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sabato 23 giugno 2012

Riflessione sulla Salute

Grazie Dottor Hamer

Grazie Dottor Hamer

di Claudio Trupiano 
Il Giardino dei Libri

 

Un anello mancante nell'evoluzionismo di Darwin: la causa e il senso biologico delle malattie dal raffreddore al tumore... Non ancora per tutti. Un libro per testimoniare e per conoscere in modo semplice e accessibile le scoperte rivoluzionarie di un medico, il dottor Ryke Geerd Hamer, che apporteranno un cambiamento fondamentale nel modo di fare Medicina. Nessuna terapia miracolosa, nessuna pozione magica, solo la scoperta di 5 Leggi Biologiche, da sempre esistite, ma che ora, grazie all'intuizione di un genio, possiamo raccogliere come un dono della Natura. Psiche e corpo, da sempre considerate due entità separate dalla Medicina, ritrovano finalmente la loro integrazione e unità nell'essere umano. La loro connessione, ora scientificamente verificabile attraverso i meccanismi della biologia evolutiva, soddisfa tutte le domande finora senza risposta nel mondo della Medicina.
Inevitabile il capovolgimento della metodologia sinora usata dalla scienza medica, alla quale occorrerà il tempo necessario per la verifica. In attesa che il tempo renda giustizia al vero, ciascuno di noi ora può disporre di nuovi strumenti diagnostici per riappropriarsi il diritto di un nuovo percorso conoscitivo e terapeutico. Il traguardo finale sarà la nascita di "un individuo con una nuova consapevolezza".
Uscire dall'ignoranza produrrà la più grande rivoluzione epocale della Storia umana: l'abbattimento della paura della "malattia", intesa non più come un errato processo della Natura, ma il fluire di un programma biologico e sensato, finalizzato al recupero della Salute.
Il percorso non può che essere impervio e quindi, inizialmente, ... non ancora per tutti!

Claudio Trupiano ha una laurea in Giurisprudenza e una nel Corso di Laurea in Farmacia con specializzazione in Tecniche Erboristiche. E' docente, socio fondatore e membro del Consiglio Direttivo di ALBA (Associazione Leggi Biologiche Applicate), che si occupa di studiare, verificare e diffondere le leggi biologiche scoperte da Hamer mantenendone l’integrità.

Fonte
- www.ilgiardinodeilibri.it


 

Non c'è nulla di cui aver paura, se non la paura stessa.
Franklin Roosvelt

Se volete fare delle nuova scoperte, ascoltate semplicemente il battito della natura.
Dott. Ryke Geero Hamer

Aver talento non è abbastanza; bisogna avere anche il permesso da voi, non è vero, amici miei?
Friedrich Nietsche

La ricerca sulle malattie ha progredito così tanto, che è quasi impossibile trovare qualcuno che sia completamente sano.
Aldous Huxley

Una nuova comprensione scientifica comincia sempre come un'eresia.
Aldous Huxley

La vita è inspiegabile, se la si possiede.
Solo le cose morte possono essere spiegate.
Ogni volta che incontri una persona viva, percepirai un mistero.
Shree Rajneesh

Ciò che c'è di bello nella scienza è la stessa cosa che c'è in Beethoven.
C'è una nebbia di eventi e improvvisamente vedi una connessione.
esprime un complesso di preoccupazioni umane che connettono cose sempre sempre state dentro di te e che non erano mai state messe insieme prima.
Victor Weisskopf

E' possibile convincere a malapena un uomo di un errore nell'arco di una vita, ma devi accontentarti, pensando che il progresso della scienza è lento.
H. D. Thoreau

La Nuova Era è l'era della consapevolezza del gruppo, in cui si impara a vivere e a lavorare uniti in gruppo. Siccome molti hanno un atteggiamento individualista ed egocentrico, occorre un cambiamento radicale per renderli capace di fare veramente parte di un gruppo, parte del tutto. Questo è il cambiamento che è stato definito come quello del cambio di coscienza dal sentirsi in stato di isolamento e di separazione, al sentirsi invece in comunione e sintonia in rapporto con gli altri.
(Anonimo)



Le frasi scritte, accompagnano il processo effettuato dall'inizio del nascere della malattia,  alla visione con un contenuto olistico, con un'ulteriore ampliamento di coscienza.
Giacomo

Abbiamo ricevuto queste frasi nell'ambito della collaborazione al blog da Giacomo che sta attraversando un periodo di contatto con la malattia, di un nuovo rapporto con essa e di sviluppo della propria coscienza. Le ha prese dal libro di Claudio Trupiano "Grazie Dott. Hamer" che lo sta aiutando molto in questo cammino.
Resalvato


sabato 1 ottobre 2011

Futurama § Il Futuro del nostro Futuro

[Fonte]:

Il Nostro Futuro sarà Positivo?

