martedì 1 giugno 2010

L’Arte della Spada: 1 Ouverture

Un grande maestro di spada giapponese del XVI secolo, che non non aveva mai conosciuto sconfitta, era giunto al crepuscolo della sua vita e dopo aver molto riflettuto aveva deciso di ritirarsi e di nominare un successore. La tradizione voleva che scegliesse uno dei suoi tre figli che studiavano con lui fin dall’infanzia.
Egli nella sua lunga vita aveva praticato vari stili finché non era giunto a elaborarne uno proprio che aveva chiamato: “l’arte di vincere senza combattere” o “l’arte di combattere senza armi”. Molti erano venuti a sfidarlo. Uno dei suoi sistemi preferiti per scoraggiare i provocatori era di portarli nel suo giardino e, davanti ai loro occhi, con un sol colpo di spada recideva di netto un ramo di ciliegio in fiore di cui faceva poi loro dono. Di solito questo espediente bastava a scoraggiare il candidato che, constatando che neanche uno dei petali era caduto dal ramo, capiva di non avere la minima chance: tale impresa presupponeva infatti una precisione e una velocità senza uguali.
Il maestro per scegliere con obiettività e imparzialità il successore pensò di sottoporre i figli ad una prova che avrebbe avuto anche il vantaggio di evitare gelosie tra i fratelli.
Il maestro invitò un caro confratello, grande maestro di spada, per chiedere consiglio. Pensarono a quale prova sottoporli, valutando vantaggi e svantaggi e che fosse anche d’insegnamento visto l’incarico importante che doveva assumere il prescelto.
Alla fine sorridendo optarono per un marchingegno ispirato dagli utensili del tè.
Così organizzarono la prova.
I tre fratelli furono pregati di aspettare in giardino finché non fossero stati chiamati uno alla volta.
Il maestro chiamò per primo il figlio maggiore.
Questi salì di corsa i gradini e stava per aprire la porta per entrare quando si fermò di colpo: aveva avvertito qualcosa di strano, sentiva nell’aria una minaccia! A forza di pratica aveva sviluppato un sesto senso. Alzò la testa e attraverso la carta di riso della porta vide l’ombra di una ciotola sospesa sulla porta. Abbozzò un sorriso, introdusse il manico del suo ventaglio tra la porta e lo stipite e poi, pian piano, aprì la porta senza fare cadere la ciotola. Alla fine l’afferrò ed entro fiero nella stanza tenendola fra le mani.
Il padre sorrise e tentennò la testa, come fece pure l’altro maestro, quindi invitò il primo figlio a chiudere la porta e a rimettere la ciotola al posto di prima.

Chiamò quindi il secondo figlio. Questi, che era rimasto con l'altro in giardino e non aveva visto niente,  si precipitò di corsa e aprì di slancio la porta ma, con riflesso fulmineo schivò la ciotola e la presa al volo. Anche lui entrò nella stanza tenendo il recipiente tra le mani, orgoglioso della sua prodezza.
Richiusa nuovamente la porta e rimessa a posto la ciotola, fu la volta di chiamare il terzo figlio. Anch'egli arrivò con foga, aprì la porta e rimase stupefatto nel sentirsi arrivare una ciotola sulla testa. Ma, prima che questa, dopo averlo colpito sulla sul cranio, rimbalzasse per terra, sguainò velocemente la sua spada e la tranciò di netto. Ringuainò tutto soddisfatto la spada e anche lui si mise vicino ai suoi fratelli.
Allora il maestro si rivolse al suo confratello e gli chiese:
- "Allora, quale dei miei figli, secondo te, è il più degno di succedermi?"
- "Sono tutti è tre dei formidabili artisti della spada - rispose il saggio amico - ma colui che è più degno di succederti è..."

Provate a rispondere voi. Chi scelse per la successione e perché?
La risposta alla prossima puntata.

Liberamente tratto da:

“Il maestro Bokuden e i suoi tre figli”, Racconti dei saggi del Giappone, Pascal Fauliot, L’Ippocampo, Milano 2009
La foto è "Cherry Blossom" di Jason Tomczak.

5 commenti:

  1. Io voto il primo figlio. Il secondo ha evitato il problema per un soffio e il terzo ha reagito eccessivamente. Che gli aveva fatto la ciotola?

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  2. anche io voto il primo figlio...

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  3. Il primo figlio.

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  4. Io scelgo il 3° figlio che si fa sorprendere, ma sa anche affrontare le conseguenze.

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  5. Mariateresa08/06/10, 10:41

    Il terzo figlio perché, trattando dell'arte di saper usare la spada, il terzo figlio è l'unico che l'ha usata.

    RispondiElimina

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