mercoledì 11 aprile 2012

Sei spirituale?


Sentiamo spesso dire cose del tipo: 
"Beh, io non sono religioso ma sono una persona molto spirituale" oppure 
"Lui è davvero molto spirituale". 
Ma cosa significa veramente "essere spirituale?"

E' molto semplice in realtà, la spiritualità è la nostra vera natura. Questo è perché, noi siamo spirito. I nostri corpi vanno via, i nostri beni materiali vanno via, i nostri coniugi, i figli, le famiglie e gli amici vanno via.
Che cos'è che rimane?
Qual è la costante aldilà del tempo e dello spazio?
E' il nostro spirito. E' l'essenza del potere infinito della nostra proiezione e della nostra creatività.

Quindi, come possiamo vivere in questo spirito?
Due cose sono necessarie: la consapevolezza e la resa.
La consapevolezza è anche conosciuta come "Simran": momento per momento, il ricordo della nostra vera identità, "Naam Chit Aavai". Attraverso il nostro respiro, ci ricordiamo che siamo vivi nell'estasi di nascere e morire in ogni momento. L'Infinito fluisce in noi come l'elettricità.
Vediamo e sentiamo la sacralità in ogni momento.
Chi sta lavando i miei denti? Dio.
Chi sta parlando? Dio.
Chi sta ascoltando? Dio.
Chi sta pranzando? Dio.
Chi è l'insalata che sto mangiando? E' Dio che sta mangiando Dio. 
Noi alleniamo noi stessi alla consapevolezza attraverso la Sadhana. Noi viviamo in consapevolezza attraverso il Dharma. Cosa è il Dharma? Il Dharma non è altro che il risveglio, tenere il passo e scorrere nella volontà di Dio.


Vi è poi la resa. Quello che è difficile per molte persone.
Perché dovrei arrendermi?
A chi mi dovrei arrendere?
Come posso fidarmi abbastanza per lasciare andare?
Se mi arrendo, sto rinunciando alla mia identità?
Chi si prenderà cura di me se non lo faccio io?
Siamo addestrati per andare dietro quello che vogliamo; per arrivare e per avere successo. Noi non siamo addestrati per la vigile accettazione, né per rimanere nella nostra immobiltà.

"Il Maestro agisce senza fare nulla e insegna senza dire nulla. Le cose nascono e lui le lascia venire; le cose scompaiono e lui le lascia andare. Ha tutto ma non possiede nulla. Lui agisce ma non ha aspettative. Quando il suo lavoro è finito, tutti dicono, "abbiamo fatto tutto da noi stessi". Questo è il motivo per cui dura per sempre"
Tao Te Ching

Ecco dove entra in gioco il Guru. Guru è il sistema di Guida Divina costruito in ogni essere umano. E' la bussola nella tua cabina di pilotaggio e punta sempre verso il "vero Nord". "E' arrendendosi a questa presenza cosmica interiore che la relazione più sacra nella nostra vita si stabilisce.

Ora, qui viene il problema con la religione. La religione in se stessa non è un problema. Essa significa semplicemente collegarsi consapevolmente alla nostra propria origine, alla nostra fonte. Ma nelle religioni organizzate, le persone si sono addormentate e semplicemente vanno avanti con la "scena" della resa. Senza l'esperienza reale del Guru, le persone ritualizzano l'arrendersi ma non è la resa incondizionata che è necessaria per la vera spiritualità. E' in questo stato di ipocrisia che "bontà" e "pietà", appaiono.

Arrendersi al Guru senza condizioni, accettando il Guru come il tuo, accettando il Guru intorno a te, accettando il Guru dentro di te e dentro tutti, questo è ciò che è richiesto.
Affinché ciò avvenga, è necessario che tu abbia una reale esperienza del Guru. Non uno spettacolo esteriore, ma quello divino, l'intimo contatto che si trova oltre le parole. Questa esperienza è insopportabilmente dolce e assolutamente personale. Questa esperienza viene dalla grazia e la grazia Divina si guadagna attraverso vite di lavoro.

Per lo più, tutti cercano il piacere e cercano di evitare il dolore. In questo stato di grazia, non vi è alcuna differenza tra piacere e dolore, tra perdita e guadagno o tra oscurità e fama. Il dolore ci sveglia e il piacere ci mette a dormire. E' nei momenti di grande dolore che impariamo ad arrenderci. Questo è ciò che ci dà profondità.

Vuoi migliorare il mondo? Io non credo che possa essere fatto. Il mondo è sacro. Non può essere migliorato. E' assolutamente perfetto così com'è. Sii contento di quello che hai. Rallegrati in ogni momento del modo in cui le cose sono. Quando ti rendi conto che non c'è nulla che manca, allora tutto il mondo ti appartiene.

Il Guru Granth Sahib dice: "In mezzo alla speranza, lo yogi rimane senza la speranza." Questo è perché la speranza e la paura sono due fantasmi che emergono dal pensiero di sé. Quando non vediamo più il Sé, come Sé, che cosa dobbiamo temere o sperare? C'è solo ora. Il passato non esiste più e il futuro sta nascendo ora. E sta nascendo dai nostri pensieri, parole e azioni.

Guarda il mondo intero ed ogni cosa in esso, come te stesso. Abbi fede del modo in cui stanno le cose. Ama il mondo così come è - perché è il tuo Sé.




La mia preghiera personale è molto semplice. E' quello che dico ogni giorno, come mi inchino al mio Guru:

"Amato Guru Ji, io sono Tuo e Tu sei mio.

Benedici tutti per farli vivere sani, felici e santi".

[Fonte: Guruka Singh - Traduzione di Onkar Singh]


Da: 
Sat Nam, la Via dello Yoga. http://satnamsatnam.blogspot.it/





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