Una delicata miscela di spiritualità, filosofia, evoluzione, medicina, biologia, psicologia, economia, ecologia, religione, antica saggezza, salute olistica, studi culturali, storia politica e fisica quantistica, riunite per spiegare a che punto gli esseri umani siano arrivati e dove è ora necessario che vadano per poter realizzare l’umanità.

Di cosa si tratta? Di Evoluzione Spontanea, il nuovo libro di Bruce Litpon. Un’opera per chiunque si senta a disagio rispetto all’attuale stato delle vicende del mondo: collasso economico, catastrofi ambientali, guerre incessanti, crisi del sistema sanitario. Di fronte a questi problemi a volte ci sentiamo impotenti e non possiamo far altro che chiederci se gli esseri umani siano destinati alla stessa fine dei dinosauri.

Bruce LiptonTuttavia Bruce Lipton, assieme al coautore Steve Bhaeman, ci presenta un futuro positivo e ottimistico e ci mostra la strada per ottenerlo. Mettono in discussione lo status quo nel contesto di una competizione di lunga data tra materialismo e spiritualità. Ai tempi dei cacciatori-raccoglitori, gli esseri umani godevano dell’equilibrio o armonia tra il regno materiale e quello spirituale. In seguito abbiamo seguito un cammino nel regno spirituale che ha visto la creazione di molte diverse religioni, quindi la religione ha ricevuto delle sfide significative dalla scienza, via via che ai fenomeni quotidiani venivano fornite risposte scientifiche. Alla fine, la scienza è diventata la nuova religione, l’enfasi si è trasferita sulla ricerca di una comprensione materialistica della natura.

È difficile per noi immaginare che per colpa di una credenza scientifica una volta si potesse finire imprigionati o stigmatizzati dalla Chiesa, ma al giorno d’oggi a volte è la mancata adesione al credo della scienza che viene considerato un reato degno di punizione, o come minimo di esclusione dall’establishment scientifico.
La nostra credenza in una scienza materialistica meccanica potrebbe essere ciò che ha condotto il mondo al suo stato attuale.

La visione materialistica della natura è stata alimentata dalla fisica darwinistica e newtoniana. Tuttavia, a quanto pare, la selezione casuale o la sopravvivenza del più adatto non corrispondono alla realtà della vita, ma sarebbe più preciso dire che gli esseri umani si sono adattati al loro ambiente per poter sopravvivere. A sua volta, la legge del moto di Newton, pur avendo reso possibili molti progressi tecnologici nel regno materiale, non riesce neanche ad iniziare a spiegare il funzionamento delle cose a livello subatomico.

La nostra attuale visione materialistica della medicina è già arrivata a una triste conclusione. A seconda dello studio a cui preferite credere, la medicina convenzionale è ormai il primo o il terzo killer d’America. La medicina non ha più nulla a che fare con la salute, ma è principalmente motivata dal profitto finanziario.
Le compagnie farmaceutiche hanno quasi raggiunto il limite di ciò che può essere fatto con le “terapie” di sintesi.
Ciò è reso evidente dalla mancanza di nuovi farmaci innovativi in grado di aiutare davvero le persone. Le compagnie farmaceutiche sono state obbligate a cambiare tattica, e adesso si dedicano piuttosto a diffondere informazioni fuorvianti e inventare malattie allo scopo di generare profitti che soddisfino gli azionisti.

La visione secondo cui soltanto la materia ha un peso ha portato alla mappatura del genoma umano, ma anche alla sorprendente affermazione che il codice genetico degli esseri umani non è più esteso di quello di un verme! La complessità di un individuo, dunque, non è determinata unicamente dai suoi geni.
Arrivare a toccare le polarità dei regni materialistico e spirituale ci ha insegnato molto, e il nostro prossimo salto evolutivo potrà consentirci di fare pieno uso delle attuali e future tecnologie, ma solo se accetteremo l’assoluta realtà del campo.
E il campo è il termine usato dai fisici contemporanei per descrivere un’invisibile matrice energetica, o quello che Einstein descrisse come “l’unico ente di governo della materia”.

