta”. Inoltre, ci sono due “Cadute” in Teologia: la ribellione e la “Caduta” degli Arcangeli, e la “Caduta” di Adamo ed Eva. Così, le Gerarchie più basse come le più alte sono imputate di un supposto crimine. L’attributo “supposto” è il termine corretto, perché in entrambi i casi l’accusa è fondata su un malinteso. In Occultismo, entrambi sono considerati effetti karmici, ed entrambi appartengono alla legge dell’evoluzione intellettuale e spirituale da una parte, fisica e psichica dall’altra. La “Caduta” è un’allegoria universale. Essa pone ad un estremo della scala dell’Evoluzione la “ribellione”, cioè l’azione dell’intelletto, o coscienza separata, che cerca l’unione con la Materia; e all’altro, l’estremo inferiore, la ribellione della Materia contro lo Spirito, o dell’azione contro l’inerzia spirituale. E lì sta il germe di un errore che per oltre 1800 anni ha portato effetti così disastrosi sull’intelligenza delle società civili. Nell’allegoria originaria è la Materia — quindi gli Angeli più materiali — che era vista come conquistatrice dello Spirito, gli Arcangeli che “caddero” su questo piano. Quelli dalla spada fiammeggiante (le passioni animali) avevano messo in fuga gli Spiriti delle Tenebre. Ma sono questi ultimi che hanno lottato per la supremazia della spiritualità cosciente e divina sulla Terra, ed hanno fallito, soccombendo al potere della Materia. Invece, nel dogma teologico vediamo il contrario: è Michele, “che è simile a Dio”, il rappresentante di Jehovah, che conduce le Legioni Celesti — come Lucifero, nella fantasia di Milton, è quello delle Legioni Infernali. [HPB, Dottrina Segreta, Antropogenesi, pag. 68]

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Per inquadrare tutto il processo bisogna evidenziare alcuni punti:

  1. Il Logos del pianeta Terra (3° raggio) non è allineato con il Proposito del Logos del Sole (2° raggio). sulla Terra predomina la Materia = "Pianeta Ribelle".
  2. Lucifero (Lux, più vicino allo Spirito) si è incatenato alla Materia (Sacrificio) per ricordare lo Spirito e permettere la sua redenzione = Spiritualizzazione della Materia = allineamento del proposito della Terra con quello del Sole.
  3. Ognuno di noi (angeli caduti) con l'evoluzione della nostra coscienza (verso lo Spirito), vita dopo vita, contribuisce all'evoluzione del pianeta. Chi non evolve in coscienza rallenta l'evoluzione.
  4. Gli Avatar, i Maestri che si incarnano nelle varie epoche, vengono a ricordarci questo. Loro non hanno più bisogno di incarnarsi sulla Terra ma lo fanno per "Sacrificio", per redimere gli angeli rimasti, e lo faranno finché anche l'ultimo non ricorderà e sarà redento e il proposito del Logos planetaria sarà allineato con quello solare.
  5. ...

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Film sulla reincarnazione e sugli Angeli (in ordine casuale):
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Elenco film Angeli nel cinema
- La vita è meravigliosa
- Per sempre (Always)
- Il paradiso può attendere 
- Al di là dei sogni
- Michael
- Accadde in Paradiso
- Gabriel (2007) La_furia_degli_angeli
- La_settima_profezia
- Touched by an angel (Il_tocco_di_un_angelo) Serie televisiva
- Il Piccolo_Buddha
- L'Angelo del Male (1998)
- City Of Angels (La città degli angeli)
- Angel-A
- Il cielo sopra Berlino
- Così lontano così vicino
- Vi presento Joe Black
- Angels_in_America (serie televisiva)
- Appuntamento-con-un-angelo


"Per quelli che credono nell’amore eterno,
nessuna spiegazione è necessaria;
per quelli che non ci credono,
nessuna spiegazione è possibile".

(tratto da "Aldilà dei sogni")

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Link:
- http://it.wikipedia.org/wiki/Reincarnazione
- http://it.wikipedia.org/wiki/Angelo
- http://it.wikipedia.org/wiki/Demonio
- http://www.estovest.net/tradizione/reincarnazione.html
- http://www.anticorpi.info/2011/04/il-fatto-della-reincarnazione.html
- http://www.mr-loto.it/archivio/2011/giugno/angeli
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Se i miei demoni mi abbandonassero
temo che anche i miei angeli volerebbero via.
Rainer Maria Rilke

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Libri:
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John Milton (1608-1674), Paradiso perduto (1667)

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domenica 12 dicembre 2010

Vita Monade Anima Conoscenza Simboli

Al di là di ogni definizione e approccio
esiste un'unica Vita, e noi siamo quella Vita.


