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lunedì 25 febbraio 2013

Cambiare



È inutile divagare:
la prima cosa da cambiare
(migliorare)
siamo noi stessi,
la nostra coscienza,
le nostre cattive abitudini,
ma facciamolo come un gioco,
con un sorriso... 

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Immagine:
www.theparrot.it/

domenica 22 aprile 2012

Come "Insegnare la Gioia" al cervello


Joe Dispenzauno dei maggiori esperti sul cervello a livello mondiale, sostiene che tutti noi nasciamo con una certa quantità di conoscenza appresa pre-cablata già scaricata nel cervello costituita da una combinazione di informazioni genetiche a lungo termine, comuni a tutta la nostra specie, e istruzioni genetiche a breve termine trasmesse da ciascuno dei nostri genitori.

Il cervello è stato inoltre plasmato e modellato, nel corso di milioni di anni, da ciò che abbiamo appreso e sperimentato dall'interazione con il nostro ambiente, dal modo con cui abbiamo archiviato queste informazioni e da come il cervello si è adattato.
Anche le nostre esperienze di vita individuali che sono registrate nel nostro cervello contribuiscono al cablaggio del cervello.
Il cablaggio del cervello è quindi una combinazione di tratti genetici, al lungo e breve termine, e di esperienze apprese nel corso della vita. Il modo in cui viviamo la nostra vita e in cui reagiamo alle situazioni dipende dal cablaggio del cervello.
I pensieri consci ripetuti abbastanza spesso, diventano pensiero inconscioI pensieri ripetitivi, inconsci, producono modelli di comportamento automatici, acquisiti, che sono quasi involontari.
Questi schemi comportamentali sono abitudini, e sicuramente diventano connessioni neurologiche cablate nel cervello. Ogni pensiero che abbiamo innesca una reazione chimica. Il cervello rilascia nel corpo una sostanza chimica equivalente al pensiero fatto. Se i pensieri che facciamo sono prevalentemente legati a paura, rabbia, preoccupazione, le nostre cellule si nutriranno in maggior misura della sostanza chimica emessa in seguito a quei pensieri. A lungo andare questo fa si che si diventi "dipendenti" dallo stato emozionale che esse provocano e dalle sostanze chimiche che suscitano questo stato d'essere. Tutto ciò è causa di stress per il corpo che si riflette sullo stato di salute dell'individuo nonché sulla sua vita. 
Questo circolo vizioso può comunque essere interrotto. 



 
Laurel Mellin,  famosa autrice di bestsellers insegna alla San Francisco School of Medicine.  
Dirige il centro di coordinazione di ricerca nazionale sull'Emotional Brain Training, EBT, presso il Center for Health and Communitydella University of California. Il metodo EBT da lei creato, è un metodo semplice e collaudato per "insegnare" al cervello a spostarsi dallo stress alla gioia ricablando il cervello.
Sulla base della scienza d'avanguardia della neuroplasticità, la Mellin delinea cinque stati emotivi del cervello
Per ogni stato presenta uno strumento specifico che permette al cervello di passare rapidamente dallo stress alla gioia.
Gli stati emotivi da lei riconosciuti sono: 


  • 1 e 2 stati di gioia
  • nel 3 c'è un po' di stress,  
  • mentre il 4 e il 5 sono stati di tensione.
L'80% dei problemi di salute hanno alla base, come causa, lo stress.
Poiché un sovraccarico di stress porta il cervello a diventare cablato per quel tipo di pensieri, emozioni e comportamenti, è possibile vederne gli effetti negativi in ogni area della propria vita. I sintomi dello stress comprendono tutto, dalla pressione alta ai problemi cardiaci, dalla rabbia cronica alle dipendenze.

