Alimento base che riassume tutti gli altri: "Alla sua nascita concorrono la terra, che genera il grano, l’acqua che impasta la farina, l’aria che favorisce la lievitazione, il fuoco che lo cuoce. Terra, acqua, aria, fuoco: i quattro elementi primordiali si incontrano nel cibo primordiale della storia umana: il pane. Un poema, possiamo dire, cui hanno messo mano cielo e terra". (Cesare Marchi)
Storia e curiosità
Il pane era noto all'homo erectus, (circa un milione e mezzo di anni fa). Veniva preparato macinando fra due pietre dei cereali con acqua, cuocendo poi l'impasto su una pietra rovente.
Intorno al 3500 a.C. gli Egizi scoprirono la fermentazione. (*7) Dall'Egitto l'arte della panificazione passò in Grecia dove si producevano più di 70 qualità. Furono anche i primi a preparare il pane di notte. (*7)
Nella Roma (del II sec. a.C.) il pane lievitato aveva un ruolo importantissimo. Era simbolo di benessere e dello stato di cittadino e di soldato (i contadini mangiavano i prodotti dell'orto e i legumi). Il soldato riteneva essenziale mangiare il pane al quale affiancava carne, olive, cipolle, fichi e vino. Di facile conservazione e trasporto, il pane identificava colui che viaggiava. (*6) Si definivano tra tipi di pane: 1 "panis palatinus" che era riservato al sovrano; 2 "panis castrensis" per i soldati e 3 "panis sordidus" per gli schiavi.
Gli Ebrei mangiano pane azimo, "Matzah", in occasione della commemorazione dell'esodo dall'Egitto: l'uso del pane non lievitato è simbolo dell'accingersi a intraprendere il viaggio, data la rapidità della preparazione e la ottima possibilità di conservazione di tale tipo di pane. Il pane azzimo degli ebrei rappresenta l'afflizione della privazione e il ricordo delle origini. E' anche simbolo di purezza e di sacrificio.
Il lievito del pane è il simbolo della trasformazione spirituale. (*1)
In ricordo dell'Ultima cena di Gesù Cristo il pane azimo viene utilizzato nell'Eucarestia da molte confessioni religiose cristiane. (*7)
Citazioni bibliche
Gesù Cristo nacque a Betlemme che significa "la casa del pane". (*1) Per i cristiani il pane (l'ostia) è il Corpo di Cristo, pane della vita, nutrimento spirituale.
Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio». (Mt. 4, 1-4)
"Io sono il pane della vita" (Gv. 6,48)
"Io sono il pane: chi viene a me non avrà più fame" (Gv. 6,35)
"Io sono il pane disceso dal cielo" (Gv.6,41)
"Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo "Questo è il mio corpo che è dato per voi" . (Lc. 22,19)
Va offerto a chi ha fame, come Gesù che ha moltiplicato i pani (Mt. 14,14-21). "Allora Gesù chiamò a sé i discepoli e disse "sento compassione di questa folla: ormai da tre giorni mi vengono dietro e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non svengano lungo la strada" ". (Mt. 15,22. 2a moltiplicazione dei pani)
Allora essi compresero che egli non aveva detto di guardarsi dal lievito del pane, ma dall’insegnamento dei farisei e dei sadducei. (Mt. 16, 5-12)
- Dire pane al pane (e vino al vino): parlare con franchezza, senza ipocrisia o senza eufemismi. Il pane è umile e semplice.
- Esser buono come il pane: aver buon carattere, essere assai mite e benevolo.
- Comprare, vendere per un pezzo di pane: a bassissimo prezzo.
- Rendere pan per focaccia: contraccambiare uno sgarbo, un'azione cattiva con un'altra peggiore.
- Togliersi il pane di bocca per qualcuno: fare per lui grandi sacrifici. (*2)
- Guadagnarsi il pane: guadagnarsi da vivere, faticando.
- Il pane unisce: ci fa compagni (dal latino cum panis): compagno è colui con il quale si divide il pane.
