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sabato 30 dicembre 2017

Il Sasso Miracoloso (G. I. Gurdjieff)

Il Sasso Miracoloso (G. I. Gurdjieff)

https://www.meditare.net/wp/racconti/il-sasso-miracoloso-gurdjieff/

martedì 24 febbraio 2015

La legge del perfezionamento e i motivi della guerra

 

“Per fare ciò che è difficile, occorre
innanzitutto imparare a fare ciò che è facile. 
Non si può cominciare dal più difficile.” 
(Georges I. Gurdjieff)

Un giorno chiesero a Gurdjieff se fosse possibile impedire la guerra e Gurdjieff rispose che non era possibile perché le guerre sono il prodotto della schiavitù in cui vivono gli uomini. Le guerre avvengono a causa di influenze planetarie a cui gli uomini non riescono a sfuggire perché non vi sanno resistere. Non potendo o non sapendo sottrarsi a queste forze, gli uomini non sanno resistere all’impulso di uccidersi tra loro.

Quando gli fu chiesto se fosse possibile che quelli che comprendono questo fatto potessero opporsi e potessero influenzare gli altri, Gurdjieff rispose che il tentativo era vecchio come l’umanità. Fin dalla creazione del mondo si era tentato, ma non si era mai riuscito a farlo, perché il problema è che gli uomini non vogliono pensare a se stessi.

Gli uomini non vogliono lavorare su loro, e non pensano ad altro che a sviluppare i mezzi per costringere gli altri uomini a fare ciò che vogliono loro. Anche se esistesse un gruppo di persone che vogliono impedire la guerra, disse Gurdjieff, costoro dovrebbero combattere contro quelli che vogliono la guerra.

La guerra ha moltissime cause e molte restano sconosciute, a cominciare da quelle che si nascondono nella stessa natura umana. Va saputo che la guerra è facilitata da alcune forze interne all'uomo e da altre forze e influenze esterne da cui l’uomo non riesce a liberarsi. Se non riusciamo e liberarsi da tutto quello che ci ostacola, non potranno finire le guerre.

Questo è lo scopo primario dell'uomo: liberarsi dalle influenze incontrollabili e rendersi cosciente. Questa è l'unica via d’uscita per l’essere umano. Se l'uomo resta schiavo interiormente ed esteriormente, non potrà mai governarsi e rimarrà schiavo di tutto ciò che ha il potere di agire su di lui. Senza la conoscenza di se stesso e dei suoi meccanismi interni, l’uomo non potrà essere mai libero.

Perciò la guerra verrà con milioni di uomini addormentati che uccidono altri milioni di uomini addormentati. Solo il risveglio ci permette di vedere che l'umanità giace in un stato di sonno profondo che viene indotto e mantenuto dall’intera vita circostante e dalle condizioni dell’ambiente in cui vive.

Ad esempio, spiegò Gurdjieff, la religione cristiana dovrebbe essere la religione che protegge la vita e proibisce l’omicidio. Ma tutti i progressi che abbiamo fatto sono stati progressi basati sull’omicidio, perché abbiamo ottenuto il successo con l’uccisione di altre forme di vita. Perciò tutti questi progressi sono stati contrari ai principi cristiani che la maggioranza delle persone dice di seguire.

Ma avviene lo stesso fenomeno con tutte le altre credenze religiose e con le concezioni politiche quando i dogmi si sostituiscono alla consapevolezza e alla coscienza del singolo. Secondo Gurdjieff, tutte le guerre, le rivoluzioni e le grandi migrazioni di massa sono causate dall'insieme delle forze che sanno imprimere un impulso a cui l'apparato ricevente umano non sa resistere.

L’uomo può captare molte influenze diverse perciò le masse sono sottoposte al controllo di molte influenze planetarie. Oggi l’umanità è composta da milioni di automi che obbediscono meccanicamente a tutti gli stimoli esterni a cui non riescono a ribellarsi. Essi non sanno muoversi seguendo la loro volontà, la loro coscienza e neppure le loro tendenze individuali perciò subiscono tutte le influenze che vengono da vicino oppure da lontano.

Il maestro Aivanhov dice che l’umanità ha lo scopo di rendere più bella la terra, perciò l’uomo deve vibrare all’unisono con il mondo divino. Quando l’uomo avrà imparato a farlo, la terra verrà trasformata perché la trasformazione della terra è collegata con l’apprendimento umano e con la trasformazione del corpo fisico.

