Dal decondizionamento alla liberazione.
Istruzioni per l’uso.
La Guarigione
Guarire è prendere la via della vacuità
Per cominciare, prendi coscienza che la confusione regna nella tua mente. Quante volte non pensi? Cerca un po’. Siamo d’accordo, non spesso, ma quando succede (sii certo che per molte persone non succede mai) noterai che capita sempre quando sei consapevole nel momento presente. La chiave risiede lì: essere nel momento presente. Se non sei consapevole dell’assurdità della confusione nella tua mente, osserva per un istante di cosa sono fatti i tuoi pensieri, e ti accorgerai che si collocano sempre nel passato o nel futuro. Mai nel presente. E’ come se nella tua mente il presente non esistesse, quando è effettivamente l’unica vera realtà del mondo che percepisci.
Le tue idee del passato o del futuro consistono a progettare un’energia in un luogo che non esiste. Perché secondo la tua rappresentazione lineare del tempo, che è la tua in questa dimensione, pensi alle cose che non sono più, o pensi alle cose che non sono ancora arrivate e che forse non arriveranno mai. Tuttavia, non sei mai nel momento presente, che è l’unico veramente percettibile da tutto ciò che sei.
Ecco una delle chiavi essenziali della liberazione. Cerca il più spesso possibile la percezione del momento presente nel tuo quotidiano, imparerai così a tranquillizzare la tua mente, ad addomesticare quest’animale selvaggio che ha fatto finora soltanto ciò che ha voluto di te.
Quando sarai peraltro consapevole che ognuno dei tuoi pensieri è un’energia non controllata, se buttata troppo rapidamente nell’universo, se ne va sempre da qualche parte calamitando la sua risonanza. Ti lascio immaginare il grado di inquinamento che un unico essere umano può produrre in una vita. Del resto è una delle cose sui cui sarebbe bene che cominciassimo tutti a lavorare.
Un esercizio semplice per essere nel momento presente è di sederti nella natura, di chiudere gli occhi e di provare pienamente la sua presenza attraverso i tuoi altri sensi, il vento negli alberi, sulla tua pelle, il canto degli uccelli, il volo degli insetti, il calore del sole. Se non ti trovi vicino alla natura, prova nella tua città, certo è meno nutriente ma prendendo coscienza dell’istante presente, avrai la percezione che esiste ovunque e sempre. La sua grande qualità è che insedierà in te un po’ alla volta il silenzio lucido e onnipotente, la vacuità, per ritrovare la vera casa, là dove riposa la tua padronanza persa che sta aspettando il tuo ritorno.
Guarire è prendere la via dell’essere più leggero
Ognuna delle cellule del tuo corpo immagazzina il peso delle tue memorie, quelle di questa vita certo, ma anche quelle delle tue vite precedenti, e addirittura certe trasmesse dalla tua ascendenza – ciò che si chiama le “memorie cellulari”. Immagina un po’ la quantità di emozioni diverse, tra cui certe particolarmente pesanti, che hanno potuto accumularsi durante tutto il tuo percorso nell’incarnazione!
Il mal-essere, le paure, la malattia, sono le conseguenze dell’energia non armoniosa accumulata in te, che finisce sempre per esprimersi attraverso una o più delle tue zone di ombra, il più delle volte quelle che sono nate dai più grandi dolori, là dove sei più vulnerabile.
Quando avrai individuato le tue zone di ombra e che sarai in grado di identificare le ferite dell’ego che ne sono la causa, avrai sciolto i nodi dei bagagli emozionali che li alimentano. Da lì, i bagagli essendo aperti, ne farai ciò che vuoi a seconda del tuo libero-arbitro, e forse niente se hai deciso di non alleggerirti. Ma nel caso contrario, se hai la volontà di uscire dal gioco e di guarire, la via che ti invito a seguire è quella del perdono e della compassione. Per te come per altri.
È nel perdono sincero e profondo verso le ferite date e le ferite ricevute che potrai allora guarire veramente, così come la compassione per chi ha recitato la parte del carnefice e che è soltanto la vittima delle sue ferite, anche se talvolta sei stato tu questo carnefice.
Non dimenticare che nel lungo percorso delle tue vite su questa Terra, hai qualche volta posto la testa sul ceppo, e qualche volta hai tenuto l’ascia. E’ stata la via per ognuno di noi senza eccezione, Abbiamo dovuto sperimentare pienamente le due polarità della dualità, e abbiamo quindi assegnato le parti fino lì col nostro pieno consenso nel rispetto dell’equilibrio delle energie opposte, in altro modo detto le leggi del karma.
