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domenica 6 aprile 2014

Il Guerriero della Luce (P. Coelho)

Il guerriero della Luce a volte lotta con chi ama.
Ha imparato che il silenzio esprime l’equilibrio assoluto del corpo dello spirito e dell’anima.
Il Guerriero non tenta di sembrare. Egli è. Conosce il proprio valore e non lotta mai con chi non merita l’onore del combattimento. Poiché crede nei miracoli essi avvengono.
Il Guerriero della luce a volte lotta
I Guerrieri della Luce hanno sempre un bagliore nello sguardo. Essi nel mondo fanno parte della vita di altri uomini, e hanno iniziato il loro viaggio senza bisaccia ne sandali. In molte occasioni sono codardi. Non sempre agiscono correttamente. Soffrono per cose inutili. Assumono atteggiamenti meschini e a volte si ritengono incapaci di crescere.Sovente si credono indegni di ogni benedizione o miracolo. Non sempre sono sicuri di ciò che stanno facendo. Molte volte trascorrono la notte in bianco pensando che la loro vitanon abbia alcun significato.
Per questo sono Guerrieri della Luce, perché sbagliano, perché si interrogano, perché cercano una ragione e sicuramente la troveranno.
Il Guerriero della Luce medita. Si siede in un angolo tranquillo della sua tenda e si abbandona alla Luce divina.
Nel farlo cerca di non pensare a niente, si distacca dalla ricerca del piacere, dalle sfide e dalle rivelazioni, e lascia che i doni e i poteri si manifestino anche se al momento non li avverte.
Questi poteri si stanno impossessando della sua esistenza e influiranno sulla sua vita quotidiana.
Mentre medita il Guerriero non è se stesso, ma una particella dell’anima del mondo. Sono questi i momenti che gli permettono di comprendere le sue responsabilità e di agire in base ad esse.
Il Guerriero della Luce non ha paura, prosegue dritto e spedito la sua missione, verso la sua fonte originaria. La Luce.

mercoledì 13 febbraio 2013

Bambini e adulti (Paulo Coelho)

Un bambino può insegnare sempre tre cose ad un adulto: a essere contento senza motivo, a essere sempre occupato con qualche cosa, e a pretendere con ogni sua forza quello che desidera. (Paulo Coelho)

sabato 8 dicembre 2012

Il potere generativo della forza, la via verso i “Guerrieri di Luce”

Fonte: www.pierangeloraffini.com

In una battaglia, chi vorresti al tuo fianco?

Bene… quella persona devi diventare tu.

L’energia e la forza hanno un potere enorme: creano.

La forza, nelle sue mille manifestazioni – fisica, mentale, progettuale – genera.

Può creare un mondo migliore. Così come la sua assenza uccide.

Un corpo morto è privo di forza. Un corpo ammalato ha poca forza. Un corpo pieno di forza può alzare un masso. Un corpo pieno di forza assieme ad una mente lucida e concentrata possono vincere le sfide più incredibili.

Quando entri in palestra o nel campo, che tu pratichi pallavolo, calcio, karate, kickboxing, davvero non importa cosa… ricorda sempre che stai andando a lavorare sul tuo corpo o sulla tua mente, per potenziarle, giorno dopo giorno, sino ad arrivare a toccare il cielo. Pensaci mentre compi il passo che separa il “fuori” dal “dentro”. Intendo proprio fisicamente. Considera quel territorio come un luogo sacro e ti ripagherà.

Pensaci mentre ti stai cambiando, o mentre indossi la tua divisa da allenamento. Se acuisci la tua percezione, sentirai lo stesso flusso di coscienza che provavano i guerrieri prima di una battaglia. E’ un rito ancestrale. E’ un omaggio alla forza e alla luce contro il male e il buio. Non a caso, un grande scrittore e pensatore (Coelho) ha chiamato le persone dotate di forza fisica e mentale “Guerrieri di Luce”.

Il “guerriero della luce”,  un’entità latente presente in tutti gli uomini, che si risveglia in noi quando vogliamo perseguire un sogno e comprendere il miracolo della vita.

Il “Manuale del guerriero della luce” è un libro di Paulo Coelho. Il volume, ad eccezione del prologo e dell’epilogo, è una raccolta di testi e include proverbi e pensieri criptici, estratti dal Tao Te Ching di Laozi e da Chuang Tzu, dalla Bibbia, dal Talmud e altre varie fonti ed è scritto sotto forma di brevi enunciati filosofici, che toccano direttamente l’essenza spirituale di chi persegue una causa o combatte. “Un guerriero della luce pensa contemporaneamente alla guerra e alla pace”.

