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lunedì 4 ottobre 2010

Amore e Psiche [3] Il Significato del Mito (2) I Misteri di Iside

a cura di Salvatore Caruso Motta e Rosetta SorbelloIL MITO E I SIMBOLI DELLA RICERCA DELL'ANIMA
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Puntate precedenti
1 - Amore e Psiche [1] La Fiaba
2 - Amore e Psiche [2] Il Significato del Mito (1) Eros, le Fasi, le Prove

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I MISTERI DI ISIDE 
L'edizione della Rizzoli delle Metamorfosi (Bur, 1977) è introdotta da un saggio di Reinhold Merkelbach, tendente ad evidenziare la relazione dell'Asino d'oro con i misteri di Iside. Riportiamo il commento relativo alla novella di Amore e Psiche.

Il racconto allude passo per passo ai misteri di Iside e ai suoi riti.
Psiche vuol dire «anima» e la sorte di Psiche è esemplare per ogni anima umana. L'amante di Psiche è Cupido (Eros); il nome egiziano è Arpocrate, che è figlio di Iside.
Venere-Iside manda sulla terra Cupido da Psiche affinché la colpisca con una delle sue frecce; Cupido s'innamora della ragazza. Di nuovo un'immagine della caduta del divino nella materia, da un lato; dall'altro, la prova che la divinità (Eros) aiuta l'anima (Psiche) a riprendere la via del ritorno verso la patria ultraterrena. Le tappe di questo ritorno sono rappresentate dalle cerimonie di iniziazione al culto di Iside.
Dapprima un oracolo chiama Psiche alle nozze con Cupido; queste nozze vengono descritte come un atto di morte. Le «nozze sante» sono una componente dei riti di iniziazione; il Dio veniva rappresentato da un sacerdote. L'appello all'iniziazione viene sempre emanato attraverso un oracolo e un sogno. Nel rito la persona, così come era in precedenza, muore. In tal modo l'iniziazione è nel contempo matrimonio e morte.
Cupido chiede a Psiche la discrezione assoluta verso le sorelle e Psiche giura. Tale segretezza anche con i parenti più prossimi è un obbligo per tutti coloro che entrano nella comunità dei misteri. Le sorelle di Psiche simbolizzano i profani. I veri parenti dei «misti» sono i loro fratelli e sorelle di fede.
Ma Psiche viola il giuramento e si lascia indurre dalle sorelle ad osservare lo sposo di notte. La curiosità peccaminosa è fatale a Psiche: il dio si separa da lei. La missione di Psiche sarà da allora quella di cercare lo sposo attraverso lunghe peregrinazioni.
La scena della lampada ha carattere misterico; la visione del dio era una cerimonia dell'iniziazione. Ma questa massima felicità era invero più di quanto fosse consentito all'essere umano. Dopo l'iniziazione, il «mista» deve ritornare nel mondo. Il resto della sua vita sarà dedicato al servizio della divinità; egli continuerà a cercare dio.
Quando Psiche è sola, si butta nel fiume. Nel culto, a ciò corrisponde un bagno nel quale tutti i peccati dell'uomo vengono lavati. Poi Psiche cerca lo sposo. In tal modo il mito di Iside si ripete; la dea aveva cercato Osiride, il marito deceduto, in tutto il mondo e infine lo aveva trovato.
Le prove cui Psiche deve sottoporsi, rispecchiano le prove dell'iniziando ai misteri. Solo in apparenza Venere rivolge la propria collera contro Psiche; in realtà le prove servono a rendere possibile la riunificazione di Psiche con Cupido. Per l'iniziando ciò equivale al livello più alto dell'iniziazione mistica.
In un primo tempo Psiche viene afferrata per i capelli, viene schiaffeggiata e flagellata. Chi aspirava all'iniziazione misterica doveva sopportare simili punizioni corporee quale espiazione per gli errori commessi nella vita passata e quale dimostrazione della ferrea volontà di servire la dea anche a costo di grandi sacrifici.
