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sabato 27 aprile 2019

E allora? (di Ajahn Viradhammo) Sofferenza Felicità Mente

Lotus - Loto


[...] Lo scopo dell’insegnamento buddhista non è quello di provare un altro tipo di esperienza. Riguarda la comprensione della natura dell’esperienza stessa. Il suo scopo è di osservare cosa significhi essere un essere umano. Contempliamo la vita, lasciamo andare l’illusione, lasciamo andare la fonte della sofferenza umana, e realizziamo la verità, realizziamo il Dhamma. Ed è un processo completamente diverso. [...]


sabato 17 febbraio 2018

«Se potessi avere 80.000 euro (lordi)»Stabilito il reddito che fa la felicità

Una ricerca della Purdue University ha fissato lo stipendio perfetto per un single. Oltre quella soglia, il benessere complessivo cala, perché la ricchezza può ritorcersi contro.

http://www.corriere.it/cronache/18_febbraio_17/se-potessi-avere-80000-euro-lordi-benessere-ricerca-ricchezza-felicita-161b9fae-135b-11e8-bbf7-75f50a916419.shtml

martedì 7 febbraio 2017

Trovare La Felicità: 7 Migliori Trucchi Per Essere Felici

Trovare La Felicità: 7 Migliori Trucchi Per Essere Felici

http://www.psicosocial.it/trovare-la-felicita-trucchi/

giovedì 12 maggio 2016

Aiuterò i miei cari ...

Aiuterò i miei cari ...Quando serviamo gli altri, 
serviamo noi stessi. 
Non pensare: «Aiuterò gli altri», 
ma piuttosto: 
«Aiuterò i miei cari, il mio mondo, 
perché altrimenti non potrò essere felice».


Tratto da "Come essere sempre felici" - Paramhansa Yogananda



mercoledì 20 aprile 2016

“Le persone più felici non sono necessariamente coloro che hanno il meglio di tutto, ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno. La vita non è una questione di come sopravvivere alla tempesta, ma di come danzare nella pioggia!”

Kahlil Gibran

martedì 22 settembre 2015

Stato di Felicità Interiore (Brahma Kumaris)

Non permetto ad altri 
né a vecchie illusioni 
di condizionarmi. 
Creo con la mia mente 
uno stato di felicità interiore.
Brahma Kumaris Roma roma@it.brahmakumaris.org

lunedì 16 febbraio 2015

35 Frasi sulla Felicità che Devi Ricordare Ogni Giorno

"Osserva un bambino che raccoglie conchiglie sulla spiaggia: è più felice dell'uomo più ricco del mondo. Qual è il suo segreto?
Quel segreto è anche il mio. Il bambino vive nel momento presente, si gode il sole, l'aria salmastra della spiaggia, la meravigliosa distesa di sabbia.
È qui e ora. Non pensa al passato, non pensa al futuro.
E qualsiasi cosa fa, la fa con totalità, intensamente; ne è così assorbito da scordare ogni altra cosa. Il segreto della felicità è tutto qui: qualsiasi cosa fai non permettere al passato di distrarre la mente e non permettere al futuro di disturbarti."

- Osho


1. Sorridi ogni volta che ne hai l'opportunità. Non perché la tua vita sia facile, perfetta, o esattamente uguale a come avresti voluto che fosse, ma perché hai scelto di essere felice e riconoscente per tutto ciò che di bello c'è in essa.
2. Un brutto atteggiamento è come una gomma bucata: finché non la cambi non andrai molto lontano.
3. Più sei convinto delle tue scelte, meno hai bisogno che ne siano convinti gli altri.
4. È importante rendere felice qualcuno, ed è ancora più importante iniziare con te stesso. 
5. La vita non consiste tanto nel rendere felici gli altri, quanto piuttosto nel condividere la tua felicità con gli altri. 
6. La felicità non è qualcosa da rimandare a domani, ma qualcosa da scoprire nel presente.
7. Se non ti impegni in nulla di importante non conoscerai mai il tuo valore. 
8. Ciò che ti è stato fatto in passato non ha alcun potere su di te, a meno che non sia tu a volergliene riconoscere.
9. Non preoccuparti troppo di coloro che non si preoccupano di te. 
10. A volte per iniziare un nuovo capitolo della tua vita devi lasciare andare il fardello del passato.
11. Dire addio è uno dei modi più dolorosi per risolvere un problema. Ma a volte è il solo modo che hai a disposizione. 
12. Andare avanti non significa dimenticare, significa scegliere la felicità piuttosto che il dolore. 
13. Smetti di guardare a ciò che hai perso, così potrai vedere ciò che hai.
14. Qualcun altro è felice con molto meno di quello che hai tu. 
15. Parla più delle tue fortune che dei tuoi problemi.
16. Nella vita ottieni ciò che dai. Tutto torna indietro. 
17. Non puoi cambiare il passato, né controllare il futuro, ma puoi sempre decidere come comportarti di fronte agli eventi della vita. 
18. La felicità che provi è direttamente proporzionale all'amore che dai. 
19. Non crederai mai veramente in te stesso se ti continuerai a paragonare agli altri. Impara invece a paragonarti con la persona che eri ieri. 
20. Non sarai sempre punito PER la tua rabbia, ma sarai sempre punito DALLA tua rabbia. 
21. Datti il permesso di allontanarti immediatamente da ciò che ti provoca sensazioni negative. Non c'è bisogno di spiegazioni, semplicemente fidati di ciò che provi. 
22. Una delle più grandi libertà che hai è non preoccuparti di ciò che gli altri pensano di te. 
23. Ricorda, tu hai sempre il controllo dei tuoi pensieri, quindi scegli di sentirti fiducioso e sereno piuttosto che arrabbiato e insicuro.
24. Essere gentile verso te stesso con i pensieri, le parole e le azioni è importante come essere gentile con gli altri. 
25. Sei tu a definire la tua vita. Non lasciare che siano altri a scrivere la storia della tua vita al posto tuo.
26. Non aver paura del cambiamento. A volte perderai qualcosa di buono, ma guadagnerai qualcosa di meglio.
27. Preoccuparti è un'immensa perdita di tempo e di energia. Non serve a nulla, se non a privarti della tua gioia e a limitare la tua capacità di apportare cambiamenti positivi.
28. Se vuoi essere felice, lascia andare il bisogno di avere sempre ragione.
29. Se non ti piace qualcosa, cambiala. Se non puoi cambiarla, cambia il modo in cui pensi ad essa.
30. La vita non deve essere perfetta per essere meravigliosa.
31. Sei al tuo meglio quando indossi il tuo sorriso. Non c'è bellezza paragonabile a quella che viene da dentro di te.
32. Non lasciare mai che una brutta giornata ti induca a pensare che stai vivendo una brutta vita.
33. Dì al comitato della negatività che risiede dentro di te di mettersi seduto e starsene zitto.
34. In un mondo in cui puoi essere chiunque tu voglia, sii te stesso.
35. Soltanto quando ci svegliamo ci rendiamo conto di quanto eravamo addormentati.
FONTE: 
http://www.vivizen.com/2015/02/35-frasi-sulla-felicita-che-devi.html 




















venerdì 14 febbraio 2014

Piacere, Felicità, Gioia, Beatitudine (Osho-Buddha)

"La vita non è facile. Una vita vissuta nell’inconsapevolezza come potrebbe essere facile? Sei tu stesso che ti crei i tuoi problemi, scavi tu stesso delle fosse nelle quali cadrai, tu stesso erigi le mura che ti imprigioneranno. Tu sei il peggior nemico di te stesso!" 
Osho


Gautama il Buddha ha detto:
"Esiste il piacere ed esiste la beatitudine. Abbandona il primo per possedere la seconda."
Medita su questa affermazione il più profondamente possibile, perché contiene una delle verità più fondamentali.
Sarà bene comprendere queste quattro parole, contemplale in profondità: la prima è piacere; la seconda è felicità; la terza è gioia; la quarta è beatitudine.

