martedì 14 febbraio 2012

Il Paradiso? No, un condominio svizzero

La mia prima impressione della Svizzera è stata quella di trovarmi di fronte a un Paese del socialismo reale. Sembra un paradosso, ma i fatti sono evidenti. La prima cosa che colpisce sono gli appartamenti nei condomini. Tutte le famiglie che vi abitano hanno dei luoghi con servizi collettivi.

Nei piani sotterrati vi sono le lavanderie, ovvero dei posti con una grande lavatrice e asciugatrice, che viene utilizzata da tutti i residenti del palazzo con un calendario settimanale predefinito. L’uso è a consumo e dei sistemi elettronici stabiliscono quanto paga un utente piuttosto che un altro grazie a degli aggeggi in possesso di ogni famiglia che si utilizzano per azionare questi elettrodomestici collettivi. Generalmente è anche possibile avere una lavatrice in casa, ma non è l’abitudine di tutti.

Ogni appartamento poi, ha la cucina e il bagno già arredato. Quindi in un palazzo tutte le case hanno lo stesso bagno e la stessa cucina, con gli stessi elettrodomestici: frigoriferi, piani cottura, lavastoviglie. Cambiano, ma relativamente, i tendaggi, o gli addobbi. Entrando alcuni giorni fa nella casa di un mio amico, gli ho detto: “Ma è identica alla nostra casa”. In effetti di identico aveva solo cucina, parquet, bagni e veranda, ma l’impressione era di sentirti in un posto già vissuto.

In ogni condominio, al piano terra vi è una stanza comune per le biciclette, una per eventuali feste di compleanno e all'esterno l’immancabile parco giochi per i bambini. Sì, avete capito bene: uno per ogni palazzo, al quale si aggiunge quello più grande presente in ogni gruppo di palazzi e quello più grande del quartiere, e infine quelli più grandi cittadini.

Nelle costruzioni più moderne, i garage prevedono anche la possibilità di essere utilizzati come sito antiatomico o di emergenza anticatastrofe. L’ho scoperto brutalmente la prima volta quando, scendendo con le mie bambine in garage per prendere l’auto, vi ho trovato schierato un intero plotone dell’esercito. Mi sono chiesto: “Che ho fatto?” Molto gentilmente mi hanno detto che erano in piena esercitazione antiatomica e di protezione civile. Che spettacolo trovarsi l’esercito in garage in pieno assetto operativo, mentre fuori c’è bel tempo e un silenzio irreale. Bene, ogni anno è così, ovviamente nelle costruzioni nuove e ampie.

Poi ti capita spesso, almeno una volta all’anno, di incontrare sotto casa i Vigili del Fuoco: anch’essi per simulazioni ed esercitazioni. I tuoi figli poi, sono ogni anno prelevati dalla Polizia per seguire in una giornata lezioni di attraversamento delle strade sulle strisce pedonali e guida in bicicletta per la città in percorsi militarizzati all’uopo come se dovesse arrivare in quel luogo il presidente degli Stati Uniti, e invece ti vedi arrivare ragazzini in bici con casco e segnalatori ottici. Difficile che una società con queste consuetudini sia colta di sorpresa da una nevicata anomala.

Ma la cosa più straordinaria e socialista è la chiave. Sì, quando prendi una casa in affitto ti consegnano la chiave. Una sola e due doppioni. Quella chiave apre la porta di casa, il portone, il garage, la cantina, la buca delle lettere, il box dove tenere gli attrezzi. Una sola chiave per tutto. Inutile provare ad aprire con quella chiave la porta del vicino… è impossibile. E’ una chiave intelligente, unica e allo stesso tempo collettiva per i servizi in comune.

Uno pensa: “Ma ci vuole un amministratore efficiente per reggere un condominio del genere?” Sì, effettivamente quello dell’Hauswart (portiere del palazzo), è un mestiere importante per cui ci vuole una formazione particolare, perché gestisce tutto il sistema di vita di uno stabile. Ma pensate,senza le riunioni di condominio. Da allora ho sempre pensato che la società ideale è quella dove esistono le regole, tutti le rispettano e non ci sono le riunioni di condominio. 



A cura di Massimo Pillera


[Fonte: FQ Zurigo | Il Fatto Quotidiano]


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