lunedì 11 febbraio 2013

L'Arte della Spada: la scelta del successore (New)

Vi preghiamo di leggere con attenzione e di fermarVi 
a riflettere quando Vi verrà richiesto.
.:.
Prima Parte
Ouverture
Un grande maestro di spada giapponese del XVI secolo, che non aveva mai conosciuto sconfitta, era giunto al crepuscolo della sua vita e, dopo aver molto riflettuto, aveva deciso di ritirarsi e di nominare un successore. La tradizione voleva che scegliesse uno dei suoi tre figli che studiavano con lui fin dall’infanzia.
Egli, nella sua lunga vita, aveva praticato vari stili finché non era giunto a elaborarne uno proprio che aveva chiamato: “l’arte di vincere senza combattere” o “l’arte di combattere senza armi”.
Molti erano venuti a sfidarlo. Uno dei suoi sistemi preferiti per scoraggiare i provocatori era di portarli nel suo giardino e, davanti ai loro occhi, con un sol colpo di spada, recideva di netto un ramo di ciliegio in fiore di cui faceva poi loro dono. Di solito questo espediente bastava a scoraggiare il candidato che, constatando che neanche uno dei petali era caduto dal ramo, capiva di non avere la minima chance: tale impresa presupponeva infatti una precisione e una velocità senza uguali.
Il maestro per scegliere con obiettività e imparzialità il successore pensò di sottoporre i figli ad una prova che avrebbe avuto anche il vantaggio di evitare gelosie tra i fratelli.
Il maestro invitò un caro confratello, grande maestro di spada anch’egli, per chiedere consiglio. Pensarono a quale prova sottoporli, valutando vantaggi e svantaggi e che fosse anche d’insegnamento visto l’incarico importante che doveva assumere il prescelto.
Alla fine sorridendo optarono per un marchingegno ispirato dagli utensili del tè.
Così organizzarono la prova.
I tre fratelli furono pregati di aspettare in giardino finché non fossero stati chiamati uno per volta.
Il maestro chiamò per primo il figlio maggiore.
Questi salì di corsa i gradini e stava per aprire la porta per entrare, quando si fermò di colpo: aveva avvertito qualcosa di strano, sentiva nell’aria una minaccia! A forza di pratica aveva sviluppato un sesto senso. Alzò la testa e attraverso la carta di riso della porta vide l’ombra di una ciotola sospesa sulla porta. Abbozzò un sorriso, introdusse il manico del suo ventaglio tra la porta e lo stipite e poi, pian piano, aprì la porta senza fare cadere la ciotola. Alla fine l’afferrò ed entro fiero nella stanza tenendola fra le mani.
Il padre sorrise e tentennò la testa, come fece pure l’altro maestro, quindi invitò il primo figlio a chiudere la porta e a rimettere la ciotola al posto di prima.
Chiamò, quindi, il secondo figlio. Questi, che era rimasto con l'altro in giardino e non aveva visto niente,  si precipitò di corsa e aprì di slancio la porta, ma, con riflesso fulmineo, schivò la ciotola e la presa al volo. Anche lui entrò nella stanza tenendo il recipiente tra le mani, orgoglioso della sua prodezza.
Richiusa nuovamente la porta e rimessa a posto la ciotola, fu la volta di chiamare il terzo figlio. Anch'egli arrivò con foga, aprì la porta e rimase stupefatto nel sentirsi arrivare una ciotola sulla testa. Ma, prima che questa, dopo averlo colpito sul cranio, rimbalzasse per terra, sguainò velocemente la sua spada e la tranciò di netto. Ringuainò tutto soddisfatto la spada e anche lui si mise vicino ai suoi fratelli.
Allora il maestro si rivolse al suo confratello e gli chiese:
- "Quale dei miei figli, secondo te, è il più degno di succedermi?"
- "Sono tutti è tre dei formidabili artisti della spada - rispose il saggio amico - ma colui che è più degno di succederti è..."
FermateVi adesso un attimo, Vi prego,
a riflettere e provate a rispondere Voi.
Chi venne scelto per la successione e perché?

Seconda Parte La Risposta
Allora il maestro si rivolse al suo confratello e gli chiese:
"Quale dei miei figli, secondo te, è quindi più degno di succedermi?"
Il saggio amico, dopo aver chiuso gli occhi ed essere rimasto in silenzio per alcuni secondi, rispose:
"Il tuo terzo figlio, nonostante la sua prova mirabolante, non è adatto. Quando ha sguainato la spada era ormai troppo tardi: in un vero combattimento sarebbe stato già ucciso. Non è stata forse la ciotola a colpirlo per prima? E, soprattutto, perché spaccare quel prezioso utensile? Se la doveva prendere, piuttosto, con se stesso."
"Il secondo figlio ha ancora molta strada da fare: ha reagito bene, però si è lasciato sorprendere. Non ha saputo prevedere, il che denota una mancanza di maturità: un maestro deve avere lo spirito sempre all'erta."
"Il primo figlio ha dimostrato di essere già un maestro. E' il degno successore della vostra scuola, poiché non ha avuto bisogno di combattere per vincere. Non è forse “l’arte di vincere senza combattere” o “l’arte di combattere senza armi” il nome che avete dato al vostro stile? Questo il senso ammirevole e sorprendente della vostra arte della spada."
Il vecchio maestro sorrise, si alzò e, con il suo stile inconfondibile, sguainò la spada, tranciò di netto un ramo di ciliegio in fiore, senza far cadere neanche un petalo e, prima che cadesse per terra, lo prese al volo e, con un lieve inchino, lo donò al suo caro confratello.
La vera battaglia,
il vero combattimento,
la vera vittoria
è con noi stessi.
*
Se non avete indovinato non prendetevela.
Provate piuttosto a capire come affrontate voi le situazioni.

