martedì 13 luglio 2010

ETICA Vivente 1998-99 [B] Dall’io personale al Sé

Parole di Sergio
(Appunti dai Seminari 1998-99 [B] a cura di Paola Costanza)


Chiaro nell’obiettivo, saldo nel proposito, perseverante nell’azione.
Perdo l’identificazione precedente e assumo l’identificazione seguente (si assume la responsabilità). Processo alchemico dall’io personale al Sé. Il superamento non avviene attraverso la privazione ma con il governo e la padronanza. 

Essere responsivi verso le tre leggi:
- Retti rapporti umani
- Attività di gruppo
- Avvicinamento spirituale

Il gruppo è un atto di co-creazione da parte di tutti.
Il vero amore è comprensione a livello mentale.
Si accede al servizio con la forma iniziale di negazione degli altri.
Quando diventiamo più utili al dharma ci affranchiamo anche dal karma. Smaltimento degli accumuli e purificazione.
Rendersi conto che gli eventi li produciamo noi, sia in positivo che in negativo.
La critica migliore è sempre su se stessi. Permettere all’altro di commettere un errore e stare zitti è un passo verso la saggezza. Ognuno ha la responsabilità di vivere se stesso. Il servizio si svolge nel silenzio. Essere indifferenti al comportamento degli altri.
Per attivare un gruppo è necessario aver fatto un lavoro su se stessi. Dobbiamo essere in grado di testimoniare. Incarnare il principio. Il processo educativo si trasmette per imitazione.
Imparare a capire come tutto è stato creato, per analogia. Uno degli errori più grandi, errore materialistico, è attaccarsi all’iniziativa creata. Divina indifferenza. Essere rinnovatori e trasformatori costanti. Quando ci disidentifichiamo dalla creatura ci identifichiamo nel creatore.

L’energia dei centri inferiori si sposta a quelli superiori con l’attenzione e la concentrazione.
L’intuizione è un comportamento dell’anima. Incarnare lo spirito: portarlo sul piano mentale intuitivo.
La mente concreta, piena di condizionamenti sociali e culturali, è uno strumento fasullo perché fino ad ora è stata in balia del corpo astrale.
Costruire un ponte per accedere alla mente astratta e avere una visione diversa.
Ci disidentifichiamo dalla mente inferiore per prendere contatto con la mente superiore e poi ritornare ad utilizzare la mente concreta.
Riverificare la capacità di concentrazione. La mente deve essere utilizzata e non subita.

1 commento:

  1. " Permettere all’altro di commettere un errore e stare zitti è un passo verso la saggezza. "

    Sante parole. Oggi le ho messe nel mio stato di Facebook ;P

    Ma quanto mi piace questo blog!

    RispondiElimina

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