Il corpo fisico è il prodotto dell’attuale fase evolutiva terrestre, infatti è il prodotto della quarta fase di evoluzione della Terra. Perciò quando sarà avvenuta la trasformazione dell’uomo avverrà anche la trasformazione della terra. La terra verrà trasformata, e la sua trasformazione avverrà quando il corpo dell’uomo sarà diventato una materia vibrante e luminosa.

Dopo la metamorfosi umana anche il nostro pianeta diverrà puro, vibrante e luminoso. La terra sarà bella e luminosa come l’essere sottile, vibrante e luminoso che l’avrà prodotta. Il mondo cambierà quando saranno cambiati gli esseri umani che ci vivono. E va saputo che, il lavoro che gli uomini fanno su di loro per cambiare il loro corpo fisico, per cambiare il loro cervello e la loro mente non sono utili soltanto per il loro progresso personale.

Chi lavora al suo risveglio e al suo perfezionamento, non lavora solo per se stesso ma lavora per aiutare tutta l’evoluzione generale. Sulla terra tutti lavorano per aiutare la trasformazione generale del nostro pianeta. Solo quando gli uomini avranno svolto questa missione potranno andare in altri sistemi planetari e vivere in altre dimensioni, ma non possono farlo prima!

Attualmente la terra è tanto grossolana e opaca che avrà bisogno di milioni di anni e di milioni di creature per essere trasformata: e la metamorfosi della terra avverrà mangiandola. Questo concetto è una questione strana per la scienza medica che non comprende, e non riesce a collegarla al vero motivo per cui noi uomini mangiamo.

Se ci riflettiamo meglio, comprendiamo che il cibo non è altro che “terra.” Il cibo è un prodotto del sole che viene rielaborato dalla terra, ma resta sempre terra. La "terra" contenuta nel cibo passa attraverso di noi perché viene ingerita, rielaborata, digerita, e poi espulsa dall'uomo. Questo processo è continuo, perciò la terra si riempie delle emanazioni e vibrazioni prodotte dai nostri pensieri e sentimenti.

Una volta che la terra sarà impregnata tutta dai pensieri e dai sentimenti più luminosi e trasparenti, diverrà anch'essa un pianeta fatto di materia pura e luminosa. La terra riceve e dona continuamente, ma dà sempre qualcosa che è diverso da quello che diede in passato. Il senso della vita è lavorare alla trasformazione della materia.

La materia densa e pesante deve essere spiritualizzata, perciò tutti quelli che sostengono l'evoluzione vengono aiutati e sostenuti. Tutti affrontano l'evoluzione anche se qualcuno è più lento, perché la forza che sta lavorando in loro per far apparire tutte le loro qualità e le virtù, avanza con più fatica e sembra che si evolva in modo impercettibile.

La legge della vita è fare uno sviluppo verso la perfezione, perciò la legge del perfezionamento non può venire ostacolata senza dover subire le conseguenze. Questo è il senso della nostra missione individuale e collettiva, e sebbene gli uomini siano ancora abbrutiti, tutta l'umanità avrà il perfezionamento.

Molti continenti sono scomparsi perché si opposero, e oggi pochissimi lavorano coscientemente per scongiurare il pericolo. La maggior parte degli uomini lavora per dominare meglio, per avere sempre di più e per godersi la vita a danno degli altri. Prova ne è che, quando essi hanno ottenuto qualcosa cercano di avere sempre di più, e tengono tutto quello che hanno ottenuto solo per loro.

Agiscono così perché il fine del loro lavoro e dell'agire è egoista. E non si creda che il perfezionamento provenga da fuori ossia dal mondo esterno. Ma se c'è qualcuno che ci promette di poter avere tutto senza dover fare degli sforzi, ci sta ingannando. Al contrario di quanto si crede, quando otteniamo qualcosa senza doverci sforzare troppo, ne veniamo danneggiati e diventiamo sempre più infelici.

Ma perché accade così? Perché se non abbiamo faticato per avere una cosa non abbiamo costruito il senso del valore di essa. Tutto quello che è ottenuto senza dover fare fatica non sappiamo apprezzarlo. È normale che non si sappia apprezzare ciò che si ottiene senza faticare, dice il maestro Aivanhov, perciò non stupisca se l'evoluzione richiede tanto lavoro, tanto tempo e tanta fatica.

