mercoledì 5 settembre 2012

I nostri pensieri sono proprio nostri?





Nel corso della pratica meditativa o riflessiva, anche di tipo psicoterapeutico, si impara a “guardare se stessi”, a essere cioè osservatori dei processi mentali che in noi avvengono e con una certa sorpresa è possibile notare che per la maggior parte del nostro tempo non siamo assolutamente consapevoli del perché facciamo certi pensieri.
Possiamo certamente affermare che buona parte di questi pensieri sono frutto di un’attività inconscia o, in termini moderni, di tutta quell'attività mentale che si svolge al disotto del limite della coscienza vigile e che elabora continuamente vecchie e nuove informazioni registrate dai nostri sensi esterni e interni.
Ma se si presta una maggiore attenzione si scopre che alcuni di questi pensieri non hanno niente a che fare con le nostre esperienze passate o situazioni di cui facciamo esperienza immediata, sono talmente diversi e al di fuori delle nostre convinzioni che è lecito chiedersi se non vengano dall'esterno, se in altre parole una parte della nostra mente si comporta come un ricevitore di pensieri altrui di cui solo successivamente prendiamo consapevolezza.

Leggiamo cosa scrive Sri Aurobindo a proposito:
“Per uno yogi … non è del tutto valida l’immagine della mente fabbrica di pensieri, perché vede che i pensieri vengono dall’esterno, dalla Mente universale o dalla Natura universale, a volte formati e chiari, a volte informi, per poi ricevere una forma da qualche parte di noi.”
(Lettere sullo Yoga)

Affascinante!

Fonte
http://www.laboratorio-coscienza.org/?p=1212:

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