Il pane nei sogni
Il pane è il cibo per eccellenza, qualcosa che è dovuto a tutti e vederlo nei sogni, mangiarlo, spezzarlo con le mani, offrirlo ad altri, è indice di necessità soddisfatte, di sicurezza, di speranza, di generosità. l pane viene considerato “indispensabile” base dell’alimentazione e questa valenza lo rende nei sogni simbolo di ciò che per il sognatore ha un valore fondamentale, può essere la sicurezza economica, la solidità, il raziocinio, oppure la persona amata, qualcuno che viene considerato necessario, la famiglia, i figli.
La correlazione fra pane ed amore è presente soprattutto in Freud che ne rileva anche il carattere prettamente sessuale che può emergere dalla forma allungata del pane, mentre Jung si focalizza più sull’aspetto sacrale della preparazione del pane ed anche del gesto di spezzarlo, vedendo in questo una simbologia legata all’espressione di bisogni non solo terreni. “Non si vive di solo pane”. Ecco che il pane diviene nutrimento “spirituale”, svincolato dalla materia con una valenza di eternità e soddisfazione perenne. E’ il pane sacro della vita eterna, il pane della vita dell’Eucaristia, carne e sangue del Cristo, che compare a ricordare i bisogni del corpo ma anche quelli dello spirito.
Il pane nei sogni è sostanzialmente legato alla quotidianità della vita ed al suo aspetto più semplice ed essenziale, al lavoro ed all’operosità, al bisogno di nutrimento di ogni aspetto di sé ed anche all’abbondanza, alla generosità quando viene donato, condiviso, consumato con altri.
L’aspetto del pane nei sogni, il suo grado di cottura, la lievitazione, la freschezza ed il colore più o meno dorato, sono elementi che influiscono sul valore positivo del simbolo. Vedere pane ammuffito e secco, o sognare di mangiarlo è legato a qualche aspetto sgradevole, a qualche disagio nella vita del sognatore, al non potere sostenersi o “nutrire” i suoi bisogni.
L’odore del pane appena sfornato, pregustarne il sapore, il gesto di infornare il pane oppure entrare in una panetteria ben fornita, sono invece elementi che caratterizzano una positività, la speranza di realizzazione di un progetto o di un amore (preparare o infornare il pane) l’aspirazione a qualcosa di più elevato, un ampliamento dei propri limiti. (*3)
Giornata del pane per la pace a Betania, località della Giudea. Donne israeliane e donne palestinesi, donne ebree, cristiane e musulmane si incontrano e assieme preparano e spezzano il pane, frutto della loro opera. Un progetto semplice ma coraggioso: riunire in un panificio israeliani e palestinesi. (*4)
Impastare il pane di vita, simbolo del costruire e modellare la vita, in contatto con la Vita che ci circonda e ci connette con il Tutto! Questo significa superare illusione della separazione: la Vita fluisce abbondante e noi ne facciamo parte. Esperienza fatta presso il Centro Igeia di Monteleone d'Orvieto, dove la preparazione del pane (insieme a tante altre tecniche e attività) fa parte del processo per scoprire e contattare il corpo energetico che unisce a tutta la realtà manifesta, superando così l'illusione della separatività che genera la malattia. L'individuo viene portato a percepirsi come corpo di luce, impara metodi per rivitalizzare l'eterico, viene formato all'autoguarigione e all'equilibrio psicospirituale. (*8)
Il pane nelle favole
Le favole hanno questo di importante: che contengono suggestioni e insegnamenti utili in ogni tempo. Le favole sono tracce per scoprire e capire i misteri della vita, per intuire la multiforme natura delle cose e di noi. Pier Paolo Pasolini ha parlato di un’età del pane: il tempo in cui gli uomini erano consumatori solo di beni necessari. Quella era anche l’età in cui si raccontavano e si ascoltavano favole; favole che come il pane erano necessarie a crescere e a vivere. (*9)
Il pane è bianco e appena cotto sulle tavole dei ricchi, nero e ammuffito su quello dei poveri. In briciole per Hansel e Gretel rappresenta un possibilità di salvezza. (*10)
Le fiabe sono affollate di padri che non sanno come sfamare i figli, di madri che, con crudele realismo, ne propongono l’allontanamento dalla famiglia; di poveri che chiedono un tozzo di pane, di viandanti in cerca di osterie, di occhi affamati, di streghe voraci, di re mangioni. Molto significativi sono anche i riferimenti a tavole alle quali basta dire “apparecchiati”. In virtù della domanda di cibo, il paesaggio naturale si trasforma in paesaggio alimentare, come nel caso del paese di Cuccagna.