Buona erranza

Sharatan

 

FONTE: http://lacompagniadeglierranti.blogspot.it/2015/02/la-legge-del-perfezionamento.html


domenica 10 febbraio 2013

Parole senza tempo sull'evoluzione della coscienza umana (Gurdjieff)


Quelle che seguono sono parole pronunciate circa un secolo fa da G. I. Gurdjieff, riportate da Ouspensky in 'Frammenti di un insegnamento sconosciuto', e ci fanno comprendere come in cento anni l'uomo sia cambiato ben poco...anzi...




- ...Progresso e civiltà, nel senso reale di questa parola, possono apparire soltanto al termine di sforzi coscienti. Non possono apparire come risultato di azioni incoscienti e meccaniche.

...E' precisamente nelle manifestazioni incoscienti e involontarie che sta tutto il male..

Il più grande errore consiste nel credere che vi sia un'unità permanente nell'uomo...l'evoluzione è il risultato di una lotta cosciente (Gurdjieff affermava che solo la frizione interiore tra il 'sì' e il 'no' può cristallizzare un principio di volontà dentro di noi).

...L'evoluzione dell'uomo è l'evoluzione della coscienza, e la coscienza non può evolvere inconsciamente.
L'evoluzione dell'uomo è l'evoluzione della volontà, e la volontà non può evolvere involontariamente.
L'evoluzione dell'uomo è l'evoluzione del suo potere di fare, e fare non può essere il risultato di 'ciò che accade'.

...Lo sviluppo dell'uomo si effettua secondo due linee parallele: sapere ed essere...il sapere dipende dall'essere.

...In modo particolare nella civiltà occidentale si ammette che un uomo possa avere un vasto sapere, essere autore di grandi scoperte, ed abbia allo stesso tempo il diritto di essere un povero piccolo uomo egoista, cavilloso, meschino, invidioso, vanitoso, ingenuo e distratto...

In Occidente si ritiene che il sapere non dipenda dall'essere...accordano un valore massimo al sapere ma non accordano alcun valore all'essere, e non si vergognano del livello inferiore del loro essere. Non comprendono neppure ciò che questo significhi...

Allorché il sapere sorpassa di troppo l'essere, esso diventa teorico, astratto, inapplicabile alla vita. Esso può anche diventare nocivo, perché invece di servire la vita e aiutare le persone nella lotta contro le difficoltà, questo sapere comincia a complicare tutto. Di conseguenza non può che apportare nuove difficoltà, nuovi turbamenti ed ogni tipo di calamità che prima non esistevano.

...Non si comprende più che il livello del sapere è determinato dal livello dell'essere...Un cambiamento della natura del sapere è impossibile senza un cambiamento nella natura dell'essere.

Preso in sé, l'essere di un uomo presenta molteplici aspetti. Quello dell'uomo moderno si caratterizza soprattutto per l'assenza di unità in se stesso e per l'assenza di una benché minima traccia di quelle proprietà che specialmente ama attribuirsi: la lucidità di coscienza, la volontà libera, un Ego permanente, o 'Io', e la capacità di fare.

Sì, per stupefacente che ciò possa sembrarvi, vi dirò che la caratteristica principale dell'essere di un uomo moderno, e ciò spiega tutto ciò che gli manca, è il sonno...vi diverrà allora evidente che un uomo, se vuole realmente conoscere, deve innanzitutto riflettere sulla maniera di svegliarsi, cioé sulla maniera di cambiare il suo essere.

Esteriormente l'essere dell'uomo ha molti differenti aspetti:
attività o passività, veracità o malafede, sincerità o falsità, coraggio e vigliaccheria, autocontrollo e sfrontatezza, irritabilità, egoismo o disposizione al sacrificio, orgoglio, vanità, presunzione, assiduità, pigrizia, senso morale, depravazione;
tutte queste caratteristiche e molte altre compongono l'essere di un uomo.

Ma tutto questo nell'uomo è interamente meccanico. Se egli mente significa che non può fare a meno di mentire. Se dice la verità significa che egli non può fare a meno di dire la verità, e così per tutto.
Tutto accade.
Un uomo non può fare niente, né interiormente né esteriormente.
...Per questo sono rari gli uomini che possono ricevere il vero sapere. -



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giovedì 19 luglio 2012

La Quarta Via

georges gurdjieff 238x300 La Quarta ViaLa Quarta Via è il sistema introdotto in occidente all’inizio del secolo scorso da George Gurdjieff attraverso il quale si può raggiungere un reale e completo sviluppo dell’uomo. Il nome “Quarta Via” è usato per differenziare il sistema da altri che Gurdjieff ha descritto in relazione al loro specifico lavoro sull’essere:
  • La via del Fachiro, si esprime attraverso l’uso del corpo per raggiungere un livello di consapevolezza superiore.
  • La via del Monaco, si esprime attraverso l’uso della componente emozionale, come la fede e il “rapimento” mistico.
  • La via dello Yogi, utilizza la parte intellettuale attraverso la conoscenza.