Cosa sono queste zone di ombra in te?
Sono tutti i tuoi atteggiamenti, i tuoi comportamenti, le tue reazioni che provocano in te e/ o per altri dei dolori, delle malattie e dei sentimenti non voluti, dunque di natura tale da allontanarti un po’ di più dal tuo essere divino.
Non è molto difficile guardarti dentro. Chiediti per esempio perché ti arrabbi in tale situazione o rispetto a tale discussione. Osserva tutte le volte in cui questo è successo e risali al sentimento che ha provocato la tua collera.
Che cosa provavi allora, quale parola o quale situazione ha scatenato la tua reazione?
Che cosa ti ha ricordato, quale immagine ti è venuta? Pratica così in ogni circostanza e avrai delle eccellenti probabilità di esumare la ferita non guarita che c’è dietro. E se questa non viene alla luce subito, perché risale a più lontano forse un’altra vita di cui non raggiungi il ricordo, fidati della vita affinché ti riveli presto come rimediarci. Che tu lo voglia o no, hai in questo mondo come al di là di questo mondo delle guide che sono lì per te e chiedono soltanto di aiutarti.
Sulla via del risveglio, le cose accadono sempre così, la grande legge della sincronicità si applica a ogni sollecitazione dell’essere sulla strada. Incrocerai sempre la persona, il libro o il film che risponderà a una delle tue domande sincere. E se sai osservare la natura, troverai molto spesso i segni che ti saranno utili.
Cosa fare quando identifichi una delle cause di una delle tue zone di ombra? Niente di molto difficile: accoglila.
Lascia risalire l’emozione, non bloccarla, accoglila come una particella di te che si libera alla fine, e prova dell’amore per questa piccola parte di te ferita che faceva tanto fatica a esprimere il suo dolore. Semplicemente, abbi compassione per te stesso. Sei stato ferito e hai sofferto, meriti solo amore per questa prova, e soprattutto non del disprezzo, della collera o della vergogna.
Non emettere nessun giudizio, accogli questa emozione che si libera, sia nelle lacrime, nelle grida o nel silenzio che ti sommerge. Vedila come un bambino tuo, parlagli, digli che è tutto finito, che è libero e che niente alimenta più oramai il dolore che l’ha visto nascere. Se ami senza condizione il bambino ferito che si rivela, guarisce all’istante.
Al tuo ritmo, a seconda delle tue forze, senza nessuna pressione, riconoscerai quasi tutti i bambini del tuo dolore e renderai loro la libertà.
In questo mondo di dualità la cui esperienza sta per finire, rimarranno forse alcune ferite non guarite, ma questo non ha una grande importanza. La cosa più importante è di avere preso la strada della comprensione di chi siamo. Quando le problematiche più pesanti sono risolte, i pochi stracci ancora appesi non ti impediranno di andare dritto a reinvestire l’essere divino che sei. E quel giorno lì, quale ombra pensi potrà opporsi a tanta luce?
L’abbandono
Riassumiamo un’ultima volta.
Hai dunque preso coscienza alla fine, che non sei nato in questo mondo con l’unico scopo di sottometterti alla volontà di altri e di seguirne ciecamente le regole imposte. Hai quindi iniziato a percepire i meccanismi che ti avevano condizionato fino ad adesso, hai scoperto in te la dipendenza da questo condizionamento ciò ti porta a guarirne le ferite, hai guarito l’essenziale… E adesso?
Adesso, sei in grado di ricollegarti per davvero con il tuo spirito superiore. Sei in grado di allinearti con la tua divinità. Sei in grado di essere.
In realtà, col progredire del cammino, avrai già fatto delle incursioni in uno strano mondo, sono i segni del tuo ricollegamento progressivo. Salvo eccezione, tutto non sgorga immediatamente come quando si apre una valvola, le tappe si compenetrano e la progressione si fa la maggior parte del tempo per gradi.
Il lasciare-andare è stato per te una tappa spettacolare. Ovvero, ti ha condotto ad adottare atteggiamenti e comportamenti nuovi.
Quante volte ti sei sorpreso a questo punto a non reagire più come prima, in situazioni che ti avrebbero colpito, e avrebbero scatenato altrettante risposte da parte tua?
Quante volte ti sei detto che non ti riconoscevi?
