lunedì 13 febbraio 2012

Neve e Ricerca di Senso

Bisogna prendere tutto sul serio,
ma niente sul tragico.
Adolphe Thiers

neve 2012 004

di Angela Spina e Nello Sciré

RICERCA DI SENSO

Una coppia di anziani un po’ malconci - lui con una tosse cavernosa, lei con la vista annebbiata e con apparato digerente scomposto - dopo una settimana trascorsa fuori casa, stanno facendo ritorno nella propria abitazione, desiderosi di riprendere le proprie abitudini...
Non avevano fatto i conti con la sorpresa che la vita aveva organizzato per loro.

Appena scesi dal treno il manico della valigia più grande si rompe e nello stesso momento le rotelline dell’altra più piccola vengono divelte!
Con estrema pazienza cercano di prendere le valigie e si dirigono verso il parcheggio della stazione per prendere la macchina… ma ahimè, non si distinguono le macchine perché c’è tanta ma tanta neve.

Nella impossibilità di un rientro con il proprio mezzo i due anziani cercano “riparo” in un taxi.
Un po’ tranquillizzati si dirigono verso casa, anche se nel frattempo il taxista si lamenta della presenza dei pini lungo la strada ed afferma che i pini devono stare in una zona marina, che in queste zone ci vogliono altri tipi di alberi e che qui sono esclusivamente un pericolo per la circolazione...
I due anziani ascoltavo poco il continuo bla bla dell’autista, immaginandosi già di ritrovarsi nel tepore della propria casa e ritemprarsi con bella doccia calda!!!

Ma! doppio ahimè!! Cosa succede? Ad un tratto il taxista si ferma ed impreca che nonostante le gomme termiche e le catene non riesce a continuare per la stradina interna ed è costretto a fermarsi nella statale…
Immaginate allora l’incedere dei due anziani in mezzo alla neve che arriva in certi punti al di sopra delle ginocchia, con i bagagli portati a strascico fino al cancello che – anche lui – fa le bizze e non si vuole aprire... Con difficoltà l’uomo crea un piccolo varco e i due riescono ad infilarsi e a raggiungere il portone d’ingresso.
Il tutto sembra essere superato con goliardia.
Finalmente! Il sorriso si intravede nel viso di entrambi, oramai sono al sicuro, ma questa gioia dura poco perché non sanno ancora che manca la corrente elettrica, quindi niente acqua calda per la doccia e neanche riscaldamento. Il panico serpeggia anche perché nel frattempo si sono scaricati i telefonini per cui niente sms per avvisare le figlie che già si è arrivati e neanche internet va perché il contratto non è stato rinnovato.

Come affrontare tutto ciò? Un po’ alla volta senza farsi intimidire.
Si comincia con l’accendere il camino e a scongelare qualche alimento, e si cerca il fornellino degli scouts.
Il camino è luminoso, splendido ma non riesce a scaldare una casa che presenta una temperatura di 4 gradi.
Si mangia utilizzando le conserve (quelle non mancano!).

L'indomani le batterie dei telefonini vengono caricate utilizzando l'attacco dell'accendisigari della macchina, così si può chiedere aiuto alla direttrice dell’Ufficio Postale che provvedere a ricaricarli; e incomincia a funzionare anche il computer, ma… che succede?
La voce sempre molto flebile della signora annuncia che non arriva più acqua! A quel punto l’avvilimento è totale…

Non si ha più la forza di parlare, di scambiare delle idee, di insultarsi, di litigare, insomma si è in un stato di intontimento totale, e nel frattempo i malanni dei due peggiorano, arriva anche la febbre e la voce se ne va e subentra un senso di spossatezza….

E la casa “bella” si trasforma in un bivacco gelido che avvolge i due anziani.
Dov’è andata a finire la capacità, non solo di affrontare le difficoltà ma di organizzare le risorse?
Tutte le conserve preparate con amore sembrano fredde e non danno nutrimento.
Si è, e ci si sente, isolati!

Finalmente arriva la corrente elettrica ma... il televisore non funziona...
La vista non nitida della signora non favorisce una lunga lettura.
Il tempo non passa mai, né un libro può fare compagnia e neanche il dialogo avvicina i due perché la voce è veramente scomparsa.
Lo sguardo rimane fisso verso il camino.
L’unico senso attivo che viene utilizzato è l’udito. Si ascolta musica, essa è piacevole, rilassante e alla fine dopo qualche giorno diventa anche un po’ ossessiva!