La scienza convenzionale ha già avviato un’inversione di rotta in direzione della spiritualità attraverso la sua investigazione della meccanica quantistica e del campo. Ad esempio, da un certo tempo sappiamo che le particelle subatomiche sono influenzate dal mero atto di osservazione nei loro confronti. Questo è il punto a cui la fisica convenzionale si trova attualmente, e ciò non rappresenta tanto un allontanamento dai principi scientifici, quanto piuttosto un progresso della scienza destinato ad includere le realtà dell’azione del campo sulla materia. Sotto la nube oscura del darwinismo, gli umani si sono sentiti impossibilitati ad evitare il triste destino incombente. Ma una comprensione del percorso fatto e del nostro vero potenziale può influenzare l’Evoluzione Spontanea ormai indispensabile.

[Articolo di Denis Arcangeli, per Libera il Libro, Macroedizioni]

Pubblicazioni di Bruce Lipton


Intervista Esclusiva a Bruce Lipton - DVD
La Biologia delle Credenze

Evoluzione Spontanea
Versione nuova

La Mente è più Forte dei Geni - DVD
La nuova scienza che ci restituisce i nostri poteri – 4 ore Video con intervista esclusiva

La Biologia delle Credenze
Versione nuova

La Biologia della Percezione - La Psicologia del Cambiamento - DVD
Collegare tutto insieme

Natura, Cultura e il Potere dell'Amore - DVD
La biologia dell'educazione consapevole dei figli

giovedì 29 settembre 2011

Torino Spiritualità, se smettessimo di "combattere" la malattia?

[Fonte]: La Stampa, CULTURA, 29/09/2011

Torino Spiritualità, se smettessimo di "combattere" la malattia?

"Per guarire bisogna fare pace all’interno di sé. Ma lottando contro il male la persona lotta contro se stessa"

Il guru mondiale dell'omeopatia propone una nuova visione della vita e della salute, non più fondata sullo spirito di competizione

