venerdì 30 marzo 2012

Serenità

Sembra che ci siano alcuni che fomentano la paura.
Ora, se è vero che non bisogna nascondere i problemi e le difficoltà,
è ancora più vero che non si affrontano e non si risolvono con la paura.
Allora immaginiamo, evochiamo, siamo e irradiamo
Serenità


Serenità nel mio Cuore
Serenità nel tuo Cuore
Serenità nel Cuore di Tutti...

 

Link
- wikipedia.org/wiki/Serenità
- frasi.net/serenità negli aforismi
- wikiquote.org/wiki/Serenità 

Video
- Serenità, musica di Enya
- Serenità
- Serenità è...

Dagli scritti di A. A. Bailey
Grandi cose sono imminenti. L’umanità avanza con impeto rinnovato. Ha superato il bivio, ha preso decisioni irrevocabili e segue un sentiero che la porterà nella luce e nella pace. Troverà la via verso la “pace che supera ogni comprensione”, poiché sarà indipendente dalle condizioni esterne e non basata su ciò che ora l'umanità intende per pace. È la pace della serenità e della gioia, una serenità basata sulla comprensione spirituale; una gioia che le circostanze non turbano. Esse non sono uno stato astrale, ma una reazione dell’anima. Non sono prodotte dalla disciplina imposta alla natura emotiva, ma dimostrano una reazione spontanea e naturale dell’anima. Sono la ricompensa dell’allineamento conseguito con esattezza. Queste due qualità dell’anima — serenità e gioia — indicano che essa, l’ego, Colui che è solo, controlla o domina la personalità, le circostanze e tutte le condizioni ambientali della vita nei tre mondi.
(Trattato dei Sette raggi, Vol. II, Psicologia esoterica Vol. II, Editrice Nuova Era, Roma 1984, pag. 101-102)

Solo quando il chela ha conseguito la “serenità occulta” gli è permesso di focalizzarsi in permanenza nell’aura di gruppo. Ciò accade quando egli diventa consapevole della particolare e specifica vibrazione dell’aura del Maestro. Da ciò, come potete vedere, la necessità della serenità.
Vorrei farvi notare che serenità e pace non sono la stessa cosa. La pace è sempre temporanea e riguarda il mondo sensoriale e le condizioni che possono essere turbate. È essenziale per il progresso ed è inevitabile che ogni passo avanti sia caratterizzato da turbamenti, crisi e caos, cui poi succedono (se bene affrontati) periodi di pace. Ma questa pace non è serenità e al chela è consentito di dimorare nell’aura del Maestro soltanto quando abbia sostituito la serenità alla pace. Serenità è quella calma profonda priva di turbamenti emotivi che distingue il discepolo focalizzato nella “mente mantenuta salda nella luce”. In superficie, la sua vita (dal punto di vista del mondo) può essere in stato di continuo e violento mutamento. Tutto ciò che gli è caro nei tre mondi può crollare attorno a lui. Nonostante tutto ciò egli sta saldo, nell’equilibrio della coscienza dell’anima e nel profondo della sua vita rimane indisturbato. Non è insensibilità o autosuggestione forzata, e nemmeno la capacità di esteriorizzare la coscienza in modo tale da ignorare eventi e circostanze individuali. È intensità di sentimento trasmutata in comprensione focalizzata. Quando ciò è stato raggiunto il chela ha diritto di vivere nell’aura del Maestro. Non vi è nulla in lui che richieda al Maestro di distogliere la Sua attenzione da sforzi di vitale importanza per il compito irrilevante di aiutare il discepolo.

(Il Discepolato nella Nuova Era, Vol. I, Editrice Nuova Era, Roma 1975, pag. 421)

La paura non giova a nulla. Uno dei primi obiettivi del guaritore è di aiutare l’infermo ad attendere con buon senso e serenità il proprio futuro, qualunque esso sia.
(Trattato dei Sette raggi, Vol. IV, Guarigione Esoterica, Editrice Nuova Era, Roma 1974, pag. 184)

“Alzati e combatti, o Arjuna”, mantenendo intatta la fiamma dell’amore, senza permettere che alcun alito d’odio turbi la serenità dell’amore o sconvolga l’equilibrio interiore che vi metterà in grado di emettere la nota squillante della comprensione mondiale, che radunerà tutti gli uomini e le donne di buona volontà nell’aiuto alla Gerarchia. Questo porrà fine all’odio, alla separatività e all’aggressione, che sono i tre peccati principali dell’umanità.
(L' Esteriorizzazione della Gerarchia, Editrice Nuova Era, Roma 1985, pag. 87)

I moventi del Servizio.
Nessun timore o ansietà o preoccupazione scuote il corpo emozionale di chi aspira a servire il tutto. Egli coltiva serenità, stabilità e un senso di sicuro affidamento nella legge di Dio. Una gioiosa fiducia caratterizza la sua attitudine abituale. In lui non alberga alcuna gelosia, nessuno stato di grigia, cupa depressione, né avidità o autocommiserazione ma, realizzando che tutti gli uomini sono fratelli e che tutto ciò che è esiste per tutti, procede con calma per la sua via.
(Lettere sulla Meditazione Occulta, Editrice Nuova Era, Roma 1985, pag. 159)


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