Laurel Mellin dice :
"Questo metodo consiste nel cambiare il cablaggio del tuo cervello in modo che lo stato 1 diventi la tua naturale zona di confort. E' possibile utilizzare gli strumenti per spostare gradualmente il set-point del vostro cervello. 
Molti di noi sono cablati a 3 (un pò stressato) o 4 (definitivamente stressato), ed ogni uso degli strumenti indebolisce i fili che promuovono lo stress e rafforzano quelli che promuovono una grande sensazione. 
Con la pratica il cervello trova un nuovo set-point in quello stato di benessere e i sintomi dello stress come il mangiare troppo, i problemi di sonno e la pressione alta, tendono a svanire e le persone sperimentano un approfondimento spirituale.
Quando il cervello è in equilibrio le persone diventano un faro di Luce, non solo nella loro vita ma anche nella vita degli altri. Quella Gioia viaggia da cervello a cervello, è contagiosa!
E' questa la migliore speranza per salvare il Pianeta, non leggi o pistole, ma uno stato cerebrale di Pace e di Potere dall'interno.
Immaginate un mondo nello stato cerebrale 1!"
I cinque semplici strumenti dell'EBT intervengono sul meccanismo che innesca lo stress. 
La creazione di nuovi percorsi neurali, di un nuovo set-point, donerà una nuova sensazione di libertà. 




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VIVERE SENZA STRESS.
Impara la tecnica per allenare il tuo cervello a conquistare la Gioia.
Scheda libro qui.









EVOLVI IL TUO CERVELLO.
Come uscire dal vecchio programma.
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Un ponte tra Scienza e Spiritualità.
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sabato 15 gennaio 2011

La Felicità a portata di mano, di Pasquale Foglia

Recensione di Stefania Siani

Noi siamo condizionati in ogni aspetto della vita dai nostri pensieri: il pensiero è tutto!

Da qui il sottotitolo del saggio La Felicità a portata di mano, di Pasquale Foglia:

“Tutto dipende dalla qualità dei tuoi pensieri”.

Pasquale suggerisce che per prima cosa non dobbiamo prendere cattive strade, ovvero cattive abitudini, altrimenti si creano vie neurali nocive che producono inevitabilmente pensieri negativi! Sono i pensieri negativi che alimentano il pessimismo e la paura di vivere.
E se l’abitudine dei pensieri negativi ce l’abbiamo già, chi ce la dà la forza per scacciarli?
Pasquale Foglia suggerisce la regola delle tre “A”: accettarsi, approvarsi, amarsi nonostante tutto!
E propone una frase potenziante per neutralizzare i pensieri negativi:

“Io mi amo, mi approvo e mi accetto totalmente anche se…
le cose per ora non vanno bene”.

La Felicità a portata di mano, di Pasquale FogliaQuesta frase deve essere ripetuta tutte le volte che ci sorprendiamo a pensare male di noi stessi!
Pasquale ci fa presente che nella vita, così come nei campi, si ottiene soltanto quello che abbiamo seminato e sostiene che “ad ogni sforzo corrisponde un premio”! Fare uno sforzo significa ovviamente mettersi in gioco, uscire dalla zona di comfort,  fare anche errori nella consapevolezza che dopo gli inevitabili errori arrivano le correzioni fino a quando si faranno sempre meno errori. Successo e fallimento, dice Pasquale Foglia, sono due facce della stessa medaglia, il che significa che chi smette di osare per paura di fallire e di restare umiliato per l’ennesima volta, non perverrà mai al successo!

Il trucco da adottare per non scoraggiarsi è considerare ogni fallimento come un passo obbligato verso la realizzazione dei propri sogni: un fallimento comporta anche una grande esperienza!
Per andare in paradiso, scrive Pasquale, occorre passare necessariamente attraverso l’inferno.
Pertanto l’errore più grande non è fallire, ma smettere di mettersi in gioco dopo l’ennesimo fallimento, perché proprio allora siamo vicini alla meta e non potremo più fallire! Non bisogna mai smettere di essere intraprendenti e di fare esperienza!
Dunque, essere felici o meno è un problema di scelta, di conoscenze e di convinzioni, o meglio di buone abitudini!
Pensare positivo o negativo è soltanto una questione di abitudine, ma la differenza è enorme! Perciò è molto più conveniente ed opportuno abituarsi ai pensieri positivi che a quelli negativi.