Il Piacere
Il piacere è fisico, è fisiologico. Nella vita il piacere è l'aspetto più superficiale, un semplice solleticamento. Può essere sessuale, può appartenere ad altri sensi, può tradursi in ossessione per il cibo, ma è sicuramente radicato nel corpo.
Il tuo corpo è la tua periferia, la tua circonferenza, non è il tuo centro: vivere nella circonferenza significa vivere in balia di tutte le situazioni che si sviluppano intorno a te. L'uomo che cerca il piacere rimane in balia del casuale.
Se stai cercando denaro e potere, dipenderai dal denaro e dal potere; l'essere umano che continua ad accumulare denaro, se il suo piacere è avere più denaro, diventerà sempre più miserabile. Più possiede, più vorrà possedere, e più ne ha, più avrà paura di perderlo. Ci sono mille cose dalle quali dipende il tuo denaro: non ti rende padrone, fa di te uno schiavo.
Il piacere è periferico, di conseguenza è costretto a dipendere dalle circostanze esterne. Proprio come le foglie crescono sull'albero, nella mente crescono desideri e speranze. Volevi una casa nuova e ora la possiedi... dov'è andato il piacere? È esistito solo per un momento, il tempo di realizzare il sogno. Una volta raggiunta la meta, la tua mente ha perso interesse; ha iniziato a tessere una nuova trama di desideri. Ha già iniziato a pensare ad altre case, più grandi.
Il piacere ti relega in uno stato nevrotico - irrequieto, sempre in agitazione: così tanti desideri e ogni desiderio è insaziabile. Rimani vittima di questa folla di desideri che continuano a trascinarti in direzioni opposte. Cercherai soddisfazione nella realizzazioni di questi desideri, ma sarà sempre una rincorsa vana. Una vita che avrebbe potuto essere una celebrazione diventa una lunga, estenuante e inutile battaglia nel tentativo di soddisfare tutti i tuoi desideri.
Quando sei così preso dalla ricerca del piacere, non puoi amare; infatti la persona che cerca il piacere usa l'altro come mezzo per arrivarci. Usare l'altro come un mezzo è uno degli atti più immorali possibili, perché ogni essere è un fine in se stesso, non puoi usare l'altro come un mezzo; ma se sei alla ricerca del piacere dovrai farlo. Diventerai astuto, perché è davvero una lotta: se non sei furbo, sarai ingannato. Dovrai stare sempre sul chi va là! E questo significa che sarai sempre teso, ansioso, preoccupato: tutti sono contro di te e tu sei contro tutti gli altri.
Pertanto il piacere non è e non può essere la meta della vita.

La Felicità
La seconda parola da capire è la felicità. La felicità è psicologica, il piacere è fisiologico. La Felicità è un pochino meglio, un po' più raffinata, leggermente superiore, ma non così diversa dal piacere. Il piacere è un po' primitivo, animale; la felicità è un po' più acculturata, un po' più umana - ma è lo stesso gioco, ripetuto nel mondo della mente.
Non sei più interessato a sensazioni fisiologiche, sei molto più interessato a sensazioni psicologiche; ma in fondo non sono cose molto diverse, ecco perché il Buddha ha usato solo due di quelle quattro parole.

La Gioia
La terza parola è la gioia; la gioia è spirituale. È diversa, totalmente diversa dal piacere o dalla felicità. Non ha nulla a che fare con l'esterno, nulla a che fare con l'altro, è qualcosa di interiore. La gioia non dipende dalle circostanze, è tua. Non è una soddisfazione prodotta da qualcosa: è uno stato di pace, di silenzio, uno stato meditativo. È spirituale.

La Beatitudine
Ma il Buddha non ha parlato neppure della gioia, perché c'è ancora un'altra cosa che va al di là della gioia. Lui la chiama beatitudine. La beatitudine è totale. Non è né fisiologica, né psicologica, né spirituale; non conosce divisione, è indivisibile. È totale, in un senso, e trascendentale nell'altro.
Il Buddha parla soltanto di due parole. La prima è il piacere, che include la felicità. La seconda è la beatitudine, che include la gioia. Beatitudine significa che hai raggiunto il punto più profondo del tuo essere. Appartiene alla profondità abissale del tuo essere, dove neppure l'ego esiste più, dove prevale solo il silenzio: tu sei scomparso. Nella gioia tu esisti ancora un po', nella beatitudine tu non ci sei più - l'ego si è dissolto, è uno stato di non essere.
Il Buddha lo chiama "nirvana": nirvana significa che tu hai smesso di esistere; sei solo un vuoto infinito, simile al cielo. E nel momento in cui sei quell'infinito, diventi ricolmo di stelle, e inizia una vita totalmente nuova. Sei rinato.
Il piacere è momentaneo, esiste nel tempo - dura per un tempo limitato; la beatitudine è non temporale, è fuori dal tempo. Il piacere inizia e termina, la beatitudine permane in eterno, è per sempre. Il piacere va e viene, la beatitudine non va e non viene mai - è già lì, nel punto più profondo del tuo essere. Il piacere deve essere carpito all'altro: tu diventi o un mendicante o un ladro. La beatitudine ti rende padrone.
La beatitudine non è qualcosa che inventi, ma che scopri. La beatitudine è la tua natura più profonda. È lì dall'inizio: tu non l'hai mai notata, l'hai data per scontata - tu non ti guardi mai dentro.
Questa è l'unica miseria dell'essere umano: continua a guardare all'esterno - cercando e indagando. Non puoi trovarla all'esterno, perché non è lì.
La beatitudine è il punto più profondo del tuo essere.
Il piacere lo devi mendicare dagli altri, e naturalmente diventi dipendente. La beatitudine ti rende il padrone. La beatitudine non è qualcosa che accade, è già presente.
Smetti di guardare all'esterno: guarda dentro di te, volgiti all'interno. Inizia a ricercare e a indagare nella tua interiorità, nella tua soggettività. La beatitudine non è un oggetto che si debba trovare altrove, è la tua consapevolezza.

- OSHO

Fonte: www.vivizen.com 
Immagine: 4.bp.blogspot.com


sabato 18 gennaio 2014

Il Credo dell'Ottimista

 

Ottimista

Prometti a te stesso:

Di essere così forte che niente potrà turbare la tua pace mentale.
Di augurare salute, felicità e prosperità a tutte le persone che incontri.
Di far sentire a tutti i tuoi amici che in loro c’è qualcosa.