Che ti sembrava di essere particolarmente zen?
Che non capivi come non ti preoccupavi più per tale o tale problema? Il lasciare-andare è una tappa che si nota molto nel tuo quotidiano, è spesso destabilizzante per la tua cerchia che fa anche fatica a riconoscerti e che non sa più a che cosa aspettarsi da te.
Non ingannarti, questa tappa rappresenta una separazione più importante con ciò che era la tua vita “prima”. È un bene, poiché stai andando finalmente verso te stesso. Lungo il cammino incrocerai degli esseri che vivono lo stesso risveglio e che ti stimoleranno, ma qualche volta questo ha un prezzo da pagare: l’allontanamento di quelli con chi una volta condividevi la stessa influenza della società basata sull’ego. Capiterà anche che sarai per loro un catalizzatore e certi ti seguiranno, ma altri si allontaneranno irrimediabilmente, è così, non costringere niente e nessuno, rispetta la strada scelta di tutti.
Al livello collettivo è la stessa cosa. Chi non dorme è in grado di osservare in questo periodo la separazione che peggiora tra i due mondi: il vecchio mondo legato alle energie che l’hanno mosso fino lì, e con lui quelli che vi si aggrappano con forza, e il nuovo, che non spunta da nessuna rovina del precedente, ma che manifesta la sua nascita a partire da una consapevolezza del tutto nuova, e come un’arborescenza si sparge in modo esponenziale in proporzione al numero di esseri che si risvegliano.
A questo punto del processo della tua guarigione e del tuo ricollegamento al tuo vero essere, sei già in grado di ritrovare vecchie memorie che risalgono alla superficie come le bolle di metano dal fondo degli oceani. Alcune di queste memorie, riesumate, hanno partecipato alla tua guarigione, altre ti hanno offerto semplicemente delle indicazioni sulle tue vite passate, o, più utili, ti hanno riaperto l’accesso agli archivi di un sapere che ritorna ora naturalmente.
Contemporaneamente, le tue percezioni si allargano a ciò che era fino lì invisibile, certe capacità possono già comparire, come la telepatia (spesso una delle prime a manifestarsi), così come la capacità di guarire altre persone, o ancora visioni inesplicate, delle incursioni in altre dimensioni dove stai recitando un’altra parte… e di altre percezioni ancora.
È la tua eredità, ti appartiene e saprai che cosa farne al momento giusto, nell’interesse di tutti. Non preoccuparti se niente di tutto questo si manifesta ancora, ognuno segue una strada di vita che è la sua e non fa bene confrontarla con quella degli altri, poiché questo paragone non ha alcun senso. Non è così che va misurata la strada compiuta in questo processo dell’ascensione.
Questa tentazione del paragone è realmente ingannevole e richiede una grande vigilanza. Prima perché alimenta un’altra faccia dell’ego che si chiama spesso “l’ego spirituale”: diciamo che quando l’ego si rende conto di perdere terreno nel suo elemento materiale, il suo potente istinto di sopravvivenza lo guida verso altre influenze da esercitare. Sarà dunque per lui molto facile girarsi verso l’elemento spirituale, poiché vede la tua coscienza superiore prendere questa direzione senza poter impedirlo.
Vi racconterò un aneddoto.
Una volta in Tebaide, quando i primi monasteri cristiani sono apparsi nel V secolo, i monaci che erano ghiotti di ascesi e altre penitenze, avevano al refettorio la spiacevole tendenza a mangiare sempre meno rispetto al vicino per dimostrare in questo modo la maggior padronanza. Tanto che fu imposto di portare il cappuccio affinché nessuno vedesse il viso del suo vicino e non ne potesse giudicare l’appetito.
Non si conta più oggi il numero degli ”risvegliati » che sono stati intrappolati in questa maniera dal proprio ego. I più carismatici finiscono come guru, i più discreti smarriscono la propria umiltà e non sono più in grado di rimettersi in questione, perdendo così il proprio discernimento, si lasciano ingannare dalle proprie capacità nuove, e trascinano nella loro scia alcuni che sono ancora più vulnerabili.
L’umiltà è una potente luce nell’oscurità. E’ un Sole che vede il “piccolo”” in questo mondo diventare “immenso” nell’altro. Quando tutto sembra diventare complicato e il discernimento viene a mancare, quando i dubbi risalgono e la sete di controllo prosciuga di nuovo il palato, l’umiltà conduce l’essere con dolcezza verso l’altare dell’abbandono, che è la soglia suprema dove investe la pienezza del suo abito di luce.
