Accogliamo molto volentieri nel "Gruppo Cooperazione di LogoPsicoSofia" Tomoe Tsunetomo che ci propone questo articolo in occasione dell'ottantesimo compleanno di Ermanno Olmi.
In questi giorni il regista Ermanno Olmi ha compiuto 80 anni: un Grande Vecchio, maestro del cinema italiano nel mondo, fine osservatore e documentarista-sociologo.
“L’albero degli zoccoli” è forse il suo capolavoro più noto. Uscito nel ’77, presenta uno spaccato assai realistico e profondo della vita contadina e della condizione esistenziale delle famiglie nei primi del ‘900. Il ritmo della vita è cadenzato dalle stagioni e da un profondo rispetto per la natura e per il valore della preghiera. Film-documentario di attori non-professionisti imperdibile! Memorabile la scena del nonno che insegna al nipote come piantare e coltivare in un angolo di terra vicino al casolare, i pomodori, ingrassando il terreno con lo sterco di vacca e di gallina, affinché i frutti crescano belli e più grandi e precoci, in modo da essere certi di vendere bene il raccolto al mercato.
Mentre leggo degli 80 anni di Olmi e ricordo questi particolari della trama, osservo dalla finestra della cucina, i miei pomodori…
Oggi, il motivo per cui in casa si coltiva questa splendido frutto della terra, è spesso hobbistico e non per sussistenza o guadagno e nasce dal desiderio di avere in tavola una verdura naturale, coltivata con le proprie mani. Quasi un gesto poetico.
Oggi come allora, sono spesso gli anziani ad insegnarci l’arte dell’orto. Questo film mi ricorda mia nonna e il suo orto. Lei mi ha insegnato a coltivare i pomodori con il suo stesso amore. Figlia di contadini veneti, contemporanei dei protagonisti del film di Olmi, vivevano in una casa di campagna, attorno ad una corte che era il centro della vita comunitaria, in cui era normale la condivisione dei compiti e degli strumenti di lavoro, in una condizione di reciproco aiuto e collaborazione, anche per l’accudimento dei figli, che era come fossero figli di tutti. Le famiglie, unite da una scopo comune, erano sempre numerose e vivevano creando una rete di sostegno forte, in cui le braccia non erano mai abbastanza per il duro lavoro e in cui tutti trovavano un ruolo. I giovani per la forza, gli anziani per la saggezza, i disabili in lavori più leggeri della catena della raccolta. Vivevano completamente del rendimento dei campi e dei prodotti dell’orto e degli animali da fattoria. Chi voleva lasciare la campagna per la città e la fabbrica era considerato un bizzarro.
Quando poche decine di anni fa nel mio paese il comune ha espropriato i proprietari o spinto a vendere chi possedeva terreni agricoli, per permettere lo sviluppo delle piccole imprese e dell’artigianato, quella corte è andata distrutta, le vecchie case abbattute e mia nonna si è trasferita in un quartiere cittadino ma non ha mai smesso di coltivare i pomodori nel pezzettino di terra attorno alla sua casa e lo ha fatto fino a che poteva camminare sulle proprie gambe, infilando le piantine nel terreno ad aprile, come una dea-madre attenta alla sua prole e schiacciandone bene le radici a mani nude senza romperle, con le unghie nella terra che rimanevano nere per un po’di giorni e nel cuore buio del terreno, univa la torba, che era un composto di fondi di caffè e bucce di verdure e frutta. Parlava spesso alle piante mentre le innaffiava, e i fusti verdi crescevano veloci, regalando infine pomodori giganti e succosi di un rosso acceso fino all’autunno inoltrato.
I pomodori rimasti verdi li coceva con lo zucchero per farne una prelibata marmellata spalmabile, da usare sul pane o anche sui formaggi e di cui vi lascio la ricetta (vedi sotto).
E ora io faccio lo stesso e seguo le sue indicazioni e gioisco dei miei pomodori carnosi e profumati e di queste piccole grandi soddisfazioni dell’orto… che hanno una storia familiare assai bella da ricordare.
Grazie Ermanno e grazie nonna, per questa filosofia della semplicità!
Ingredienti:
Per 1 kg di pomodori verdi al netto,
circa 600 g di zucchero,
una stecca di vaniglia,
il succo e la buccia grattugiata di 2-3 limoni.
Preparazione:
Lavare i pomodori. Meglio pelarli.
Tagliarli a pezzettini, togliendo un po’d’acqua dalla polpa e metterli in una terrina.
Unire lo zucchero, meglio se passato nel frullatore, in modo da renderlo polvere e versare il tutto senza grumi in una casseruola e porla sul fuoco, portando il preparato ad ebollizione.
Fare cuocere, a fuoco dolce e lento, per un paio d’ore, unendo la stecca di vaniglia.
Unire la buccia grattugiata dei limoni e, subito dopo la cottura, versare il succo dei limoni, mescolando accuratamente.
Togliere infine la stecca di vaniglia e lasciare raffreddare,prima di versare in barattoli da conserva sterilizzati.
La consistenza della marmellata rimane un po’ liquida.
Con affetto,Tomoe
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Link:
- http://www.alberodeglizoccoli.net/ che è un sito amatoriale dedicato ad Olmi e a questo film,in particolare. Bel sito. ;)
- http://it.wikipedia.org/wiki/L'albero_degli_zoccoli tratto da wikipedia.
- Olmi, 80 anni pieni di futuro
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