CHRISTIAN BOIRON

Il modello fondamentale della nostra civiltà, l’eroe dei tempi moderni, è sempre quello che combatte. Contro la violenza, la miseria, la malattia, contro i concorrenti, la stupidità e la morte. Ci inventiamo dei nemici per mettere in maggior risalto la forza e la bellezza delle nostre virtù combattive, con l’obiettivo di alimentarle, condividerle e farle riconoscere come essenziali.
Spirito di competizione, aggressività e violenza sono ovunque e ci viene incessantemente ripetuta la necessità di essere «combattivi». Molte aziende, partiti politici e governi profondono tesori di ingegnosità per mettere in pratica «l’arte della guerra». Si fa sempre più spesso riferimento a piani di campagna, strategie, attacchi e leadership, a dimostrazione di come le parole e il clima della guerra abbiano progressivamente invaso il nostro territorio. Nemmeno il campo della salute sfugge a una certa rappresentazione guerriera della vita: si deve combattere contro lo stress, l’alcol, la droga e il fumo, contro le malattie, i virus e i batteri.
Si interviene sulla malattia senza cercare né di conoscerla a sufficienza, né di capirne la causa e spesso non si esita a utilizzare rimedi che possono avere effetti indesiderati, senza domandarsi se esistano invece altri metodi più adatti e non tossici. In questo modo si rischia di focalizzarsi esclusivamente sull’ipotetico agente causale esterno, considerando l’organismo umano come un campo di battaglia dove farmaci sempre più potenti devono combattere nemici sempre più temibili. Il nostro corpo in crisi deve essere veramente trattato come un nemico? Non vi sono altre visioni possibili della fisiopatologia?
Certamente esiste una sola medicina, ma vi sono diverse concezioni possibili della malattia. Si possono considerare i sintomi del malato come una malattia in sé, ma li si può anche considerare manifestazioni di uno squilibrio più profondo dell’intera persona, che può avere un’origine psichica, alimentare, osteoarticolare, affettiva, professionale ecc. La malattia richiede che si faccia pace all’interno di sé. Lottando contro la malattia, la persona lotta contro se stessa, ma non dimentichiamoci che non si può dichiarare guerra e allo stesso tempo fare pace. È importante tener conto a sufficienza dello straordinario potenziale di salute che è insito in ciascuna persona e ricordarsi che l’Uomo è una creatura di Dio.
«Dio è in noi», diceva padre Albert Chassagneux, il mio cappellano del liceo Ampère di Lione. E Dio, per definizione, ci conosce meglio di quanto conosciamo noi stessi. Ha previsto la malattia e ha dato all’uomo i mezzi per uscire dalle crisi che chiamiamo «malattie». Ma invece di ascoltarle come segnali di allarme destinati a farci cambiare comportamento, ci ostiniamo a farle sparire senza cercarne il significato, senza ascoltarne il messaggio. Ambroise Paré, famoso medico francese considerato come il padre della chirurgia moderna, diceva: «Io l’ho curato, Dio l’ha guarito!». Molti secoli prima, Ippocrate affermava: «Natura medicatrix», la natura è medicina. A condizione però di lasciarla fare e di non metterle troppo i bastoni tra le ruote. Per questo motivo ai medici consigliava, nella sua famosa scuola dell’isola greca di Kos, di stare soprattutto attenti a non nuocere ai pazienti: «Primum non nocere». In molti casi la malattia fa già parte del processo di guarigione, ma invece di rispettarla la si blocca. La malattia, in realtà, è sia una guida sia un processo di guarigione. Come guida, ci invita a sviluppare l’attitudine che ci serve di fronte alla crisi che attraversiamo. Come processo di guarigione testimonia che il nostro organismo ha già iniziato a risolvere il problema.
È importante avere quindi un’attitudine basata sulla fiducia nel potenziale di autoguarigione del malato. Si tratta di aiutarlo a superare naturalmente la propria crisi dopo averne eliminato le cause, invece di sostituirsi a lui in questo «lavoro». Di conseguenza, l’arte medica corrisponde alla capacità di adattare la strategia terapeutica al paziente e richiede la conoscenza dei diversi metodi di cura per poter proporre la scelta migliore. Dopo gli studi, il medico «vero» si trova a dover reimparare tutto: la vita, la morte, le psicologie, l’umanesimo, la sofferenza e le diverse terapeutiche a disposizione.
Omeopatia, chirurgia, agopuntura, psichiatria e osteopatia racchiudono tutte - oltre al proprio potenziale terapeutico specifico - anche uno sguardo particolare sulla fisiopatologia, ossia sulle relazioni tra buona salute e malattia. In tal senso, la conoscenza approfondita di un metodo terapeutico come quello dell’omeopatia porta in genere il medico ad avere una visione più ampia e più ricca della malattia. Un medico divenuto «omeopata», quindi, non è soltanto un esperto nell’arte di prescrivere i medicinali omeopatici, ma è anche un «altro medico». In quanto «terapeuta» saprà combinare le diverse strategie di cura tenendo conto della modalità reattiva del malato. Saprà quindi scegliere quando ricorrere ai mezzi della «medicina dura» - quali chirurgia, terapia antibiotica, morfinici o corticosteroidi - e quando prescrivere le «medicine dolci» quali omeopatia, agopuntura, osteopatia. Il vantaggio di queste alternative terapeutiche diventa quindi duplice: da un lato apportano una complementarietà efficace o addirittura essenziale e dall’altro arricchiscono e ampliano la cultura medica. La concezione della felicità che ho illustrato nel mio ultimo libro Siamo tutti fatti per essere felici potrebbe essere insieme il presupposto e la conseguenza di una nuova visione della vita in ogni suo aspetto: quello della salute, della malattia e della morte, spingendo la riflessione oltre che sul piano medico, anche sul piano pratico e metafisico, sociale e politico-economico.


venerdì 18 marzo 2011

Ridere rimargina ogni ferita

Fa bene all'umore e alla circolazione

Ridere fa bene allo spirito, si sa, ma anche al corpo. Si è parlato spesso del valore terapeutico della risata, tanto che la clown-terapia insegnata da Patch Adams ormai ha un suo ruolo nella medicina ufficiale. Oggi si scopre che una bella risata "di pancia" aiuta persino a rimarginare le ferite, soprattutto quelle degli arti inferiori, meglio degli ultrasuoni e di altre tecniche all'avanguardia. 
Lo sostengono gli esperti dell'università di Leeds (Gb), che hanno realizzato uno  studio scientifico su 337 pazienti, pubblicato sul "British Medical Journal". Come spiega sulla rivista Andrea Nelson, che ha guidato l'indagine, il metodo migliore per curare i pazienti con ulcere degli arti inferiori è fasciarli strettamente  e far seguire loro una speciale dieta alimentare abbinata a esercizi fisici e tecnologie ad hoc come gli ultrasuoni. Eppure, hanno dimostrato i ricercatori, la risata fa altrettanto bene, se non di più ancora, perché stimola il movimento del diaframma che, a sua volta, facilita la circolazione del sangue in tutto il corpo e dunque la risoluzione delle ulcere.