L’abbandono è la nuca che si offre nuda al divino in sé. È la fede estrema, ed è la pienezza di una gioia serena e profonda.
La Luce
Qualcuno ha detto, molto tempo fa, che ci saranno molti chiamati e pochi eletti. La ragione è che le trappole che ci siamo inventate collettivamente sono molte e variegate. Ma non serve preoccuparsi, qualunque sia il ritmo dei nostri passi, tutti ritroveranno il proprio essere divino presto o tardi, nessuno sarà lasciato mai sul bordo della strada, sii certo di questo.
Non dimenticare fratello mio, sorella mia, che siamo dei nomadi un po’ pazzi, pieni di brio e di gioia. Abbiamo deciso molto tempo fa, contro venti e maree, di vivere quest’ampio palcoscenico che è la Terra, indossando a seconda delle nostre vite tanti tipi di maschere e di scenari, tutti destinati a riempirci di un’esperienza nuova, e ancorare nella materia una luce che non conosceva.
Ora che la rappresentazione sta per concludersi finalmente, e che il sipario sta per cadere, andiamo a fare qualcosa di molto bello con ciò che abbiamo imparato, qui su questa Terra molto amata, il suo vero nome in seno all’universo è “Urantia Gaïa”.
Ti dirò una cosa fratello mio, sorella mia, quello che abbiamo fatto e di cui possiamo rallegrarci. Abbiamo tutti insieme accettato di abbandonare un giorno il nostro mondo dell’etere per investire un po’ alla volta la materia fino a incarnarsi in un corpo, dimenticando volontariamente tutto ciò che eravamo. Ci siamo lasciati manipolare da esseri che hanno fatto di tutto per separarsi sempre più irrimediabilmente dal nostro essere divino. Sono perfettamente riusciti a trasformarci nei loro schiavi ignoranti e creduli, poiché il nostro sentimento di separazione è cresciuto a dismisura.
In quest’oscurità fitta abbiamo dovuto immaginare che esistesse qualcos’altro rispetto al mondo diventato il nostro e che avevamo la capacità di evolvere.
Hai un’idea, fratello mio, sorella mia, di quante vite e sofferenze dell’ego sono state necessarie?
Ma lì in fondo alla melma più profonda, nel buio assoluto, piedi e mani legati, con giusto l’aria che ci occorreva per alcuni istanti di sopravvivenza nei polmoni, abbiamo saputo riconoscere la fiamma indistruttibile che non ci ha mai abbandonata, e di tutta la volontà di ognuna delle cellule del nostro corpo, ne abbiamo penetrato un po’ alla volta l’incandescenza. Grazie all’immenso potere di libertà che ha distillato in noi, siamo risaliti verso la superficie rompendo una a una le nostre catene fino a trascendere tutti i limiti imposti.
In altri regni, che sono anche la nostra eredità in tutta questa grande storia, legioni di
esseri di luce ci hanno aiutato con tutta la forza infinita del loro
amore, e si sono rallegrati, con uno stupore crescente, per ogni passo che abbiamo trovato la forza di fare verso di loro, verso di noi.
Non credere fratello mio, sorella mia, quelli che dicono che abbiamo perso il treno, che ci siamo svegliati troppo tardi. Certo avremmo potuto fare meglio e tutta la fine della storia avrebbe potuto svolgersi diversamente. Sii certo tuttavia che ogni cosa è sempre giusta nella scala dell’orologeria cosmica, e che alla partenza, con la perdita della nostra identità, intrappolati in questa dimensione non unificata, separata del cosmo, le nostre probabilità erano veramente minime.
Rallegrati dunque, fratello mio, sorella mia, senza orgoglio ma con la sobria fierezza della strada compiuta. Sei sulla soglia. Stai per ritornare a essere l’essere di luce che sei sempre stato, l’essere divino che va umilmente a vivere l’eredità unica di “Urantia Gaïa”, con la quale cammini cuore a cuore nella tua ascensione.
All’alba dei “Soli” del nuovo mondo che sta per spiegare le sue ali, stai già scoprendo il tuo vero potere creatore… e tutto si farà ora in coscienza e in gioia, nell’amore trasceso del divino in te.
Fraternamente,
© Il Traghettatore – 11.05.2011 – Tradotto da Angie & Stéphanie - Versione originale francese
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