Allora ti rendi conto che non stai solo giocando a picchiare un sacco, o fare un kata, o colpire un pallone a pallavolo, a calcio. Stai coltivando il tuo essere supremo, la tua luce interiore. Se lo capisci, tutto cambia.

L’energia personale trasuda da persone minute come Madre Teresa di Calcutta, così come da atleti fisicamente potenti che trovano lo spirito per salire sul ring, resistere a colpi massacranti e controbattere.

La troviamo in chi si dedica agli altri, a ricercare, ad esplorare l’universo o la mente. La troviamo in chi si impegna nell’aiutare gli altri.

Ogni giorno in cui ci dedichiamo energie alla nostra crescita spirituale, fisica, mentale, è un omaggio alla vita. La nostra forza aumenta.

E ogni volta che ne facciamo buon uso, qualcuno in cielo ringrazia.

Anche una pianta o un insetto sono immersi in questo viaggio chiamato vita, ma, a differenza di noi, non possono riflettere su di sé o sul senso da dare al viaggio. Se sia meglio o peggio per loro, non lo sappiamo. Ci sono pro e contro. Per quanto mi riguarda, dato che questa occasione che mi viene data una sola volta, voglio sfruttarla. E so che per lottare serve forza, quantomeno, forza di spirito.

Se ci è data una “possibilità” di farlo, non la dobbiamo sprecare.

È una possibilità che non tutti sfruttano: sviluppare piena autocoscienza su chi sei, chiedersi che significato ha il tuo esistere. Che valore hanno le tue azioni. Giorno dopo giorno.

In altre parole, la volontà di dare senso al tuo viaggio.

Per rendere positivo il viaggio ci sono tante cose da imparare. Alcune facili, alcune difficili. Credo sia bene imparare partendo dalle piccole cose.

Ad esempio, alzarsi la mattina. Alzarsi e sentire la “sacralità” del fatto di essere vivi non è solo un vago sentimento, ma è una competenza – una precisa competenza  o abilità mentale- qualcosa che quindi possiamo apprendere, possiamo sviluppare. Anche solo questa micro-competenza ci offre la grande possibilità di dare un “colore” del tutto particolare all’inizio di un giorno, vada come vada il resto della giornata. E se applichiamo questo atteggiamento all’intera vita, ne potranno emergere grandi cose.

Il gesto quotidiano dell’alzarsi con il quale iniziamo a rendere omaggio ad un viaggio che a noi è stato permesso, e a tanti è stato negato.

Di questo omaggio, la vita, dobbiamo essere fieri.

Quando passi dal fuori al dentro, e persino mentre ti avvicini al campo o alla palestra o al tuo Dojo, rifletti su questo. Senti la sacralità di ogni tuo passo, di ogni tuo respiro, di ogni tuo movimento.

Sai che non sei li solo per giocare. Sai che stai seguendo la tua “via” dove apprendi a migliorarti e potenziarti. Poi, dirigi la tua potenza verso fini positivi e per migliorare il mondo e aiutare cause giuste.

Per diventare guerrieri di luce, non serve altro.

Di: dott. Daniele Trevisani – Mental Trainer & Coach –
Facebook address https://www.facebook.com/humanpotentialcoaching – Sito personale www.studiotrevisani.it

Note articolo:
© Articolo elaborato dall’autore, con modifiche, dai volumi di Daniele Trevisani “Personal Energy” www.studiotrevisani.it/hpm3 e “Il Potenziale Umano” www.studiotrevisani.it/hpm2 – Franco Angeli editore, Milano

Fonte: www.pierangeloraffini.com  (Grazie!)


 

domenica 19 giugno 2011

Sintesi degli Opposti § Dualità apparenti

Il Guerriero della Luce ha appreso che Dio
si serve della solitudine per insegnare la convivenza.
Si serve della rabbia per mostrare l'infinito valore della pace
Si serve del tedio per sottolineare l'importanza dell'avventura e dell'abbandono.
Dio si serve del silenzio per fornire un insegnamento sulla responsabilità delle parole.
Si serve della stanchezza perché si possa comprendere il valore del risveglio.
Si serve della malattia per sottolineare la benedizione della salute.
Dio si serve del fuoco per impartire una lezione sull'acqua.
Si serve della terra perché si comprenda il valore dell'aria.
Si serve della morte per mostrare l'importanza della vita.