Le prove diventano sempre più difficili; le ultime sono le più impegnative. Psiche deve impadronirsi della lana d'oro delle pecore del sole. Compito quasi irrealizzabile che richiede un viaggio nell'aldilà: Psiche lo intraprende. Nel culto, questi viaggi nell'aldilà vengono ripresi attraverso scene allusive.
Nella prova successiva Psiche deve attingere l'acqua della vita alla fonte dello Stige. La fonte dello Stige risale al mito greco: essa è stata localizzata ai confini meridionali dell'Egitto al di sopra di Siene (Assuan) tra le rocce delle prime cateratte del Nilo. Nella geografia semimitica degli Egiziani, colà nasce il Nilo, il fiume di Osiride. Per poter attingere l'acqua sacra alla sorgente molti seguaci di Iside hanno compiuto un lungo pellegrinaggio. Ma nel culto ci si è spesso accontentati di attingere l'acqua consacrata in un luogo al centro del tempio, altrimenti inaccessibile. Nel mito egiziano, Iside si è servita dell'acqua consacrata per rianimare il figlio Arpocrate mortalmente malato. Psiche guarisce la ferita di Cupido con l'acqua lustrale. Dunque sia lei, sia ogni iniziando ai misteri di Iside ripetono ciò che la dea aveva fatto una volta.
L'ultimo compito di Psiche è un vero e proprio viaggio nel regno dei morti. Questo viaggio è stato simbolicamente introdotto anche tra i riti dell'iniziazione affinché il mista impari la via da seguire dopo la morte. Psiche deve recare in un cofanetto l'unguento di Proserpina. Questo cofanetto è noto nel culto dei misteri col nome di «cista mystica». Numerosi penitenti dell'Averno cercano di trattenere Psiche. Vi si trova anche il vegliardo Ocno («l'Esitante») che nella vita ha rifiutato l'iniziazione ed ora è costretto a caricare legna su un asino dal quale essa continua a cadere; vi sono le vecchie zitelle che hanno trascurato l'iniziazione ai misteri e le nozze sante sulla terra e sono ora costrette a tessere in eterno il loro abito da sposa; esse rappresentano i profani e Psiche non può intrattenersi con loro.
Dopo di che Psiche deve passare davanti a Cerbero, il cane infernale, al quale, per tranquillizzarlo, porge una focaccia sacrificale. Anche l'iniziando ai misteri doveva passare davanti a un cane simile.
Giunta di fronte a Proserpina, Psiche si stende umilmente nella polvere - anche Proserpina è un nome di Iside - e implora un pezzo di pane. Ma questo pane ha qualcosa di particolare; si tratta del corpo di Osiride. L'ingerimento di pane è una cena sacramentale, così come è stata adottata nei misteri. Psiche riceve il cofanetto da Proserpina e ritorna nel mondo superiore. Ma pecca di nuovo per curiosità, apre il cofanetto e viene colta da un sonno mortale. Sembra ora che Psiche sia veramente morta, ma Cupido scende dal cielo e risveglia l'amante.
La scena è da un lato l'ammonimento ad astenersi dalla curiosità peccaminosa; dall'altro essa riflette un rito dell'iniziazione ai misteri e cioè l'apertura della «cista mystica». In esso venivano probabilmente usati oli eterei che provocavano un'incoscienza temporanea. La visione dell'oggetto sacro uccide, ma rende nel contempo immortali. L'uomo vecchio è morto, l'uomo nuovo può ascendere agli dei.
Cupido conduce la sua Psiche sull'Olimpo; si festeggiano le nozze con danze e banchetti. Così anche nei misteri, dopo la fine della cerimonia d'iniziazione, durante un banchetto con danze, il nuovo iniziato viene introdotto nella cerchia dei «misti» simili agli dei.
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Fonti:
-
I misteri di Iside
- L. Apuleio, Le metamorfosi o L'asino d'oro, Introduzione di R. Merkelbach, BUR, Milano 1977, pag. 8-11
- Dissertazione-sul-concetto-di-mito
Immagine:
- W. Bouguereau, Il ratto di Psiche (1895)

