mercoledì 20 aprile 2011

Il peso della farfalla - Libro di Erri De Luca

Il peso della farfalla

IL PESO DELLA FARFALLA
di ERRI DE LUCA
CASA EDITRICE  FELTRINELLI

II re dei camosci è un animale ormai stanco. Solitario e orgoglioso, da anni ha imposto al branco la sua supremazia. Forse è giunto il tempo che le sue corna si arrendano a quelle di un figlio più deciso. E novembre, tempo di duelli: è il tempo delle femmine.
Dalla valle sale l'odore dell'uomo, dell'assassino di sua madre. Anche l'uomo, quell'uomo, era in là negli anni, e gran parte della sua vita era passata a cacciare di frodo le bestie in montagna. E anche quell'uomo porta, impropriamente, il nome di "re dei camosci" - per quanti ne aveva uccisi.
Ha una Trecento magnum e una pallottola da undici grammi: non lasciava mai la bestia ferita, l'abbatteva con un solo colpo.
Erri De Luca spia l'imminenza dello scontro, di un duello che sembra contenere tutti i duelli. Lo fa entrando in due solitudini diverse: quella del grande camoscio fermo sotto l'immensa e protettiva volta del cielo e quella del cacciatore, del ladro di bestiame, che non ha mai avuto una vera storia da raccontare per rapire l'attenzione delle donne, per vincere la sua battaglia con gli altri uomini.
"In ogni specie sono i solitari a tentare esperienze nuove," dice De Luca. E qui si racconta, per l'appunto, di questi due animali che si fronteggiano da una distanza sempre meno sensibile, fino alla pietà di un abbraccio mortale.

"In ogni specie sono i solitari a tentare esperienze nuove. Sono una quota sperimentale che va alla deriva, Dietro di loro la traccia aperta si richiude."

 

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Recensioni:
Questa è la storia di un camoscio, magnifico animale di montagna, che rimasto orfano, impara tutto da solo, senza appartenere a un branco. E’ forte, unico, bellissimo. Sfida tutti senza timore e diventa il “re dei camosci“. Ma questa è anche la storia del cacciatore che lo ucciderà. Il vecchio cacciatore che vive da solo nella casa del bosco e racconta poco della sua caccia, perché non ha storie da raccontare. Nemmeno una che possa conquistare una donna. Con sua sorpresa una giornalista si mette in testa di seguirlo, su in montagna. Non accetta subito la cosa. Perché lui non è abituato a frequentare le donne e chi non le frequenta, scrive Erri De Luca, ha “dimenticato che hanno di superiore la volontà. Un uomo non arriva a volere come una donna“. Il cacciatore è spaesato e ha timore. E poi da anni, tra lui e il camoscio, c’è un silenzioso scontro. Uno scontro che conoscerà fine nel mese di novembre...
Libro breve, scritto benissimo, con un ritmo deciso, ma con una musica lenta, paziente. Erri de Luca racconta questa storia in maniera molto lieve, lieve come la neve che fa cadere in montagna e come il battito d’ali di quella farfalla bianca. Con abilità e rispetto entra in queste due solitudini, raccontandoci prima di un duello lungo anni e poi di una pietà finale, di un abbraccio forte e eterno che vede queste due solitudini legate nella morte, come lo erano anche nella vita. Leggera e presente emozione. [1]

De Luca ha scritto pagine da meditare, che sembrano arrivare direttamente da una storia vera. Questo cacciatore sembra ispirato a Franco Miotto, il re dei viaz, sentieri aerei sulle montagne bellunesi, che soltanto lui ed i camosci conoscevano. Un uomo che quando abbatté il più bel camoscio della sua vita, un vero re delle vette, capì la parte più triste del vivere, e cioè che niente resta mai come prima, quando hai realizzato un sogno. [3]

Avete mai visto un camoscio? Intendo, avete mai visto un camoscio libero nel suo habitat naturale? Io si, più di una volta. Gli incontri che ricordo meglio sono due. Un pomeriggio sul rifugio di Forca Resuni, con mio padre ed alcuni amici di famiglia, il secondo sul Monte Meta. La prima volta ricordo le nuvole all'altezza della testa, l'aria elettrica e un'enorme distesa verde davanti a noi. L'abbiamo avvicinato e lui è rimasto fermo. Ci ha guardato, voleva andare via ma si è incuriosito. E' rimasto a mezzo metro da noi annusando l'aria che portava il nostro odore. Fino a quel momento, avrò avuto sette anni o poco più, non avevo ancora afferrato la differenza tra incontrare un animale in uno zoo ed incontrarlo in libertà. Parlo di quelle recinzioni in cui puoi dare cibo agli agnellini e alle pecorelle, con affianco una mamma che chiama con veemenza fiocco di neve qualsiasi quadrupede bianco. La differenza è che l'incontro con l'animale in libertà porta dietro di se strascichi di incontri ancestrali. Il camoscio non si è avvicinato annusando le nostre mani e cercando del cibo, ha avuto la libertà di osservarci e capire chi fossimo e che cosa volessimo. Ci ha guardato negli occhi alla pari, senza mediazioni.
La seconda volta è stata ancora più significativa. Saliti su un vero dente di pietra, la vetta del monte Meta, abbiamo letteralmente potuto osservare una valanga scura cadere dalla montagna. Era un gruppo di camosci, scivolava sul pendio fino a valle, saltando compatto, fuggendo, rotolando. [4]

"Gli zoccoli del camoscio sono quattro assi in mano a un baro. Con loro la gravità è una variante al tema non una legge"

Un libro facile di poche pagine e che da molti ottimi spunti di riflessione. E'  un libro di 70 pag del costo di € 7,5 che vi farà compagnia, sia in un breve viaggio in treno, sia mentre siete distesi sotto l'ombrellone a rimirar le onde. Descrive con eleganza un paesaggio montano, la vita di un camoscio, che ha nel naso l'odore dell'uomo da soffiare per non guastarsi il profumo dell'aria, e l'attività di un cacciatore che ha la faccia di una scarpa di cuoio che ha camminato a lungo e si è adattato al piede come un guanto.  [Angelas]

Fonti:
[1] http://www.sololibri.net/Il-peso-della-farfalla-di-Erri-De.html
[2] http://www.qlibri.it/narrativa-italiana/romanzi/il-peso-della-farfalla/
[3] http://lapoesiaelospirito.wordpress.com/2009/12/27/il-peso-della-farfalla-di-erri-de-luca/
[4] http://astrazzullo.blogspot.com/2010/01/il-peso-della-farfalla.html

Riceviamo da Angelas e pubblichiamo.

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