Questa realtà fondamentale sta al centro di ogni realizzazione, ciò malgrado, il sé che evolve, cresce nella sua capacità di sperimentare ed esprimere questa realtà. Da qui la necessità di insegnamenti nuovi e sequenziali.
La Realtà Una non può essere simbolizzata poiché essa permane dietro il dualismo manifesto/non manifesto. Ciò che può essere simbolizzato è il nostro attuale approccio alla divinità che è la monade o l'aspetto Vita dell'essere umano. Questa via dello spirito è un sentiero senza sentiero, non un modo per conoscere, ma per Essere la Via. Il simbolo che useremo per l'approccio monadico alla divinità è il simbolo del buco nero.

black hole2

Questo simbolo è emerso gradualmente nell'ultimo secolo e nel 2000, l'anno dell'impatto Shamballico, è stato infine confermato che esiste uno smisurato buco nero nel nucleo della nostra galassia "Via Lattea" (e sembra probabile che se ne trovi uno al centro di tutte le galassie). L'emergere del buco nero nella coscienza umana è un evento rivoluzionario che nel tempo avrà un impatto tanto grande sulla civiltà umana, quanto l'adozione della teoria eliocentrica. Indubbiamente questi eventi sono connessi non casualmente.

 sistema solare

Il sole è stato per molto tempo il simbolo dell'anima umana. Quando la terra era il centro del nostro universo tuttavia, il sole o anima era secondario. Con l'adozione della teoria eliocentrica l'anima passò al centro della scena e iniziò davvero "l'Illuminazione‟. Non fu una transizione semplice (in effetti, la teoria era stata avanzata 2000 anni prima da Aristarco ma era stata repressa) ed ebbe le sue ramificazioni principali in tutti i settori della civiltà umana. Si potrebbe dire che la "solarizzazione‟ della terra è ancora in corso e per completare la transizione occorre accedere ad un potere più profondo entro l‟umanità avanzata. La solarizzazione richiede prima di tutto il riconoscimento delle qualità solari (il Rinascimento) e quindi il passaggio dell'identità dalla forma all'anima così che l‟umanità diventi in effetti un regno solare sulla Terra piuttosto che un regno terreno attorno cui gira l'anima.
Molti degli insegnamenti spirituali impartiti fino ad oggi si sono focalizzati sul creare sentieri nella coscienza per far avvenire una tale transizione. Quando fu scritto Il Trattato sul Fuoco Cosmico stava verificandosi un altro cambiamento significativo nella psiche umana. Negli anni intorno al 1920 si arrivò a comprendere che il nostro sole non era al centro della galassia, come in precedenza si pensava. Ancora più illuminante fu comprendere, come poi confermò Hubble, che la nostra galassia non era l'intero universo, ma che esistevano altri "universi isole‟ – e in particolare la Galassia Andromeda – e che l'estensione dell'universo era molto più vasta di quanto si fosse mai immaginato. Ora, non solo la terra era stata spodestata dal centro dell'universo, ma anche il sole e perfino la nostra galassia divenivano improvvisamente insignificanti nella scala che andava rivelandosi. L'anima non era più centrale e la psiche umana, da allora, ha dovuto con fatica interiorizzare questa realtà.