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Le altre Puntate:
1 - Amore e Psiche [1] La Fiaba
2 - Amore e Psiche [2] Il Significato del Mito (1) Eros, le Fasi, le Prove
3 - Amore e Psiche [3] Il Significato del Mito (2) I Misteri di Iside
4 - Amore e Psiche [4] Il Significato del Mito (3) La Psicologia
5 - Amore e Psiche [5] Il Significato del Mito (4) Interpretazioni varie




martedì 21 settembre 2010

Amore e Psiche [1] La Fiaba

a cura di
Salvatore Caruso Motta e Rosetta Sorbello
IL MITO E I SIMBOLI DELLA RICERCA DELL'ANIMA


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Il mito di Amore e Psiche è di origine greca.  Psiche per i Greci è l'anima umana, spesso rappresentata come una minuscola figurina con le ali di farfalla.
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Nella mitologia greca Amore-Eros (o Cupido) è il dio dell'amore, figlio di Ermes e Afrodite, i quali concepirono anche un fratello gemello, Anteros, per dargli un compagno di giochi. In questo possiamo cogliere un'allusione alla duplicità psicologica insita nel concetto di amore: quello erotico e quello platonico. Platone stesso faceva risalire questa duplicità alla doppia natura di Afrodite, Urania e Pandemia, celeste e terrestre. Eros rappresenta l'impulso vitale, il desiderio amoroso (tanto nelle forme terrene che sublimate), il potere che obbliga le cose a unirsi e a creare la vita. L'unione degli opposti, femminile e maschile, non è però durevole se con la sessualità non viene integrata anche la sensibilità e la spiritualità (Psiche).
Il mito greco fu ripreso in ambito latino dallo scrittore Lucio Apuleio (II sec. d. C.) che nell'Asino d'oro, ovvero le   "Metamorfosi" dà ampio spazio alla favola di Amore e Psiche. Il protagonista del romanzo, Lucio, vuole apprendere la magia ma, per errore, viene trasformato in asino pur mantenendo la coscienza umana. Attraverso varie avventure (che si possono vedere come un percorso iniziatico di trasformazione) riesce a riprendere la forma umana ma con una consapevolezza diversa.  Lucio ode la favola di Amore e Psiche durante le sue tribolazioni da una vecchia che cerca di consolare una fanciulla rapita dai briganti.

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a Fiaba
Un re e una regina avevano tre figlie molto belle. Le maggiori erano sposate con giovani di sangue reale, ma la più piccola, di nome Psiche, era tanto bella che nessun uomo osava corteggiarla, tutti l’adoravano come fosse una dea ed alcuni credevano che si trattasse dell’incarnazione della dea Venere sulla terra, trascurando addirittura gli altari di Venere. La dea, sentendosi trascurata ed offesa a causa di una mortale, pensò di vendicarsi. La vendetta consisteva nel far innamorare la fanciulla dell’uomo più sfortunato della terra, con il quale avrebbe dovuto avere una vita di povertà e di dolore; per far questo incaricò il figlio Amore di colpirla con una delle sue frecce micidiali, che facevano innamorare chiunque ne venisse colpito.  Amore si preparò per scoccare la freccia fatale, ma, appena vide Psiche, rimase talmente incantato della sua bellezza che l'arco e le frecce gli caddero dalle mani ed una freccia lo ferì ad un piede. Fu così che egli stesso cadde vittima del suo stesso inganno, innamorandosi di Psiche.
Nel frattempo i genitori di Psiche, preoccupati che la figlia non trovasse uno sposo, decisero di consultare l'oracolo di Apollo per sapere se la figlia avrebbe mai trovato un marito. L'oracolo fu chiaro: Psiche doveva essere abbandonata sulla cima di una montagna, vestita da sposa e là sarebbe stata corteggiata da un misterioso personaggio temuto dagli stessi Dei (Amore era temuto dagli stessi dei che non potevano nulla contro le sue frecce). Al tramonto del sole, Psiche venne lasciata sulla montagna, sola ed al buio e qui s'addormentò.
Amore, vedendola in quello stato, chiede a Zefiro di portarla nella sua reggia. Mentre dormiva venne Zefiro che la sollevò e la trasportò su un letto di fiori profumati, dove Psiche si svegliò al sorgere del sole.
Quadro di Amore e PsicheGuardandosi intorno, la giovane vide un torrente e sulla riva un palazzo così bello da sembrare quello di un Dio. Psiche, quando trovò il coraggio di entrare, scoprì che le sale interne erano ancora più splendide, ma la cosa più strana era che tutte quelle ricchezze sembravano abbandonate e che delle voci le dicevano che era tutto suo.
Giunta la sera, lei si coricò e sentì un’ombra che riposava al suo fianco. Si spaventò, ma sentì una voce mormorarle che lui era il suo sposo e quindi l'avvolse con un caldo abbraccio e la confortò. Però lei non avrebbe mai dovuto chiedere chi fosse e soprattutto non avrebbe dovuto cercare di vederlo, accontentandosi del suo amore.
La soffice voce e le morbide carezze vinsero il cuore di Psiche e lei non fece più domande. Per tutta la notte si scambiarono parole d’amore. Ma prima che l’alba arrivasse, il misterioso marito (che era il giovane Amore innamorato) sparì, promettendole che sarebbe tornato appena la notte fosse nuovamente calata.