Non c’è bisogno di tanta fantasia per immaginare il vestiario dei due imbacuccati.
Pigiama, tute, vestaglie, sciarpe, berretti, guanti e quant’altro.
Il bel salone si trasforma in un bivacco: libri, settimana enigmistica, sudoku, carte da gioco, libri esoterici, fatiche di ercole, zodiaco, tavole da pic nic, griglia, fornellino, etc, etc… Scarseggiano le medicine e il malessere dei due aumenta. La loro cura era diventata l’acqua calda con propoli e miele.

La prova è ardua.
Questa esperienza ha messo i due anziani davanti ai loro limiti qualora ce ne fosse stato bisogno!
Li ha inchiodati alla loro pochezza!
E’ questo il senso dell’esperienza?

Finalmente dopo sette giorni arriva il tanto agognato gas! I due sembrano rianimarsi. Incomincia a funzionare il riscaldamento, finalmente ci si fa una doccia calda, si cucina una piatto di pasta, anche se il fisico presenta uno stato di spossatezza, uno stato di nausea... si tossicchia qua e là.

Comunque ci si sente in netta ripresa. Si ringrazia il camino e si va fuori a spalare un po’ di neve per far posto a quella nuova che – come previsione – dovrebbe arrivare fra qualche giorno, ma non è finita: nel frattempo è crollato il gazebo! Meno male che la macchina era stata spostata giorni prima per caricare il telefonino!

I due non vogliono avvilirsi, sorridono... ai primi tepori primaverili si penserà e ricostruirlo.

 

neve 2012 021

Non importa quanto sia freddo l'inverno,
dopo c'è sempre la primavera.
Eddie Vedder


6 commenti:

  1. Secondo me il senso di una esperienza si può trovare meglio dopo qualche tempo, perché bisogna assimilarla e perché durante l'esperienza si è troppo coinvolti emotivamente per vederla in un'ottica più ampia, anche se è sempre possibile cogliere degli spunti di riflessione.
    Cmq queste difficoltà legate alla neve ci faranno apprezzare di più le semplici, normali cose della vita quotidiana .

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  2. paolacostanza13/02/12, 18:53

    Siamo stati costretti a fermarci per poter scoprire altre cose che abbiamo trascurato o dimenticato e per non dare per scontato tutto quello che abbiamo. E' un allenamento per tutti: apprezzare la semplicità, la tranquillità, il silenzio e ognuno di noi sa cos'altro...!

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  3. Quando la neve si scioglierà forse sarà visibile un senso ulteriore a quest'esperienza, perché come dice Salvatore bisogna prima assimilarla e questo richiede del tempo. Credo che alcune prove servano a farci scoprire non tanto i nostri limiti, quanto la nostra capacità di superarli con ironia e curiosità. Il risultato è che ci viene restituito un "me stesso" molto più saldo e consapevole, che anche attraverso queste prove concrete si allena e si sperimenta per diventare un "guerriero". Il gazebo crolla ma, come dice l'articolo, con la primavera verrà ricostruito. La serena normalità viene perduta e poi riconquistata in un alternarsi continuo. Proprio come la Pietra alchemica, che deve essere ripetutamente coagulata e dissolta, e più avviene questo processo e più se ne aumenta il valore.

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  4. Composizione libera:
    Racconta una vicenda dove qualcuno ha deciso per te.

    "C'è una storia che racconto e non è successa a me ma ai miei nonnini che vivono in Umbria.
    Loro sono partiti per andare in un posto dove ci sono tanti bambini poveri,tanto caldo e tanta frutta strana e buona.Quando sono ritornati c'era tanta neve e sono rimasti chiusi a casa come orsacchiotti in letargo.La mamma e la zia Anna erano preoccupate e si mandavano messaggi per sapere dei nonnini che prima per un pò erano anche spariti ma poi sono ritornati a parlare.Veramente il nonno tossiva solamente e la nonna parlava con una voce da mostro e mi faceva un pò paura ma diceva sempre "non ti preoccupare gioia".
    per loro non aveva deciso una persona a caso ma Gesù che ha mandato tanta neve.Loro sono stati bravissimi e hanno fatto come gli orsetti,hanno mangiato barattolini della nonna e acceso il camino.Hanno fatto come orsetti romantici.Hanno saltato il mio compleanno ma sono venuti a trovarmi per la festa degli innamorati:non erano più orsetti ma nonnini romantici."
    Isabella II elementare

    ... ognuno guarda e legge con i propri occhi...

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    Risposte
    1. l'anonimo Laura.

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    2. Grazie Isabella di ciò che hai scritto e per il fatto che l'hai scritto. Scrivere e comunicare è una grande possibilità degli esseri umani e farlo fin da piccoli non può che promettere bene.
      Grazie ancora Isabella!

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