di Resalvato
Autunno inoltrato. Dopo una giornata di pioggia torrenziale resto bloccato con l'auto in una strada di campagna: avanti non posso andare perché pieno d'acqua, indietro nemmeno perché le ruote slittano in salita.
Ho dimenticato a casa il telefonino.
Mi viene di urlare e di disperarmi per la mancanza di attenzione e di previsione.
Dopo alcuni tentativi di tornare indietro falliti, resto lì, quasi paralizzato, dentro la macchina.
Dopo un secolo rimetto in moto e provo ancora una volta: niente da fare le ruote girano a vuoto e schizzano fango da tutte le parti.
Scendo disperato e cerco intorno qualcosa che possa fare presa sotto le ruote: pietre, qualche ramo. Niente da fare la macchina non si muove. Maledico il momento in cui ho deciso di passare per quella strada (pensavo si potesse passare facilmente anche se c'erano dei segnali che dicevano strada sdrucciolevole)...
Non so più cosa fare. Chiedo aiuto al cielo... agli angeli, ma non sono molto convito.
Dopo un altro secolo una macchina "da fuoristrada" viene verso di me: MIRACOLO! E' ARRIVATO L'AIUTO!
Il signore scende dal fuoristrada e si avvicina con fare indifferente: chiedo se ha una corda per tirarmi fuori ma dice che non ce l'ha, però ha il telefonino e me lo presta per fare qualche telefonata.
MA NON RICORDO NESSUN NUMERO. Ho un blocco. Non ricordo niente. Il signore dice che gli dispiace ma non può rimorchiarmi. Io penso che lui non voglia sforzare la sua macchina. Passano dei momenti interminabili in cui non succede niente.
Poi, si avvicina una Panda rosso-scura piuttosto vecchiotta. Si ferma e scende un ragazzo con un fucile da caccia. Mi conosce, è un vecchio compagno di scuola di mia figlia. Mi dice che in quel posto spesso capita di rimanere impantanati. Prova un paio di volte anche lui ma non riesce a superare la salita viscida. Stiamo lì a parlottare sul da farsi ma non emergono soluzioni. Poi il ragazzo dice che una volta lui ha tirato fuori la sua Panda risalendo la strada a marcia indietro. Io non me la sento di farlo perché mi fa male il collo a stare girato e poi sono molto teso. Chiedo al ragazzo se lui se la sente: dice di si. Riusciamo a girare la macchina e il ragazzo parte a tutto gas a marcia indietro e, con qualche sobbalzo, riesce a superare la salita e a portare la macchina su terreno sicuro.
Io sono emo-zio-na-ti-s-si-mo. Mi rendo conto che da solo non sarei mai riuscito a risolvere il problema e avrei dovuto lasciare la macchina in mezzo alla strada e sarei dovuto andare a piedi a chiedere aiuto (una decina di Km).
Ringrazio il ragazzo che però si schernisce e dice che non è niente, ma per me è stato un aiuto importantissimo.
GLIENE SARO' GRATO PER TUTTA LA VITA.
Ringrazio l'universo per l'aiuto provvidenziale, insperato, impensato, che mi è arrivato.
Ringrazio per l'aiuto degli altri che non sappiamo bene come, ma arriva.
Rifletto che, in fondo, non siamo mai soli! Gli eventi, delle volte, sono imperscrutabili. Siamo aiutati! Questo ci spinge a promettere che Aiuteremo!
Ma questo, è un caso accadutomi un paio di anni fa e lo racconto solo adesso perché oggi me ne è accaduto un altro, meno angosciante per la verità, ma identico nella dinamica dell'aiuto.
Tornavo a casa in macchina per la strada normale, e tutto sembrava calmo. Non pensavo a niente di particolare (forse a cosa avrei mangiato a pranzo) ma mai che la macchina potesse avere dei problemi! Fatto sta che la macchina, una quindicina di giorni prima, aveva fatto i capricci e l'acceleratore funzionava solo al minimo e con molte tensione e pazienza ero riuscito a portare la macchina dal meccanico che l'indomani me la ridà dicendo che è un problema all'elettronica dell'acceleratore, che l'hanno aggiustato ma non è sicuro che non rifaccia lo stesso scherzo.
Bene per 15 giorni è andato tutto bene, oggi mentre me ne torno tranquillo tranquillo verso casa dopo aver fatto un bellissimo giro lungo il lago Trasimeno, arrivato a Moiano (a circa 5 Km da casa) si ripresenta il blocco dell'acceleratore. Con santa pazienza metto le doppie frecce e procedo a 10 Km l'ora tenendomi sulla destra. Avrò fatto non più di 500 metri ma alla prima salita ripida la macchina non ce la fa e io mi accosto sulla destra facendo segno con la mano a quello che mi seguiva di superarmi.