Il dottor Pasquale Foglia è davvero coraggioso e originale nel VI capitolo del libro intitolato
“La sfortuna è la tua fortuna”
e ancora più sorprendente e ardito nel capitolo successivo intitolato
“Dal male nasce il bene”,
leggendo i quali impariamo ad accettare con maggiore consapevolezza gli alti e bassi della vita che non risparmiano mai nessuno! 
Il leitmotiv del libro è la ricerca dell’equilibrio, del giusto mezzo e, come scrive anche nella quarta di copertina:
“per cogliere la felicità bisogna stare attenti agli eccessi!” 
Per trovarsi bene nella vita occorre osare, ma sempre senza esagerare.
Ed ecco infine i tre ingredienti che secondo Pasquale Foglia consentono di raggiungere qualunque traguardo, compresa la felicità: credere in se stessi, essere costanti e avere pazienza.

La felicità a portata di manoTutto dipende dalla qualità dei tuoi pensieri!

[Recensione del libro "La Felicità a portata di mano" a cura di Stefania Siani]

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domenica 5 settembre 2010

ETICA Vivente 2000 [A] Forma Energia Vita

Parole di Sergio
(Appunti dai Seminari 2000 [A] a cura di Paola Costanza)

Tutto è energia, senza farci distogliere dalla forma.
Dio geometrizza, ha creato forme collegate tra loro da punti di energia.
La creazione non è un fatto compiuto e finito ma è in atto: quando espira è la materia, quando inspira è la morte, è il ritrarsi.

Riprodurre nella nostra vita il sistema solare.
Vivere in senso etico cioè finalizzato, comprendere perché mi sposto in una direzione o in un’altra.
Attivare un chakra significa attivare la volontà e prendere contatto con il proposito divino.
Avere una visione ampia, ad ampio respiro.
Processo di decondizionamento e di disidentificazione.

Guardare il mondo con occhi nuovi e continuare a vivere con i vecchi modelli: risponde ad un’esigenza della nostra coscienza.
Nell’esperienza superare i nostri limiti.

Il corpo astrale non esiste: è un invenzione dell’uomo. Controllare il corpo astrale.
Coerenza: massima importanza al futuro e scarsa al passato (passaggio dal 6° al 7° raggio).
Chiarezza interiore.

Leggi che operano:

Nel Piano Fisico Legge di economia
Nel Piano Psico-affettivo Legge di attrazione (affinità elettive)
Nel Piano Spirituale Legge di sintesi (portare all’Uno)

Rispettandole si vive in senso etico.

E’ il nuovo pensiero del mondo che farà nascere il nuovo mondo.
La persona che non ha energia non è in contatto con l’anima.
Non lasciarti scippare del tuo tempo e delle tue energie dalle vecchie abitudini e dagli altri.
Mettere la guida della propria vita in mano al proprio Sé .

giovedì 2 settembre 2010

Il lupo che scegliamo di nutrire

Alcuni giorni dopo gli attacchi dell’11 settembre 2001, scrive Pema Chödrön, circolava una storia che rispecchia il nostro dilemma.
Un nonno nativo americano parla al nipote della violenza e della crudeltà nel mondo, e di quale ne sia l’origine.
È come se nel cuore lottassero due lupi, dice: "Un lupo è vendicativo e colmo d’ira, l’altro comprensivo e gentile".
Il ragazzo chiede al nonno quale lupo avrebbe vinto la battaglia.
E il nonno risponde: “Vincerà quello che scegliamo di nutrire”.
Dunque è questa la nostra sfida, la sfida per la nostra pratica spirituale e la sfida per il mondo intero: come addestrarci proprio ora, non più tardi, a nutrire il lupo giusto. Come fare ricorso alla nostra innata intelligenza per capire cosa aiuta davvero e cosa fa solo male, cosa aumenta l’aggressività e cosa invece svela il lato buono del nostro cuore.

In ogni momento della nostra vita abbiamo la facoltà di scegliere tra la rabbia e la gentilezza, tra la vendetta e la comprensione. Nel suo ultimo libro, la celebre monaca buddista Pema Chödrön ci spiega come «nutrire il lupo giusto».