La Quarta Via si fonda sull’uso equilibrato di tutte le funzioni attraverso il loro sviluppo simultaneo. Gurdjieff enfatizza la necessità di uno sviluppo complessivo al fine di ottenere un risultato individuale completo che non necessiti difficili e dolorosi processi di ricostruzione in un secondo tempo. Secondo le descrizioni che riportate negli scritti di Ouspensky (Frammenti di un Insegnamento Sconosciuto) un uomo che abbia raggiunto certe capacità attraverso le prime tre vie, per diventare completo deve, attraversare un processo complesso e doloroso di “rifusione” di quanto ha precedentemente cristallizzato, iniziare da capo un lavoro su quelle parti che ha lasciato sottosviluppate; in questo senso il lavoro delle prime tre vie può essere più pericoloso e difficile del lavoro sulla Quarta Via.
Gurdjieff non ha mai chiamato il suo insegnamento la Quarta Via, fu Ouspensky ad usare il nome per indicare l’insegnamento del maestro. Il testo, pubblicato postumo, degli incontri di Ouspensky si intitola “La Quarta Via”. Oggi l’insegnamento di Gurdjieff è conosciuto come “Il Lavoro” o “Lavoro su di sé” o semplicemente “Lavoro”.
Gli insegnamenti di Gurdjieff si riferiscono principalmente al posto ed al ruolo dell’uomo nell’Universo e alle sue possibilità di sviluppo interiore. Gurdjieff si riferisce alla condizione dell’uomo ordinario considerando che egli è in uno stato di “sonno ad occhi aperti”, superato il quale è possibile accedere a stati di coscienza più elevati, ma solo attraverso lo sviluppo di nuove capacità interiori.
Gurdjieff insegnò come aumentare e concentrare la propria attenzione per dirigere e non disperdere la propria energia, come minimizzare i sogni ad occhi aperti e l’assenza di partecipazione alla propria esistenza. In accordo con il suo insegnamento, questo sviluppo interiore dell’uomo è l’inizio di una possibilità di cambiamento d’essere che ha lo scopo di trasformare l’uomo in quello che Gurdjieff chiama “uomo normale”, un essere con tutte le sue potenzialità sviluppate e con la capacità di essere partecipe della sua vita e del mondo che lo circonda.

 

martedì 13 marzo 2012

Rileggendo le parole di Monsieur Gurdjieff


 

La considerazione interiore  

"Vi sono parecchi tipi di considerazione".

"Nella maggior parte dei casi l'uomo si identifica con ciò che gli altri pensano di lui, con il modo in cui lo trattano, con il loro atteggiamento nei suoi confronti. L'uomo pensa sempre che la gente non l'apprezzi abbastanza, che non sia abbastanza cortese o educata. Tutto questo lo tormenta, lo preoccupa, lo rende sospettoso; egli disperde in congetture o supposizioni una enorme quantità di energie, sviluppando in sé un atteggiamento diffidente ed ostile verso gli altri. Come lo si guarda, ciò che si pensa di lui, ciò che si dice di lui, tutto questo assume ai suoi occhi un'importanza enorme.

"Ed egli 'considera' non soltanto le persone, ma la società e le condizioni storiche. Tutto ciò che non gli piace gli pare ingiusto, illegittimo, falso e illogico. E il punto di partenza del suo giudizio è sempre che le cose possono e devono essere cambiate. L' 'ingiustizia' è una di quelle parole che servono spesso a mascherare la 'considerazione'. Quando un uomo si è convinto che è un' 'ingiustizia' che lo disgusta, smettere di considerare equivarrebbe per lui a 'riconciliarsi con l'ingiustizia'.