Riprovo a mettere in moto e a ripartire ma niente da fare: mi riaccosto qualche metro più avanti e penso cosa fare: dovrò provare a telefonare a Della Lena (questa volta il telefonino ce l'ho!) e dirgli di venirmi a prendere, ma è sabato pomeriggio, l'officina è chiusa e temo che magari non trovo nessuno. E' un primo pomeriggio di metà giugno e fa un certo caldo. Già mi immagino di farmi un po' po' di strada a piedi sotto il sole ma magari, penso, spero che Della Lena verrà a prendermi. Forse inconsciamente ripenso a quanto accadutomi un paio di anni fa...
Mentre tutti questi pensieri si ingarbugliano nella mia mente (e sembra un tempo lunghissimo!), la seicento azzurra che mi aveva appena superato, ritorna indietro e si ferma proprio vicino a me e mi chiede se ho bisogno di aiuto. Non riconosco subito chi è alla guida ma è il figlio di Leopoldo (non ricordo mai se il suo nome è Raffaele o Emanuele, sono due fratelli che si chiamano così). Non potete immaginare la mia contentezza! Ecco un'altra volta (dopo circa due anni) che arriva l'aiuto inaspettato!
Ringrazio Emanuele, parcheggiamo la macchina in un posto vicino più sicuro e lui mi accompagna a casa. Lo ringrazio tanto e gli dico che è un angelo venuto dal cielo. Lui sorride e gli dico che gli sono debitore, ma anche lui, come l'altro ragazzo qualche anno fa, si schernisce e dice che non è niente. Io invece sono molto molto grato.
Le riflessioni sono tante ma tante, ma ciò che emerge è senz'altro la gratitudine.
Ricordo anche storie raccontatemi da qualche amico che aveva ricevuto aiuto da persone "sconosciute" e in modo inaspettato, come se in fondo, c'è sempre qualcuno che ti possa aiutare. Noi pensiamo che l'aiuto possa venire da persone conosciute o da parte di amici, ed è vero che, in fondo i due ragazzi che mi hanno aiutato mi conoscevano ma, senz'altro, io non ero un loro amico. Certo la ragazza che le si buca la ruota trova sempre uno sconosciuto che l'aiuta ma quando l'aiuto arriva a te, ti sempre una cosa straordinaria, forse perché non pensi che tu possa essere aiutato disinteressatamente da qualcuno...
Comunque queste cose lasciano il segno e ti fanno riflettere.
Bisogna riconoscere, accettare sia la bella passeggiata, che il guasto, sia la preoccupazione e l'ansia che l'aiuto inaspettato.
Noi abbiamo delle idee preconcette su come dovrebbe essere la vita: tutta rose e fiori, senza spine, senza concime, senza potature, senza annaffiature, senza zappare la terra.
Siamo noi che abbiamo idee sbagliate su ciò che è, e deve essere la vita!
Siamo noi che rifiutiamo tutti gli opposti che la vita comporta.
Siamo noi che dobbiamo operare la sintesi in noi stessi, sorridere agli eventi mutevoli della vita e allora forse si produrranno reazioni diverse e più armoniche e, paradossalmente allora, solo allora, la vita sembrerà, potrà essere come la immaginiamo...
A voi sono mai successe cose come queste?
Una mia amica mi raccontò che una volta l'ha fermata la polizia. Lei non aveva l'assicurazione aggiornata. Dovevano farle 900 € di multa e sequestrarle la macchina. Lei ha cercato di convincere i poliziotti, ha telefonato all'agenzia (era colpa loro che non l'avevano rinnovata!), comunque è riuscita a convincere i poliziotti che l'indomani avrebbe portato in Questura il tagliando rinnovato e quindi le fanno solo una multa di € 60.
Bene questi sono i fatti, ma ve li racconto perché è interessante l'interpretazione data dalla mia amica: era contenta perché per fortuna i poliziotti erano stati come "angeli" che l'avevano avvertita in tempo evitando così un danno maggiore! Perché, se non se ne accorgeva, poteva essere fermata lontano da casa (l'indomani doveva partire per un viaggio) e probabilmente non avrebbe potuto risolvere il problema. Quindi, in definitiva, sentiva come se fosse stata aiutata...
Vi viene in mente qualcosa di simile che è accaduta proprio a voi o a vostri amici?
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