Di guardare il lato luminoso di tutte le cose e di fare in modo che il tuo ottimismo diventi realtà.
Di pensare solo il meglio, di impegnarti solo per il meglio.
Di essere felice del successo altrui come se fosse il tuo. Di dimenticare gli errori del passato e di tendere verso maggiori conseguimenti futuri.

Di essere sempre allegro e di donare un sorriso a ogni creatura che incontri.
Di dedicare così tanto tempo al tuo miglioramento da non avere tempo per criticare gli altri.
Di essere troppo grande per albergare preoccupazioni, troppo nobile per accogliere ira, troppo forte per provare paura e troppo felice per permettere che si creino problemi.

Di avere una buona opinione di te stesso e di proclamarlo al mondo, non con grandi parole, ma attraverso grandi azioni.
Di vivere confidando che il mondo sia dalla tua parte, finché segui sinceramente la tua parte migliore.

(Il “Credo dell’ottimista” apparve per la prima volta nel 1912 in un libro di Christian D. Larson, Your Forces and how to use them. Una versione abbreviata viene attualmente usata da Optimist International, un’organizzazione a livello mondiale che ha lo scopo di creare cambiamenti positivi nel mondo). ( The key – La chiave di Joe Vitale)

Leggi anche…

  • Imparare l’Ottimismo Come cambiare la vita cambiando il pensiero. Da Martin Seligman, il padre della Psicologia Positiva. Tecniche utili a risorgere dal pessimismo e dalla depressione
  • Il Decalogo dell’Ottimista. L’ottimismo è un ingrediente essenziale del benessere e del successo ed è il modo di guardare alla vita che distingue gli ottimisti dai pessimisti. Chiunque può diventare ottimista…

Fonte: http://tuseiluce.altervista.org

lunedì 30 settembre 2013

La gioia è una saggezza speciale

La gioia è la fragranza del Calice, del loto. Via via che i suoi petali si schiudono, ne emana la gioia che da’ vigore al corpo fisico, magnetismo al corpo sottile e serenità al corpo mentale.

Testi e immagini per la meditazione - yoga - meditation - zen

Il loto è la fonte inesauribile della gioia, la quale aumenta mentre Esso si schiude.
La gioia non è condizionata dalle circostanze esterne, ma è come un faro le cui fondamenta poggiano su rocce eterne.

La felicità è un effetto delle condizioni esterne, e quindi sparisce quando cambiano le circostanze favorevoli, lasciando la tristezza della depressione.
La gioia invece non cambia mai, anzi, aumenta, mentre nella nostra vita aumentano i problemi e i conflitti; cresce indipendentemente dalle condizioni.

Via via che l’esperienza del pellegrino si arricchisce e si allarga il campo del suo servizio, mentre egli è disposto a sempre più grandi sacrifici e conquista nuovo territorio nel campo dell’autorealizzazione, la fragranza del Loto aumenta e si espande in aree sempre più vaste.

L’energia più attraente di un servitore è la gioia che irradia dai suoi gesti, dalla sua voce e dai suoi occhi. Tutto ciò che egli tocca si schiude e fiorisce.

La gioia non è un sentimento ne’ un’emozione, ma è uno stato di coscienza distaccato dalla dominazione dei tre mondi inferiori, i cui problemi non possono raggiungerla.
La conoscenza, l’amore e l’energia dinamica dei petali sacrificali si espandono e infondono energia di gioia nelle piccole vite dei veicoli inferiori.

Agni Yoga Society, Fiery World, Vol. II, par. 258

Fonte: www.meditare.net/


lunedì 1 luglio 2013

Buone Notizie! (040) La Felicità è…

La felicità è... un cucciolo caldo
La felicità
è accarezzare un cucciolo caldo caldo,
è stare a letto mentre fuori piove,
è passeggiare sull'erba a piedi nudi,
è il singhiozzo dopo che è passato.
La felicità è…
Charlie Brown - Charles M. Schulz


La fabbrica autogestita che accoglie profughi 
Scambiare aiuto e amicizia. Prima di essere lavoratori siamo persone. Accade quando uno spazio occupato per eventi culturali comincia a promuovere iniziative con mamme, papà e bambini (al Cinema Palazzo ad esempio), quando una bottega del commercio equo si occupa di precari oppure quando un bar di un paesino francese si mette a organizzare la consegna di prodotti biologici e corsi di cucito, ma anche quando un grande movimento spontaneo di protesta di studenti, disoccupati e precari, accoglie la rabbia degli anziani (è accaduto con i nonni indignados). Improvvisamente, si guardano gli altri,

Aree protette e biodiversità
Marina di Grosseto: dai ragazzi i semi della speranza per dare nuova vita alla pineta andata a fuoco
Gli alunni della quarta e quinta elementare e della prima media di Marina di Grosseto hanno messo a dimora quasi 500 pinoli. Un piccolo gesto di "riparazione" per ricreare un ecosistema distrutto dall'uomo. Gli alunni della quarta e quinta elementare e della prima media di Marina di Grosseto, insieme agli studenti dell'Istituto Agrario "Leopoldo II di Lorena" di Grosseto, hanno messo a dimora quasi 500 pinoli che sono stati raccolti direttamente dagli studenti nella parte di pineta non bruciata durante l'incendio dello scorso 18 agosto. L'iniziativa è stata a marchio Legambiente ,in collaborazione con Comune e Provincia di Grosseto.

Sette idee ‘luminose’ che aiutano i più poveri
Portare l’elettricità nei villaggi dell’Africa e dei paesi più poveri del mondo promuovendo l’energia solare come risorsa energetica sociale aperta a tutti: è questo l’obiettivo delle tante associazioni umanitarie e delle Nazioni Unite che di recente hanno affrontato l’argomento nel rapporto ‘Sostenibilità ed equità’ in cui sostanzialmente si invoca l’accesso universale alle energie rinnovabili. Ecco una selezione di sette invenzioni e iniziative che potrebbero trasformare nel giro di pochi anni questo auspicio in realtà.

Riflessioni e sorrisi 
SteinaUn po' d'umorismo rende l'animo leggero.
Raccolta di buoni articoli per riflettere e per sorridere.




Le buone notizie fanno bene a te e al tuo business
good-newsLe notizie negative diffuse dai media sono la principale causa di ansia. Le buone notizie invece, come dimostrato recentemente da una serie di studi scientifici, hanno un ruolo attivo nel produrre benessere e nel contrastare spirali crescenti di negatività. Ciò ne sottolinea il potenziale come strumento di marketing – orientato a migliorare il sentimento generale del consumatore, il suo orientamento al consumo e il posizionamento del marchio – in particolare nel mezzo di una crisi economica. Il Professor Prof. Giuseppe Riva, direttore scientifico di Buone Notizie Communication Farm e Direttore del magazine per Ipad di Buone Notizie, sarà al Positive Business Forum per discutere e presentare una serie di casi di successo che dimostrano la capacità del positive marketing di attivare il coinvolgimento attivo del consumatore nei confronti del brand, aumentandone il valore.
______________
Se conoscete qualche buon sito che pubblica Buone Notizie fatemelo sapere.
Grazie! ;-)
Ho dovuto cancellare il sito  Buone Notizie punto it perché veniva segnalato come portatore id malware!

martedì 11 giugno 2013

Buone Notizie! (039)

"La realtà è una illusione molto persistente."
A. Einstein

(Forse fra le Buone Notizie ce ne potrebbe essere una che "non è buona". Quale potrebbe essere?)