Tratto da:
Il Manuale del Guerriero della Luce
di Paulo Coelho

Fonte:
- http://blog.libero.it/SoleAdOriente/10032852.html


sabato 4 giugno 2011

Sintesi degli Opposti § Solitudine e Dipendenza

Quando un guerriero subisce un'ingiustizia, generalmente cerca di restare da solo: per non mostrare il proprio dolore agli altri.
E' un comportamento positivo e negativo nello stesso tempo. Una cosa è lasciare che il cuore curi lentamente le proprie ferite. Un'altra è sprofondare nella meditazione tutto il giorno, per paura di sembrare debole.
In ciascuno di noi esistono un angelo e un demonio, e le loro voci sono molto simili.
Dinanzi alla difficoltà, il demonio alimenta questa conversazione solitaria, cercando di mostrarci come siamo vulnerabili.
L'angelo ci fa riflettere sui nostri atteggiamenti, e a volte ha bisogno di una bocca per manifestarsi.
Un guerriero sa equilibrare solitudine e dipendenza.

P. Coelho

___________________

Grazie a Ines


giovedì 21 aprile 2011

Guerriero della Luce § Rivolgi l'attenzione a questo minuto

Rivolgi l'attenzione a questo minuto, e non alle ore, ed ai giorni.

Il guerriero della luce conosce il valore della perseveranza e del coraggio.
Molte volte, durante il combattimento, egli riceve dei colpi che non si aspettava. E capisce che, nel corso della guerra, il nemico vincerà qualche battaglia.
Quando ciò accade, piange le proprie pene e riposa per recuperare le forze. Ma ritorna immediatamente a lottare per i suoi sogni.
Perché, quanto più tempo se ne manterrà lontano, tanto maggiori saranno le probabilità di sentirsi debole, spaventato, timoroso.
Quando un cavaliere cade da cavallo e non risale in groppa nel volgere di un minuto, non avrà mai più il coraggio di montare.

Un guerriero conosce le cose che hanno valore.

Egli decide le proprie azioni basandosi sull'ispirazione e la fede.
Tuttavia gli capita di incontrare uomini che lo incitano a intervenire in lotte che non gli appartengono, su campi di battaglia che non conosce o che non gli interessano. Questi vogliono coinvolgere il guerriero della luce in sfide che sono importanti solo per loro. Molte volte sono persone vicine, che amano il guerriero e confidano nella sua forza, ma vivono in preda all'ansia, e quindi vogliono in qualche modo il suo aiuto.
In quei momenti egli sorride, dimostrando il suo amore, ma non accetta la provocazione.
Un vero guerriero della luce sceglie sempre il proprio campo di battaglia.

Il guerriero della luce sa perdere.
Egli non tratta la sconfitta con indifferenza, pronunciando frasi come: "Be', non era poi tanto importante", o: "Per la verità, non lo
desideravo neppure'. Accetta la sconfitta come tale, e non tenta di trasformarla in vittoria.
Patisce il dolore delle ferite, l'indifferenza degli amici, la solitudine della perdita. In quei momenti, dice a se stesso:
"Ho lottato per qualcosa, e non ce l'ho fatta. Ho perduto la prima battaglia."
Questa frase gli infonde nuove forze. Egli sa che nessuno vince sempre, ed è in grado di distinguere le proprie azioni corrette dagli errori.

Quando si vuole una cosa, l'Universo intero trama a favore.
Il guerriero della luce lo sa. Per questa ragione, presta grande attenzione ai propri pensieri.
Nascosti sotto tante buone intenzioni ci sono sentimenti che nessuno osa confessare a se stesso: la vendetta, l'autodistruzione, la colpa, la paura della vittoria, la gioia macabra dinanzi alla tragedia altrui.
L'Universo non giudica: cospira a favore di ciò che desideriamo.
Perciò il guerriero ha il coraggio di guardare le ombre della propria anima, e si domanda se non stia chiedendo qualcosa di sbagliato per se stesso.
E presta sempre grande attenzione a ciò che pensa.

Diceva Gesù: "Che il tuo si sia si e che il tuo no sia no".
Quando il guerriero si assume un impegno, mantiene la parola.
Coloro che promettono e poi non mantengono, perdono il rispetto di se stessi, si vergognano delle proprie azioni. La loro vita consiste nella fuga. Essi sprecano molta più energia tradendo la parola data di quanta ne usi il guerriero della luce per mantenere le sue promesse.
Talvolta capita che anch'egli si assuma qualche sciocca responsabilità, da cui deriverà un danno. Tuttavia non ripeterà mai questo comportamento.
Egli onora comunque la parola data e paga il prezzo della propria impulsività.