"Vi sono persone capaci di 'considerare' non soltanto l'ingiustizia o il poco conto in cui sono tenute dalla gente, ma di considerare perfino il tempo che fa. Sembra strano, ma è un fatto: le persone sono capaci di considerare il clima, il calore, il freddo, la neve, la pioggia; possono infuriarsi e indignarsi per il cattivo tempo. L'uomo prende tutto in modo personale, come se tutto nel mondo fosse stato specialmente predisposto per fargli piacere, o al contrario per causargli delle noie e dei fastidi.
"Tutto questo non è altro che 'identificazione', e se ne potrebbero citare molte altre forme.
Questo genere di considerazione si fonda interamente sulle 'esigenze'. L'uomo, dentro di sé, 'esige' che tutti lo prendano per qualcuno di notevole, al quale ognuno dovrebbe testimoniare rispetto, stima e ammirazione, per la sua intelligenza, la sua bellezza, la sua abilità, il suo senso dell'umorismo, la sua presenza di spirito, la sua originalità e tutte le sue altre qualità.
Queste 'esigenze' si fondano a loro volta sulla nozione completamente fantastica che le persone hanno di sé stesse, cosa che accade spesso, anche con persone di apparenza molto modesta.
In quanto agli scrittori, attori, musicisti, artisti e uomini politici, sono quasi senza eccezione degli ammalati.
E di che cosa soffrono? Prima di tutto, di una straordinaria opinione di sé stessi, poi di esigenze e, infine, di 'considerazione', cioè di una predisposizione ad offendersi per la più piccola mancanza di comprensione o di
apprezzamento.
"Vi è ancora un'altra forma di 'considerazione' che può sottrarre ad un uomo gran parte della sua energia. Essa parte dall'atteggiamento secondo il quale egli crede di non considerare abbastanza un'altra persona e che quest'ultima ne sia offesa. Egli comincia a dirsi che forse non pensa abbastanza a quest'altra persona, non le presta sufficiente attenzione e non le fa un posto abbastanza grande. Tutto ciò non è che debolezza. Gli uomini hanno paura gli uni degli altri. E ciò può condurre molto lontano. Ho visto spesso dei casi del genere. Un uomo può arrivare in tal modo a perdere il suo equilibrio, se mai ne ha avuto uno, e comportarsi in modo del tutto insensato. Si adira contro sé
stesso e sente fino a che punto è stupido, ma non può fermarsi, perché in tale situazione la soluzione sta precisamente nel 'non considerare'.
"Un altro esempio, forse ancora peggiore, è quello dell'uomo che ritiene di 'dover' fare qualche cosa, mentre in realtà non deve fare assolutamente nulla.
'Dovere' e 'non dovere' è un problema difficile: è difficile comprendere quando un uomo 'deve' realmente e quando 'non deve'. Questo problema non può essere affrontato che dal punto di vista dello 'scopo'. Quando un uomo ha uno scopo, deve fare unicamente ciò che gli permette di avvicinarsi ad esso e non fare niente che da esso lo possa allontanare.

Come ho già detto, le persone immaginano spesso che se cominciano a combattere la considerazione, perderanno la loro sincerità e ne hanno paura, perché pensano di perdere qualche cosa, una parte di sé stessi.
Si verifica qui lo stesso fenomeno che avviene nei tentativi di lotta contro l'espressione delle emozioni negative.
La sola differenza è che in questo caso l'uomo lotta contro l'espressione 'esteriore' delle sue emozioni e nell'altro contro la manifestazione 'interiore' di emozioni che sono forse le stesse.
"Questo timore di perdere la propria sincerità è naturalmente un inganno, una di quelle formule menzognere sulle quali poggia la debolezza umana. L'uomo non può impedirsi di identificarsi e di 'considerare interiormente', non può esimersi dall'esprimere le emozioni sgradevoli, per l'unica ragione che è debole. L'identificazione, la considerazione, l'espressione delle emozioni sgradevoli sono manifestazioni della sua debolezza, della sua impotenza, della sua incapacità di dominarsi.
Ma, non volendo confessare a sé stesso questa sua debolezza, la chiama 'sincerità' o 'onestà' e dice a sé stesso che non desidera lottare contro la sua sincerità, mentre in realtà è incapace di lottare contro le sue debolezze.
“La sincerità, l'onestà sono in realtà qualche cosa di differente. Ciò che in questo caso un uomo chiama 'sincerità' è semplicemente non avere voglia di controllarsi. E nel suo intimo ogni uomo lo sa bene.
Quindi egli mente a sé stesso ogni volta che pretende di non voler perdere la sua sincerità.


"Ho parlato finora della considerazione interiore. Sarebbe possibile offrirne ancora molti altri esempi. Ma questo tocca a voi, sta a voi cercare questi esempi, nelle vostre osservazioni su voi stessi e sugli altri.