Se invece ci avete azzeccato non inorgoglitevi troppo.

Ma cercate di chiarirVi come avete operato per indovinare.
Se non avete risposto spero che almeno ci abbiate riflettuto un po'.
.:.
Ma la storia, inaspettatamente, ha degli sviluppi
(non previsti nel racconto di Pascal Fauliot)
stimolati dai commenti dei lettori del blog.
Terza Parte
La Decisione
Ma il Maestro, dopo aver avuto il parere del confratello, cosa decise?
Si, perché, non è detto che la risposta del confratello sia poi stata la decisione del Maestro. 
Il racconto lo da per scontato, ma potrebbe non essere così.
Infatti la decisione potrebbe sia seguire il parere del confratello oppure essere diversa, oppure…
Ancora un altro quesito?!
Se non vi annoiate a rispondere agli indovinelli e ad attivare le vostre capacità ragionative e intuitive vi invito a dare un’altra domanda:
Cosa decise il Maestro?
Affidò ai figli la successione della scuola di spada? A chi affidò la successione?
Bene! Buona riflessione, meditazione, intuizione, buon allena-mente
e, se volete, lasciate la vostra  ipotesi nei commenti.
Qui sotto, finalmente, la soluzione definitiva!
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Quarta Parte
Finale
Il Maestro allora, salutò il confratello e i suoi tre figli  e si ritirò nel bosco a meditare.  Dopo un periodo che per i figli pare sia stato interminabile, ritornò e li chiamò a sé e li invitò a sedersi e a prendere una tazza di tè.
Rimase in silenzio e concentrato mentre si occupava della cerimonia.
I fratelli osservavano con ammirazione la calma e l'eleganza operativa del vecchio genitore ma in cuor loro si agitavano vari pensieri.
- Chi avrà scelto?
- Sarò io? 
- E, se non sarò io, cosa farò?
Il genitore-maestro, come leggendo nelle loro menti, porse una tazza di tè a ognuno,  ne prese una per sé, si sedette e dopo un profondo respiro disse:
"Cari figli e cari allievi. Voglio aprirvi il mio cuore. Il mio caro confratello ha analizzato il vostro comportamento e ha espresso il suo giudizio. Ma io, dentro di me, sentivo che mancava qualcosa…
Io, è vero, devo trovare il degno successore alla scuola, ma voi tre, oltre che miei allievi, siete anche i miei figli e io non voglio creare occasione di discordia tra di voi.
È vero, il primo è il più adatto a succedermi, ma ognuno di voi ha delle qualità che possono essere utili alla conduzione della Scuola.
Quindi ho deciso così:
Lascio la Scuola a tutti e tre insieme.
Voi dirigerete la Scuola insieme. Prenderete le decisioni all’unanimità. Valuterete insieme cosa sarà meglio per la Scuola. Ma avrete funzioni diverse. Il Terzo istruirà i principianti e dirigerà le cose pratiche della Scuola. Il Secondo allenerà coloro che stanno nella fase intermedia e dirigerà l’accoglienza e  le relazioni. Il Primo guiderà coloro che stanno in una fase avanzata e dirigerà i progetti della Scuola indicando gli obiettivi. Ogni ciclo di tre anni le funzioni saranno scambiate a turno tra di voi.
Adesso finite il vostro tè.
I ragazzi, ormai uomini, si guardarono tra di loro e sorrisero. 
Si sentivano in pace con se stessi e con il vecchio padre.
Il Maestro si alzò, salutò i figli - allievi ormai maestri - e si allontanò verso il bosco.
I figli abbracciandosi si dissero che il loro padre-maestro aveva fatto di tutto per lasciare la situazione nel modo migliore.
Fra di loro non ci sarebbe così stata occasioni di gelosie o di rivalità. Tutti potevano collaborare insieme esprimendo e sviluppando le proprie qualità e imparando l’uno dall’altro.
Si dice che questa Scuola esista tuttora in Giappone e che abbia influito, nel tempo, sulla comprensione e realizzazione dei gruppi di lavoro che ancora oggi sono di esempio nel mondo.
E che in alcune nuove Comunità ci si ispiri ai principi di collaborazione, cooperazione, di riconoscimento e sviluppo delle propri più alte qualità e di ricoprire più delle funzioni utili al gruppo e coordinate e armonizzate tra di loro.
Crediamo che questi sono i principi che porteranno l’umanità verso la prossima evoluzione.
.:.
Liberamente tratto, in parte, da:
“Il maestro Bokuden e i suoi tre figli”, Racconti dei saggi del Giappone, Pascal Fauliot, L’Ippocampo, Milano 2009
.:.

Per i Commenti vedi:
- L'Arte della Spada: 1 Ouverture (dell' 1 giugno 2010)















































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