In quanto esseri umani, abbiamo la possibilità di districarci dalle vecchie abitudini, di amarci e aver cura l’uno dell’altro. Abbiamo la capacità di risvegliarci e di vivere consapevolmente. Ma, come avrete notato, c’è in noi anche una forte inclinazione a sprofondare nel sonno. È come se ci trovassimo sempre a un bivio, sempre davanti alla scelta di quale via imboccare. Momento per momento, possiamo scegliere se andare verso una maggiore chiarezza e felicità, o verso la confusione e il dolore.
Per poter decidere saggiamente, molti di noi si rivolgono a pratiche spirituali di vario genere, col desiderio di rischiarare la propria vita e di trovare la forza per affrontare le difficoltà. Ma di questi tempi è cruciale tenere anche presente il contesto più ampio in cui scegliamo il nostro stile di vita: è il contesto della nostra amata Terra e della condizione travagliata in cui si trova.

Pensare in modo più ampio
Per molti, la pratica spirituale rappresenta un modo per trovare riposo e raggiungere la pace della mente. Vogliamo sentirci più calmi, più concentrati; e vista la vita frenetica e stressante che facciamo, come biasimarci? Tuttavia, oggi dobbiamo prenderci la responsabilità di pensare in modo più ampio. Se la pratica spirituale è rilassante, se ci dà una certa pace mentale, benissimo, ma questa soddisfazione personale ci aiuta a occuparci di quel che sta accadendo nel mondo? La domanda fondamentale è: il nostro modo di vivere contribuisce ad aumentare l’aggressività e l’egocentrismo nell’ambiente in cui viviamo? O va nella direzione di una qualità più sana delle relazioni umane?

Fonti:
*
Pema Chodron, Liberi dalle vecchie abitudini, Terra Nuova Edizioni 2010
* http://www.aamterranuova.it/article4897.htm

venerdì 11 giugno 2010

ETICA Vivente 1991-93 [A] Intenzionalità Anima

Parole di Sergio
(Appunti dai Seminari 1991-93 [A] a cura di Resalvato)



Concentrazione puntiforme della coscienza di gruppo; completa e assoluta convergenza anche nell’estroversione della vita quotidiana. Focalizzarsi sul Compito. Uso della mente per la creazione della N. E.
Ciò che conta è la focalizzazione dell’attenzione sul proposito, sull’obiettivo comune.
Intenzionalità: Spostare l’attenzione, l’interesse, dal mondo esterno a quello interno, da quello concreto a quello sottile, da quello inferiore a quello superiore, da quello visibile a quello invisibile. Non mescolarli: viverli come due binari, separati. Continuare la vita della personalità, costruendo la vita dello spirito, senza che siano in contrapposizione.
Distinguere fra personalità e anima: la personalità non è detto che esprima sempre l’anima.

Utilizzare l’afflusso energetico non per la personalità ma per e nel Servizio.

Il compito di Servizio può essere duplice, triplice (punti magnetici):
1) Costruire se stessi;
2) contribuire alla costruzione di un Gruppo;
3) occuparsi di una iniziativa (attività esterna).
Tutto questo attraverso la meditazione, la condivisione (individuale e di gruppo).

Dare la propria energia a favore di “chi sta servendo il mondo”.
La vita della personalità e quella dello Spirito hanno due direzioni opposte, non conciliabili. “Dare a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio.”

Chi è che fa crescere la coscienza? E’ l’anima non la personalità. E’ la nostra coscienza che produce gli eventi. E’ la nostra anima che ci ha portato qua.

Nell’Aspirante permane un dualismo fra anima e personalità. Nel Discepolo si raggiunge un certo equilibrio tra interno ed esterno.
L’energia, a livello della personalità va guidata; a livello dell’anima va affidata.
Differenza tra attivismo e attrazione: mettere i poli nella massima tensione, contenerla e quindi coniugare i due estremi in un terzo elemento che li contenga entrambi (sintesi).
L’integrazione della personalità è il coordinamento di tre energie diverse: fisica, emotiva, mentale.

Bisogna evitare di lasciare il campo sguarnito. Non lasciare un vuoto che può essere riempito da energie disarmoniche e disgregatrici.
Comunicazioni utili al fine di costruire una fratellanza spirituale.
Non lasciarsi condizionare dalle abitudini.
I rapporti di coppia, familiari, sono ostacolanti per la coscienza di gruppo.
Tenersi saldi e procedere.
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