 

La considerazione esteriore 

Il contrario della considerazione interiore, la considerazione esteriore, costituisce in parte un mezzo per lottare contro di essa.
La considerazione esteriore si basa su una forma di relazione verso le persone, totalmente diversa dalla considerazione interiore.
È la capacità di adattarsi agli altri, alla loro comprensione e alle loro esigenze.

Considerando esteriormente, un uomo fa ciò che è necessario per rendere la vita più facile a sé stesso e agli altri. La considerazione esteriore richiede una conoscenza degli altri, una comprensione dei loro gusti, delle loro abitudini e dei loro pregiudizi. Al tempo stesso, la considerazione esteriore esige un grande potere su di sé, una grande padronanza di sé. Accade molto spesso che un uomo desideri sinceramente esprimere, mostrare in qualche modo a qualcuno ciò che pensa realmente di lui, ciò che sente nei suoi confronti. E se è debole, da corso naturalmente al suo desiderio, dopo di che si giustifica, dicendo che così ha fatto perché non voleva mentire, non voleva fingere, perché voleva essere sincero.
Poi, si autoconvince che la colpa è dell'altra persona.
Egli voleva realmente considerarlo, era per sino pronto a cedergli, non voleva litigare, ecc. ... Ma l’altro ha rifiutato di considerarlo, quindi non vi era niente da fare con lui.

Accade spesso che un uomo cominci con una benedizione e finisca con un'ingiuria. 

Decide di non considerare gli altri, dopo di che li rimprovera di non considerare lui. È un esempio di come la considerazione esteriore passa alla considerazione interiore.

Ma se un uomo si ricorda realmente di sé, comprende che anche l'altro uomo è una macchina, nello stesso modo in cui egli lo è. Allora si metterà al posto dell'altro, diventerà capace di comprendere e sentire ciò che un altro uomo pensa e sente. 

Se può far questo, il suo lavoro diverrà molto più facile per lui. Ma se avvicina un altro uomo con le
proprie esigenze non ne trarrà altro se non una nuova considerazione interiore.
"Una giusta considerazione esteriore è molto importante nel lavoro.
Sovente accade che degli uomini che comprendono molto bene la necessità della considerazione esteriore nella vita, non comprendano la necessità della considerazione esteriore nel lavoro; essi decidono che, proprio perché lavorano su sé stessi, hanno il diritto di non considerare.
Mentre invece nel lavoro, affinchè esso sia efficace, occorre una considerazione esteriore dieci volte maggiore che nella vita ordinaria, poiché solo la considerazione esteriore da parte dell'allievo può mostrare il suo apprezzamento e la sua comprensione del lavoro; e in effetti il risultato nel lavoro è sempre proporzionale al valore che gli si attribuisce e alla comprensione che se ne ha.
Ricordate che il lavoro non può proseguire su un livello inferiore a quello dell' 'uomo della strada', cioè su un livello inferiore a quello della vita ordinaria. Questo è un principio dei più importanti, che viene molto facilmente dimenticato".


 



da Frammenti di un insegnamento sconosciuto, di P. D. Ouspensky,
ed. Astrolabio Ubaldini
pagg. 168-171

Con affetto,
Tomoe.

sabato 9 aprile 2011

Un aneddoto su Gurdjieff

Un giorno un Maestro accolse tre candidati che volevano diventare suoi discepoli.
Al primo incontro il Maestro iniziò a comportarsi in modo eccentrico a tavola, facendo discorsi assurdi e avendo atteggiamenti strani. Disse anche talune parolacce e mangiò il suo cibo con le mani, asciugandosi la bocca al polsino della camicia. Uno di questi tre discepoli se ne andò, scandalizzato di questo atteggiamento.

Il secondo fa avvisato dai discepoli anziani (istruiti così dal Maestro) che questi era un truffatore, che si stavano organizzando per fargliela pagare e che lui doveva stare ben attento a fidarsi di un uomo così. Anche il secondo uscì dal gruppo.

Al terzo il Maestro proibì categoricamente di prendere la parola ogni volta che la chiedeva e di porre qualsiasi tipo di domande. Anche il terzo se ne andò, sdegnato ed offeso.

Quando il Maestro fu solo con i suoi allievi disse:

“Il comportamento di coloro che se ne sono andati illustra tre validi concetti.
Il primo “non giudicare a prima vista”.
Il secondo “non giudicare cose di grande importanza da ciò che dicono gli altri”.
Il terzo “non fare della tua percezione di stima ed apprezzamento altrui il metro per il tuo giudizio su di loro.”

 

Tratto da:
- http://www.meditare.net/

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