martedì 27 settembre 2011

Credi in dio?

[Fonte]

Un filosofo chiese a Sri Aurobindo: “Credi in Dio?”
La sua risposta fu: “No”.
Il filosofo rimase esterrefatto. Aveva percorso tanta strada, credendo che quest’uomo conoscesse Dio ed invece gli aveva risposto: “No, non credo in Dio”. Il filosofo, per qualche minuto non riuscì a trovare il coraggio di fargli altre domande, era ammutolito.
Poi disse: “Io pensavo che tu avessi visto Dio!”
Sri Aurobindo scoppiò a ridere e rispose: “Sì, l’ho visto: ecco perché non credo. Credere è frutto dell’ignoranza. Io conosco Dio!”

Ricorda: devi arrivare alla conoscenza, non sei qui per credere.
Puoi disporre del mio aiuto per arrivare alla conoscenza.
Credere è un trucco della mente: senza avere conoscenza alcuna, ti dà la sensazione di conoscere
.

L’uomo è un punto di domanda, ed è una benedizione. Perciò celebralo, danza, gioiscine perché, senza quel punto di domanda non ci sarebbero né la fede, né il dubbio; avremmo solo finte certezze. La vita ha delle esitazioni. La vita è incerta. La vita è insicura. Ecco perché è vita: perché è in movimento. Un uomo vivo si muove tra le incertezze, va verso l’ignoto, non può vivere con finte certezze. Le tue certezze dimostrano semplicemente che non hai mai dubitato. Esiste un altro tipo di conoscenza che sgorga dal dubbio, che scaturisce dalla crescita. Quando raggiungi questo tipo di conoscenza, di nuovo non hai certezze: ma ora le tue incertezze hanno un sapore del tutto diverso.

Se avessi fatto al Buddha delle domande su Dio, sarebbe rimasto in silenzio.
Ecco il motivo della sua superiorità rispetto a Sri Aurobindo. Il Buddha sarebbe rimasto in assoluto silenzio, non avrebbe risposto né sì, ne no. Come mai?
Perché asseriva:
L’Assoluto è talmente vasto che sarebbe sbagliato dire ‘sì’ e sarebbe anche sbagliato dire ‘no’: le nostre parole sono talmente piccole che non possono contenere l’Assoluto. È possibile comunicare l’Assoluto solo tramite il silenzio”.
Quando non conosci e quando sei convinto di conoscere sei in una sorta d’incertezza: come puoi avere delle certezze sull’Assoluto? È talmente vasto. Se avessi delle certezze sull’Assoluto sarebbe come rimpicciolirlo; sarebbe come dimostrare che puoi afferrarlo, che puoi averlo in pugno. E Dio non può essere posseduto; al contrario, tu dovresti permettere che Egli ti possegga. Accetta i tuoi no ed i tuoi sì e non pensare che siano opposti tra loro: non lo sono.
Proprio come non ci può essere alcun coraggio senza il pericolo,
così non ci può essere la fede senza l’incertezza e senza il dubbio.
Il rischio fa parte del gioco e noi siamo nati per giocare.
Dobbiamo imparare ad affidarci alle possibilità, non alle certezze
.
Solo i pappagalli possono avere certezze, perché hanno risposte prefabbricate. Un uomo vero, che ha raggiunto la conoscenza, avendone fatta l’esperienza, ti aiuterà a stare in silenzio, ti aiuterà ad attraversare i tuoi sì ed i tuoi no, la tua fede ed i tuoi dubbi, i tuoi momenti più caldi e quelli più freddi, la luce del giorno e le tenebre della notte, le vette e le valli. Non t’insegnerà nessun dogma, t’insegnerà solo il coraggio, il piacere dell’avventura e la ricerca.>>

Fonte: Osho – “I libri del fiore d’oro” © 2000 by News Services Corporation, Arona (NO). © 2007 RCS Libri S.p.A., Milano. Prima edizione Firme Oro Bompiani: novembre 2007 (ISBN 978-88-486-0341-6, pag. 295-298, stralcio). © 1979 Osho International Foundation, CH8001, Zurigo, Svizzera.


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