“Il futuro dello sviluppo – valori economici e media” – Bonn, 17-19 giugno
Das Deutsche Welle Global Media Forum 2012 (25.06.2012)<br />Eingestellt von der Unternehmenskommunikation "The Future of Growth – Economic Values and the Media". Questo il tema del sesto Deutsche Welle Global Media Forum che si svolgerà dal 17 al 19 Giugno al World Conference Center Bonn (WCCB). L’economia mondiale si trova a fronteggiare sfide enormi. Costretta a considerare con la più grande attenzione il cambiamento climatico e la scarsità di risorse, deve anche far fronte alle crescenti tensioni di ordine sociale, politico e culturale.  Mentre miliardi di persone si contendono una vita dignitosa su un pianeta condiviso, il dibattito su politiche globali risolutive e strutturali. La recente crisi richiede trasparenza e responsabilità in materia finanziaria.
Esperti nel campo della politica, della finanza e degli affari, della cultura, del mondo accademico, come della società civile e dei media esploreranno insieme questioni fondamentali: di quali opportunità sono portatori i nuovi valori economici? La crescita ha carattere imperativo ai fini di una maggiore prosperità? In quale modo i media possono essere d’aiuto nel creare maggiore consapevolezza riguardo un consumo sostenibile e l’uso consapevole delle risorse? Come può darsi una giusta ed equa competizione, sia a livello locale e regionale, quanto a quello nazionale ed internazionale? Si può migliorare l’interazione tra i vari operatori finanziari? Quali potenzialità hanno i media digitali nell’indurre una partecipazione interattiva nel dialogo economico, specialmente nelle giovani generazioni?

Nasce l’Assemblea delle Nazioni Unite per l’Ambiente 
UNEA2E’ nata l’Assemblea delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEA): la decisione è stata presa al ventisettesimo “Consiglio direttivo dell’UNEP” di Nairobi. Grande la soddisfazione è stata espressa dal Commissario UE per l’Ambiente, Janez Potočnik, che ha dichiarato: “L’istituzione di UNEA, previa approvazione da parte dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite (UNGA), è un passo importante che attua le decisioni prese a Rio +2o. Ciò porterà ad un organismo delle Nazioni Unite più forte che si occupa dei temi ambientali. Essere, poi, collegato direttamente all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, significa maggiore considerazione ed integrazione per i temi ambientali nel sistema delle Nazioni Unite.

Fondatore della Virgin dà in beneficenza metà della sua ricchezza 
Branson_VirginAnche Richard Branson segue le orme di molti miliardari che in tutto il mondo, negli ultimi anni, hanno deciso di donare metà della loro fortuna in beneficenza. Insieme alla moglie Joan, il fondatore della Virgin Records – che fa parte del Gruppo Virgin, avente un valore stimato di oltre 4 miliardi di dollari – ha deciso di devolvere  in favore dei più bisognosi la metà del valore del Gruppo, con l’obiettivo di creare
un mondo equo, salubre e pacifico per le generazioni future”.  I coniugi Branson (nella foto) hanno dichiarato alla stampa: “Le cose materiali, in realtà, non danno la felicità. La famiglia, gli amici, la salute e la soddisfazione che si ha nel “fare la differenza” in modo positivo: ecco le cose che contano davvero. Per fortuna, i nostri figli, che saranno i nostri principali eredi, sono d’accordo con noi”.

Viaggi solidali, un nuovo modo di unire vacanza e solidarietà
Per contribuire ai progetti di sviluppo dei luoghi che si vuole visitare. Ad oggi le due mete in cui è possibile organizzare il viaggio sono: Burkina Faso, paese in cui risiede la sede centrale di Reach Italia in Africa e nella Repubblica Dominicana. Perché un viaggio solidale? Perché contribuisce a sviluppare un'esperienza indimenticabile, in Burkina Faso il sostenitore potrà andare a visitare il bambino sostenuto e verificare di persona l'importanza della sua attività di sostegno. Nel territorio africano è possibile organizzare il viaggio durante il periodo autunnale, nello specifico ad ottobre. Un altro tipo di esperienza è quella relativa alla Repubblica Dominicana, dove è possibile andare tutto l'anno e visitare i progetti di co-sviluppo come la fabbrica di zenzero e quella di caffè. Si potranno scoprire i villaggi e vedere come vivono le popolazioni; per chi lo volesse, è possibile dormire e passare una giornata intera con una famiglia del luogo.

Soldi e felicità: ecco i paesi dove si sorride di più!
Da un’indagine dell’istituto di sondaggi Gallup, riportata in un articolo da Stefano Carnazza sul portale LifeGate e finalizzata a misurare le emozioni personali per capire quanto incidano sul benessere della società è emerso che, le emozioni negative prevalgono in Medio Oriente e in Nord Africa, con picchi di negatività in Iraq, Bahrein e Palestina. Sono, invece, i paesi dell’America Latina a registrare la percentuale più elevata di emozioni positive con in cima alla classifica Panama, Paraguay e Venezuela. L’Italia si situa a metà schieramento: il 47% degli italiani riesce a raccontare un’esperienza positiva registrata in una giornata.

 
 Kelvin Doe: il piccolo genio del riciclo e non solo 
Si dice che le difficoltà aguzzino l'ingegno. Che la creatività venga stimolata nelle situazioni di crisi e ristrettezze economiche. E la storia di Kelvin Doe sembrerebbe confermare questa considerazione. Kelvin è un ragazzo di 15 anni e vive in Africa. Per la precisione in Sierra Leone. La sua famiglia è povera ma lui ha una passione: inventare. Le sue creazioni nascono tra i rifiuti. I rifiuti diventano prodotti utili. Invenzioni intelligenti.
Come spesso accade in questi casi la sua volontà è quella di voler migliorare le condizioni di vita del suo vicinato, della sua comunità. Un bel esempio di altruismo che dovrebbe funzionare da esempio per altre situazioni dove le possibilità non mancano

Anche gli scienziati del Massachusetts Institute of Technology (Mit) di Boston, sono rimasti profondamente colpiti dalle sue eccezionali capacità e per questo gli hanno offerto una borsa di studio presso il loro istituto. Un'opportunità unica che Kelvin ha già in programma di sfruttare per migliorare le condizioni del suo Paese. Il suo prossimo progetto sarà la costruzione di un mulino a vento che possa produrre energia elettrica.



giovedì 7 marzo 2013

Keshe: le iniziative di pace e il libro della vita

di Ettore Guarnaccia
La Keshe Foundation ha recentemente lanciato due nuove iniziative di pace per invitare ognuno di noi a negare il proprio consenso a guerre, conflitti, armi, violenze, intolleranze e ad abbracciare finalmente la pace, insieme ad un importante monito: tutto ciò che facciamo, diciamo, sentiamo, pensiamo e desideriamo viene da sempre puntualmente ed inevitabilmente registrato in una memoria eterea olografica che verrà un giorno rivelata all'umanità.
akasha-keshe-feat

Il trattato e la conferenza mondiale di pace
Il 21 gennaio scorso l'ingegnere nucleare iraniano Mehran Tavakoli Keshe, fondatore e direttore della Keshe Foundation, ha lanciato due iniziative degne di nota: la firma di un trattato di pace mondiale e l'organizzazione di una conferenza mondiale di pace da tenersi il 21 marzo 2013. Entrambe le iniziative fanno parte di un percorso di pace che dovrebbe concludersi il 21 aprile 2013.
Il trattato prevede che il soggetto firmatario, in qualità di cittadino del pianeta Terra, accetti...