Fonte:
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http://www.tgcom.mediaset.it/perlei/articoli/1003053/ridere-rimargina-ogni-ferita.shtml

 

 

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giovedì 20 gennaio 2011

Curare il tutto e non la parte

di Gilberto Corbellini 

Anche in Italia è finalmente disponibile la traduzione di un classico dell'olismo, il celeberrimo Der Aufbau des Organismus (1934) [La struttura dell'organismo] del neurologo e psichiatra tedesco Kurt Goldstein (1878-1965). Scritto nel corso dell'anno in cui Goldstein visse ad Amsterdam con il sostegno della Rockefeller Foundation, dopo l'arresto da parte dei nazisti, e il rilascio a condizione che emigrasse, sviluppava i principi della teoria della Gestalt in una teoria organismica, ovvero antilocalizzazionistica od olistica, che consentiva alla psicologia gestaltica di proporsi anche come terapia.

Gran parte delle riflessioni teoriche di Goldstein si basavano su casi clinici, riguardanti soldati con danni cerebrali acquisiti combattendo la Prima guerra mondiale. Egli riteneva che la biologia e la medicina, con i loro approcci localizzazionistici, non fossero in grado di spiegare l'impatto di tali lesioni, ma, soprattutto, i sorprendenti adattamenti dei pazienti a esse. Goldstein studiò anche la frammentazione dell'organizzazione del comportamento e il fallimento del controllo centrale, che si verificano in risposta a situazioni catastrofiche come una malattia fisica o mentale. Ed era persuaso che l'organismo, in virtù di un principio di totalità che lo permeerebbe, fosse in grado di reagire a tali perdite dell'integrazione funzionale, anche autolimitando il proprio spettro di prestazioni/aspettative, ridistribuendo cioè le diminuite disponibilità energetiche in modo da recuperare l'integrità permessa dalle nuove circostanze.

Le idee di Goldstein influenzarono il pensiero di diversi filosofi e psicologi. In particolare, Maurice Merleau-Ponty, Georges Canguilhem, Ernst Cassirer e Ludwig Binswanger. L'edizione di Fioriti riprende quella statunitense del 1995, con un'introduzione di Oliver Sacks. Questi scrive che tutto quello che Goldstein «ha osservato e portato alla luce – i livelli di organizzazione del sistema nervoso, salute, malattia, adattamento, ricostruzione –» è stato confermato dalle neuroscienze. In particolare, la visione globale di Goldstein, ma anche quella di Lashley e dei gestaltisti troverebbero oggi concretizzazione «nella teoria di Edelman del darwinismo neurale», con la

«sua concezione del cervello come una sorta di società, in cui ogni parte è dinamicamente connessa con ogni altra».

Non sono sicuro che gli olisti abbiamo davvero tutti capito cosa voleva dire Sacks. Alla base delle teorie di Edelman sta, ben saldo, il principio di selezione darwiniano generalizzato alla spiegazione dei cambiamenti adattativi che si producono a livello di sistemi integrati di popolazioni di cellule. Lasciando anche stare il fatto che Goldstein era un po' antidarwiniano, Edelman spiega le manifestazioni olistiche sulla base di dinamiche popolazionali, in cui quello che conta, e rende possibile gli adattamenti, è la diversità degli elementi che costituiscono le popolazioni. Non c'è dubbio che la teoria di Edelman, e in generale i modelli popolazionistici, riescano a dar conto tranquillamente del fatto che a livello fenomenico i sistemi si comportano come se il «tutto fosse più della somma delle sue parti». Ma una delle conseguenze è che l'olismo è un arnese teorico superato. Niente male lo scherzetto che l'astuto Oliver ha giocato agli amici olisti!

Kurt Goldstein,  L'organismo, Un approccio olistico alla biologia derivato dai dati patologici nell'uomo, Giovanni Fioriti Editore, Roma 2010, pagg. 440 | € 44,00

Che cos'è la medicina olistica?
Esistono diverse definizioni di medicina olistica. La più scontata e condivisa dice che si tratta di un approccio al paziente che lo considera come un tutto integrato, e quindi tiene conto delle dimensioni sia biologiche, sia psicologiche e sia sociali delle esperienze di salute e malattia. Nell'ambito delle medicine alternative, invece, l'aggettivo olistico richiama elementi spirituali o comunque non analizzabili nei termini delle scienze sperimentali.

 Fonte:
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http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2011-01-16/curare-tutto-parte-082249.shtml?uuid=AanaHG0C

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