Psiche attendeva con ansia la notte e con questa l’arrivo del suo invisibile marito, ma i giorni erano lunghi e solitari, quindi chiese al marito se poteva invitare le sue sorelle.
Amore non sapeva dirle di no, anche se era consapevole che questa concessione sarebbe stato causa di dolore e d’infelicità.
Il giorno seguente, Zefiro portò le due sorelle da Psiche. Lei fu felice di rivederle e le due furono contente per il ricco e felice matrimonio. Però ogni volta che le sorelle facevano domande sul marito, Psiche rispondeva che era un ricco re che per tutto il giorno andava a caccia, oppure cambiava il discorso. Le sorelle cominciarono a pensare che Psiche nascondesse loro il marito perché era un mostro. A forza di sentire domande ed illazioni assurde, Psiche confessò allora di non aver mai visto in faccia il marito e che non sapeva neanche il suo nome. Allora le due sorelle, gelose ed invidiose di Psiche, la convinsero che per la sua vita stessa, avrebbe dovuto scoprire che aspetto avesse il marito, se non fosse davvero un mostro (come aveva detto l'oracolo) che magari prima o poi l'avrebbe divorata.

Quella notte, come sempre, Amore raggiunse Psiche e dopo averla amata s'addormentò. Psiche, quando fu sicura che egli dormisse, si alzò e prese una lampada per vederlo ed anche un coltello, nel caso in cui lui avesse voluto farle del male. La luce della lampada le rivelò il più magnifico dei mostri:  Amore era disteso, coi riccioli sparsi sulle guance rosate e le sue ali stavano dolcemente ripiegate sopra le spalle; accanto a lui c’erano il suo arco e la faretra piena di frecce. La ragazza prese fra le mani una delle frecce dalla punta dorata e subito fu infiammata di rinnovato amore per il  marito. Moriva dalla voglia di baciarlo e, sporgendosi su di lui,  fece cadere sulla sua spalla una goccia d’olio bollente della lampada. Svegliato di soprassalto, Amore capì quello che era successo, aprì le sue ali e scomparve e con lui anche il castello svanì. Tenerani - Psiche in a Faint

La povera Psiche si ritrovò da sola nel buio, chiamando invano l’amore che lei stessa aveva fatto fuggire. 
Disperata pensò di morire e si getto nel fiume, ma la corrente, pietosa, la riportò a riva dove la poverina cominciò a vagare cercando il suo perduto amore.
Intanto Amore, tormentato dalla febbre per la spalla bruciata e dallo stesso dolore per la perdita di Psiche, tornò da sua madre Venere la quale, sentita la storia del figlio, si arrabbiò con lui e lo rinchiude nel suo palazzo. Amore non solo aveva osato amare una mortale, ma non aveva tenuto conto che questa era anche sua rivale. Non potendo sfogarsi su Amore, decise di vendicarsi su Psiche e mandò Ermes in giro per il mondo a divulgare la notizia che Psiche doveva essere punita come nemica degli Dei, catturata e consegnata agli dei.
Intanto Psiche vaga alla ricerca dell'amato, chiedendo invano aiuto a Cerere e a Giunone.
La fanciulla, disperata, si decide a chiedere pietà alla dea, che la fa trascinare per i capelli al suo cospetto e la consegna alla Tristezza e all'Ansietà, sue serve, perché la torturino. Quindi la sottopone a quattro durissime prove:

1) Dividere un cumulo di semi diversi in mucchi distinti;
2) Portare a Venere un fiocco di lana di pecore feroci;
3) Prendere in un'anfora l'acqua dello Stige tra draghi mostruosi;
4) Scendere fino agli Inferi per ottenere da Proserpina il balsamo dell'eterna bellezza.

Tutti compiti impossibili, che però Psiche riuscì a superare grazie all'inaspettato aiuto:

1) di formiche, che separarono i vari semi;
2) di una ninfa, che le spiegò come e quando avvicinare le pecore;
3) dell’aquila di Zeus, che l’aiutò a prelevare le acque dello Stige; e
4) della torre, da cui voleva gettarsi per la disperazione, che le parlò indicandole l'entrata del mondo sotterraneo e dicendole di portare con sé due monete per pagare
Caronte, affinché la traghettasse dall'altro lato dello Stige e tre focacce per distrarre Cerbero.

Ma, quando sta per ritornare vittoriosa, presa dalla curiosità, Psiche vuole provare l'effetto di quel balsamo e apre il vaso. Poiché esso conteneva un sonno infernale, viene presa da esso e si addormenta profondamente.
Le prove a cui Venere voleva sottoporre la sfortunata Psiche, sembrava non dovessero finire mai, finché Amore seppe quello che stava succedendo e salì sull’Olimpo da Zeus per pregarlo di permettere il suo matrimonio con Psiche. Zeus, non potendo rifiutare la supplica di Amore, fece riunire tutti gli Dei in un banchetto a cui partecipò anche Psiche (che intanto era stata svegliata da Amore). Il problema nasceva dal fatto che Psiche fosse un essere umano mortale e Amore un Dio immortale. Ma Zeus, che poteva tutto, decise di elevare Psiche al grado di Dea. Psiche bevve una coppa di nettare divino che la fece diventare una Dea. La pace e l'armonia tornarono nell'Olimpo. Amore e Psiche si sposarono e dalla loro unione nacque una figlia che venne chiamata Voluttà.

Seguiranno altri articoli sul significato del mito e le sue rappresentazioni artistiche.

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Fonti:
- L. Apuleio, Le metamorfosi o L'asino d'oro, (II secolo d.C.)
- http://it.wikipedia.org/wiki/Le_metamorfosi_(Apuleio)
- http://it.wikipedia.org/wiki/Amore_e_Psiche
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Immagini: 
[1] - Antonio Canova, Amore e Psiche stanti (1803); 
[2] - Antonio Canova, Amore e Psiche stanti, particolare;
[3] - Luca Giordano, Psiche onorata dal popolo (1692);
[4] - Amore e Psiche
[5] - Pietro Tenerani, Psiche svenuta (1822) o Psiche abbandonata
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Le altre Puntate:
1 - Amore e Psiche [1] La Fiaba
2 - Amore e Psiche [2] Il Significato del Mito (1) Eros, le Fasi, le Prove
3 - Amore e Psiche [3] Il Significato del Mito (2) I Misteri di Iside 
4 - Amore e Psiche [4] Il Significato del Mito (3) La Psicologia 
5 - Amore e Psiche [5] Il Significato del Mito (4) Interpretazioni varie


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venerdì 11 giugno 2010

Venere


Sera  di tarda primavera
Seduto in terrazza
Accarezzando il gatto
Che fa le fusa sulle gambe
Ed ammirare la splendida Venere
Che brilla nel cielo  sempre più blu
E intanto  silenziose  spuntano
 
Le sospirate stelle
A formare  reticoli di luce.
Pensare a noi esseri umani
E  mentalmente
Pronunciare la Grande Invocazione.
Restare finché  l'amata  Venere
Non tramonta dietro i monti
Mentre le cime degli alberi
Danzano lentamente.
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