M31 The Andromeda Galaxy bis


Durante gli anni vicini al 1920 si verificò nei circoli Teosofici un evento a ciò correlato. Jiddhu Krishnamurti, cui era stato proposto di divenire veicolo per il prossimo maestro del mondo, rinunciò a questo ruolo nel 1927, sciolse l‟ordine della Stella che era stato fondato per favorire questa missione e iniziò ad insegnare il "sentiero senza sentiero‟. Il nome spirituale di Krishnamurti era Alcyone e questo ha un significato particolare. Una volta compreso che la terra orbita intorno al sole e che questi è soltanto una delle tante stelle, era logico teorizzare che anch'esso potesse orbitare intorno ad un "sole centrale‟ più grande. Alcyone, nelle Pleiadi, risultava associata nel pensiero spirituale, a questo "sole centrale‟ intorno al quale girava il nostro sistema solare e questa tradizione è riportata nella Dottrina Segreta e nel Trattato sul Fuoco Cosmico. Ne consegue che se il sole è il simbolo dell'anima, il sole centrale è un simbolo, nella dispensazione di Pisces, del Cristo o del Maitreya Buddha – di un maestro del mondo – ovvero dell'anima delle anime. Rinunciando al ruolo di guru o di grande sole centrale, Krishnamurti preannunciava il modello Aquariano e svelava l'illusione di Alcyone quale schermo o segno del reale sole centrale. Nello stesso tempo ci fu un'improvvisa dislocazione del graduale disvelarsi della scienza degli iniziati nel mondo degli uomini. Questo svelarsi avviene tramite una serie di espansioni di coscienza destinate a preparare il discepolo alla rivelazione dell'aspetto vita al cuore del suo stesso essere. Il Trattato del Fuoco Cosmico tratta della vita solare ed espande gradatamente i rapporti da quelli interni al sistema solare alle influenze e ai rapporti tra stelle e costellazioni rilevanti. Questi rapporti stellari o solari sono permeati dal movimento dello spirito. Indicazioni in tal senso sono state date in tutti gli insegnamenti e in particolare rivelate dalle tradizioni esperienziali dei mistici. Termini come "la notte oscura dell'anima‟, "oscurità divina‟, "l'oscurità del puro spirito‟, "la luce scura di Shamballa‟ e così via, si riferiscono ad un passaggio d'esperienza dall'espansione dell'anima all'identificazione con la monade.
Ora c'è un simbolo esterno nel cosmo che permette a quest'esperienza interiore di penetrare in modo più tangibile nella nostra coscienza collettiva. Buchi neri, materia oscura ed energia oscura sono potenti simboli di vita spirituale e servono quale struttura su cui è possibile costruire il prossimo sviluppo degli insegnamenti degli iniziati.
Il buco nero al centro della galassia è un simbolo molto più adatto, come vedremo, per il punto centrale o monadico intorno al quale ruota il nostro sole o anima. Non è una fonte di luce o di coscienza, ma di oscurità e mistero. Non è un guru o un insegnante – un sole più grande che ha più conoscenza di noi e può versare luce sul nostro cammino. È un centro di essere, di vita, nel quale il conoscitore e il conosciuto sono uno. Tutti i veri insegnanti, tutte le grandi anime o soli non cercano di mantenere gli altri in orbita attorno a sé come pianeti, ma di accendere in essi il fuoco solare, in modo che possano esprimere la loro natura solare e arrivare a realizzare il centro oscuro comune, intorno a cui tutti loro girano in una grande danza cosmica. All'inizio dell'era dell'Acquario è in atto un grande processo di disillusione man mano che la gente perde la fiducia nei propri leaders. Alcyone associato con Aquarius fu un segnale che indicava un rapporto emergente con un nuovo centro, un nuovo orientamento di coscienza che l'era di Settimo Raggio preannuncia.
La realizzazione dello stato di figlio è l'obiettivo del sentiero d'iniziazione fino al Terzo grado. A quel tempo la monade inizia a giocare una parte più dinamica nell'evoluzione, innanzitutto liberando completamente l'anima dalla sua errata identificazione con la forma e poi iniziando a liberare lo spirito che vi dimora, dagli involucri triadici dell'anima. Quest'ultimo processo si completa nel Quinto Grado quando l‟iniziato diventa Maestro dei cinque mondi e realizza la sua identità essenziale quale monade, l'Uno.

black hole4


Tre volte va il grido a tutti i pellegrini sul Sentiero di Vita:
- “Conosci te stesso”  è la prima grande esortazione e lungo è il processo per ottenere questa conoscenza.
- “Conosci il Sé”  viene in seguito, e quando questo è compiuto l'uomo non conosce solo se stesso ma tutti i sé; l'anima dell'universo non è più per lui il libro sigillato della vita, ma il libro i cui sette sigilli sono stati rotti.
Poi, quando l‟uomo diventa adepto, si alza il grido:
- “Conosci l'Uno” e all'orecchio dell'adepto risuonano queste parole:
- “Cerca ciò che è la Causa responsabile, e avendo conosciuto l'anima, e la sua espressione, la forma, cerca QUELLO che l'anima rivela".  [TFC 1238]

Due tra i maggiori progressi occulti del ventesimo secolo sono stati la scissione dell'atomo e il penetrare il mistero dei buchi neri. In queste due conquiste abbiamo l‟espressione esteriore della liberazione dell'anima dalla materia. La coscienza umana è riuscita a evadere dalla sua prigione, penetrando nelle due direzioni, quella infinitamente piccola e quella infinitamente grande. Quello che l'uomo ha trovato in queste due direzioni è un mondo di energia e astrazione, man mano che la coscienza si affranca dalla sua reclusione nella materia.
Scienza e religione, dopo essersi misurate tanto a lungo nella battaglia per separare il sé dal non-sé – le realtà soggettive da quelle oggettive – possono ora iniziare una fusione più profonda poiché hanno cominciato a condividere un linguaggio comune e a capire la loro origine comune.

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"Per due anni sono rimasto immerso nel buio. Ne ho accumulato con grande gioia. Si trattava del buio più nero, del tutto nero. Quel nero è un mistero. È in lui che si formano le cose, nell'oscurità. Il bianco è la manifestazione, il nero è la formazione. Il bambino si forma al buio. Il nero è due volte simbolico: per gli uomini comuni, il nero è il male, l'egoismo, l'inferno; per gli Iniziati, è il mistero non illuminato, non chiarito".
Omraam Mikhael Aivanhov

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Tratto da:
- Bruce Lyon, Cosmologia Occulta, Istituto Cintamani, 2010, pag. 14-15

- Ved. il mantra "Vita":

- Con la collaborazione di Vittorio


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