Quando vince una battaglia, il guerriero festeggia.
La vittoria gli è costata momenti difficili, notti piene di dubbi, interminabili giorni di attesa.
Fin dai tempi remoti, celebrare un trionfo fa parte del rituale della vita: la celebrazione è un rito di passaggio.
I compagni assistono alla gioia del guerriero della luce e pensano: "Perché si comporta così?". Potrebbe risultare deluso dal prossimo combattimento. Potrebbe attirare la furia del nemico.
Ma il guerriero conosce il motivo di questo suo gesto. Egli gode del miglior dono che la vittoria possa portare: la fiducia.
Celebra oggi la sua vittoria di ieri, per avere più forze nella battaglia di domani.

Un giorno, all'improvviso, il guerriero scopre di lottare senza lo stesso entusiasmo di prima.
Continua a fare ciò che faceva, ma sembra che ogni gesto abbia perduto il suo significato. In quel momento, egli ha una sola scelta: continuare a praticare il Buon Combattimento. Recita le sue preghiere per dovere, o per paura, o per qualsiasi altro motivo, ma non interrompe il suo cammino.
Sa che l'angelo di Colui che lo ispira sta facendo un altro giro. Il guerriero si mantiene concentrato sulla lotta, e persevera: anche quando tutto sembra inutile. Dopo un po', l'angelo torna, e il semplice fruscio delle sue ali farà ritornare la gioia.

Un guerriero della luce condivide con gli altri tutto ciò che conosce del cammino.
Chi aiuta, viene sempre aiutato e ha bisogno di insegnare ciò che ha appreso. Perciò egli si siede intorno al fuoco e racconta com'è andata la giornata di lotta.
Un amico gli sussurra: "Perché parlare tanto apertamente della tua strategia? Non vedi che, comportandoti così, corri il rischio di dover dividere le conquiste con altri?"
Il guerriero si limita a sorridere, e non risponde. Sa che, se giungerà alla fine del viaggio in un paradiso vuoto, la sua lotta non avrà avuto alcun valore.

Il guerriero della luce ha appreso che
Dio si serve della solitudine per insegnare la convivenza.
Si serve della rabbia per mostrare l'infinito valore della pace.
Si serve del tedio per sottolineare l'importanza dell'avventura e dell'abbandono.
Dio si serve del silenzio per fornire un insegnamento sulla responsabilità delle parole.
Si serve della stanchezza perché si possa comprendere il valore del risveglio.
Si serve della malattia per sottolineare la benedizione della salute.
Dio si serve del fuoco per impartire una lezione sull'acqua.
Si serve della terra perché si comprenda il valore dell'aria.
Si serve della morte per mostrare l'importanza della vita.

Il guerriero della luce dà prima che gli sia richiesto.
Vedendo questo, alcuni compagni commentano: 'Chi ha bisogno, chiede.'
Ma il guerriero sa che c'è molta gente che non riesce - semplicemente non riesce - a chiedere aiuto.
Accanto a lui ci sono molti uomini dal cuore talmente fragile che si impegnano in amori malsani; sono affamati di affetto, e si vergognano di mostrarlo.
Il guerriero li riunisce intorno al fuoco, racconta delle storie, spartisce il suo cibo, si ubriaca insieme a loro. Il giorno dopo, tutti si sentono meglio.

Coloro che guardano alla miseria con indifferenza sono i più miserabili.

Le corde che sono sempre in tensione finiscono per logorarsi.

I guerrieri che si addestrano senza tregua perdono la spontaneità nella lotta.

I cavalli che saltano di continuo gli ostacoli finiscono per spezzarsi una zampa.

Gli archi che sono costantemente tesi non scagliano più le frecce con la stessa forza.
Perciò, anche se potrebbe non essere dell'umore giusto, il guerriero della luce cerca di divertirsi con le piccole cose quotidiane.
Il guerriero della luce presta ascolto a Lao Tzu, quando dice che dobbiamo distaccarci dall'idea dei giorni e delle ore, per rivolgere sempre più attenzione al minuto. Solo così riesce a fronteggiare taluni problemi prima che si verifichino: prestando attenzione alle piccole cose, egli riesce a evitare le grandi catastrofi. Ma pensare alle piccole cose non significa pensare in tono minore. Una preoccupazione esagerata finisce per eliminare ogni traccia di gioia dalla vita.