"...di deporre tutti gli strumenti di aggressione e di guerra, di pensare di non essere mai più coinvolto o di incitare alla guerra o sviluppare o utilizzare strumenti di guerra su questo pianeta o nello spazio..."

...dichiarando di essere d'accordo e giurando con il corpo e l'anima a vario titolo, ovvero come individuo, consiglio, città, religione o nazione, in presenza di un testimone assistente co-firmatario.
Il trattato rappresenta un impegno solenne e un preciso intento dell'individuo a rifiutare la guerra e qualsiasi altro tipo di conflitto in qualsiasi forma. Un'azione estremamente semplice ma che potrebbe innescare un vero cambiamento, poiché è ormai assodato che l'uomo è in grado di indirizzare il proprio futuro attraverso l'intento e il desiderio.
trattato qui 

Quando un individuo libero e sovrano, di fronte all'universo, decide intimamente ed esplicitamente di negare il consenso al proprio governo, in virtù delle leggi universali di consenso e libero arbitrio, allora il governo (e chi per esso) non potrà più ricorrere al subdolo meccanismo di avvertimento e silenzio-assenso grazie al quale sono state perpetrate da lungo tempo le azioni più bieche e criminali a danno dei propri cittadini e dell'umanità.
Ma il trattato di pace proposto dall'ingegner Keshe è indirizzato anche (e soprattutto) ai leader mondiali in carica o di prossima elezione, fra i quali egli cita espressamente il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, il presidente americano Barack Obama, Papa Benedetto XVI (l'iniziativa è precedente alle dimissioni di Ratzinger, n.d.H.), il reali di Belgio e Olanda, l'imperatore del Giappone, il presidente e il primo ministro di Israele. Sul forum della fondazione, Keshe si domanda "chi sarà il primo leader mondiale a firmare il trattato di pace?" e, su sua sollecitazione, sono già diversi i volontari che si sono attivati per sottoporre il trattato di pace ai propri leader, in una mobilitazione pacifica che accomuna tutto il pianeta.
La conferenza mondiale di pace prevista per il prossimo 21 marzo, infatti, ha proprio l'obiettivo dichiarato di invitare tutti i leader mondiali a sottoscrivere il trattato di pace, abbandonando ufficialmente l'idea della guerra in tutte le sue forme. Di fatto, qualora il trattato venisse effettivamente sottoscritto da tutti i leader del mondo, da quel momento il concetto di nazione perderebbe di senso e l'umanità diventerebbe finalmente una vera e unica cittadinanza planetaria. Il successivo e ultimo appuntamento è per il 21 aprile, anniversario della prima conferenza internazionale degli ambasciatori di pace tenutasi lo scorso anno presso la Keshe Foundation, data entro la quale tutti i cittadini del mondo sono invitati a sottoscrivere il trattato stesso come individui e in un'ottica di cooperazione reciproca.
I messaggeri di Dio e la strada per la pace
In una delle sue più recenti dichiarazioni rese pubblicamente sul forum della fondazione, l'ingegner Keshe parla dei tanti scienziati che sono stati messi a tacere, derisi, infamati, banditi, esiliati, imprigionati, feriti, torturati e anche uccisi, a causa del loro lavoro e del loro contributo al progresso della scienza per l'umanità, ad opera di governanti, capi religiosi e organizzazioni di vario tipo. Un insieme di atti efferati commessi dai leader e dai relativi scagnozzi senza scrupoli per salvaguardare il proprio potere politico ed economico.
Secondo Keshe, il vero scienziato apparirebbe agli occhi di Dio alla stessa stregua dei profeti religiosi, in quanto entrambi sarebbero messaggeri di Dio con la missione comune di far progredire il corpo fisico e l'anima dell'uomo su questo pianeta e nell'universo. Un paragone piuttosto audace, ma che egli avvalora con la convinzione che entrambi i campi, scienza e spiritualità, dovranno essere in equilibrio in un solo corpo e una sola anima secondo le leggi universali della convivenza, quando in futuro la razza umana entrerà finalmente a far parte della comunità universale e potrà godere dell'armonia e della bellezza delle creazioni nell'universo.
Keshe prevede un futuro nefasto per coloro che hanno ostacolato il progresso della vera scienza e per quelli che hanno perpetrato azioni criminali per loro conto obbedendo agli ordini, ovvero un destino di esilio di esilio delle loro anime negli angoli più bassi e remoti dell'universo, dove esse risiederanno per l'eternità in una sorta di nemesi universale. La medesima sorte toccherebbe alla loro prole e ai beneficiari materiali delle loro azioni criminali.
Una magra consolazione per le anime dei vari Nikola Tesla, Karl Von Reichenbach, Prosper-René Blondlot, Wilhelm Reich e il nostro Pier Luigi Ighina, giusto per citare alcuni dei più famosi scienziati e ricercatori che hanno cercato di dare un contributo evolutivo molto importante all'umanità ma sono rimasti vittime del sistema criminale di potere.
L'ingegner Keshe ribadisce poi che l'evoluzione scientifica e tecnologica, passando necessariamente per la piena comprensione della tecnologia MAGRAVS, risolverà i problemi più urgenti del pianeta e aprirà le porte ai viaggi spaziali per l'intera umanità, annullando i confini territoriali e rendendo di fatto inutile l'industria bellica e la difesa militare. Keshe suggerisce quindi di convertire l'industria bellica in industria spaziale poiché nello spazio non c'è bisogno di difesa e chiarisce ancora una volta che, secondo le leggi universali, non è consentito viaggiare nello spazio e nell'universo se non si è degni di farlo.
In pratica, un'analoga conversione deve avvenire nell'animo umano, trasformando l'odio e l'intolleranza, che hanno forgiato e deviato la mente umana, in sentimenti di amore e fratellanza, abbandonando per sempre il litigio, il conflitto, la brama di potere e ricchezza, l'avidità e la paura.
Secondo Keshe oggi l'uomo non è ancora pronto ad entrare nella comunità universale perché non ha minimamente compreso il segreto della propria creazione e crede ancora di essere la più perfetta creazione dell'universo, senza l'umiltà necessaria a riconoscere che, a causa della propria indole avida, violenta ed egocentrica, in realtà non è altro che un essere selvaggio, arretrato e da evitare assolutamente. Infatti, come gli uomini integri e saggi evitano di frequentare i violenti e gli arroganti, o come gli uomini miti e assennati evitano litigi, risse e altri comportamenti inaccettabili, così le altre civiltà che appartengono alla comunità universale si tengono alla larga dal genere umano e non vogliono averci niente a che fare.
Un comportamento che risulta assolutamente comprensibile per civiltà spiritualmente evolute che hanno messo in primo piano l'amore, la fratellanza e il bene comune, abbandonando l'odio e la guerra, oltre a costituire una motivazione plausibile della reticenza di queste a manifestarsi apertamente e ad interagire con la nostra razza. Questo sarà uno dei motivi per cui i leader mondiali, che ci hanno volutamente mantenuto nell'ignoranza e hanno promosso sentimenti di odio, paura ed intolleranza, dovranno un giorno vergognarsi e saranno considerati come traditori dell'intera umanità.
