lunedì 6 dicembre 2010

Sorella Morte § Introduzione

Laudato si' mi Signore,
per sora nostra Morte corporale,
da la quale nullu homo vivente po' skappare.Francesco d'Assisi

Il più rabbrividente dei mali, la morte, nulla è per noi; perché, quando noi siamo, la morte non è presente;
quando è presente la morte, allora noi non siamo.
Dunque, perché rabbrividire?
Epicuro di Samo, filosofo greco (341-270 a.C.)

I. PAURA. È una delle più consuete manifestazioni d’energia astrale; è prima nella lista, perché per la grande maggioranza rappresenta il Guardiano della Soglia e in ultima analisi è anche il male astrale fondamentale. Ogni essere umano sa cosa sia la paura e la gamma delle vibrazioni di paura si estende dalle paure istintive del selvaggio, basate sull’ignoranza delle leggi e delle forze della natura, sul suo terrore del buio e dell’ignoto, alle paure oggi prevalenti di perdere gli amici e i propri cari, la salute, il denaro, la popolarità, per giungere infine alle paure dell’aspirante, paura di non riuscire, paura radicata nel dubbio, paura dell’annullamento o annientamento finale, paura della morte (che egli ha in comune con tutti gli esseri umani), paura della grande illusione del piano astrale, della fantasmagoria della vita stessa e anche paura della solitudine sul Sentiero e persino paura della paura stessa. Questo elenco potrebbe essere esteso di molto, ma è sufficiente per indicare la prevalenza delle paure d’ogni genere.
[A.A.Bailey, Trattato di Magia Bianca, Editrice NUOVA ERA, Roma 1993,   pag. 138]
 
1. La paura della morte si basa:
    a) Sul terrore del processo finale del distacco al momento della morte.
    b) Sul terrore dell’ignoto e dell’indefinibile.
    c) Sul dubbio dell’immortalità.
    d) Sul dolore di lasciare i propri cari o di esserne lasciati.
    e) Su antiche reazioni a morti violente subite in passato, profondamente annidate nel subconscio.
    f) Sull’attaccamento alla vita della forma, perché la coscienza vi si è a lungo identificata.
   g) Su vecchi insegnamenti errati riguardo al paradiso e all’inferno, entrambi ugualmente sgraditi, come prospettiva, per certi tipi di persone.


    Parlo della morte conoscendo l’argomento sia dal lato dell’esperienza del mondo esterno che da quello dell’espressione della vita interiore: la morte non esiste. Come sapete, vi è l’ingresso ad una vita più piena. C’è libertà dagli ostacoli del veicolo carnale. Il tanto temuto processo di distacco non esiste, salvo nei casi di morte violenta e improvvisa e, anche allora, di veramente sgradevole c’è soltanto un istantaneo e opprimente senso di pericolo e di distruzione imminenti e una sensazione molto simile a una scossa elettrica. Null’altro.
- Per l’essere poco evoluto la morte è letteralmente sonno e oblio, poiché la mente non è sufficientemente sveglia per reagire e il serbatoio della memoria è ancora praticamente vuoto.
- Per il buon cittadino medio, con la morte il processo vitale continua nella sua coscienza e prosegue con gli interessi e le  tendenze della sua vita. La sua coscienza e il suo senso di consapevolezza rimangono invariati. Egli non avverte una grande differenza, ci si prende cura di lui e spesso egli non si rende conto di avere attraversato l’episodio della morte.
- Per i malvagi e crudelmente egoisti, per i criminali e quei pochi che vivono unicamente per ciò che è materiale si determina la condizione che definiamo "legato alla terra". I legami che hanno creato con la terra e la tendenza terrena di tutti i loro desideri li costringono a rimanere in prossimità della terra e della loro ultima residenza terrena. Essi, cercano disperatamente e con ogni mezzo possibile di ristabilire il contatto e rientrare. In qualche raro caso, un grande amore personale per coloro che sono stati lasciati o il fatto di non aver adempiuto un dovere riconosciuto e urgente trattiene anche esseri buoni e interiormente belli in una condizione quasi analoga.
- Per l’aspirante, la morte è l’accesso immediato ad una sfera di servizio e d’espressione alla quale è abituato e che riconosce subito come non nuova. Durante le ore di sonno egli ha sviluppato un campo di servizio attivo e di studio. Ora egli vi trascorre semplicemente tutte le ventiquattro ore (per usare il concetto di tempo terreno) invece delle consuete poche ore di sonno. Col passare del tempo e prima della fine del secolo, la morte sarà finalmente considerata inesistente, nel senso oggi inteso. La continuità di coscienza sarà così sviluppata e un così gran numero di uomini fra i più elevati agirà  simultaneamente nei due mondi, che i vecchi timori spariranno.
[A.A.Bailey, Trattato di Magia Bianca, Editrice NUOVA ERA, Roma 1993, pag. 139-140]
.:.
Con questo post apriamo una nuova sezione, categoria, rubrica o argomento del blog che chiameremo: SORELLA MORTE. E' un soggetto molto delicato e viene spesso accuratamente evitato per i motivi descritti sopra. Noi, invece, vogliamo proporlo e trattarlo, perché la maggior parte dei problemi dell'umanità deriva dalla paura della morte e questa paura si supera, si vince con la conoscenza.
Prossimamente pubblicheremo un modello di Testamento biologico e, se si avvierà una nuova collaborazione, anche una proposta di come impostare i Nuovi Cimiteri. Pubblicheremo inoltre elenchi di libri sull'argomento e link con siti  e blog attinenti.
Siamo aperti a forme di collaborazione con chi pensa di dare un suo contributo a questo spinoso problema che penso bisogna portare avanti comunque, perché è necessario farlo.
Michy Ross

2 commenti:

  1. Alla fine, la saggezza si trova anche nei libri di favole. Ho letto questo post, e la prima cosa che mi è venuta in mente è stata questa frase, che Albus Silente dice a Harry Potter:

    "Per una mente ben preparata la morte non è che una nuova, meravigliosa avventura".

    Grand'uomo, Silente. :)

    RispondiElimina
  2. Michy Ross07/12/10, 09:48

    Grazie Alma, e, guarda caso, il libro di sintesi degli scritti di A.A. Bailey sulla Morte è stato titolato: La Grande Avventura. :-)

    RispondiElimina

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