Il guerriero sa che un grande sogno è costituito da tante cose diverse, così come la luce del sole è l'insieme di milioni di raggi.

Ci sono momenti in cui il cammino del guerriero attraversa periodi di routine.
Allora egli adotta l'insegnamento di Nachman de Bratzlav:
"Se non riesci a meditare, devi soltanto ripetere una semplice parola, perché questo fa bene all'anima. Non dire altro, limitati a ripetere la stessa parola senza fermarti, innumerevoli volte. Essa finirà per perdere il suo significato, acquistandone uno nuovo. Dio aprirà le sue porte, e tu arriverai a usare questa semplice parola per esprimere tutto ciò che vorresti."
Quando è obbligato a ripetere il medesimo compito, il guerriero adotta questa tattica, e trasforma il proprio lavoro in preghiera.

Un guerriero della luce non ha 'certezze', ma un cammino da seguire, al quale cerca di adattarsi in base al tempo. In estate, lotta con equipaggiamenti e tecniche diversi da quelli impiegati in Inverno.

Essendo tollerante, egli non giudica mai il mondo utilizzando il concetto di 'giusto' o "sbagliato", bensì sulla base dell'atteggiamento più adatto a quel determinato momento.
Sa che anche i suoi compagni devono adattarsi, e quindi non si sorprende quando essi cambiano atteggiamento. A ciascuno dà il tempo necessario per giustificare le proprie azioni.

.:.

Tratto da:
IL MANUALE DEL GUERRIERO DELLA LUCE
di PAULO COELHO

Fonte:
- http://blog.libero.it/SoleAdOriente/10032852.html


giovedì 6 gennaio 2011

Le quattro candele

candele accese 4

 

 

Le quattro candele, bruciando, si consumavano lentamente.

Il luogo era talmente silenzioso, che si poteva ascoltare la loro conversazione.


La prima diceva:

"IO SONO LA PACE,

ma gli uomini non mi vogliono: penso proprio che non mi resti altro da fare che spegnarmi!"

Così fu e, a poco a poco, la candela si lasciò spegnere completamente.


La seconda disse:

"IO SONO LA FEDE

purtroppo non servo a nulla. Gli uomini non ne vogliono sapere di me, non ha senso che io resti accesa".

Appena ebbe terminato di parlare, una leggera brezza soffiò su di lei e la spense. 


Triste triste, la terza candela a sua volta disse:

"IO SONO L'AMORE

non ho la forza per continuare a rimanere accesa.
Gli uomini non mi considerano e non comprendono la mia importanza. Troppe volte preferiscono odiare!"

E senza attendere oltre, la candela si lasciò spegnere.
 

Un bimbo in quel momento entrò nella stanza e vide le tre candele spente.

"Ma cosa fate! Voi dovete rimanere accese, io ho paura del buio!"

E così dicendo scoppiò in lacrime.


Allora la quarta candela, impietositasi disse:

"Non temere, non piangere: finché io sarò accesa, potremo sempre riaccendere le altre tre candele:

IO SONO LA SPERANZA"

Con gli occhi lucidi e gonfi di lacrime, il bimbo prese la candela della speranza e riaccese tutte le altre.


CHE NON SI SPENGA MAI LA SPERANZA
DENTRO IL NOSTRO CUORE...

e che ciascuno di noi possa essere lo strumento, come quel bimbo, capace in ogni momento di riaccendere con la sua

SPERANZA,

la FEDE,

la PACE e

l'AMORE.
 
 
candele4 accese animate

attribuita in rete a Paolo Coelho

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Riceviamo da Donatella e pubblichiamo
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venerdì 24 dicembre 2010

Gratitudine

 




Un Guerriero della Luce
non dimentica mai la
Gratitudine.  
Durante la lotta è stato aiutato dagli
Angeli.
Le forze celestiali
hanno messo ogni cosa al proprio posto,
permettendo a lui di dare il meglio di sé.
I compagni commentano: "Com'è fortunato!"
Perciò quando il sole tramonta, si inginocchia
e ringrazia il Manto Protettore che lo circonda.
La sua gratitudine
non è però limitata al mondo spirituale:
egli non dimentica mai gli
Amici
perché il loro sangue si è mescolato al suo
nel campo di battaglia.
Un Guerriero non ha bisogno
che qualcuno gli rammenti
l'aiuto degli altri:
se ne ricorda da solo e divide con loro la ricompensa.
Dal "Manuale del Guerriero della Luce"
di Paulo Coelho



 

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Riceviamo da Ines e pubblichiamo

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