Secondo Keshe, l'umanità potrà scardinare questa situazione e giungere alla pace solo attraverso un...
"...rapido e totale accordo fra tutti i cittadini, le nazioni, le credenze, le religioni, tutto in una sola volta, perché procedendo per gradi non ci riuscirà mai."
Il libro della vita
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Keshe ci lancia infine un importante avvertimento e, per farlo, cita la memoria olografica degli eventi e come questa vanifichi gli sforzi che i leader mondiali e gli altri uomini di potere malvagi compiono in gran segreto, nella convinzione che le loro azioni efferate e criminali non lascino traccia. Invece, le ingiustizie e i soprusi commessi verso l'umanità, i conflitti e le guerre innescati in nome della ricchezza terrena, l'uso delle armi per la distruzione della vita e del pianeta, i furti e gli inganni, tutto viene immancabilmente e puntualmente registrato in un registro etereo chiamato Archivio Akashico.
Un registro di cui si trova menzione in diversi testi arcaici come l'Antico e il Nuovo Testamento, ma anche nei miti, nel folklore e in molte culture come quella semitica, araba, assiro-babilonese, fenicia e ebraica. Esso conterrebbe la memoria degli eventi relativi a ciascun individuo (inteso come anima o entità) vissuto sulla Terra fin dalla creazione e non solo azioni e parole, ma addirittura sentimenti, pensieri e intenzioni di ognuno di noi.
In base alle rivelazioni di coloro che vi hanno potuto e saputo accedere, fra i quali vi sarebbero Madame Helena Petrovna Blavatsky, Rudolf Steiner e (soprattutto) Edgar Cayce, l'archivio contiene ogni simbolo archetipico o racconto mitologico, connette gli uni agli altri, ispira i sogni e le invenzioni, provoca attrazione e repulsione fra gli individui, modella e foggia la consapevolezza umana, guida, educa e trasforma un individuo per farlo evolvere. Esso non sarebbe un registro statico, come si potrebbe supporre, ma un archivio interattivo con una grandissima influenza sulla nostra vita di ogni giorno e sulle nostre relazioni, i nostri sentimenti, le credenze e le potenziali realtà che siamo in grado di generare.
In esso sarebbe possibile consultare qualsiasi evento presente e passato in forma concreta, nel suo carattere eterno, come se si stesse svolgendo in tempo reale sotto gli occhi dell'iniziato che vi ha accesso, al di sopra dei concetti materiali di tempo e spazio propri della nostra dimensione terrena. Esso è in grado di illustrare all'individuo la strada ideale da percorrere, la maniera migliore di utilizzare il tempo a disposizione sulla Terra e, infine, l'espressione delle opportunità per cui l'anima ha scelto di entrare nella nostra dimensione materiale prima dell'incarnazione.
Infine, l'archivio sarebbe il giudice e la giuria imparziali in grado di individuare coloro che saranno degni di salvezza, probabilmente in ottica di ascensione a dimensioni più elevate o di ritorno alla sorgente creatrice, quando il suo contenuto verrà un giorno rivelato a tutte le anime. Come un libro che contiene e illustra la nostra intera esistenza, un Libro della Vita, appunto.
La scelta interiore e gli strumenti che abbiamo da sempre
Le iniziative promosse da M.T. Keshe e dalla sua fondazione sono indubbiamente lodevoli e, grazie alla notorietà acquisita dall'ingegnere nucleare iraniano in tutto il mondo e al supporto della libera informazione del web (non dei media ufficiali), potrebbero realisticamente portare risultati eclatanti e di una certa rilevanza.
A volte l'opera del cuore cambia il destino dell'uomo e i più grandi ed improvvisi cambiamenti vengono spesso innescati da una piccola scintilla che si accende nell'animo umano. E se la scintilla che porterà alla pace planetaria fosse proprio questo trattato? Da sempre l'uomo desidera di vivere in felicità, serenità e pace ma ha da tempo dimenticato la giusta strada per soddisfare il proprio desiderio, eppure essa è di una semplicità estrema: non esiste felicità per l'uomo che non passi per la felicità altrui, cioè per essere felici dobbiamo dapprima adoperarci per rendere felice il nostro prossimo. Solo così sarà possibile giungere alla pace, quella vera e duratura, quella che nasce innanzitutto nell'intimità dell'anima per poi uscire a contagiare e pervadere la realtà che ci circonda.
Se l'impegno contenuto nel trattato risuona con il vostro intimo sentire, allora stampatelo e firmatelo 
http://www.scribd.com/doc/121802451/World-Peace-Treaty-Trattato-di-Pace-Mondiale,
a patto che la vera firma avvenga dapprima dentro di voi, come scelta di vita da applicare con convinzione e amore in ogni giorno a venire. In questo senso, a mio personale avviso, la sottoscrizione di un trattato di pace assume un valore relativo, perché il vero cambiamento, l'intimo giuramento e l'impegno personale a favore della pace devono avvenire dentro di noi e permeare indissolubilmente qualsiasi nostra azione quotidiana, anche la più insignificante.
Dobbiamo impegnarci affinché quella scintilla, in qualsiasi forma, scocchi e accenda una volta per tutte dentro di noi l'amore universale di cui abbiamo tutti terribilmente bisogno, quell'amore che cancella le diversità, annulla le distanze e ci rende finalmente degni di appartenere alla comunità universale.
Se oggi avessimo accesso al nostro capitolo personale del Libro della Vita e fossimo in grado di leggerne le righe, potremmo dirci soddisfatti e orgogliosi delle nostre azioni, delle nostre parole, dei nostri sentimenti, dei pensieri e delle intenzioni che ci contraddistinguono e ci animano? Potremmo ritenerci degni di appartenere alla quella comunità universale che ci osserva a distanza e ci evita come la peggiore delle minacce? Potremmo affermare di aver compreso gli obiettivi della nostra esistenza terrena, di aver compiuto quanto necessario per conseguirli e per completare il nostro percorso di evoluzione spirituale?
Non credo sia così fondamentale accedere all'archivio etereo per rispondere a queste domande, né per comprendere quale sia la strada migliore da intraprendere per scrivere le righe che ancora mancano al nostro capitolo, perché abbiamo già a disposizione tutti gli strumenti che ci servono.
Abbiamo un diario personale che ha registrato e registra tutte le nostre azioni, le parole, i pensieri, i sentimenti e gli intenti: è la nostra coscienza ed è assolutamente in grado di mostrarci se possiamo ritenerci degni di far parte della comunità universale e se abbiamo veramente perseguito gli obiettivi della nostra esistenza terrena.
Poi abbiamo uno strumento preziosissimo che, se interrogato ed ascoltato con semplicità, umiltà ed altruismo, è perfettamente in grado di indicarci qual è la strada ideale da percorrere in futuro, nel tempo che ancora ci resta: il nostro cuore.

trattato di pace in italiano
http://www.iconicon.it/blog/2013/01/ho-firmato-il-trattato-di-pace-mondiale/
Fonte: Hearthaware blog
http://hearthaware.wordpress.com/2013/03/07/keshe-le-iniziative-di-pace-e-il-libro-della-vita/comment-page-1/#comment-6724



martedì 26 febbraio 2013

Etica e Felicità (Kant)

L'etica non è esattamente la dottrina
che ci insegna come essere felici,
ma quella che ci insegna
come possiamo fare
per renderci degni della felicità.

