sabato 3 dicembre 2011

Storiella sulla comunicazione paradossale

Riceviamo da Tomoe e volentieri pubblichiamo
.:.

Cercando la sintesi degli opposti...
Ecco una interessante storiella sulla comunicazione paradossale.

Una delle saghe composte dai leggendari poeti scandinavi (gli scaldi) contiene la relazione di una dotta disputa tra un saggio teologo e un vichingo guercio di grande forza fisica.

Il saggio mostrò un dito.
Il vichingo ne mostrò due.
Il saggio alzò tre dita e il vichingo rispose agitando il pugno.
Il saggio prese allora una ciliegia, la mangiò e sputò il nocciolo.
Il vichingo prese e inghiottì dell'uva spina...
La discussione a gesti andò per le lunghe finché il saggio non si
dichiarò sconfitto.

Venne chiesta al saggio una spiegazione della disputa silenziosa, ed egli rispose (questa volta non a gesti ma a parole)...
« Il mio rivale è un vero pozzo di scienza!
Gli ho mostrato un dito per dire che Dio è uno, ma, alzando due dita, egli mi ha giudiziosamente ricordato che oltre a Dio padre vi è anche Dio figlio.
Tentando allora di tendere un tranello al mio avversario gli ho mostrato tre dita come per dirgli:
"Non sono forse tre: Dio figlio, Dio padre e lo Spirito Santo?".
Ma molto accortamente egli ha evitato il tranello mostrandomi il pugno: Dio è unico nell'inaccessibile Trinità.
«Gli ho allora mostrato una ciliegia, per dire che la vita è dolce come questo frutto, ed egli mi ha di nuovo confuso mangiando dell'uva spina, cosa che voleva dire: no, la vita vale più di un frutto dolce, essa è leggermente amara, cosa che la rende ancor più preziosa! In verità quest'uomo è ben più saggio di tutti i teologi del mondo »...
concluse il saggio con un'aria abbattuta.

DUE INTERPRETAZIONI DI SEGNI IDENTICI
« E' proprio così che va interpretata la vostra disputa »?... venne chiesto allora al vichingo.
« Non ho avuto la minima intenzione di parlargli di Dio - rispose - semplicemente, questo insolente mi ha mostrato un dito insinuando che dal momento che ero guercio mi mostravo ben presuntuoso a cercare di discutere con lui.
Ho alzato due dita per fargli sapere che il mio solo occhio valeva più dei due suoi. Egli mi ha allora mostrato tre dita come per dirmi:
"Bando agli scherzi! Abbiamo tre occhi in due".
Cosa mi restava da fare?
Ho agitato il pugno per ricordargli che non è con le parole, ma con ben concreti sistemi di persuasione che si correggono gli insolenti come lui.
Egli mi ha risposto: "Bene! ti mangerò come questa ciliegia e sputerò le ossa"!
Allora ho ingoiato dell'uva spina per fargli comprendere che lo avrei mangiato tutto intero senza nemmeno lasciarne le ossa ».

 


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