Le fiabe si riferiscono spesso a questo paese, le cui origini letterarie sono antichissime, in cui regna la ricchezza alimentare. Nella tradizione fiabesca il cibo sta alla base di meccanismi ideologici molto importanti: sul piano sociale rappresenta il denaro (un tempo chi lavorava veniva ricompensato con una razione di cibo), sul piano morale simboleggia il messaggio di speranza cristiana (assenza di pane terrestre, oggi, presenza di pane celeste domani).
I cibi non sono solo sostanze, ma implicano, fatalmente, immagini, sogni, tabù, scelte, valori. I cibi sono anche segni delle situazioni in cui vengono consumati ed è l’uso che dà il significato a questi segni. Tanto è vero che il pane nero, per anni usato per esprimere semplicità, povertà ed indigenza, (vedi: “la bella Caterina”) è oggi simbolo di raffinata agiatezza. (*11)
Fonti:
(*1) J. Chevalier, A. Gheerbrant, Dizionario dei simboli, Rizzoli, Milano 1987
(*2) Enciclopedia Universale Rizzoli-Larousse, Rizzoli, Milano 2001
(*3) http://guide.supereva.it/sogni/interventi/2006/02/244071.shtml
(*4) www.nostreradici.it/Angelica-pane-Samar.htm
(*5) http://share.dschola.it/icbernezzo/Riscoprire-il-territorio/Arte-e-fede/Simbologia/pane/pane.htm
(*6) www.taccuinistorici.it/ita/news/antica/busi-curiosita/Pane-simbolo-del-cittadino-romano.html
(*7) http://it.wikipedia.org/wiki/Pane
(*8) IGEIA-Centro per il risveglio e la cura del Corpo di Luce, Monteleone d'Orvieto (TR), S.S. 71 km 62.600, Fraz. S. Maria, Loc. Farnietino, tel. 0578299985
(*9) www.scuolidea.it/didattika/allegati2/pollicino_2.pdf
(*10) www.portoveneredidattica.it/ICPDID/Fabiano/pitagoramangiando.htm
(*11) www.spaziodi.it/magazine/n0508/vd.asp?id=1387
* Grazie a Leili Khosravi per aver fornito le foto e lo stimolo a scrivere…
Link sul pane:
a) - Pane nostro, di Predrag Matvejevic:
Dalla Prefazione di Enzo Bianchi, autore di Il pane di ieri
Ciascuno troverà in queste pagine pane per la sua fame: sia essa anelito di fede o attesa di giustizia, sia stupore per il seme che cresce misteriosamente oppure curiosità di ripercorrere le infinite «vie» nel tempo e nello spazio di questo cibo che nasce dalla stanzialità del contadino, sia ancora desiderio di conoscere la feconda fantasia dell'uomo che ha saputo dare forme e consistenze sempre diverse a quell'unico alimento così da renderlo appetibile e accessibile nelle situazioni più disparate.
b) - Pane nostro, di Predrag Matvejevic:
Dalla presentazione di Unilibro.
Perché il pane è anche simbolo, ai centro del rito. E lo si ritrova, nelle sue mille varietà, in molte opere d'arte, dall'Antico Egitto alla pop art. Raccontando il pane, la sua storia, i suoi miti, Matvejevic ci parla di Dio e degli uomini, della storia e della geografia, della fame e della ricchezza, della guerra e della pace, della violenza e dell'amore. Quella che ci regala Matvejevic è una sapienza modellata dai secoli, a volte temprata nel dolore, ma sempre piena di speranza.
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Bel post! Mi ha fatto venire in mente la favola dei figli della regina e dei figli della cuoca, i primi malaticci e deboli anche se avevano tutto, mentre i secondi erano nutriti sono con pane rimpastato dagli scarti, ma con tanto amore. :)
RispondiEliminax Alma-...favola dei figli della regina...: Mi dai lo spunto di cercare del materiale sul pane nelle favole. Se trovo qualcosa di interessate magari lo inserisco nel post. Grazie. .:.
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