Dalla "Critica della ragion pratica"
di Immanuel Kant
http://www.mondi.it/almanacco/

domenica 20 gennaio 2013

Maestro e discepolo: un incontro di anime





Amato Maestro,
sei stato mio zio, quello prediletto, e mio padre, la mia levatrice, un bambino che ride, il mio migliore amico, un vecchio saggio, il mio cantastorie preferito, e il mio Maestro... il mio primo pensiero all’alba e l’ultima alla sera...
Sei stato due caldi occhi scuri, una mano gentile, piedi per la mia testa; un formicolio per il corpo... a volte un silenzio, altre un canto...
Sei stato una scossa, un bagliore, una presenza, una assenza; giorno e notte, estate e inverno... un uomo per ogni stagione; la promessa di una realizzazione, la sola speranza, il supremo distruttore di ogni mio sogno; il solo rifugio, e colui che ho cercato di evitare; un mago, e un semplice essere umano, un uomo qualunque.
Eri un enigma, eri me stesso. Eri la luna, le stelle e tutto ciò che intorno a loro si muove. Eri il verde e il colore della terra, l’azzurro e l’oro della mia terra. Eri il tutto e il nulla. Sempre, eri amore.
Osho, per favore, puoi parlare dell’evoluzione del rapporto tra Maestro e discepolo?


Esiste rapporto e rapporto, ma nessuno è paragonabile al rapporto che esiste tra Maestro e discepolo. Tutti gli altri rapporti, perfino il migliore, sono soggetti a condizioni.
Ad esempio, un rapporto d’amore pretende sempre qualcosa. Il solo rapporto libero da condizioni, da pretese, da richieste, è quello che esiste tra Maestro e discepolo.
Di fatto è un fenomeno così raro e unico, che non dovrebbe essere inserito nella stessa categoria degli altri rapporti. Solo la povertà del linguaggio ci porta a parlare di rapporto. È una fusione, è un incontro senza alcuna ragione.
Il discepolo non chiede nulla e il Maestro non promette nulla; tuttavia nel discepolo esiste una sete e nel Maestro esiste una promessa.
È un’intimità nella quale nessuno è superiore e nessuno è inferiore... il discepolo è sempre e comunque femminile, perché il discepolo non è altro che disponibilità, un grembo aperto, pronto a ricevere: è ricettività. E il Maestro è sempre maschile, perché il Maestro non è altro che dare, un donarsi, per l’unico e semplice motivo che il tutto da lui straripa. Deve dare: è una nube carica di pioggia.
Come il discepolo è alla ricerca, alla ricerca è il Maestro. Il discepolo cerca un luogo in cui potersi aprire senza alcuna paura, senza alcuna resistenza, senza doversi trattenere. Un totale abbandono.
E anche il Maestro ricerca un essere umano capace di accogliere il mistero, pronto a lasciarsi fecondare dal mistero, pronto a rinascere. Esistono molti insegnanti, e ci sono molti allievi. Gli insegnanti hanno acquisito un sapere, e possono essere molto dotti, colti, ma nel loro cuore regnano le tenebre; la loro istruzione maschera la loro ignoranza. Ed esistono studenti alla ricerca di quelle conoscenze.
Maestro e discepolo sono un fenomeno completamente diverso.
Il Maestro non dà conoscenze, condivide il proprio essere.
E il discepolo non è alla ricerca di conoscenze, è alla ricerca dell’essere: è, ma non sa chi è. Vuole riconoscersi, vuole mettersi a nudo davanti a se stesso.
Il Maestro può fare una cosa molto semplice: creare fiducia. Tutto il resto accade. Nel momento in cui il Maestro riesce a creare fiducia, il discepolo abbandona le sue difese, i suoi abiti, ciò che conosce. Di nuovo torna ad essere un bambino: innocente, sveglio, vivo. È un nuovo inizio.
Tuo padre e tua madre hanno dato vita al tuo corpo: è una vita che si concluderà con la morte. I tuoi genitori sono responsabili della tua nascita e della tua morte. Anche il Maestro ti dà una nuova nascita, ma è la nascita della consapevolezza, e questa non ha mai fine.
Occorre solo un’atmosfera di assoluta fiducia; e in quella fiducia le cose iniziano ad accadere da sole; né il discepolo né il Maestro fanno qualcosa. Il discepolo accoglie ciò che accade. Il Maestro è il veicolo delle forze universali: è simile ad un bambù cavo, che può diventare un flauto. Ma il suono non è del bambù. Al bambù può andare solo il merito di non distruggere quel canto, di lasciarlo fluire.
Il Maestro è un medium della consapevolezza universale. Se tu sei disponibile, all’improvviso la consapevolezza universale scuote la consapevolezza assopita, la consapevolezza addormentata che esiste in te. Il Maestro non ha fatto nulla. Tutto accade!
Vale la pena ricordare ciò che accadeva nell’antichità: i ricercatori passavano da centinaia di insegnanti, fino a quando arrivavano alla presenza di un uomo che, all’improvviso, risvegliava in loro la fiducia; erano arrivati... e anche i Maestri viaggiavano... ricordo un episodio...

Gautama il Buddha giunse in una città. Tutti erano accorsi per ascoltarlo, ma Buddha continuava ad aspettare guardando di continuo la strada... e questo perché una ragazzina, di non più di tredici anni, lo aveva incontrato e gli aveva detto: “Aspettami, porto questo cibo a mio padre, nei campi, e sarò di ritorno in tempo... ma non scordarti di aspettarmi.”
Dopo poco, gli anziani della città chiesero a Buddha: “Chi aspetti? Tutte le persone importanti sono presenti, inizia il tuo discorso.” Buddha ribatté: “Manca ancora la persona per la quale sono venuto fin qui, e devo aspettare.”
La ragazzina arrivò e disse: “Sono un po’ in ritardo, ma tu hai mantenuto la promessa. Sapevo che l’avresti fatto, dovevi farlo, perché ti sto aspettando dal giorno in cui sono diventata consapevole... avevo forse quattro anni quando ho sentito il tuo nome per la prima volta. E il solo suono del tuo nome ha fatto risuonare qualcosa nel mio cuore. E da allora è passato tanto tempo, sono forse dieci anni che aspetto...” Buddha le rispose: “Non hai atteso invano. Sei tu che mi hai attirato in questo villaggio.”
E iniziò a parlare. La ragazza fu l’unica ad avvicinarsi chiedendogli l’iniziazione: “Ho atteso a sufficienza, ora voglio stare con te.” Buddha: “Devi venire con me, perché la tua città è così lontana da ogni percorso e io non posso continuare a venire fin qui. Il cammino è lungo e io sto invecchiando.”
In città nessun altro, ad eccezione di quella ragazzina, si presentò a chiedere di essere iniziato.
Nella notte, prima di coricarsi, Ananda, il primo discepolo di Buddha, gli chiese: “Prima di coricarti vorrei farti una domanda: tu senti un’attrazione verso un certo luogo, come se si trattasse di magnetismo?”
Buddha rispose: “Hai ragione. È così che decido dove andare. Quando sento che qualcuno ha sete, che è così assetato che senza di me non ha alternativa alcuna, mi incammino in quella direzione.”

Il Maestro si sposta verso il discepolo.
Il discepolo si incammina verso il Maestro.
Prima o poi si incontreranno, è inevitabile.
Non è un incontro fisico, né un incontro mentale. È un incontro di anime, come se all’improvviso avessi avvicinato due candele accese: le candele restano separate, ma le loro fiamme si uniscono, e diventano una sola.
Quando l’anima è una sola, è difficilissimo dire che tra due corpi esiste un rapporto. Non è vero, ma non esiste altra parola: il linguaggio è molto povero.
Si tratta di una unione di essenze.

(da “The Rajneesh Upanishad”, settembre 1986)


Amato Maestro,
se un discepolo non è d’accordo con alcune delle cose che il Maestro dice, è un discepolo?


Il discepolo è assolutamente libero di essere o non essere d’accordo con ciò che il Maestro dice. Ma quello che il Maestro non dice, non può creare disaccordo nel discepolo! In quel caso c’è una totale armonia.
Ciò che il Maestro dice non è altro che un gioco di parole privo di importanza. Il Maestro non è un filosofo, non sta affatto insegnando un sistema di pensiero. Non ti chiede di essere o non essere concorde...
Puoi non convenire con tutto ciò che dice, ma essere in accordo col Maestro.
Il problema è essere in armonia con il suo essere. Quando sei in accordo con l’essere del Maestro, non ti preoccupi di contestare le sue parole.

(da “The Rajneesh Upanishad”, settembre 1986)


Il mio approccio alla vostra crescita è fondamentalmente quello di rendervi indipendenti da me. Ogni tipo di dipendenza è una schiavitù, e la dipendenza spirituale è la peggiore di tutte. Ho fatto ogni sforzo possibile per rendervi consapevoli della vostra individualità, della vostra libertà, della vostra assoluta capacità di crescere senza l’aiuto di nessuno. La crescita è qualcosa di intrinseco al vostro essere. Non viene dall’esterno: non è un imposizione, è uno schiudersi, una rivelazione.
Tutte le tecniche di meditazione che vi ho dato non dipendono da me; la mia presenza o assenza non fa alcuna differenza: tutto dipende da voi. Non è la mia presenza, ma la vostra a essere necessaria perché le tecniche possano funzionare.
Non è il mio essere qui ma il vostro essere qui, il vostro essere nel presente, il vostro essere svegli e consapevoli che servirà a qualcosa. In realtà, nessuno può salvare nessun altro; sarebbe contrario alla verità basilare della libertà individuale.
Per quel che mi riguarda, sto solo facendo ogni sforzo per liberarvi da tutti, me incluso, e per lasciarvi soli nel cammino della ricerca.
L’esistenza rispetta colui che ha il coraggio di essere in solitudine nella ricerca della verità. Gli schiavi non godono del rispetto dell’esistenza. Non si rispettano loro stessi, come possono aspettarsi che l’esistenza mostri loro rispetto?
Perciò ricordate, quando me ne sarò andato, non perderete nulla. Al contrario è possibile che guadagnate qualcosa di cui non siete affatto consapevoli. In questo momento sono disponibile nel mio corpo, imprigionato in una forma definita. Quando me ne andrò, dove potrò andare? Sarò qui nel vento, nell’oceano; e se mi avrete amato, se avrete avuto fiducia in me, mi sentirete in mille modi: nei vostri momenti di silenzio, improvvisamente sentirete la mia presenza. Una volta libero dal corpo, la mia consapevolezza sarà universale. Adesso dovete venire da me. Allora non avrete bisogno di venire a cercarmi.
Dovunque siate... la vostra sete, il vostro amore... e mi troverete nel profondo del vostro cuore, nel suo stesso battito.

(da “Beyond Enlightenment”, ottobre 1986)


Io credo e confido assolutamente nell’esistenza. Se c’è qualcosa di vero in ciò che dico, sopravvivrà. Coloro che sono interessati al mio lavoro porteranno semplicemente la fiaccola, ma non imporranno niente a nessuno, né con la spada, né con il ricatto del pane. Resterò una fonte di ispirazione per la mia gente e questo è ciò che sentirà la maggior parte dei sannyasin. Voglio che coltivino per conto loro qualità come l’amore, intorno a cui non è possibile creare alcuna chiesa, come la consapevolezza, che non è monopolio di nessuno, come la celebrazione, la capacità di essere felici, di mantenere lo sguardo fresco di un bambino. Voglio che la mia gente conosca se stessa, non che si adegui alle idee di qualcun altro. E la strada è entrare dentro se stessi.

(intervista rilasciata a Enzo Biagi, estate 1989)


– da “Operazione Socrate. Il caso Osho Rajneesh” –





“Si dovrebbe accogliere la morte con gioia... è uno dei più grandi eventi della vita. Nella vita, esistono solo tre grandi eventi: la nascita, l’amore e la morte. La nascita, per tutti voi, è già accaduta: non potete farci più nulla. L’amore è una cosa del tutto eccezionale... accade solo a pochissime persone, e non lo si può prevedere affatto.
Ma la morte, accade a tutti quanti: non la si può evitare. È la sola certezza che abbiamo; quindi, accettala, gioiscine, celebrala, godila nella sua pienezza.
La morte è semplice svanire nella fonte. La morte è andare nel regno di ciò che non è manifesto: è addormentarsi in Dio.
Di nuovo tornerai a fiorire. Di nuovo rivedrai il sole e la luna, e di nuovo e ancora... fino a quando non diventi un Buddha, fino a quando non riuscirai a morire in piena coscienza; fino a quando non sarai in grado di rilassarti in Dio consciamente, con consapevolezza.
Solo allora, non esiste ritorno: quella è una morte assoluta, è la morte suprema.”


“Se mi hai amato, per te, io vivrò per sempre. Vivrò nel tuo amore. Se mi hai amato, il mio corpo scomparirà, ma per te, io non potrò mai morire. Anche quando me ne sarò andato, so che tu mi verrai a cercare. Certo, ho fiducia che tu verrai a cercarmi in ogni pietra e in ogni fiore e in ogni sguardo e in tutte le stelle. Posso prometterti una cosa: se mi verrai a cercare, mi troverai... in ogni stella e in ogni sguardo... perché se hai veramente amato un Maestro, con lui sei entrato nel Regno dell’Eterno. Non è una relazione nel tempo, dimora nell’assoluta atemporalità.
Non ci sarà morte alcuna. Il mio corpo scomparirà, il tuo corpo scomparirà, ma questo non farà una gran differenza. Se la scomparsa del corpo creasse una pur minima differenza, dimostrerebbe soltanto che tra noi non è accaduto l’amore.”


OSHO
MAI NATO
MAI MORTO
HA SOLO VISITATO
QUESTO PIANETA TERRA
11.12.1931
19.01.1990






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